venerdì 12 dicembre 2014

Mr Ciak #50: Gone Girl, Lo sciacallo, Magic in the moonlight, St. Vincent, The Babadook

Vi avevo detto che stavo lavorando a una serie di post, e questo è il primo. Un nuovo, ricchissimo appuntamento con Mr. Ciak. Ci sono film imperdibili, vi avverto. Tre di questi, Gone GirlLo sciacallo e St. Vincent, sono tra le pellicole in lizza per i Golden Globe: i titoli sono stati annunciati proprio l'altro ieri, e la curiosità è alle stelle. Qui si parla della straordinaria prova di un Jake Gyllenhall che risulta più brutto e più bravo; dell'attessima trasposizione di L'amore bugiardo e di una Rosamund Pike da paura; dell'ultimo lavoro di un Woody Allen in ottima forma; di una commedia più o meno indipendente; di un horror a cui però quest'etichetta, per una serie di ragionevoli motivi, sta strettina. Leggete. Fatemi sapere la vostra. A presto e buona visione, M.

Amo pianificare, ma l'amore fa male. Pianifico dall'estate scorsa di vedere Gone Girl. Il conto alla rovescia era partito da quando avevo letto l'ultima riga del romanzo e mormorato un semplice wow che diceva tutto. L'amore bugiardo era uno di quei libri che ispirano e, prestato al grande schermo, diventa uno di quei thriller puri, onesti, di parola, che vanno alla radice stessa del termine thrill: “fremere”, “appassionare”. Stai seduto e ti agiti nella tua poltrona. In sala potrebbe partire una tifoseria da stadio. Quando scoppia la guerra, meglio sapere da che parte schierarsi. E Gone Girl è guerra fredda. Un piano criminale a prova di sentimento. Al contrario, i miei piani erano destinati a essere stravolti, quella volta, senza troppa premura. Posticipato, il film meno per famiglie dell'universo conosciuto è slittato da ottobre a dicembre: la ragazza scomparsa, col suo volto di porcellana, che fa capolino dai poster delle commedie di Natale. Qualcuno lassù ha uno strano senso dell'umorismo. Per festeggiare il mio trenta all'esame di Inglese, quel giorno avevo sopperito alla mancanza dell'ultimo Fincher al multisala di fiducia con Skype e gelato. Vedete, pensavo a Gone Girl come un matto: una volta che incontri Amy Dunne è così. L'ho trovata bellissima, algida e fastidiosamente perfetta nei tratti leziosi dell'inglese Rosamund Pike. Finalmente. C'è mistero in lei, ha segreti che solo il suo caro diario sa. Il regista sceglie inaspettatamente questa bionda che viene da lontano. E le affida un film. Gone Girl è essenzialmente cosa di donna, e lei – scrollandosi di dosso tutta una serie di calibrati ruoli da comprimaria – si mette al centro della scena, le spalle dritte, il mento in su, il collo da cigno teso, e sembra dire: questo è tutto mio. Spavalda e egocentrica, insospettabile e forte, la Pike è una sorpresa che spiccherà nella stagione dei premi. Diverte, terrorizza, seduce come la Stone dei tempi d'oro; se non fosse per un dettaglio: il lontano da cui viene non è solo Londra. Lei è una delle bionde di vetro di Hitchcock, ghiaccio che va a fuoco. Chi le avrà fatto del male? Per Barbare D'Urso impenitenti e Salvi Sottile d'America, è opera di un mostro. Quel marito aitante e sospetto. Ben Affleck è Nick Dunne. Un ragazzone buono, con i modi bonari e il sorriso un po' beota di cui tutti si fidano, e che merita tutto il bene e tutto il male del mondo: un ruolo intenso come questo, ad esempio, e le accuse di un'agguerrita ex come Jennifer Lopez. Tra moglie e marito non mettere il dito, si dice, ma a loro rischio e pericolo nel film si intromettono il significativo personaggio della sorella di lui, due poliziotti, un improbabile salvatore di donzelle che ha il volto familiare di Neil Patrick Harris: moncherini tranciati restano di loro. Personaggi scaltri, simpatici, che fanno da giuria a un processo in un salotto borghese. L'istituzione del matrimonio chiamata in giudizio. Ci si toglie le maschere, la farsa è svelata, ma a questa cinica fiera dei sentimenti umani non puoi che occupare un posto in primissima fila per non perderti un attimo. Un coccio di cuore lanciato in aria, uno sparuto rimasuglio di fiducia, un lapillo fumante di romanticismo. Gone Girl è un teatro dei burattini che smantella tutto ciò che è perfezione apparente, anche se alla perfezione penso sia vicino. E da una leggenda come David Fincher chi osava aspettarsi qualcosa di meno? La cattiveria e la potenza della storia non avrebbe lasciato indifferenti neanche nella più misera delle trasposizioni, invece il regista di Fight Club e Seven mette al servizio del genio creativo della Flynn le certezze di una carriera infinita. Si parlava di cambiamenti e nuovi colpi di scena, ma chi ha letto il romanzo non troverà nulla per cui stupirsi ulteriormente. Per chi non l'ha letto, invece, invidia: è un campo minato, un'autopsia a cuore aperto della convivenza, e sperimenterete quell'assurdo miscuglio di brividi e risate che vorrei provare ancora. Gone Girl è una tragicommedia dal gusto vagamente teatrale, in cui una principessa delle nevi che si scopre irresistibilmente sboccata e un amplesso che si conclude in un gustoso bagno di sangue arterioso non tolgono grazia al resto. A metà tra un raffinato La guerra dei Roses e un orrorifico Revolutionary Road, è come una prima notte di nozze in cui il tuo amico, lì sotto, fa cilecca. Un incubo all'ombra dei fiori d'arancio. Cos'altro è una storia d'amore se non lo spunto perfetto per un thriller, chiedeva Donato Carrisi al suo pubblico? In entrambi i casi si fanno vittime. Nell'amore come nella morte – da notare le due sole lettere di differenza – ci sono carnefici e martiri. Attenti a non incollare l'etichetta sbagliata sulla persona sbagliata. Attenti a come dite basta così, lasciamoci. Ma anche, o soprattutto, sposiamoci. (9)

