È
stata la lettura dell'intenso Isola,
la scorsa primavera, ad allargare i miei orizzonti – sapevo quanto
fosse interessante il catalogo Iperborea, da quel romanzo in poi, e possedevo
qualche informazione in più sulla bellezza di alcuni arcipelaghi
dispersi fra le onde del Mare del Nord. Punto la mia bussola ancora
lì, dove ho avuto la fortuna di sentirmi già una volta bene. Torno
a perdermi in mezzo ai prodigi e ai misteri di quella Finlandia che
mi ha sempre ispirato brividi di freddo e grandi avventure, e lo
faccio, al solito, leggendo. Questa volta una ristampa dalla
copertina di un magnetismo irrinunciabile, a cura del Corriere della
sera, che in edicola ha aperto ai collezionisti le porte della
narrativa boreale. Ho il piacere di dirvi che sono stato in un
anonimo paesello alla fine del mondo. Meno impermeabile al progresso
di quanto in verità ammetta, ma comunque perfetto come scenario di
una casa di riposo esclusiva per continentali eternamente stressati.
Pensate che non ci sono né chiese né cimiteri. Che la morte, al
pari di un'ospite sgradita, è stata messa al bando. Anni fa
circolava di mano in mano una petizione per accogliere finalmente
sacerdoti e becchini, ma i più non l'hanno firmata per una forma di
scaramanzia: perché attirarsi la malasorte, croci e lapidi
all'orizzonte, se abbastanza in pace da essere longevi per natura? A
morire si muore, certo: non si fanno mica miracoli. Ma i dirimpettai
andati al Creatore e gli avi incartapecoriti riposano nelle campagne
tutto attorno: gli addetti alle pompe funebri, infatti, sono anche un
po' contadini, o viceversa.
A
volte nei posti più piccoli la vita diventa più grande.
Un
magazzino, una cooperativa, una maglieria con appena dieci impiegati:
questi i perni della vita di tutti i giorni. Qualora pensaste però
che l'anonimato riguardi anche la routine dei cittadini, vi
scoprireste colti in contropiede: il destino, e uno scrittore come
Jòn Kalman Stefànsson, a volte sanno essere molto fantasiosi. Uno
stimato imprenditore locale, tormentato da inspiegabili sogni in
latino, ha trasformato la sua casa in uno spettacolare osservatorio e
ha scelto di consacrarsi all'astronomia, benché tutti gli diano del
pazzo; una postina sfaccendata, con il dente avvelenato per le email
e il sopravvalutato diritto sulla privacy, sbircia e manipola la
corrispondenza dei compaesani improvvisandosi dea ex
machina; un poliziotto frustrato
muore perché senza crimini efferati da combattere, e un ottantenne
perché portato via dal vento; i campi intanto ospitano a periodi alterni atti di vandalismo gratuito, fantasmi, infuocate relazioni
clandestine. Qualcuno ritorna dopo sei anni d'assenza in nome
dell'amore, qualcun altro si dà agli elogi della vita da camionista
se il mondo ammette spesso furbastre scorciatoie. Un contadino in
viaggio a Londra scopre che i musei egizi non sono che polvere, in
confronto ai dettami del cuore; un politico scrive invano la propria
autobiografia e un modesto attore si reinventa proiezionista, mentre
a largo, come fossero sirenette belle e fatali, danno nell'occhio
donne straniere con costumi sgambati.
Per
quale motivo ho vissuto? Che questi racconti di vita e di morte nel
nostro paese e nelle campagne intorno siano una sorta di risposta a
quella domanda, e al senso d'incertezza che ne deriva? Parliamo,
scriviamo, raccontiamo di piccole e grandi cose per cercare di
capire, di arrivare a qualcosa, di afferrare l'essenza che però si
allontana sempre più come l'arcobaleno. Nelle storie antiche si dice
che l'uomo non possa guardare Dio, equivarrebbe alla morte, e senza
dubbio vale lo stesso per quello che cerchiamo – la ricerca stessa
è lo scopo, il risultato ce ne priverebbe.
Buffo,
malizioso e trasognato, Luce d'estate ed è subito notte è
un romanzo per racconti in cui un ironico narratore collettivo
immortala quattrocento anime e una manciata dei loro pittoreschi
portabandiera, affinché per il bene dei posteri e dei turisti siano
preservate le bizzarrie, le peculiarità e la magia natale. I tratti,
infatti, sono quelli propri della tradizione del realismo magico; di
un lirismo venato di leggerezza che si lascia amare, sì, ma a
piccoli bocconi. Pagine incredibili e scorci da incorniciare fanno
divorare il romanzo (inoltre è estate: c'è luce fuori, come da
titolo, e sono ancora lunghe le giornate d'ozio), e il rischio che venga un
po' a noia, che si faccia indigestione di storie come di dolci in mano a
un bambino goloso, potrebbe essere elevato. Senza troppa sorpresa, tuttavia, il
calore (umano soprattutto) non manca. Di questa vacanza piena di
cartoline e souvenir resteranno i ricordi di una colazione
con vista sul mare; una raccolta di aneddoti ed esistenze straordinarie a confine ora con i poli artici, ora con l'antologia
poetica.
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale: Coldplay – A Sky Full of Stars
Ho letto con molto piacere la tua recensione (fantastica anche la foto) ma il libro in sé mi convince poco!
RispondiEliminaE' da provare, secondo me. Se ti piacerà oppure no, lo capisci a primo sguardo. Anzi, a primo incipit!
EliminaConcordo con Sara. Recensione molto piacevole, ma libro non proprio nelle mie corde. E non me ne dispiaccio, vista la pila di arretrati ;)
RispondiEliminaStefi
Su carta, non era neanche nelle mie, di corde. In edicola, non ho resistito per la bellezza della copertina. E, per una volta, l'occhio ha avuto la sua parte (e, nel suo piccolo, una sorpresa).
EliminaMi accodo anch'io ai complimenti per la tua recensione ma, avendo poi subito letto anche quella che hai fatto a "Isola", devo dire che mi ha intrigato di più il secondo. Non conoscevo Iperborea, ma andrò subito a sbirciare il loro catalogo!
RispondiEliminaIo la conosco poco e da poco, Elven, ma che catalogo! Mi dirai. Prossimamente, sempre di loro, recensirò Tu l'hai detto, sulla relazione travagliata fra Sylvia Plath e Ted Hughes.
EliminaMi sembra un po' troppo corale per i miei gusti. Mi sa che potrei rischiare l'indigestione.
RispondiEliminaE poi, nonostante l'ambientazione estiva, l'ambientazione finlandese mi sa di poco estiva... :)
Hai presente l'abuso che faccio dell'aggettivo "fordiano", davanti ai libri alla Nickolas Butler? Bene, questo è uno dei libri per cui andrebbe pazza Lisa. Quale termine coniamo? :)
EliminaHo letto solo un libro di questa casa editrice,che però mi attira abbastanza da aver voglia di allargare gli orizzonti.
RispondiEliminaDi questo libro mi aveva intrigato il titolo, ma non sapevo altro. Finora almeno.
Non rientrerà probabilmente tra le prossime letture, ma non lo voglio snobbare :-D
Secondo approccio anche nel mio caso, Angela.
EliminaEd è stato un bel secondo approccio, una bella immersione.