sabato 7 luglio 2012

Recensione (a basso costo) in anteprima: Il diario di London Lane, di Cat Patrick

"Per me, leggere significa ricordare..."
 
 Titolo: Il diario di London Lane
Autrice: Cat Patrick
Editore: Fazi “Lain”
Numero di pagine: 294
Prezzo: € 9,90
Data di pubblicazione: 20 Luglio 2012
Sinossi: London Lane ha sedici anni e ogni volta che si addormenta sa che al risveglio, l’indomani mattina, il suo mondo sarà svanito. Ogni notte, precisamente alle 4:33, perde ogni traccia della memoria della giornata che ha appena trascorso e quando si risveglia è in grado di “rivivere” solo scene che riguardano il suo futuro. Un diario su cui annotare tutti gli avvenimenti della giornata è l’unico mezzo, insieme al sostegno della sua migliore amica e di sua madre, per tenere insieme la sua vita.
Quando London conosce Luke, un nuovo studente del suo liceo, qualcosa dentro di lei cambia: inizia a essere tormentata da strani incubi che sembrano perseguitarla anche durante il giorno. Si tratta di tetre previsioni o traumi legati al passato? La strana forma Le pagine della nostra vitadi amnesia che affligge London può essere in qualche modo curata? Perché non riesce a vedere Luke nel suo futuro? 

                                                         La mia recensione 
Non c'è nulla di più potente e importante di un ricordo. E' vita tra i corridoi della nostra mente, è una coperta di Linus nella quale avvolgersi nei metaforici momenti di buio e pioggia, è il supplizio di Tantalo che, ogni mattina, con rapida brutalità, evoca il farsi di quegli indelebili dolori, che, la sera, prima di andare a dormire, dimentichiamo per una notte sotto il nostro cuscino. Un ricordo è magia a portata di mano. Magia che ci fa ritornare alla notte stellata del nostro primo bacio o che ci fa smarrire nell'abbraccio di una persona che non c'è ormai più. E' un filo di inchiostro e perle che affidiamo alla memoria di un diario o alla voce di uno spirito a noi affine. Ricordare ci rende le persone che siamo. Ci rende umani. Umani, malinconici e romantici come in Le pagine della nostra vita  e La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo, ma anche ciechi, inermi e schiavi del tempo che è stato, come nell'acclamato Memento di Cristopher Nolan; oscillanti tra passato, presente e futuro.
Tre momenti, tre distensioni dell'animo, che costituiscono le sbarre indistruttibili della nostra personale prigione di malinconia.
Il diario di London Lane è la ragnatela fragile e tagliente che unisce i frammenti di uno specchio rotto. E' cercarsi e non riconoscersi nel caleidoscopio di riflessi persi che riflettono schegge di noi. E' un insieme di occhi, mani, orecchie, nasi e capelli che appartengono al gemello che vive soltanto sulla lucida superficie di un lago ghiacciato e che, in mezzo a frammenti sparsi, nasconde un volto che riconosciamo come nostro.
Un viso spruzzato di lentiggini, un paio di occhi chiari e brillanti, una cascata di riccioli ramati che baciano due guance pallide. Caratteristiche di una protagonista che si lascia subito volere bene e che sembra di conoscere da sempre, come un'amica che è sempre stata lì.
Ha il nome della città più bella del mondo e ricordi che, se confidati, potrebbero cambiare permanentemente il suo, di mondo. Alle 4.33 di ogni notte, infatti, le ombre e i colori della sua infanzia vengono cancellati come gesso su una lavagna da una misteriosa forma di amnesia e tutto lascia il posto a visioni e incubi che la legano alla porta cigolante che si spalanca sul futuro.
Nel corso del romanzo, seguiamo la giovane London mentre combatte piccole e grandi battaglie, sfiliamo accanto a lei tra i corridoi di un liceo che è destinata a dimenticare e sorridiamo dinanzi al suo “rimuovere” affronti e amarezze col solo abbandonarsi tra le braccia di Morfeo o nel leggere del suo rinnovato stupore quando incontra ogni mattina gli occhi azzurri del suo Luke. Un principe azzurro con Converse color cioccolato, magliette sdrucite e modi da ragazzo della porta accanto che la rende ogni giorno protagonista di un piccolo miracolo: innamorarsi ogni volta come se fosse la prima.
Una Bella Addormentata che lascia tra le pieghe delle sue lenzuola sogni e ricordi e che scopre ogni giorno, tra le pagine di un fedele diario o di un polveroso album fotografico, ciò che era prima di addormentarsi. Accanto ai due, spesso stretti sotto le stelle o accucciolati romanticamente nella cabina armadio, una mamma single con un peso immane nel cuore e una verità sepolta sotto lo sguardo eterno di un angelo di pietra e una migliora amica estroversa e un po' incostante che condivide con London il suo strano e unico dono.
Ho atteso questo libro con ansia crescente dal momento in cui, nell'ottobre dell'anno scorso, sentii parlare della sua uscita negli Stati Uniti. Era descritto come una storia al cardiopalma, avvincente e scioccante: un'idea geniale alla base di un romanzo potente e indimenticabile.
L'ho divorato in meno di un giorno e adesso, con lo sguardo fisso sulla suggestiva copertina, a più di dieci giorni dall'approdo del volume nelle librerie, mi trovo a tirare le somme, oscillante tra sensazioni ancora vivide e aspettative più o meno deluse.
Sincero come sempre, vi dico che mi sarei aspettato un libro completamente diverso. Una storia da block-buster americano, capace di superare i limiti della fisica e della realtà, con una scrittura serrata e tagliente come una melodia rock e un finale macchinoso e imprevedibile. Una corsa contro il tempo in nome dell'amore, scandita da battiti, respiri affannosi e piedi scalpitanti in affannose ricerche. Un romanzo di Guillaume Musso impregnato di tematiche adolescenziali e del brivido caldo del mistero.
Questo è quello in cui speravo di imbattermi, ma, nella mia mente, mentre i capitoli si susseguivano e le pagine che mi separavano dall'epilogo diventavano meno fitte, come una scena alternativa girata con la tecnica dello split-screen, il romanzo prendeva strade diverse, separando a un brusco bivio “aspettative” e “realtà”.
Il diario di London Lane poteva essere un romanzo furbo, forse anche nettamente migliore. Un libro pieno di aforismi e di intense riflessioni sull'avvenire, sulla famiglia, sull'amore e su tutto quello che fa rima con la vita e i suoi misteri. Uno di quelli che definisco “romanzi fatti per piacere”. Studiato a tavolino e forzatamente bello. Un romanzo che, magari, avrei voluto scrivere proprio io, per leggerlo in un periodo un po' arido di letture degne di nota.
Un finale spaccacuore - anche un po' scorretto – avrebbe fatto giocare a Cat Patrick la carta della “memorabilità”. Non nascondiamolo, romanticismo e tragedia vanno a braccetto.
Che ne sarebbe di Romeo e Giulietta con il finale di una commedia rosa conclusasi all'ombra dei fiori d'arancio? Cosa sarebbe successo ai Jack e Rose di Titanic se entrambi avessero trovato posto su una scialuppa?
Sarebbero rimaste storie belle, ma che probabilmente non avrebbero puntato all'immortalità. Le lacrime hanno un peso e, secondo la mia stramba e masochista visione delle cose, sono la garanzia di ricordi più intensi.
Il romanzo è costellato di buchi narrativi, capitoli brevissimi e di una sintetica narrazione in prima persona che, spesso, senza preavviso, sconcertando e sconcentrando, lascia il posto a pagine di diario che, in poche righe, riassumano elementi cardine senza la giusta dose di pathos e sentimento, riempiendo di una lieve amarezza il lettore e dando l'impressione che tanto sia liquidato nelle frasette stringate di una sedicenne come le altre.
L'opera d'esordio della Patrick avrebbe potuto grandi cose, ma senza le imperfezioni e le ingenuità che ne hanno caratterizzato la lettura, probabilmente, non sarebbe stato lo stesso. E' quasi del tutto privo della nebbiosa aura da thriller che il booktrailer e le copertine straniere lasciano supporre e non ha nemmeno minimamente quel marcato senso del tragico che, a distanza di mesi o anni, avrebbe reso ancora doloroso o vivo il suo ricordo.
E' una storia molto Young, delicata e dolcissima, che non regala nessun dolore, ma sorrisi ampi e sognanti. Una storia di gente comune - con piccole venature di paranormale e di dramma psicologico - che tutti noi avremmo potuto vivere, e che riempie il cuore con la magia e la speranza di 50 volte il primo bacio e Ricomincio da capo, dipingendo un fiore su un teso e triste evento che mi ha ricordato molto il film Changeling, con la straordinaria Angelina Jolie.
La narrazione si dipana rapida e malinconica come una canzone country.  Proprio così: avete presente quelle canzoni piacevoli e leggere che, durante un viaggio in macchina o una piccola avventura “on the road”, ti danno l'impressione che tutto andrà per il verso giusto e che la vita ti stia sorridendo amabilmente?
Bene, questa è la sensazione che proverò quando incontrerò di tanto in tanto il dorso di Forgotten tra la schiera di familiari e adorabili cuori a testa in giù che sono ormai il simbolo della professionale, conveniente e instancabile collana Lain. Le pagine diventano le corde pizzicate di una chitarra e la voce della protagonista sembra risuonare, tra amori, sporadiche paure e sofferenze, come quella dell'ingenua e schietta Taylor Swift, che, seduta sul pavimento della sua stanza, canta del potere dei ricordi, dell'importanza dell'amicizia e dell'amore e di una notte temporalesca che, nell'immediato futuro, sarà sostituita da un cielo limpido e da una strada tutta in discesa.
Il mio voto: ★★
Il mio consiglio musicale: The Scientist - Coldplay