Ha un nome comune, un'età indefinita, un passato sconosciuto. Non sai chi fosse quel Lou, prima che l'arte di arrangiarsi facesse di lui un uomo senza scrupoli. Ha rubato, ha truffato, ci ha provato a cercarsi una professione onesta. Ma l'onestà non ti dà un tetto sopra la testa, le strade della violenza sì. In una metropoli mai così inospitale e aggressiva, lui va in cerca di morti e crimini e vende al miglior offerente le immagini che la sua fidata telecamera immortala. Il titolo del film, perfetto, lo chiama Lo sciacallo. Lui è un animale a sangue freddo che gira intorno alle nostre carcasse, in cerca di cibo, quando è notte e i telegiornali acquistano e rivendono il dolore degli uomini. Un personaggio sgradevole, ma che ti suscita odio e simpatia insieme. Per la tenacia, la volontà inossidabile, i modi gentili da venditore porta a porta. Parla per frasi fatte, ha un sorriso sghembo sul viso magrissimo che vorrebbe mettere a proprio agio e invece no, vive di brutte notizie e brutta televisione. Nella sua casa spartana, giusto uno schermo piatto e un portatile. I portali per una conoscenza assoluta e il nutrimento per un sogno di gloria: il suo nome nei notiziari. Jake Gyllenhall, ineditamente brutto e in preda a un'inquietante delirio di onnipotenza, è un ottimo attore che qui si rivela eccelso. Naturale come nessuno, non ti fa pensare alla sua trasformazione fisica, che eppure all'Academy non passerà certamente inosservata: lui ipnotizza per le movente e la gentilezza studiata, per il continuo specchiarsi nella telecamera e la camminata unica, per il fatto che il suo squallido protagonista flirta continuamente, come chi vende a caro prezzo un prodotto e sa farlo. Gli occhi all'infuori, i battiti di ciglia mancati, il corpo spigoloso di un individuo che è brutto dentro e fuori. Usa il plurale maiestatis, fonda un'azienda di cui è capo e unico impiegato, è l'incarnazione dell'aggettivo intermedio – mi aiutate a cercarlo? - tra “matto” e “genio”. Il The Wolf of Wall Street dei disperati. Passato da noi quasi inosservato, Lo sciacallo era un film da me attesissimo, e non ha deluso le aspettative. Anzi, si è superato. Efferato e beffardo, macabro e divertente, oscilla tra la commedia nera e il thriller, grazie a una regia impeccabile e adrenalinica e alla costruzione di un protagonista da brividi. Non fa sconti. Immorale e tagliente, ha l'anima di una satira spietata sullo spietato mondo del giornalismo e il look, nelle sequenze finali, di un GTA al cinema. Un esordio alla regia che ha del miracoloso, un Jake Gyllenhall da manuale. Beccare un altro gran film, con l'anno che ormai ha i giorni contati. Qualche fortuna anche per me, ogni tanto. (8)

