sabato 30 ottobre 2021

Halloween ai tempi di Netflix: Squid Game | Midnight Mass | You S03

È la serie del momento. La amano. La odiano. Amano odiarla. Io stesso l'ho affrontata con scetticismo, al pari di un tormentone estivo venuto a noia prima del tempo per via degli schiamazzi dei vicini. I primi episodi non mi davano torto: a causa dei meme spammati dappertutto, avevo l'impressione di averli già visti. E in una serie in cui l'originalità non è di casa – ricorda The Running Man, Battle Royale e Hunger Games, ma anche gli intrecci kitsch delle spagnole La casa di carta e Vis a vis – gli spoiler sparsi rovinavano le rare sorprese rimaste. Qualcosa è cambiato negli ultimi: quando questo gioco al massacro, eccezionalmente made in Corea, lancia guanti di sfida più sadici e imprevedibili; quando le uscite di scena cominciano realmente a spezzare il cuore. È un'arena in cui dei giocatori pronti a tutti si sfidano per un ricco montepremi: ne uscirà soltanto uno. Chi? Tra partite a un due tre stella, tiri alla fune e lanci d biglie, si procede in maniera implacabile sfida dopo sfida. Ci si affeziona ai più fragili, si detestano carcerieri e prepotenti, ma si sente spesso la mancanza di una satira sociale più spiccata – no, non siamo al cospetto di un nuovo Parasite –, così come si sorride delle imprese assurde di un poliziotto sotto copertura. Nonostante si tifi soprattutto per un papà povero in canna, il suo vicino di casa caduto in disgrazia e un'adolescente con un fratellino da salvare dall'orfanotrofio, le protagoniste assolute sono loro: le straordinarie scenografie dai colori pastello, capaci di coniugare stile e inquietudine. Tutt'altro che perfetta, Squid Game non è né un capolavoro né un flop, ma una soddisfacente via di mezzo: un intrattenimento solido, ma dal successo forse immotivato, che spero avvicinerà il pubblico medio alle visioni in lingua originale e alle chicche del cinema asiatico. (7,5)

Il talento narrativo e stilistico di Mike Flanagan è pressoché indiscutibile. Nato a Salem, cresciuto a pane e Stephen King, unisce l'horror al melodramma con un equilibrio che lascia ogni volta commessi. Anche quando, come questa volta, non tutto torna. Anche quando, come questa volta, non tutto appare funzionale: soprattutto i dialoghi fiume, destinati a sfociare gratuitamente in un epilogo di sangue e fiamme. Su un'isola dal fanatismo religioso totalizzante, l'arrivo di un nuovo parroco genera miracoli e misteri. La buona novella è un contagio. La comunione, cannibalismo vampiresco. Midnight Mass ha soltanto sette episodi, ma si prende il suo tempo. Lenta, corale e verbosa, intavola lunghe conversazioni sulla fede, la morte, il senso di colpa, la diversità culturale e religiosa. Gli elementi horror sono sparpagliati cautamente in ogni episodio e, quando il soprannaturale si manifesta, semina un po' di disappunto per quella computer grafica imperdonabilmente anni Novanta. La violenza e le lacrime, immancabili davanti a monologhi degni dei fasti di The Haunting of Hill House, giungono in ritardo e tutte insieme. Finendo per sconfessare, in parte, l'approccio un po' pretenzioso del resto. Perché tanto esistenzialismo per un caos che non lascia niente all'immaginazione? Accolta da molti come il capolavoro del regista, la serie mette tanta, troppa carne al fuoco. Discontinua ma generosa, punta su una sceneggiatura zeppa di scene madri e su un buon cast d'insieme: l'intensa e bella Katy Siegel, un Hamish Linklater finalmente in una performance da ricordare e Samantha Sloyan, più spaventosa di qualsiasi demone. Quanto è cieco il fanatismo? Quanto è fragile, quanto è disperata, la fede nell'impossibile? Ce lo spiega Flanagan, tra ambizione e kitsch,  prodigi e mostruosità, sacro e profano. (7)

Dopo aver sepolto la prima innamorata, lo stalker Joe ha finalmente trovato la sua anima gemella: Love, conosciuta nel corso della seconda stagione, a sorpresa era perfino più matta e sanguinaria di lui. All'improvviso neogenitori, prendono a seminare il caos in un ridente quartiere residenziale: mogli tentatrici, coppie no-vax e allettanti scambisti hanno ovviamente le ore contante. Tutti presi dal coprirsi le spalle a vicenda, i protagonisti non rinunciano tuttavia a nuove ossessioni: mentre Joe si invaghisce di una bella bibliotecaria in lotta per l'affidamento della figlioletta, Love si lascia lusingare dal vicino adolescente. E tutti fanno sesso con tutti, in questi dieci episodi di cinquanta minuti ciascuno, ma la serie è troppo grottesca e sopra le righe per risultare sexy. Il matrimonio riparatore? È la tomba dell'amore in You: da me attesissima, come sempre, nonostante un inizio intrigante e un prosieguo inspiegabilmente sciocco. Come mai gli sceneggiatori hanno deciso di trasformare i delitti di un fascinoso psicopatico in una commedia con qualche morto ammazzato qui e lì? Da vedere senza pretese, magari doppiata e sbrigando tutt'altro, la terza stagione diventa una novella Santa Clarita Diet che lascia gli zombie e flirta con i serial-killer. A darle un senso, oltre al consolidato carisma di Penn Badgley, sono il monologo conclusivo di una sempre bravissima Victoria Pedretti – a volte angelica, altre delirante, si concede una stoccata accesissima contro il perbenismo e il maschilismo della società contemporanea: in sottofondo Taylor Swift e Bon Iver – e l'insospettabile cambio di scenario degli ultimi minuti. Cosa succederà dopo un finale più movimentato e cattivo del resto, che solleva fuoco e fiamme in periferia? Ho il sospetto che al suo ritorno You – subito rinnovata per una quarta stagione – sarà nuovamente la discutibile parodia di sé stessa, ma che nuovamente me la gusterò in binge watching. (6,5)

