Titolo:
Come un ricordo che uccide
Autrice:
Sabine Durrant
Editore:
Sperling & Kupfer
Numero
di pagine: 373
Prezzo:
€ 17,90
Il
mio voto: ★★★½
La
recensione: Il successo cerca successo. La moda genera moda. Dopo il boom di Gone Girl, ecco romanzi su
coniugi che s'odiano e su matrimoni pericolanti. Gillian Flynn non
ha scoperto l'acqua calda, ma i suoi sposi infelici si lasciavano amare,
smuovendo odi sopiti e minacciando tormenti. Quello di Sabine Durrant
non è il novello L'amore bugiardo che le fascette promettono e i paragoni sono colpa delle trovate
pubblicitarie, non di questa scrittrice che, elegante e
talentuosa, è da tenere d'occhio. Prima della Flynn, che con Fincher
ha scoperto però l'America, anche Sophie Hannah bazzicava dalle parti
degli avvocati divorzisti, dei salotti borghesi, dei gialli coi fiori
d'arancio. La Durrant
sperimenta in maniera convincente gli schemi del thriller e si
avvicina più alla Hannah, che a me comunque non fa impazzire, che
all'incontrastata Gillian. Però non è poca cosa. Perché il romanzo
– raffinato, accattivante e un
po' romantico, come la copertina suggerisce – non nasconde sicuramente i fuochi
d'artificio in un finale poco in grande, ma semina suggestioni,
indizi e brividi. C'è più
fumo che arrosto, ma ti diverti nello scoprire questa nuda verità e
nell'esplorare capitoli che sono vortici sospesi di isteria,
angoscia, paranoia. L'autrice ci sa fare: non si lascia scappare di
mano le regole della suspance. La gestione del doppio punto di vista
è funzionale e convincente. I capitoli
sono svelti e hanno il ritmo di un duetto che sfiora talora note
stridenti. La Cornovoglia regala scenari
originali, soprattutto se così ben descritti. Ha una struttura
articolata con cura, ma una trama che non è pensata da una mente
superiore. La Durrant spaventa la concorrenza maschile perché scrive
con più classe degli uomini, ma non per le punizioni che promette ai traditori.
Qui, come i telegiornali raccontano e la banalità del male prevede,
è un uomo a tormentare una donna. Storia di ordinaria violenza
domestica poco fisica, ma psicologicamente spossante, che prosegue
anche quando l'incubo sembra finito. Dopo la morte. Quel marito pieno
di segreti e spigoli, con vecchie fidanzatine morte come nella stanza
di Barbablù, davvero non c'è più?
Chi altro l'ha amato, e chi è quell'adolescente che
conosceva a fondo i suoi lati oscuri? Quello che colpisce è l'amore di
Lizzie, mite bibliotecaria e amica fedele, proprietaria di un
cagnolone che è un dolce coprotagonista, verso il suo orco cattivo.
E il fatto che quell'orco cattivo, che ti racconta i suoi misfatti
senza peli sulla lingua, davvero accanto a lei avrebbe potuto aprirsi al bene. Alcuni sentimenti ti salvano, e alcune vittime
potrebbero anche essere la tua cura. Ci sono alcune cose, poi, che
non si possono sapere. Gli incontabili e se?.
Come un ricordo che uccide vive
nel ricordo e nella colpa, mentre si trasforma in un'indagine
autoptica dell'altro lato del letto.
Titolo:
Il re degli incasinati
Autrice:
K.L Going
Editore:
Piemme Freeway
Numero
di pagine: 350
Prezzo:
€ 15,00
Il
mio voto: ★★★
La
recensione: Il titolo che è tutto un programma e io che
immaginavo la storia di un casinista per professione. Liam è
un'eccezione alla regola, una voce assai più timida di quel che
sembra: ti risparmia la lezioncina facile, ma - tra le risate e gli
incidenti di percorso – ti suggerisce una morale sempre valida.
Ruota tutta attorno all'importanza sacrosanta di essere sé stessi.