A Natale, in sala, c'è il cinema d'autore che piace un po' a tutti. Dopo Blue Jasmine, una tragicommedia sul declino di una quarantenne in banca rotta e sull'ascesa di una Cate Blanchett folgorante, l'occhialuto regista americano torna con qualcosa di più lieve. Salta indietro nel tempo, si sposta nel magnifico sud della Francia. Fa suo il fascino sfavillante degli anni trenta e, tra mistero e amore, mette così in scena una deliziosa commedia romantica vecchio stile, con colori vivissimi e due attori particolarmente divertenti e divertiti. Magic in the moonlight ha spiccato senso del gusto, toni che vanno dal cinico al tenero, tonalità di verde e giallo che i padri fondatori della commedia non hanno, purtroppo, mai potuto contemplare. Una fotografia bellissima che, tra rampicanti rigogliosi e onde azzurre, incornicia una Emma Stone più incantevole del solito. Risplende di luce propria, con i suoi occhi da cerbiatto, e non è difficile capire cosa abbia fatto innamorare a prima vista il lucido personaggio di Colin Firth: lei è un adorabile peperino in abiti trasparenti, lui è il perfetto incrocio tra il principe azzurro e il bastardo incorreggibile. Una presunta medium e colui che ha il compito di smascherarla, la magia contro la scienza: e se l'amore sovvertisse ogni convinzione? Magic in the moonlight è un piacevole omaggio a un filone cinematrografico che ha fatto la storia del cinema. Pianificato con cura e nascosto dietro un velo trapunto di semplicità. Quello è il trucco da maestro di questo grazioso spettacolo di luci e battibecchi. Allen, lontano dai suoi classici drammi umani, ma non per questo privo della sua originale poesia, ci riporta all'epoca in cui le commedie erano in bianco e nero e avevano donne fatali, lunghi corteggiamenti e rari atti d'amore, scenari esotici e dialoghi instancabili, piccoli colpi di scena e ispirate strizzate d'occhio ai gialli britannici. Ritorna al brio di Scoop e accontenta chi, dopo l'indimenticabile Midnight in Paris, sognava che ritornasse nella più suggestiva delle cornici. Il risultato: un nostalgico, gradevole Lubitsch a colori. (6,5)

