lunedì 26 giugno 2017

I ♥ Telefilm: The Handmaid's Tale - Il racconto dell'ancella

Gli Stati Uniti in cocci. L'avvento di una società patriarcale, teocratica, contro la dissoluzione della nostra epoca e le nascite in calo. Se avevi potere, ora ne hai di più. Se avevi una salute di ferro, ora sei una bambola nelle loro mani. Le donne del futuro si dividono tra mogli trofeo, sguattere, giumente da riproduzione. Gli uomini, invece, tutti padroni e soldati. Il mondo di The Handmaid's Tale ha la freddezza di di Von Trier e i costumi di The Village. Prima pietra miliare di un'autrice in lizza per il Nobel, poi pare poco memorabile film con Natasha Richardson, ha ceduto quest'anno a un piccolo schermo mai tanto grande. All'altezza della sua fama, Il racconto dell'ancella era su carta un distopico attualissimo e scritto con eleganza. Il pregio, ma anche il suo più grande limite: Difred, protagonista tenuta in cattività, dell'inquietante Galaad raccontava il poco che riusciva a scorgere oltre la sua cuffia inamidata. La serie Hulu si ispira fedelmente al romanzo. Gli si allinea e lo supera, a un passo dalla fine. Le trasposizioni di solito sono una riduzione: il film è bello, recita infatti il luogo comune, ma il romanzo è meglio. Il luogo comune, come me, non conosceva il talento di Elisabeth Moss: scoperta clamorosa dai sorrisi spigolosi e gli occhi lucenti; schiava sessuale che tra sé e sé, come rimarca la dissacrante voce off, è in realtà una ribelle. Il luogo comune non immaginava che il Comandante e sua moglie, impersonati dal recidivo Fiennes e una sorprendente Yvonne Strahovski, non somigliassero a due viscidi coniugi in là con gli anni: il fatto che siano entrambi affascinanti padroni di casa, il fatto che Serena debba dividere il marito con una donna meno attraente o intraprendente di lei, contribuisce a sottolinearle l'umanità – nonostante ricoprano il ruolo dei carcerieri – e a rendere più ambiguo il loro triangolo. In dieci episodi che non resteranno tali si indagano a fondo i meccanismi della Repubblica. La serie mostra da punti di vista speculari le origini della distopia; come alcune donne abbiano ricoperto un ruolo centrale perfino nel loro stesso annientamento. Rivela il passato e il futuro di personaggi secondari, inseriti tra le pagine come semplici comparse (la sofferenti Alexis Bledel e Madeline Brewer su tutte, passando per i mariti dati per dispersi e gli autisti che rendono il sesso un'altra cosa). Spiega quello che c'è fuori, oltre il confine canadese. Trent'anni dopo si ha più coraggio nel mostrare i corpi penzolanti, i muri incrostati di sangue rappreso, le percosse con i pungoli elettrici, l'abominio agghiacciante delle mutilazioni genitali. The Handmaid's Tale non ci mette enfasi, e quello destabilizza. Mostra la violenza senza eccedere, con piani sequenza implacabili e atmosfere ovattate – tende vaporose e merletti, salotti inondati di luce naturale. Trent'anni dopo si hanno coraggio in quantità, debiti accorgimenti da prendere, ennesime testimonianze del peggio di cui siamo capaci – l'allarme femminicidio, Donald Trump, il fondamentalismo religioso, gli omossessuali seviziati in Cecenia. Trent'anni dopo, l'arrivo di una fantascienza che non sembra invenzione restituisce a Difred finalmente il nome. Le ancelle avanzano in blocco, indistinguibili: le divise le hanno rese soldati e Feeling Good, in sottofondo, annuncia l'alba di un altro giorno. Trionfano allora la nausea, la riflessione, l'urgenza. Sì, perdono i bastardi. (8,5)

22 commenti:

  1. Prima o poi mi butterò sia sul libro che sul telefilm. Nel frattempo hai un Liebster Award che ti aspetta dalle mie parti! :)

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    1. Passo subito, ti ringrazio!