14 commenti:

  1. Il successo di Squid Game così vasto credo sia dovuto al fatto di riuscire a parlare anche ai più piccoli, grazie all'espediente dei giochi, pur essendo una serie in cui muoiono centinaia di persone. Forse è stato un modo globale di esorcizzare la paura della morte dopo la pandemia.

    Difficile da spiegare anche il fascino di Midnight Mass, però nella sua lentezza e nei suoi monologhi infiniti, ne ha da vendere.

    You continuo ad adorarla. Questa nuova stagione dalle tinte più comedy, che non si prende troppo sul serio, mi ha divertito un sacco. Per me bene così. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi hai dato un punto di vista interessante su Squid Game, non ci avevo pensato. Ma sono tra i bastian contrari che inasprirebbe divieti e censure in questo caso: insegno anche alle scuole medie, i ragazzini sono casinisti non sempre scolarizzati, e ci manca questo bagno di violenza gratuita.

      Elimina
  2. ho visto solo Squid game, che mi ha soddisfatta, devo dire, per diversi aspetti, da quest'ombra inquietante e spaventosa assunta da giochi infantili, di per sè innocenti al quadro che emerge a livello sociale (il grosso divario tra i ricconi e i poveracci, che pur di pagare i debiti da cui son sommersi decidono volontariamente di infilarsi in una situazione che da "semplicemente" ambigua poi si rivelerà decisamente pericolosa.
    Inizialmente mi infastidiva il modo di parlare dei coreani, lo trovavo irritante :-D ma ci si abitua a tutto e alla fine m'era pure simpatico ;-)

    RispondiElimina
  3. Non riesco ad apprezzare You, lui dai tempi di Gossip girl ha il carisma di un lavandino!PS: concordo sulle altre serie invece


    Marya

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me piace molto, ma per il motivo opposto. Mi sono sempre identificato con il Ragazzo solitario di Gossip Girl, quindi ormai lo guardo con simpatia. :)

      Elimina
  4. Squid game proprio non sono invogliato a vederla :/
    Midnight mass invece l'ho iniziata e, beh, ultimamente sto facendo pace con Flanagan 😬

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mike ci metterà d'accordo?
      Squid Game, come intrattenimento, funziona alla grande. Ma vietato aspettarsi qualcosa di più.

      Elimina
  5. ho iniziato giusto ieri You :O che bomba il finale del primo episodio. mi spiace che il livello sia un po' calato però mi pare resti una serie godibile.
    Squid Game adorata ma resto fedele a Alice in borderland.
    Midnight Mass invece passo. Non mi ispira proprio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Invece te la consiglio Midnight Mass! Nonostante la lentezza, è proprio roba nostra.

      Elimina
  6. Flanagan nel mio caso ha colpito ancora, non riesco a resistergli in nessun modo. Come mi ha colpito ed emozionato Midnight Mass quest'anno niente credo. You l'ho iniziata da poco, ho quasi finito la prima stagione ma penso che lo mollerò, lo trovo a tratti davvero involontariamente ridicolo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E pensa che la prima stagione è la migliore, ahahah!

      Elimina
  7. Finalmente ti recupero che ero rimasta indietro con le letture!

    Come sai, sono una brutta snob e un certo successo continuo a non spiegarlo e non appoggiarlo, ma diciamo che viste le premesse, per Squid Game non è odio, ma delusione. Speravo di esserne più colpita e coinvolta e invece ha vinto la noia.

    Un po' come con Midnight Mass, dialoghi fiume, intensi, ma che uno dopo l'altro per assurdo perdono in intensità.
    Sarà di certo fra le delusioni dell'anno, e in quanto a verbosità, ora temo le scene del matrimonio Chastain-Isaac.

    You, se dici che ora punta sul black humour, mi stuzzica. Ma non so se troverò la voglia di affrontare la stagione 2...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Di Scene da un matrimonio avevo amato il primo episodio, ma non sono andato avanti, non ancora. Mi godrò Jessica e Oscar quando psicologicamente riprenderò un po' fiato, altrimenti me li rovino. :(

      Elimina