Io amo molto due cose ancora. I film con i vecchietti e quelli, come li chiamo io, ad altezza bambino. St. Vincent è una commedia indipendente che ha entrambe le cose. Un adorabile brontolone come protagonista e un bimbo che gli fa da spalla e da apprendista. La trama è la solita. Potremmo definirlo un About a Boy della terza età. Ma c'è qualcosa nel film scritto e diretto da Theodore Melfi che, boh, ti fa scendere la pace nel cuore. Il personaggio principale si chiama Vince e di professione non fa il santo, ma il baby sitter a scrocco. Fuma, beve, bestemmia, frequenta “le signore della notte” e, in tutto ciò, dà un'occhiata al figlio della sua nuova vicina. Un tipetto solitario e preso di mira dai bulli, che ha disperatamente bisogno di un amico e di un papà. Nasce un'amicizia. In cambio di dodici dollari all'ora, è vero, ma nasce un'amicizia. Quel misantropo che ha una moglie che lo guarda negli occhi e non lo riconosce più, lo stesso uomo che vuole più bene al suo gatto che al prossimo, sarà la guida spirituale dell'indifeso Oliver, in una delicata fase di passaggio che nessuno dimenticherà. St. Vincent: quando i santi sono i tuoi vicini di casa; quando il film è uguale a mille altri eppure ti conquista ugualmente. Non ci sono grossi misteri. Quel che St. Vincent ha rispetto ai suoi simili sono l'amore per il politicamente scorretto, personaggi dolcissimi, la naturale grazia di far scivolare la commedia nel dramma e il dramma nella commedia. Retorico poco, emozionante sempre, brilla grazie a protagonisti perfetti. La materna Melissa McCarthy, lo sfacciato e tenero Jaeden Lieberher, un'inedita e spassosa Naomi Watts, che recita per tutto il tempo con il pancione e con un marcatissimo accento russo. Lei è la Maddalena, per chi se lo stesse chiedendo, di quel Gesù in pensione. Re assoluto, con le corone di spine della vecchiaia e il calvario di un matrimonio cancellato dall'alzheimer, un Bill Murray magnifico che porta la pellicola ai Golden Globe. E questo Up in carne ed ossa non vincerà, ma qualcosa di miracoloso c'è. Un po' piangi e un po' ridi e, con gli occhi luccicanti e il sorriso a trentadue denti, a fine visione, potresti vederti tra le ciglia una specie di arcobaleno. (7)

La maternità è la croce di Amelia. Quando le ore di lavoro passano, bisogna prendersi cura di Robbie. Sette anni, e le marachelle, e gli incubi, e i guai con le maestre, e l'energia che non si esaurisce. Amelia cerca di essere una buona madre per quel bambino che gli altri reputano cattivo. Finchè un libro misterioso non spunta alla loro porta e le favole della buona notte non saranno più le stesse. Il terrore sta arrivando e Babadook non è il solito mostro. Come The Babadook non è il solito film dell'orrore. Dopo Wolf Creek II, torno ad inchinarmi ai registi australiani. Perché siamo al cospetto di qualcosa di sorprendente, pur nella sua grande semplicità. Diretto dall'esordiente Jennifer Kent, tra il dramma e il gotico, questo film è un gioiellino. Lo guardi e ti vengono in mente grandi titoli e, immerso nella mente della protagonista, una donna dalla sessualità repressa e dai problemi rrisolti, pensi che non sono paragoni esagerati. Ha il ritmo forsennato dell'ossessione. Lo stordimento dell'emicrania. Gli occhi rossi di un'insonnia infinita. Tu, spettatore, cammini tra i pensieri della protagonista e ti fa paura. Capire quello che potrebbe fare lei. Capire quello che potresti fare tu al suo posto, intrappolato in quel legame di sangue che ti suggerisce drastiche risoluzioni. Il suo bambino irrequieto fa tenerezza e orrore, mentre lei – bestia in trappola – prega. Per scacciare il mostro o per chiamarlo in suo soccorso? La regia sfavilla; il tema, cattivissimo, strizza l'occhio al bellissimo The Others; la pellicola, in tutta la sua interezza, è retta da un'attrice mostruosamente brava. Non ho aggettivi per questa sconosciuta Essie Davis, che assilla e preoccupa. Fa tremare la cura con cui il suo personaggio è pensato e l'impegno che lei ci mette: ad urlare, a piangere, a trasmettere prima dolcezza, poi squilibrio. Lei, ancora più di un mostro originalissimo, che fortunatamente evita di crearsi un “franchising” tutto per sé. The Babadook è un film fragile e simbolico, fatto della stessa sostanza di cui è fatta l'ansia. L'ho apprezzato, per il lato tecnico all'avanguardia e per il lato umano profondo come un pozzo. Un dramma di fantasmi di padri e involucri di madri, che parla del modo in cui devi nutrire i tuoi demoni. Altrimenti poi mangiano te. Il tuo cuore, quello che ti rende buono e giusto. The Babadook dà istruzioni su come aprire le porte del passato, per farci la guerra e la pace. Le sorprese sbucano dagli armadi, da sotto i letti, dal nulla. Questo film è una delle più curiose acquattate nell'oscurità. (7,5)

46 commenti:

  1. Un giro molto ghiotto questo, almeno per me. Lo sciacallo come sai l'ho già visto, Gone girl l'attendo con ansia e manca ormai poco ;) The Babadook è nella mia "agenda" delle prossime visioni. Gone Girl thriller dell'anno?

