venerdì 5 agosto 2022

Recensione: Un oceano senza sponde, di Scott Spencer

|Un oceano senza sponde, di Scott Spencer. Sellerio, € 17, pp. 350 |

In ogni relazione c'è un dislivello invisibile. Osservate attentamente le coppie che conoscete. C'è sempre una persona più affezionata dell'altra. C'è sempre chi ama e chi ama essere amato. Quando il dislivello si acuisce, come su uno di quei dondoli al parco giochi, l'equilibrio viene meno. E un membro della coppia – il più fragile –, viene schiacciato dal divario. I cuori di Kip e Thaddeus non hanno lo stesso peso. Legati dai tempi dell'università, i due oscillano sul dondolo che Scott Spencer ha costruito per monitorare i sali-scendi della loro storia. Si tratta soltanto di una buona amicizia? All'apparenza scapolo inguaribile, Kip lavora come broker a Wall Street, ma per codardia cela la propria sessualità: anziché scendere a marciare per strada nell'era dell'Aids, vive nascosto in un attico che lo taglia fuori dal mondo. Il suo mondo comincia e finisce nella venerazione per Thaddeus: sceneggiatore frustrato, marito e padre in crisi, ostenta una forzata giovialità. Rischia di perdere infatti una villa sul fiume Hudson, simbolo di una breve gloria lavorativa, e insieme alla villa la sua stessa famiglia.

Ho appreso una delle lezioni della solitudine, uno dei suoi sconvolgenti effetti collaterali: quando versi in uno stato di brama inappagata, il desiderio va avanti all'infinito, come un oceano senza sponde.

Tormentandosi in preda a un amore impossibile, il protagonista si fa presto custode del matrimonio dell'altro: da un lato vorrebbe che deragliasse – soltanto così, forse, troverebbe il coraggio di dichiararsi –, dall'altro vorrebbe che l'amico fosse felice. Stando al parere di un personaggio secondario, tra loro finirà malissimo: Thaddeus lo distruggerà senza neanche farlo apposta. A ogni telefonata quanto è desideroso di sentirlo davvero e quanto è mosso dall'opportunismo? Ignora deliberatamente i sentimenti dell'altro, ma si bea nel frattempo dell'ascendente che esercita su di lui? Il romanzo di Spencer è una storia di conflitti: quelli che albergano nell'animo di Kip, combattuto tra desiderio e paura; quelli che scandiscono le scelte di Thaddeus, incapace di rassegnarsi a un'esistenza vissuta al di sotto delle sue presunte potenzialità; quelli che agitano la periferia newyorchese, che osteggia la gentrificazione a suon di sassate e guarda con preoccupazione all'apertura di una fabbrica di calcestruzzo.

Ecco un'altra cosa riguardo a noi innamorati non corrisposti: siamo possessivi nei confronti dell'amato e disposti a tutto pur di tenerci aggrappati all'idea che abbiamo di lui. In effetti quell'idea è tutto ciò che abbiamo. Quando pensi a qualcuno più o meno tutto il tempo cominci a credere – anche se non lo ammetteresti mai, nemmeno con te stesso – che lui ti appartenga. Diventi un carceriere che fa avanti e indietro davanti alla porta della cella, tenendo d'occhio il prigioniero per accertarti che sia dove deve stare, che faccia solo ciò che gli è concesso.

Kip, prigioniero di un vecchio sogno erotico, si finge eterosessuale. Su cosa mente invece Thaddeus, prigioniero al contrario di vecchi sogni di gloria? Qual è il prezzo per continuare a nutrire un'illusione lunga trent'anni? Quand'è che, finalmente, ci si sveglia? Un oceano senza sponde si dipana in maniera più lineare del previsto e l'epilogo, un po' precipitoso, potrebbe amareggiare gli eterni romantici. Ma sontuoso, struggente ed enfatico, si legge con un'ammirazione vicina a quella provata per la prosa di Vladimir Nabokov: anche qui il narratore, inaffidabile, si rivolge a una giuria – vera o immaginaria? – per discolparsi di qualcosa; anche qui un sentimento irrazionale, di pancia, è raccontato con il cuore e con la testa. E il dislivello invisibile di cui scrivevo in apertura si manifesta, infine, come un messaggio scritto con l'inchiostro simpatico. E l'oceano del desiderio, tempestoso come non mai, trova pagine bellissime a fargli da sponde.

Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Senza fine - Gino Paoli 

2 commenti:

  1. Mi sembra possa andare bene come soggetto per una miniserie di Ryan Murphy. Forse. :)

    RispondiElimina