|
Paesaggio con mano invisibile, di M.T. Anderson. Rizzoli, € 16,
pp. 160 |
Adam
Costello, diciotto anni, ha una famiglia che se la cava così così,
una ragazza che non lo merita e grossi problemi di
meteorismo. Sua madre, ex impiegata in banca senza uno straccio di
entrata fissa, non ha l'età per rimettersi in gioco nello spietato
campo del lavoro né per ricostruire un'autostima malandata dopo la
scomparsa del marito, forse morto suicida o forse semplicemente
scappato in un posto in cui sono maggiori la domanda e l'offerta. La
sorella minore, Nattie, mette invece all'asta l'infanzia e i peluche
di sempre nella speranza di crescere in fretta, di dare loro una mano
in più. Le soluzioni, se vittime di una crisi economica senza
precedenti e abili con tempere e carboncini, sono due: affittare
l'altro ramo della casa ai membri superstiti della famiglia Marsh,
altrettanto al verde e con una secondogenita la cui vista ci fa
battere fortissimo il cuore; iscriversi a un ricco concorso su
consiglio di un insegnante d'arte pieno di spirito d'iniziativa,
probabilmente il solo vero adulto in un mondo di gente che confonde la
maturità anagrafica con la saggezza. Dissacrante, agrodolce, senza
una facile morale di fondo o un finale netto, Paesaggio con mano
invisibile racconta gli amori
brevissimi, la prigionia di mutui lunghi tutta la vita, le famiglie
allargate ai tempi di una recessione che fa strage dei proverbiali
sogni americani. È l'equivalente su carta di quegli
adorati film indie – un ritorno al neorealismo, se vogliamo – che
parlano con leggerezza degli attimi insignificanti, degli istanti
risolutivi, di noi ai margini. Quello realizzato dal bravissimo
Matthew Tobin Anderson, non a caso autore cult dell'introvabile Feed,
è il ritratto di un'adolescenza con variazione sul tema:
l'apocalisse fuori.
Sii
te stesso. Racconta la nostra storia. Di' la verità. È questo che
vince nell'arte: la verità.
Ve
lo avrà giù annunciato la copertina: gli extraterrestri sono in
mezzo a noi. Sono venuti a invaderci, sì, ma in pace: civili,
diplomatici, geniali. Sinistre presenze che assomigliano più agli
eptapodi di Arrival che
agli usurpatori dell'Invasione degli ultracorpi,
hanno promesso agli uomini cure prodigiose, autentici capolavori dal
riciclo dei rifiuti e una tecnologia che farebbe apparire obsoleto
perfino Steve Jobs. Negare all'umanità i loro servigi, o
assecondarli nonostante l'altezza del prezzo da pagare? I vuuv ci
hanno reso in fretta tutti inutili, tutti disoccupati: si pensi per
analogia all'avvento delle catene di montaggio, alla forza-lavoro del
proletariato rimpiazzata infine dall'efficienza delle macchine.
All'ordine del giorno, così, gli attentati contro le autorità e le
proteste; una competitività maleducata che, in una guerra fra
poveri, dà la colpa alla concorrenza dell'immigrato messicano (lo sa
bene, da sotto il toupet paglierino, Donald Trump). C'è qualcosa,
però, che l'infinita conoscenza degli alieni non contempla: l'amore,
e la perdita di tempo che comportano le passeggiate romantiche, i
tramonti per due, baciarsi alla francese. Che ne sanno loro, che si
riproducono per gemmazione e hanno una passione esagerata per gli
anni Cinquanta? Adam e Chloe, la fidanzata-coinquilina, si sono
ingegnati: dare in pasto ai vuuv la loro relazione, mostrandosi
innamoratissimi sotto lauto compenso in una sorta di reality show a
tema Grease. Le
macchine con gli alettoni, i drive-in, i frappé condivisi e le
smancerie abbondano: anche quando l'amore passa – lei si invaghisce
di un bellimbusto all'ultimo anno di liceo, che scolpisce statue a
colpi di motosega e non la imbarazza con le conseguenze tragicomiche
della Sindrome di Merrick –, ma il bisogno di sbarcare il lunario,
di fingersi coppia, resta.
A
volte si crede che la vista dall'alto possa infondere un senso di
dominio e di potere; e poi invece scopri che ti fa soltanto capire
quanto in realtà è stata piccola la tua vita.
Il
povero Adam, spesso farneticante per la febbre a quaranta e il
bisogno urgentissimo della toilette, è impegnato su un doppio
fronte. Da un lato, combattuto tra intimità ed esibizionismo, truffa
gli spettatori extraterrestri accanto a quella coetanea che d'un
tratto non gli appare più incantevole come una Madonnina
rinascimentale. Dall'altro, lo tenta l'idea di dipingere per quel
concorso intergalattico l'America com'è e non come sarebbe bello che
fosse: anche se i vuuv, turisti in un paese straniero, ne sanno poco
d'amore, di religione, e meno ancora di arte.