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    1. Penso di sì, sai? Anche perché questo è il thriller. Proprio nel senso stretto del termine. Allo Sciacallo la definizione calza sì e no, nonostante sia un gran bel film. Però fa pensare. Questo elettrizza proprio ;-) Recupera The Babadook, ché merita.

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  2. Ho adorato Lo Sciacallo: Gyllenhaal da paura! Anche Magic in the Moonlight mi é piaciuto molto. Certo, non al livello di Midnight in Paris, ma fa sempre la sua figura. Gone Girl mi incuriosisce molto anche se Ben Affleck mi spaventa sempre un po' D:

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    1. Ma no, qui è davvero in parte. Cioè, fa la parte di se stesso, all'incirca :-D
      Resta comunque un bravo attore, anche se in tanti - anche tu? - lo preferiscono dietro la telecamera, non davanti.

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  3. Santissimi numi, non vedo l'ora sia il 18 :) Sono parecchio curiosa di capire se il cast sia davvero all'altezza, Ben Affleck non è mai riuscito a conquistarmi del tutto, sebbene sia proprio un bel tipo :3 Dalla tua recensione mi sa che le premesse ci sono tutte per assistere ad un bel film! Ah, provo davvero tanta invidia per chi non ha ancora letto il libro e non ha idea di cosa ci sia dietro!

    P.s. Quindi non ci sono stati grossi stravolgimenti, giusto? ;)

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    1. No, per nulla :-)
      Solo qualche semplificazione qui e lì, ma niente di grave. L'autrice aveva promesso grosse sorprese, ma... è una bugiarda pure lei!

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  4. Appena ho letto Gone Girl m'è preso un colpo, pensavo di essermelo perso data la sbadataggine acuta di questi giorni. Voglio assolutamente vederlo e le aspettative, già alte, sono arrivate alle stelle. La Pike la conosco e so che non mi deluderà.
    Quello di Allen avevo iniziato a guardarlo qualche sera fa, tuttavia il sarcasmo marcato mi ha infastidita e l'ho mollato dopo 20 minuti, eppure non so, Colin e la Stone mi convincevano assai. Sarà che amo il periodo ed il protagonista, ma in tutto quanto solo loro.

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    1. Eh, con Allen ci si deve fare il callo. Sa essere sgradevole, ma gli si vuole bene :) La Pike la conoscevo sempre come coprotagonista, ma qui brilla finalmente di luce propria. Un ruolo immenso.
      Ps. La conosci per Orgoglio e pregiudizio, vero? Qui c'è una scena "hot" tra lei e Nick che vede coinvolto proprio il romanzo della Austen, ahahah

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    2. Come Jane Bennet è tenera, però ha mostrato il suo lato spietato interpretando Miranda Frost in La morte può attendere.
      Spero che zia Jane non si rivolti nella tomba XD

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    3. No, è un indizio d'amore lasciato in Orgoglio e pregiudizio, più o meno ;)

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    4. Credo ci fosse anche nel romanzo, staremo a vedere ;)

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    5. Caspita, è terribilmente, terribilmente fedele e realistico. Non capisco molto di cinema ma lei mi sembra da Oscar. M'è venuta la pelle d'oca!

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  5. Dopo la tua recensione conto i minuti che mi separano dal 18 e dalla PAZZA, come la chiamo io! Non vedo l'ora, sono strasicura che questo film non mi deluderà! Bellissima recensione.

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    1. Grazie, Monica. Lei è Satana, e la amiamo per quello ;)

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    2. Assolutamente! Uno dei personaggi femminili che mi sono rimasti più impressi negli ultimi anni XD (.. e ripensa alla scena della bottiglia O.O la follia....)

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  6. Ahimè, causa studio sono indietro con tutto... Lo Sciacallo non mi ispirava un granché, ma vista la tua opinione e le nomination dell'altro giorno appena posso lo recupero, assieme ad Allen. Gone Girl... beh, lo sai: chiuderò i quaderni e correrò in sala. La butto lì... ma per te Gone è roba da podio 2014?