Figlio di una modella, Mister Popolarità indiscusso sin dall'asilo,
il protagonista è vanitoso e alla moda; non disdegna un tocco di
trucco, in casi estremi, ed è il maestro dei guai e degli
abbinamenti vincenti. Ma non è gay, come lo stereotipo vuole, né un
prepotente: venerato dai coetanei suo malgrado, è gentile e genuino,
ma non abbastanza per suo padre. Di macelli ne ha fatti, ma non tanto
da meritarsi quello: le porte in faccia, le valigie fatte sotto
minaccia, una nuova destinazione. Ma Liam vorrebbe solo fare
l'indossatore, anche se è “bello in modo assurdo”, ma non
stupido come i protagonisti di Zoolander, e
tornare a casa, anche se nella roulotte di zia Pete – un
deejay omosessuale, con un vestito rosso che non mette più e una
famiglia con cui ha tagliato i ponti, perché la sua confusa
sessualità era per loro motivo di altra confusione – male non sta.
Il re degli incasinati ha una voce maschile, anche se dietro
le abbreviazioni di K.L Going si nasconde un'autrice.
L'inequivocabile tocco di donna non toglie credibilità, però, e
rende profondo un personaggio che si semplifica solo da sé,
sentendosi stupido, a metà, perennemente fuori posto, quando ha
un'interiorità che non contempla, al contario, i tipici luoghi
comuni: pecora nera che sogna l'anonimato e l'invisibibilità,
accanto a un'altra pecora nera con cui ha in comune geni e
dispiaceri. Pete e i suoi amici, virili a modo loro e irresistibili,
sono i riusciti comprimari di un romanzo cinematografico, dove non
accadono parecchie delle cose che, invece, ci saremmo aspettati. Voci
non spuntate, nella classica lista: storia d'amore giovanile, finale
chiuso e consolatorio, risate slegate dal resto. Ci sono libri che
scegli appositamente pur sapendo che non andranno mai oltre una certa
valutazione, e va bene. Hai bisogno, ogni tanto, di sentirti la testa
leggera e il cuore che sorride insieme alla faccia. Con un altro
esame imprevisto, io mi fiondo sui libri leggeri. Alcuni, nelle
ultime settimane, si sono rivelati insignificanti. Altri, come
questo, uniscono semplicità e brio e ciò che ne viene fuori è un
risultato non farà di certo urlare al miracolo, ma che fa una
compagnia così positiva da non avere prezzo. “Non puoi creare
l'amore. Devi semplicemente prenderlo ovunque lo trovi.”
Beh sai che penso di Come un ricordo che uccide :P La cosa che più mi ha convinto (nonostante l'abbia bocciato) è il modo in cui la scrittrice conclude ogni capitolo, lasciandoti con il fiato sospeso :)
RispondiEliminaHai ragione, molto brava lei. A me non è dispiaciuto affatto. A tratti mi ha ricordato un po' il film con la Kidman: Birth - Io sono Sean. Quel dubbio - sarà paranoia o realtà? - te lo porti fino alla fine ;)
EliminaMi ispira "come un ricordo che uccide", ma ho paura di rimanere delusa... Aspetto ancora un po'...ciao Maria
RispondiEliminaSecondo me, ti piacerà. L'elemento thriller non manca, anche se non regge fino alla fine, ed è scritto benissimo. ;)
EliminaIl primo mi ispira abbastanza, però non so, forse dovrei ridimensionare le mie aspettative :P il secondo invece non mi ispira per niente... sarà colpa di quella copertina o_o ma nemmeno la trama mi sembra molto nelle mie corde :/
RispondiEliminaMa secondo me, per una lettura disimpegnata, puoi prenderlo in considerazione. Molto carino! Il primo, in realtà, mi è piaciuto. Non come Gone Girl, però una bella indagine dei sentimenti ;)
EliminaSpecchio riflesso senza ritorno. :-)
RispondiEliminahttp://delicatamenteperfido.blogspot.it/2015/04/boomstick-award-2015.html
(Scusami, non è vero che ti odio).
Grazie <3
EliminaIl re degli incasinati mi ispira parecchio :) mentre il primo... non lo so, da una parte mi incuriosisce tantissimo, ma dall'altra Gone Girl per tanti versi non mi ha soddisfatto (per quanto pensi che l'autrice sia geniale nel creare le sue storie e i suoi personaggi, alla fine i suoi libri non mi soddisfano completamente) quindi non sono proprio ansiosa di buttarmi su qualcosa che gli assomigli, in un modo o nell'altro :)
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