6 commenti:

  1. Lo richiederò sicuramente. Bella recensione Mik :D

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  2. Bella recensione! Io lo devo giusto iniziare (:

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  3. Complimenti per la recensione, Mik :) Almeno mi hai fatto sgonfiare un po' le aspettative che in precedenza nutrivo riguardo Il diario di London Lane. Adesso, magari, potrò apprezzarlo in maniera maggiore ^^

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  4. Le tue recensioni sono sempre così belle e poetiche! Complimenti! Direi che mi hai spiazzato: mi aspettavo un romanzo un po' diverso... Mi hai depistata e soprattutto incuriosita, anche se non hai dato una valutazione complessiva altissima credo che prima o poi lo leggerò.

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  5. Già, anche io mi aspettavo un libro molto diverso.
    Mi ha deluso un bel po'. E sono d'accordo anche sul finale, pure io l'avrei preferito tragico e lacrimogeno. Peccato :(

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  6. Come hai potuto leggere dalla mia recensione, anche a me è rimasto un certo amaro in bocca...avrei preferito che la storia fosse avvolta da più mistero e soprattutto che il finale fosse meno frettoloso. Speravo di trovare una storia originale e coinvolgente invece non ha fatto che farmi tornare in mente pezzi del libro "Non ti addormentare" e del film "50 volte il primo bacio"! Davvero un peccato!

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