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    1. Corri, corri!
      Ma sai che non lo so? Tra i thriller è il migliore, penso. Sul mio podio ci sono, però, Her e Boyhood e non so se Fincher andrà a fargli compagnia: ci devo pensare. In un listone sarà comunque una presenza forte ;)

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  7. Tutti film che mi interessa vedere, a parte Magic in the Moonlight. Con gli ultimi film di Woody Allen ho un rapporto complesso, quindi preferisco vedermeli a casa così se non mi piacciono non devo restare fino alla fine.
    Gone Girl mi attira per il cast: Neil Patrick Harris ha un posticino nel mio cuore da quando vidi Dr Horrible's Sing-Along Blog, e Rosamund Pike... non l'ho apprezzata molto in Orgoglio e Pregiudizio, ma mi ha conquistata in La Fine del Mondo *-*
    St. Vincent è entrato nel radar proprio per le recensioni positive, e The Babadok... sono sempre alla ricerca di horror riusciti °^°

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    1. Vero, era in La fine del mondo: adoravo quel film!
      Neil ha una particina, ma si difende bene: un ruolo diverso dal solito. The Babadook ti piacerà, sono sicuro :)

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  8. Inizio col dirti che mi son spoilerata tutto il libro dall'ultima volta che ne parlammo in estate e ti giuro che non sono più riuscita a togliermelo dalla testa, conto di recuperare il libro prima di vedere il film, anche se sarà un'impresa dura trovare qualcuno che venga al cinema con me.

    Bellissima recensione! Nuovo colpo al cuore con la Pike, spero che il successo del film le faccia bene, quando hai detto la Stone dei tempi d'oro mi son spaventata.
    L'unica cosa che posso dirti è che ho visto il trailer al cinema e woow è da paura questo film!
    Lo sciacallo, sarà una delle opere meglio riuscite per Jake ma non posso costringermi a vederlo, mi fa davvero senso, ok allo splatter, ma la violenza psicologica che trapela dal trailer mi è basta per una vita intera, sono molto suscettibile da questo punto di vista!
    Aspetto la prossima puntata di Mr. Ciak, voglio sapere la tua opinione circa Lo Hobbit.

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    1. Eh, se reggerai L'amore bugiardo, però, Lo sciacallo non è davvero nulla.
      Più un dramma che un thriller, con un attore assurdo per quant'è bravo :-)
      Grazie Susi!

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  9. Eravamo tutti tanto ansiosi di saperlo...

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  10. Innanzitutto complimenti per le recensioni, sono fantastiche davvero!
    Da tempo ti seguo silenziosamente, ed hai una capacità unica nello stillare quella curiosità pungente, che diventa un chiodo fisso che ti pizzica tutto il giorno!
    Tra i film in lista, ho visto solo Gone Girl, e ancora una volta, nella recensione hai colpito nel segno. Non avevo letto il romanzo, per cui il film è stato un vero e proprio colpo al cuore e alla testa. Mi ha scombussolata.
    Per dirla con parole meno eleganti, sono rimasta con la bocca spalancata neanche dopo 40 minuti, e l'unico commento sensato alla fine è stato: Wooooow xD
    Ripensandoci a mente fredda però, devo dire che più un film di Fincher ho avuto la sensazione che fosse un film di Hitchcock. D'altronde la Pike come Grace Kelly, ci sta tutta. Stessa bellezza glaciale e ambigua.
    Complimenti ancora!

