giovedì 29 settembre 2016

Pillole di recensioni: Lettera a Dina | Un buon presagio

Titolo: Lettera a Dina
Autrice: Grazia Verasani
Editore: Giunti – Scrittori
Numero di pagine: 160
Prezzo: € 14,00
Il mio voto: ★★★½
La mia recensione: Una mattina, la radio passa una canzone d'altre epoche. E le canzoni, così come i profumi, rievocano sensazioni o persone. La protagonista ricorda d'un tratto l'amica Dina: inseparabile, fino a una certa età, e poi improvvisamente persa. Dimenticata, nel profondo, mai. Sappiamo poco della narratrice: una che non si sbottona. Ha intrapreso da poco una relazione clandestina con un musicista sposato, lavora senza troppa voglia a un giallo: fa la scrittrice per mestiere, non fa nomi. I luoghi asteriscati, le identità dei comprimari nascoste da una lettera puntata. Non c'è spazio che per la migliore amica e i ricordi. Quando erano compagne di banco agli antipodi – una comunista e l'altra fascista, una povera e l'altra ricchissima – ma, anziché accapigliarsi, si erano trovate. L'infanzia e l'adolescenza passate vivendo come in simbiosi, poi il distacco. Colpa dell'ordine naturale delle cose, crescendo, e del mal di vivere di cui si ammala l'incostante Dina – prima a un passo dall'obesità e poi magra come un chiodo, prima etero e poi omosessuale, prima aspirante suicida e poi tossicomane. Sappiamo che Dina non c'è più. Sappiamo che la protagonista, anonima, non le è stata accanto. E, complice la radio, galeotta una maledettissima canzone, fa un bilancio di episodi e responsabilità: un esame di coscienza a cuore aperto. Quanto può dirsi responsabile per l'autodistruzione dell'altra, abbandonata? Quando si sono separate, e poi cos'è successo? Lettera a Dina è un flusso di coscienza ordinato, intenso, interessante. Prima volta tra me e Grazia Verasani, che emoziona con una storia-confessione che ho immaginato personale, sentita. Il romanzo è brevissimo: rapido, ma non del tutto indolore. Come quando qualcuno, una sconosciuta per di più, ci rende parteci di una questione privata, di un pezzo di vita che non era tenuta a svelarti, verso la fine prevalgono il riconoscimento – grazie per le tante verità – e la difficoltà – cosa rispondere, come mettere bocca. Allo stesso modo, Lettera a Dina posso consigliarlo, ma non so bene a chi. Con la sua scrittura sincera, la ricostruzione en passant degli anni Settanta – mi ha fatto venire in mente La ricchezza, di Marco Montemarano –, l'antipatico espediente dei nomi censurati e tutti i pregi, tutti i difetti, di quei romanzi che forse sono stati più utili a chi li ha scritti che a chi li ha letti.

