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I segreti di mia sorella, di Nuala Ellwood. Nord, € 18,60, pp.
351 |
Nelle
nostre case perfette, nei nostri armadi odorosi di lavanda e
naftalina, nascondiamo scheletri nell'armadio non dissimili da quelli
lasciati a scarnificare nelle fosse comuni, sui campi di battaglia
senza gloria. Lo sa bene Kate, ventinove anni, professione
giornalista, di ritorno da un viaggio in Medio Oriente in cui ha
lasciato il cuore – a pezzi – e il corpicino di un bambino che le
domandava ogni giorno cosa avessero gli inglesi – scontrosi, di
poche parole, privilegiati – per cui essere sempre tristi. I
bombardamenti alle spalle, il lascito di una madre appena scomparsa
davanti: troppo per una mente già fragile e provata. L'accoglienza
nella cittadina natale, Herne Bay, non è delle migliori.
Pioggia, vento e, a parte il cognato, nessun parente alla
stazione: fra lei e la sorella del titolo, Sally, non corre buon sangue, ma fiumi di alcol. E se il ritorno al luogo in cui tutto
ha avuto inizio fosse più pericoloso del conflitto ad Aleppo?
La
mia vita sarà sempre così d'ora in poi. Perché questo è ciò che
mi rimane: un incubo infinito pieno di voci e grida.
Leggere il testamento
della matriarca, soffiare via la polvere, significa per Kate venire a
capo di una matassa viva e contorta che non riguarda solo lei, ma
l'intero albero genealogico dei Rafter. Una famiglia segnata dalla
sfortuna, dallo squilibrio, che ha lasciato alle sue
giovani figlie una casa in malora, tare genetiche ed enigmi continui.
Le bombe nel petto e in testa. La protagonista si convince presto,
infatti, che i dirimpettai stiano nascondendo lo sporco sotto il
tappeto e un bambino maltrattato nella rimessa. Sarà che la vicina,
Fida, ha origini iraquene. Sarà che in mezzo a Kate e Sally c'era un altro
bambino, David, morto per annegamento nell'impotenza generale. Sarà
che, cresciuta da un padre manesco che ha sempre preferito le moine della secondogenita, la ribelle Kate sa ormai
riconoscere il male che sfugge ai più. Anche quando ce l'hanno sotto
gli occhi. Peccato che i sonniferi e i calici di vino rosso, la
diagnosi di disturbo post traumatico da stress, la rendano una
testimone e una narratrice inaffidabile.
T'inventi
le cose, Kate. E' più forte di te.
Ma
questa è anche la storia dell'altra sorella, a lungo personaggio
marginale: pessima madre di un'adolescente in fuga, cattiva moglie di
un uomo zerbino, è la prova di come la mela non cada mai lontano
dall'albero. Kate e Sally sono così inconciliabili, così diverse, o
sono forse voci complementari della stessa storia tragica? Il
reciproco risentimento, rimpiazzato dalla tensione. A pagina uno, nel
prologo, sappiamo che una delle due morirà. Chi, e per quale mano?
Cattivo, torbido, malato, I segreti di mia sorella è
un romanzo psicologico che alla prevedibilità di qualche svolta –
complici i pochi personaggi, che rendono scarsamente numerosa la rosa
dei sospettati – risponde a tempo debito con inquietanti colpi di
scena e cambi di prospettiva non annunciati. Mi è sembrato la
versione scritta bene e meglio pensata della Ragazza del treno, in cerca di un erede –
come se qualche lettore lo domandasse, poi – da qualche anno a
questa parte. Un thriller al femminile che ha qualche difetto,
qualche piccola forzatura, ma un bel peso. In ballo: emozioni viscerali e
vicende scomode. La sua forza, invece, tutta da ricercare in personaggi
caratterizzati sin nelle più piccole contraddizioni e in una costruzione che, fino all'ultimo, sa come intrigare. Restano allora i
traumi, le ferite aperte. Perché da una guerra, dall'infanzia, non si esce
mai completamente incolumi.
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale: Bad Wolves – Zombie (The Cranberries)
un po' mi incuriosisce.. però non sento l'impellente necessita di prenderlo subito..
RispondiEliminaIn caso, fammi sapere.
EliminaSono nella stessa situazione di Saya: sembra bello ma non mi attira :P
RispondiEliminaNon attirava troppo neanche me - è da gennaio, infatti, nella mia libreria -, ma mi sono piacevolmente ricreduto nel mentre. Non un must, ma davvero scritto bene.
EliminaAncora un pò indecisa... leggendo la trama non è scattata quella curiosità che mi spinge a dar la priorità ad un titolo, la tua recensione mi conferma che può attendere un pò.
RispondiEliminaUn po', ma non troppo.
EliminaIn giro, i thriller buoni latitano ultimamente. ;)
Mi incuriosiva, ma ho l'impressione che non sia un imperdibile
RispondiEliminaStefi
Imperdibile no, ma a me è piaciuto.
EliminaPsicologicamente perfetto.
De La ragazza del treno - Il film non ho certo un buon ricordo. Se però questo è la versione migliore del libro è già qualcosa, anche se non mi sembra ci vada molto... :)
RispondiEliminaNon ci vuole molto, no, ma almeno la protagonista questa volta è ben più giustificata a darsi a pasticche, alcol e auto-annientamento. :)
EliminaSolitamente i thriller psicologici esercitano una certa attrattiva su di me, mi segno il titolo, magari più in là.
RispondiEliminaBuon fine settimana :-)
Sono certo che ti stupirebbe!
EliminaHo scoperto di averlo in ebook, dai lo tengo per i momenti bui. Anche se in formato elettronico sto leggendo Gli Annientatori, perché seguo sempre i tuoi consigli ;)
RispondiEliminaAh, quello è rapido e tutt'altro che indolore. Aggiornami!
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