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    1. Grazie, Lily! Sì, la Pike è davvero una bellezza d'altri tempi.
      Il paragone con Hitchock ci sta tutto, anche perché i film di Hitchcock erano pieni fino all'orlo di ironia e umorismo. Qui non manca :-)

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  11. Mamma mia l'attesa per Gone girl mi sta facendo diventare matta Y.Y lo voglio ORA!
    E il fatto che esca il giorno dopo de Lo hobbit la dice tutta Y.Y so già quale film il mi ragazzo vorrà vedere per primo... e quindi chissà quanto dovrò aspettare D:
    Maledetti omini che decidono le date Y.Y
    Comunque sapere che ti è piaciuto così tanto... addirittura un 9... alza ancora di più le mie aspettative *__*

    Mi ispira abbastanza anche Magic in the moonlight, ma non tanto da andarlo a vedere al cinema XD

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    1. Lo Hobbit, invece, lo odio, nonostante abbia molto amato Il signore degli anelli. Mi sembra una trilogia tirata tanto, tanto per i capelli :-)
      Be', Fincher si offende se gli davo di meno. Un po' a lui, un po' alla storia crudelissima!

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    2. Oh evviva, grazie blogger .-. ho dovuto ricaricare la pagina trenta volte prima che decidesse di funzionare e di farmi rispondere al commento XD
      Comunque a me Lo hobbit non dispiace! Di certo è tirato per le lunghe, hai ragionissima. Il mio ragazzo del resto è innamorato di Tolkien e di tutto ciò che lo riguarda... pensa che lui non legge... ma l'anno scorso a Natale gli ho preso proprio Lo hobbit - l'edizione annotata che è fighissima U.U - e l'ha letto "fin dove finisce il secondo film" XD cioè... per leggere la fine vuole aspettare di vedere l'ultimo film XD tutto il contrario di noi... e va beh mi ha riferito che nel film ci sono cose in più... tipo Legolas... l'elfa di cui si innamora del nano etc.
      Per Gone girl non vedo l'ora U_U ho promesso sempre al mio ragazzo un film sconvolgente XD e lui c'ha sto sesto senso che azzecca le cose (tipo a guardare il trailer di Colpa delle stelle già aveva capito come andava a finire, o appena finito La ragazza di fuoco se n'è uscito dicendo che a Peeta avrebbero fatto il lavaggio del cervello) e già ha qualche sospetto su Amy é__é mi ha detto una roba tipo "ma siamo sicuri che è morta?" D: forse tra i due dovrebbe fare lui lo scrittore XD o magari dovrei iniziare a sfruttare la sua mente contorta XD
      E va beh ho finito di parlare a vanvera!

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    3. Ahahahha, passerò a leggere le tue impressioni ;-)
      Tu mi facevi troppo ridere quando, convintissima, pensavi già di sapere tutto di Gone Girl!

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  12. di gone girl parlerò prossimamente...
    di st. vincent mi incuriosisce la tua definizione di about a boy della terza età. potrebbe piacermi, anche se io non sono un patito di film coi vecchietti come te.

    degli altri già sai ;)
    lo sciacallo in particolare secondo me è uno di quei film destinati a rimanere negli annali.

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    1. Sono curioso di sapere com'è andata con Amy Dunne. Attento a quello che dici, sai che se la prende facilmente ;)
      St. Vincet è un film spassoso, ma anche tenero. Non da premi importanti, sicuramente, ma da vedere. Che il vecchio scazzato di Bill Murray possa piacerti? E' nelle tue corde, ahahah

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  13. Ahhhh, credo di essere una delle poche ad aver trovato davvero irritante Magic in the moonlight :D
    Sto impunemente rovinando le emozioni degli amici romanticoni da giorni ("ma che film delizioso, delicato, tenero"...bla bla bla). No!!! Si annega nella melassa! Salviamo davvero solo l'ineffabile bellezza di Emma Stone, i suoi vestitini, il sud della Francia e Colin Firth che fa il verso a se stesso/Mr. Darcy nella dichiarazione finale. Per il resto...argh!

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    1. Be', Allen può risultare indigesto.
      A me è piaciuto perché lo scorso anno, per Storia del Cinema, ho seguito il corso monografico sulla commedia degli anni '30 e, se non fosse per i colori, Magic in the moonlight sembrerebbe un po' sbucato da lì con la macchina del tempo :

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  14. Anch'io aspettavo con ansia l'uscita de Lo sciacallo, oltre ad essere una grandissima fan di Jake Gyllenhaal, ero proprio curiosa di vedere la sua trasformazione fisica e non in questo film, amato e ammirato da tutti. Io avevo aspettative altissime, e il film mi ha lasciata un po' con l'amaro, ma l'interpretazione e la sceneggiatura assolutamente no! Vorrei anzi rivederlo in inglese, questa volta, per entrare ancora meglio in questa storia