Titolo: Un buon presagio
Autrice: Gillian Flynn
Editore: Rizzoli
Numero di pagine: 85
Prezzo: € 12,00
Il mio voto: ★★★
La mia recensione: Che L'amore bugiardo sia stato un lampo di genio isolato? Se lo chiedono un po' tutti, andando alla scoperta dei primi romanzi di Gillian Flynn o leggendo le poche pagine dell'ultimo pubblicato, Un buon presagio. Sono passati quattro anni dagli straordinari drammi dei coniugi Dunne, ma l'apprezzatissima autrice americana non ci dà indizi. Cosa fa? Scrive qualcosa di nuovo, nel mentre, oppure no? Si inganna l'attesa rimarcando il mio fondato dubbio e prendendosi del tempo da spendere con una narratrice piacevolissima, ma coi suoi “ma”. Cartomante e ladra, la protagonista arrotonda ospitando i clienti più vogliosi e ricchi nel retrobottega. Con uno di loro, dopo l'orgasmo, scambia pareri sui noir che legge, come fossero gli unici partecipanti di un improbabile – e appiccicoso – club del libro. Ancora, c'è una cliente pavida e ricca, che si è trasferita in una casa che scricchiola e che, nel tardo Ottocento, fu protagonista di un orrido massacro. Una famiglia sterminata dal primogenito, un quindicenne spietato e sociopatico: il killer di due secoli fa somiglia in maniera preoccupante, per indole e aspetto, a suo figlio Miles. Le tate scappano, gli animali vengono mutilati, il sangue scorre sui muri. Coincidenze, o suggestioni assassine? Tra la commedia nera e la ghost story, Un buon presagio è intrigante, scorrevole, si legge in un soffio. La protagonista, miserabile cartomante che fa marchette all'ora di chiusura, abile nell'arte di cavarsela ma amante delle letture di valore, è un personaggio grintoso, pieno, di quelli che mi piacerebbe incrociare ancora. Qui, poi, c'è una Flynn irresistibile, che sembra la nostra cara Alice Basso: linguacciuta, sferzante, artefice di autentici pasticci – tra case stregate e manipolazioni, professioni disoneste e etica professionale, generi letterari agli antipodi che vanno curiosamente a braccetto. Ma, grosso difetto, costa quanto un libro vero; l'autrice l'avrà scritto in un paio d'ore, noi lo leggiamo in trenta minuti. Come la sua protagonista, il racconto quindi è simpatico e vagamente truffaldino. Farsi leggere la mano da una prostituta senza arte né parte? Spendere dodici euro per una novella (benché pregevole) che, al massimo, avrebbe potuto essere ospitata sul paginone centrale di una rivista, con una sforbiciata vaga qui e lì?

14 commenti:

  1. Leggerò il primo, ricevuto proprio in questi giorni, mi affascina il flusso di coscienza di cui hai parlato. La Flynn, nonostante mi abbia moolto tentata, non mi avrà. Aspetterò una storia più corposa! Un abbraccio :)

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    1. Allora aspetto le tue impressioni, Stefania! :)
      Un abbraccio a te.

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  2. Hai letto Un Buon Presagio! Che non è stato poi così buono...
    Comunque pochi giorni fa sono uscita dall'ufficio e una tizia mi ferma che mi vuole leggere la mano. Io "c'è scritto che se non mi muovo perdo la corriera!" e me ne sono andata. Un racconto ci esce secondo te?!

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    1. Sarà un best-seller!
      Un buon presagio, in realtà, è buono sì, ma è stato presentato malissimo. E, benché non l'abbia pagato (ma mi lamento lo stesso, io: frecciata volante rivolta non a te, sai già), l'antipatia aveva avuto la meglio.

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    2. Certo che dobbiamo lamentarci, siamo lettori ancor prima che blogger! #ecchecavolo

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  3. La Flynn non m'ispira anche se conservo un ottimo ricordo dell'Amore Bugiardo, poi 12 euro per 85 pagine mi sembra una truffa bella e buona.
    Lettera a Dina me l'hanno consigliato vivamente sin dall'uscita e lo leggerò sicuramente perché mi ricorda un altro titolo che ho amato e amo moltissimo, Gli anni al contrario. Vedrò :)

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    1. Gli anni al contrario devo proprio recuperarlo, prima o poi!

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  4. Grande Gillian Flynn!
    Scrive poco e costa tanto, così si fa. :)

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  5. I libri che presenti non mi interessano affatto.
    Gli anni al contrario,invece,scritto da una mia concittadina,credimi,è stato una vera delusione.Si riscatta nel finale in cui finalmente emerge un po' di pathos,ma il nocciolo del romanzo rimane incompiuto,i personaggi non hanno alcuno spessore e l'autrice non riesce a spiegare cosa sono stati quei tremendi anni in cui i giovani si giocavano la vita,e la toglievano a tanti altri per motivi ideologici,e racconta una storia d'amore che amore non è.
    Io l'ho stroncato ,sono curiosa di leggere il tuo commento.

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  6. Sia già cosa ne penso di Un buon presagio! Sai che poi ho scoperto che in lingua originale fa parte di una raccolta di racconti? E probabilmente la raccolta costa meno di questa edizione italiana..

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  7. Questa e altre furbate, solo in Italia...

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