giovedì 2 aprile 2015

Pillole di recensioni: Come un ricordo che uccide (Durrant), Il re degli incasinati (Going)

Titolo: Come un ricordo che uccide
Autrice: Sabine Durrant
Editore: Sperling & Kupfer
Numero di pagine: 373
Prezzo: € 17,90
Il mio voto: ★★★½
La recensione: Il successo cerca successo. La moda genera moda. Dopo il boom di Gone Girl, ecco romanzi su coniugi che s'odiano e su matrimoni pericolanti. Gillian Flynn non ha scoperto l'acqua calda, ma i suoi sposi infelici si lasciavano amare, smuovendo odi sopiti e minacciando tormenti. Quello di Sabine Durrant non è il novello L'amore bugiardo che le fascette promettono e i paragoni sono colpa delle trovate pubblicitarie, non di questa scrittrice che, elegante e talentuosa, è da tenere d'occhio. Prima della Flynn, che con Fincher ha scoperto però l'America, anche Sophie Hannah bazzicava dalle parti degli avvocati divorzisti, dei salotti borghesi, dei gialli coi fiori d'arancio. La Durrant sperimenta in maniera convincente gli schemi del thriller e si avvicina più alla Hannah, che a me comunque non fa impazzire, che all'incontrastata Gillian. Però non è poca cosa. Perché il romanzo raffinato, accattivante e un po' romantico, come la copertina suggerisce – non nasconde sicuramente i fuochi d'artificio in un finale poco in grande, ma semina suggestioni, indizi e brividi. C'è più fumo che arrosto, ma ti diverti nello scoprire questa nuda verità e nell'esplorare capitoli che sono vortici sospesi di isteria, angoscia, paranoia. L'autrice ci sa fare: non si lascia scappare di mano le regole della suspance. La gestione del doppio punto di vista è funzionale e convincente. I capitoli sono svelti e hanno il ritmo di un duetto che sfiora talora note stridenti. La Cornovoglia regala scenari originali, soprattutto se così ben descritti. Ha una struttura articolata con cura, ma una trama che non è pensata da una mente superiore. La Durrant spaventa la concorrenza maschile perché scrive con più classe degli uomini, ma non per le punizioni che promette ai traditori. Qui, come i telegiornali raccontano e la banalità del male prevede, è un uomo a tormentare una donna. Storia di ordinaria violenza domestica poco fisica, ma psicologicamente spossante, che prosegue anche quando l'incubo sembra finito. Dopo la morte. Quel marito pieno di segreti e spigoli, con vecchie fidanzatine morte come nella stanza di Barbablù, davvero non c'è più? Chi altro l'ha amato, e chi è quell'adolescente che conosceva a fondo i suoi lati oscuri? Quello che colpisce è l'amore di Lizzie, mite bibliotecaria e amica fedele, proprietaria di un cagnolone che è un dolce coprotagonista, verso il suo orco cattivo. E il fatto che quell'orco cattivo, che ti racconta i suoi misfatti senza peli sulla lingua, davvero accanto a lei avrebbe potuto aprirsi al bene. Alcuni sentimenti ti salvano, e alcune vittime potrebbero anche essere la tua cura. Ci sono alcune cose, poi, che non si possono sapere. Gli incontabili e se?. Come un ricordo che uccide vive nel ricordo e nella colpa, mentre si trasforma in un'indagine autoptica dell'altro lato del letto.