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    1. Anch'io vorrei rivederlo in inglese, ma per me è impossibile entrare completamente in sintonia con un personaggio così contorto, anche se meravigliosamente scritto :)

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  15. Come film non posso ancora dare giudizio, ma di certo Gone Girl è stato il libro più bello letto quest'anno...l'ho letto pochi mesi fa e consigliato poi a tutti gli amici...vorrei dimenticarlo per poterlo leggere nuovamente da capo con la meraviglia e la sorpresa della prima volta.

    Allen qui invece mi delude...loro due, che presi singolarmente mi piacciono veramente tanto, insieme mi lasciano quasi infastidita, niente scintille di passione ma neanche tenera complicità, sinceramente ho avuto l'impressione che mancasse lo svolgimento centrale della storia, mi è sembrata una storyline oltremodo piatta, senza grossi spunti di riflessione ma soprattutto priva della magia e del romanticismo che danno il titolo al film.

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  16. Rieccomi qui, che con la preparazione del mio viaggetto e il mio ritorno, mi ero persa dei pezzi!
    Gone Girl lo corro a vedere domani al cinema, ho paura per il doppiaggio, ma il grande schermo me lo voglio gustare lo stesso.
    Su Woody, ti dirò, il voto sarebbe lo stesso, la Stone è bellissima, come pure le ambientazioni, e anche se i dialoghi sono Allen al 100%, manca dell'originalità, un po' di forza nella trama per farmelo adorare del tutto.
    St. Vincent l'ho visto ieri (sotto tuo consiglio :) ) e anche se pure qui manca un po' di originalità, sono finita in lacrime e in risate. Murray è grandioso, così come la Watts, e a far dimenticare cose già viste e cambiamenti inevitabili, è quel bambino gran attore e in gran sintonia con il protagonista. Promosso.

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    1. Il doppiaggio di Gone Girl non è niente male, ma in originale... devo vederlo in lingua originale. La Pike ha una voce caldissima, che la rende ancora più affascinante. Wow.
      Sono felice che St. Vincent ti sia piaciuto: è sempre la stessa storia, ma al discorso del bimbo come non commuoversi un po'? Ah, questi vecchietti. Ci conquistano sempre :)

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  17. Finalmente il gran giorno è arrivato!! Domani esce Gone Girl U.U. non vedo l'ora di vederlo!!! Considera che ancora devo leggere il libro, quindi sarò davanti al Grande Schermo ingnara di tutto... o quasi!!! E poi c'è lui...Ben!!! (sospirone ^-^)
    Speriamo solo che le mie alte aspettative non vengano deluse ;) poi ti farò sapere se mi è piaciuto :) ciao Maria

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  18. Ciao Mik!^^ Praticamente hai fatto la lista dei film che vedrò durante i pochi giorni di festa che mi hanno concesso. Sono pronta e concentrata. Le tue valutazioni mi rassicurano!:)

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  19. L'unico film ke nn mi convince se vederlo o meno è proprio quello di Allen. Con lui ho un rapporto contrastato da anni. Ho amato alla follia Match point, mi è piaciuto davvero tnt midnight in paris ma ho odiato tt il resto. Adoro Emma Stone xò e qst è 1 punto a suo favore ma a sfavore c'è Colin F. ke mi sta sulle balle a priori. Hai presente qnd 1 persona ti sta antipatica sl a guardarla senza capirne il motivo? Con lui è così. Un pò cm con Seth Rogen.

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    1. A me Colin Firth piace davvero tanto, un attore di gran classe; su Rogen, volgarissimo, concordo :)

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  20. In questa puntata c'erano gli ultimi due film che ho visto, curioso ;)

    Magnifiche recensioni entrambe, piene di quei piccoli dettagli che riesci sempre a vedere.
    Ci siamo anche sul voto per me, anche se Babadook almeno un 8 (se non più) per il genere lo prende.

    Ho visto un 9 a Gone girl ma non l'ho ancora letta.
    Ecco. lì allora siamo più lontani...

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