lunedì 27 luglio 2015

Recensione: Il mio cuore e altri buchi neri, di Jasmine Warga

Tu sei tu. E mi capisci. E sei triste come me e, per quanto assudo, questo è bellissimo. Sei come un cielo grigio. Bella, anche se non vuoi.

Titolo: Il mio cuore e altri buchi neri
Autrice: Jasmine Warga
Editore: Mondadori
Numero di pagine: 279
Prezzo: € 17,00
Sinossi: Aysel ha sedici anni, una passione per la scienza e un sogno che coltiva con quotidiana dedizione: farla finita. Tutto ormai sembra convergere in quel buco nero che è diventata la sua vita: i compagni di classe che le parlano alle spalle, un lavoro deprimente, il delitto commesso da suo padre che ha segnato per sempre il suo destino. Aysel vorrebbe sparire dalla faccia della Terra, ma le manca il coraggio di farlo da sola. Per questo trascorre il tempo libero su "Dipartite serene", un sito di incontri per compagni... di suicidio. Roman, perseguitato da una tragedia familiare e da un segreto che vuole lasciarsi alle spalle, è il prescelto. Eppure, proprio nell'attimo in cui stanno per abbandonarla, la vita potrebbe mostrare il suo lato leggero, dolce e pieno.
                                   La recensione
Mi domando se anche la gioia abbia un'energia potenziale. O se l'energia potenziale possa condurre alla gioia, come un siero che agisce nello stomaco e ribolle fino a suscitare la sensazione chie chiamiamo felicità. Ma anche se così fosse, il mio tarlo nero la divorerebbe tutta.” Nonostante un titolo che pensandoci su è anche bello, ma che letto di sfuggita lascia pensare alla biografia segreta di Valentina Nappi – e, essendo traduzione precisa dall'inglese, mi viene ragionevolmente da chiedermi: ma questi americani non conoscono i doppi sensi? -, Il mio cuore e altri buchi neri, inizialmente ignorato per un titolo che, come detto, non è colpa nostra e una copertina stucchevolissima che invece è colpa nostra eccome, complici una Mondadori prodiga di copie omaggio e recensioni positive di fidati amici della blogosfera, è finito schiacciato tra i mattoncini – tutti capolavori, si spera – che mi ero ripromesso di leggere durante le vacanze. Quando il mare finisce per diventare routine, si è insofferenti a temperature da bollino rosso e si va in cerca, per noia e soddisfazione personale, della lettura dell'anno, dopo esami che spingono a trasformarci in lettori pigri e a divorare, senza sentirci in colpa, storie brevi, leggere e vagamente preconfezionate. 
Con la solita scusa della stanchezza arretrata, inserito tra l'ultimo voluminoso King (letto), il vincitore del Premio Neri Pozza (in lettura) e l'autore Pulitzer di quest'anno (da leggere), trovarmi tra le mani l'esordio di Jasmine Warga mi ha fatto rimangiare la promessa di dedicarmi soltano a letture impegnate, ora che il tempo è dalla mia, e riflettere sul fatto che tanta serietà non fa per me, dunque perché non spezzarla, ogni tanto, con qualcosa così? Un romanzo estivo e dal suono sì osceno, ma che dalla sua ha più di qualche piccolo pregio che, in definitiva, può risultare abbastanza? Scrivevo in una delle mie familiari parentesi cinematografiche, qualche giorno fa, la lista degli ingredienti che devono costuire l'abc della commedia alternativamente romantica che dico io. Il perfetto film, o romanzo, del filone boy meets girl avrà un lui e una lei che si incontrano in un'occasione bizzarra – un sito anonimo per cercare un compagno di suicidio - , personaggi particolari che si contano su due dita – Aysel, di origini turche, lavora in uno squallido call center e ha il pallino della fisica; Roman, un tempo campione di popolarità, ha l'altezza giusta per fare canestro e mani d'oro per ritratti bellissimi: entrambi, inoltre, vogliono morire, a sedici anni –, una scrittura brillante – qui restiamo purtroppo a bocca asciutta, perché la Warga si limita a scrivere correttamente e senza guizzi speciali, evitando però l'aforisma facile e scenette pruriginose di sorta – e temi importanti, al di là dei toni lievi – il pessimismo cosmico, la voglia di farla finita, deprimersi. Due numeri primi che si incontrano, il sentimento che nasce: l'amore li salverà dal baratro? Arrivato in libreria sulla scia di Raccontami di un giorno perfetto, adorato e contestato insieme, parla ancora del suicidio e dei giovanissimi, con punte di ironia tragica, delicatezza e pochi baci per rimarginarsi a vicenda le ferite. Pare sia piaciuto di più del romanzo della Niven, dicono ci sia, almeno, un po' di speranza che non guasta, ma – nonostante a differenziarli, nella mia valutazione, ci sia appena una mezza stella – ho preferito l'altro. Politicamente scorretto, tosto, disperato. 
Ci sono più buchi neri in quel Theodore Finch – scrivo il suo nome senza il bisogno di sbirciare, giuro, perché mi ha scavato un tunnel nello stomaco – che in una storia agrodolce e priva di buchi – narrativi, interstellari, neri – come questa. A volte ci si sveglia tristi e si va a dormire tristi; si nasce con l'inclinazione alla malinconia e, se l'abisso chiama, non c'è interferenza a distoglierci dal sogno disgraziato della tomba. A volte, ed è il caso di Aysel e Roman, brutti pensieri sono legati a brutte esperienze: il 7 aprile, i due decidono di uccidersi perché si sentono responsabili di tragedie di cui invece non hanno colpa. Cose che capitano quando sei ragazzino, solo e, in mancanza di responsabili, accusi te stesso: per la vita che ha strappato tuo padre (puoi compensare strappandoti la tua?), per una dimenticanza che ha significato tanto dolore (puoi ricordartene, adesso, andando via a un anno esatto da quel giorno?). Per Green era colpa delle stelle – ogni riferimento a John non è casuale, con protagoniste dai nomi in assonanza, lunghe chiamate telefoniche, salti a casa di Gus o Roman -, per la Warga è colpa delle circostanze, per la Niven – e ciò mi ha davvero colpito; non c'è consolazione – non è colpa di nessuno. Chi cerca una lettura garbata, rasserenante, simpatica apprezzerà Il mio cuore e altri buchi neri. Io sono per la cruda verità, anche se alla redenzione delle favole mi piacerebbe crederci. Un romanzo non troppo simile a Raccontami di un giorno perfetto, purtroppo o per fortuna, che vorrei assicurarvi sia una storia mai letta. Non posso. Non va oltre i classici racconti sugli amori salvifici, le seconde opportunità e gli innamorati sfortunati e un po' geniali. Ma non sembra scritto a tavolino, ha un messaggio da comunicare e, se la vita dovesse farsi dura, Jasmine Warga – dolcemente – ci direbbe che c'è del buono. Rassicurante, come sentirsi dire una parola giusta nel momento sbagliato. 
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Ozark Henry – I'm Your Sacrifice 