      E sì, DEVI assolutamente recuperare. L'ordine non è troppo importante, ti dirò. Serie e romanzo si completano quasi.

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  2. Ho scoperto che nel cast c'è anche Samira Wiley (Poussey in OITNB) *_*
    Devo assolutamente recuperare questa serie!
    In questi giorni ho divorato "Glow".. tu l'hai vista?

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    1. Di Orange, anche se non lo seguo, c'è anche Madeline Brewer: la biondina coi rasta della prima stagione (quella l'ho vista!).

      Glow la sto vedendo. Mi mancano due tre episodi. Carina, colorata, fresca. Ma Netflix sta facendo piazza pulita e, secondo me, questa comedy non la spunterà...

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  3. Stupenda, l'ho iniziata ieri e sono già a più di metà xD Non vedo l'ora di finirla e buttarmi anche io sulla tastiera.

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    1. Io l'avevo messa un attimo in pausa, complice il ritardo dell'uscita della ristampa. Dal quarto episodio in poi, bellissima e intensa full immersion.

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  4. Devo ancora riprendermi da questo futuro che futuro non è. Ne parlerò domani, e anche se di solito le differenze uomo/donna non le sento, da donna, la visione è stata ancora più sofferta. Brividi, di angoscia e di bellezza.

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    1. Ah, non le sento nemmeno io, ma felice lo dica tu - starei, in questo caso, dalla parte del torto, soprattutto perché faccio smorfie quando sento usare e abusare del termine femminismo (vedasi Wonder Woman, con le suffragette a cui fischiano inutilmente le orecchie). Aspetto il tuo post.

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  5. Bella recensione. In un anno come il nostro, in cui c'è tutto quel che hai sottolineato, il libro della Atwood pubblicato più di 30 anni fa, è più attuale che mai. Gli sceneggiatori si sono superati, lo sai, ormai Il racconto dell'Ancella è un unico grande mondo nel mio cervello. Fa venire i brividi, fa male e fa venire l'ansia. Nonostante io sia etero, quello che hanno fatto a "Rory" credo sia la cosa che più mi ha fatta rabbrividire.

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    1. Davvero, disumana.
      Tra l'altro, lei ha un personaggio bellissimo. Sono contento, perché l'hanno confermata come regular nella seconda stagione.

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  6. Sia benedetto il frutto, e pure la tua recensione. :)

    Possa il Signore schiudere e magari eliminare Joseph Fiennes, in pratica l'unico difetto della serie.

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    1. Ahahahah, amen!

      Ma no, a me Fiennes non dispiace. Ha sempre avuto un fascino malvagio e, nei ruoli del viscido, riesce bene. Certo, a proposito di frutti (che cadono lontani dall'albero), col fratello più famoso ha poco in comune.

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  7. dire che devo recuperarla è poco.. come sempre faccio tesoro dei tuoi consigli!:)

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    1. Ti ringrazio, Saya. Sicuramente lascerà il segno.

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  8. Serie ipnotica che tiene incollati fino all'ultimo secondo! Grazie per averla segnalata un paio di settimane fa.
    A proposito di serie tratte da libri, ho appena iniziato "La svastica sul sole" (The Man in the High Castle) dal famoso romanzo di P. Dick e non mi sembra male.

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    1. Ciao Lucien, grazie a te!
      Conosco The Man in the High Castle (Amazon, vero?), ma avevo il desiderio di leggere prima il romanzo. Peccato manchi il tempo... Mi sa, faccio prima con la serie.

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  9. Il libro l'ho letto, ma la serie mi manca.
    Devo recuperarla assolutamente.

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    1. Devi!
      La Atwood dev'essere molto, molto contenta di quello che hanno fatto. Lavorone.

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  10. Un'altra recensione positiva: mi sa che dovrò chiedere alla signora Ford - che doveva vederlo in solitaria - di attendere il sottoscritto.

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    1. Ti deve aspettare, altrimenti vi mando il consulente Stefano Accorsi, come nella pubblicità di Sky. ;)

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  11. Ciao! La tua recensione è come sempre fantastica! Cercherò di recuperare al più presto libro e serie tv.

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