Titolo: Il re degli incasinati
Autrice: K.L Going
Editore: Piemme Freeway
Numero di pagine: 350
Prezzo: € 15,00
Il mio voto: ★★★
La recensione: Il titolo che è tutto un programma e io che immaginavo la storia di un casinista per professione. Liam è un'eccezione alla regola, una voce assai più timida di quel che sembra: ti risparmia la lezioncina facile, ma - tra le risate e gli incidenti di percorso – ti suggerisce una morale sempre valida. Ruota tutta attorno all'importanza sacrosanta di essere sé stessi. Figlio di una modella, Mister Popolarità indiscusso sin dall'asilo, il protagonista è vanitoso e alla moda; non disdegna un tocco di trucco, in casi estremi, ed è il maestro dei guai e degli abbinamenti vincenti. Ma non è gay, come lo stereotipo vuole, né un prepotente: venerato dai coetanei suo malgrado, è gentile e genuino, ma non abbastanza per suo padre. Di macelli ne ha fatti, ma non tanto da meritarsi quello: le porte in faccia, le valigie fatte sotto minaccia, una nuova destinazione. Ma Liam vorrebbe solo fare l'indossatore, anche se è “bello in modo assurdo”, ma non stupido come i protagonisti di Zoolander, e tornare a casa, anche se nella roulotte di zia Pete – un deejay omosessuale, con un vestito rosso che non mette più e una famiglia con cui ha tagliato i ponti, perché la sua confusa sessualità era per loro motivo di altra confusione – male non sta. Il re degli incasinati ha una voce maschile, anche se dietro le abbreviazioni di K.L Going si nasconde un'autrice. L'inequivocabile tocco di donna non toglie credibilità, però, e rende profondo un personaggio che si semplifica solo da sé, sentendosi stupido, a metà, perennemente fuori posto, quando ha un'interiorità che non contempla, al contario, i tipici luoghi comuni: pecora nera che sogna l'anonimato e l'invisibibilità, accanto a un'altra pecora nera con cui ha in comune geni e dispiaceri. Pete e i suoi amici, virili a modo loro e irresistibili, sono i riusciti comprimari di un romanzo cinematografico, dove non accadono parecchie delle cose che, invece, ci saremmo aspettati. Voci non spuntate, nella classica lista: storia d'amore giovanile, finale chiuso e consolatorio, risate slegate dal resto. Ci sono libri che scegli appositamente pur sapendo che non andranno mai oltre una certa valutazione, e va bene. Hai bisogno, ogni tanto, di sentirti la testa leggera e il cuore che sorride insieme alla faccia. Con un altro esame imprevisto, io mi fiondo sui libri leggeri. Alcuni, nelle ultime settimane, si sono rivelati insignificanti. Altri, come questo, uniscono semplicità e brio e ciò che ne viene fuori è un risultato non farà di certo urlare al miracolo, ma che fa una compagnia così positiva da non avere prezzo. “Non puoi creare l'amore. Devi semplicemente prenderlo ovunque lo trovi.”

9 commenti:

  1. Beh sai che penso di Come un ricordo che uccide :P La cosa che più mi ha convinto (nonostante l'abbia bocciato) è il modo in cui la scrittrice conclude ogni capitolo, lasciandoti con il fiato sospeso :)

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    1. Hai ragione, molto brava lei. A me non è dispiaciuto affatto. A tratti mi ha ricordato un po' il film con la Kidman: Birth - Io sono Sean. Quel dubbio - sarà paranoia o realtà? - te lo porti fino alla fine ;)

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  2. Mi ispira "come un ricordo che uccide", ma ho paura di rimanere delusa... Aspetto ancora un po'...ciao Maria

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    1. Secondo me, ti piacerà. L'elemento thriller non manca, anche se non regge fino alla fine, ed è scritto benissimo. ;)

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  3. Il primo mi ispira abbastanza, però non so, forse dovrei ridimensionare le mie aspettative :P il secondo invece non mi ispira per niente... sarà colpa di quella copertina o_o ma nemmeno la trama mi sembra molto nelle mie corde :/

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    1. Ma secondo me, per una lettura disimpegnata, puoi prenderlo in considerazione. Molto carino! Il primo, in realtà, mi è piaciuto. Non come Gone Girl, però una bella indagine dei sentimenti ;)

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  4. Specchio riflesso senza ritorno. :-)

    http://delicatamenteperfido.blogspot.it/2015/04/boomstick-award-2015.html

    (Scusami, non è vero che ti odio).

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  5. Il re degli incasinati mi ispira parecchio :) mentre il primo... non lo so, da una parte mi incuriosisce tantissimo, ma dall'altra Gone Girl per tanti versi non mi ha soddisfatto (per quanto pensi che l'autrice sia geniale nel creare le sue storie e i suoi personaggi, alla fine i suoi libri non mi soddisfano completamente) quindi non sono proprio ansiosa di buttarmi su qualcosa che gli assomigli, in un modo o nell'altro :)

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