20 commenti:

  1. Secondo me è quello che voleva essere, un romanzo rassicurante. Sicuramente il fine della Warga e quello della Niven sono diversi, ed è una cosa che apprezzo, ho un motivo in più per leggere Raccontami di un Giorno Perfetto :)

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    1. Però ogni romanzo young adult vuole essere rassicurante, Silvia. Quello è il difetto, secondo me. Spicca poco poco.

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  2. Una cosa è sicura..quella copertina è terrificante! io l'avevo snobbato per quella.

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    1. Hai proprio ragione. Quella americana, più astratta, mi piace.

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  3. Ho acquistato proprio due giorni fa "Raccontami di un giorno perfetto", questo romanzo invece non mi convince proprio!

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    1. Spero ti piaccia; leggilo nel momento giusto.
      Non è perfetto, anzi, ma a tratti - nonostante l'utilità di lei, Violet - mi ha scosso.

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  4. Che sorpresa trovare questo libro tra le tue letture!
    Complice l'argomento, e il titolo vagamente ammiccante, ho deciso di saltare questo libro, però ti ringrazio comunque per la recensione sempre azzeccatissima.

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    1. Grazie mille, Alessandra!
      Ogni tanto il guilty pleasure ci sta, ma questo - in realtà - non ha niente di "guilty".
      Molto a modo, a dire la verità.

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  5. Non m'ispirava prima e non m'ispira adesso. Piuttosto leggerò Il buio oltre la siepe, almeno conoscerò l' omonimo del caro Theodore.

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    1. Devo leggerlo anch'io, assolutamente. Lo dico da secoli. Lo conoscevo già di fama, ma è stata la saga di Beautiful Creatures a mettermi la pulce nell'orecchio. :)

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    2. Idem. Le citazioni di libri e simili sono gli unici elementi che mi sono davvero rimasti di quella saga.

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    3. Io, invece, la adoro proprio. Descrizioni e suggestioni che gli urban fantasy, solitamente, possono sognarsi. Ma, a onor del vero, mi manca l'ultimo volume. Speriamo di recuperarlo, tra le altre cose, questa estate.

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    4. Ecco, forse è stato un problema anche di genere; gli urban fantasy non mi entusiasmano molto e, dopo il primo volume molto carino e scorrevole, mi era venuto un pò a noia. Dell' ultimo, ricordo proprio poco; a livello di sensazioni mi ha infastidita per la sua improbabilità.
      Sono sicura però che la penserai diversamente, quindi buona lettura :)

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  6. com'è che mi ritrovo sempre a postare commenti sui libri che stai leggendo sulle recensioni appena pubblicate? :) ma tant'è ... L'amica geniale è un libro meraviglioso, per certi versi la location mi ricorda tanto la fortezza della D'Urbano, con ovviamente una storia completamente differente. Non vedo l'ora di conoscere il tuo giudizio in merito!

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    1. Commenta dove vuoi, Chicca. :)
      L'ho iniziato ieri notte, praticamente, ma - dal poco che ho letto - mi sembra all'altezza delle tante aspettative. A presto!

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    2. bene grazie lo farò :)
      io invece sono nel pieno de Il ladro di nebbia, mi sento trasportata da un tornado di bizzarrie in quel di Tirnail. Spero di non rimanerne delusa, soprattutto dopo aver finito di leggere Fiore di Fulmine che è stato un libro splendido.

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    3. A me Fiore di fulmine è piaciuto, ma non troppo. Mi è mancata la Sardegna del romanzo precedente. Era molto simile ai gotici inglesi, dunque perdeva un po' la sua caratteristica base, per me. Il ladro di nebbia, invece, è tutta un'altra cosa. Sono certo ti piacerà: il finale è la parte migliore ;)

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    4. accidenti adesso sono ancora più curiosa sia di finire Il ladro di nebbia che di recuperare il primo libro della Roggeri :P buona giornata, torno al lavoro!!!!

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    5. Ero convintissimo lo avessi già letto. Sarà un bel recupero!
      Buona giornata :)

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