I capitoli di Paesaggio con mano invisibile avranno perciò i titoli o le didascalie dei lavori del protagonista: dipinti alla Hopper, intrisi di solitudine, per cogliere a colpo d'occhio il cambiamento tutt'attorno – i ricchi sulle case fluttuanti delle fiabe, i poveri che elemosinano il lieto fine su cumuli di curricula e pattume. Nel tentativo di familiarizzare con il capitalismo del futuro, allora, finire per somigliare ai membri della classe dominante – imparare la loro lingua di fruscii impercettibili, imitarne le brutte teste glabre –, o opporsi?
I capitoli di Paesaggio con mano invisibile avranno perciò i titoli o le didascalie dei lavori del protagonista: dipinti alla Hopper, intrisi di solitudine, per cogliere a colpo d'occhio il cambiamento tutt'attorno – i ricchi sulle case fluttuanti delle fiabe, i poveri che elemosinano il lieto fine su cumuli di curricula e pattume. Nel tentativo di familiarizzare con il capitalismo del futuro, allora, finire per somigliare ai membri della classe dominante – imparare la loro lingua di fruscii impercettibili, imitarne le brutte teste glabre –, o opporsi?
La
mano invisibile che guida le nostre opere, le nostre azioni, i nostri
mercati non potrà raggiungergi laggiù. Fuori dallo spazio e dal
tempo, dal tempo e dallo spazio, non ci sarà più alcuna distanza
tra noi e i nostri desideri.
La
mano invisibile: quella di cui parlavano gli economisti
settecenteschi; quella di dio, forse, che ha lasciato la terra
sfitta, a beneficio di nuovi e molesti ospiti (che maggiorano i
prezzi, sporcano, fanno i loro porci comodi). Cosa ci rende
incontrovertibilmente umani?
Non siamo solo rock 'n roll: c'è, infatti, chi osa ballare su un ritmo alternativo, il proprio.
Non siamo tutti natura morta su tela: c'è chi sceglie la realtà, non l'evasione delle bugie. Pur scrivendo di semplice – be', si fa per dire – fantascienza.
Non siamo solo rock 'n roll: c'è, infatti, chi osa ballare su un ritmo alternativo, il proprio.
Non siamo tutti natura morta su tela: c'è chi sceglie la realtà, non l'evasione delle bugie. Pur scrivendo di semplice – be', si fa per dire – fantascienza.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: 4 Non Blondes – What's Up
Voglio questo libro! Sembra strano ma realistico, sembra che mescoli fantascienza ad attualità. Mi incuriosisce da matti ;)
RispondiEliminaNe hai fatto una descrizione perfetta, Sara.
EliminaC'è tutto quello che dici, e tutto quello che a duecento pagine scarse si potrebbe domandare.
Be', lo sai, mi è piaciuto un sacco, è leggero e complicato, semplice ma geniale.
RispondiEliminaChe bravo, 'sto Anderson. Si chiama come Wes, Paul Thomas e Pamela. Sarà un caso? :-P
EliminaSoprattutto che si chiami come Pamela X°°D
EliminaLei è la regina dei vuuv, chiaramente. Anzi, la Madonna, data la loro passione per le religioni felicemente eretiche.
EliminaTra indie e fantascienza, mi pare possa essere qualcosa o di molto pasticciato, o di molto geniale. A quanto dici tu sembra più la seconda.
RispondiEliminaDi materiale per farne un film comunque ce n'è...
Decisamente. Ho pensato parecchio al nostro Tito e gli alieni, saranno state le atmosfere un po' desertiche del finale...
EliminaQuesto mi incuriosisce molto, quando costerà un po' meno mi sa che lo prenderò :)
RispondiEliminaTi consiglio, al solito, Libraccio. Lo trovi sicuro!
EliminaMa dai, che bello leggere la tua recensione dopo quella di Silvia! Già ero convinta, adesso lo sono ancora di più :D
RispondiEliminaComuuuunque... manco a dirlo, io l'introvabile Feed ce l'ho! Trovato anni fa, devo ancora leggerlo, ma ce l'ho! Tutta 'colpa' di Marco Locatelli ovviamente :D
Fortunella, tu, e cosa aspetti a leggerlo?
EliminaPer fortuna, mi diceva la Rizzoli che sarà ristampato entro l'anno. Una gioia!
Un libro particolare,forse anche un po' diverso da ciò che leggo più frequentemente, quindi già questo me lo rende appetibile :)
RispondiEliminaCome sempre, bella recensione ;-)
Ciao, Angela! Il bello è che è così trasversale, così leggero, che può piacere a tutti. Grandi e piccoli, amanti del genere e non. Brevissimo, ma denso.
EliminaNon amo in modo particolare i romanzi di fantascienza ma la tua recensione mi ha incuriosita. Credo sia un romanzo perfetto per la mia prossima vacanza :)
RispondiEliminaNeanch'io, Aquila, e neppure i film, però questi sci-fi "umanisti" piacciono ed emozionano sempre tanto. Finora li avevo sperimentati soprattutto in sala, ma sono stralunati e saggi anche su carta. ;)
EliminaIo non conosco Feed! Devo correre prima in mediateca e poi in libreria.
RispondiEliminaLEa
In realtà, io soltanto di nome. Lo aveva tirato in ballo più di qualche amico blogger, quando il distopico dettava legge. :)
Elimina