giovedì 14 maggio 2020

Recensione: Un matrimonio americano, di Tayari Jones

| Un matrimonio americano, di Tayari Jones. Neri Pozza, € 18, pp. 364 |

Qual è il segreto per un matrimonio duraturo? Tra mille titubanze, se lo domanda ogni coppia impreparata al grande passo. Banalmente, assicurano i parenti, il segreto è l’amore: il resto, poi, è tutto in discesa. E l’amore non manca a due come Roy e Celestial. Trent’anni, belli come il sole, complici e appassionati, sanno trasformare perfino le scaramucce in preamboli romantici. Ogni litigio, infatti, dev’essere sospeso per quindici minuti se si pronuncia una parola d’ordine: 17 novembre, la data del loro anniversario. Un piccolo armistizio per frenare sul nascere i sospetti di lei – a Roy piace fare il cascamorto con le altre donne – e le pretese di lui – vorrebbe diventare presto genitore. Ma l’amore in sé può bastare? Quando Roy viene arrestato con l’accusa infondata di stupro, qualcosa si spezza. La lontananza mette alla prova la loro pazienza, cambia ogni cosa. Nonostante una lunga corrispondenza epistolare, inevitabilmente si sfilacciano promesse e buone intenzioni. E i sentimenti, all’apparenza inscalfibili? Si può biasimare il marito, se entra in cella innocente – era un comune rappresentante di testi scolastici – e ne esce per forza di cose smaliziato? Si può biasimare la moglie, ancora, se nel frattempo ha inaugurato un negozio di bambole artigianali – tutte, però, hanno il volto del piccolo Roy – e si è rifugiata nel conforto di un altro uomo, il migliore amico Andre?

Immaginavo forse che avremmo seguito quello schema in eterno? Che saremmo invecchiati insieme, continuando ad accusarci e perdonarci. All’epoca non sapevo che cosa volesse dire “per sempre”. Forse non lo so nemmeno ora. Ma quella sera al Piney Woods ero convinta che il nostro matrimonio fosse un arazzo finissimo, fragile ma che si poteva riparare. Spesso lo strappavamo e lo rammendavamo, sempre con un filo di seta, bellissimo ma molto cedevole.
Proprio come La storia di un matrimonio, letto e amato qualche mese fa, il romanzo di Tayari Jones racconta non l’armonia di un duo bensì i dolori di un triangolo amoroso tanto ingiusto quanto inevitabile. Da sinossi, invece, ci si aspettava probabilmente una storia diversa, di fedeltà e razzismo. Il fatto che i protagonisti siano entrambi di colore e che l’accusa di stupro dipenda dall’etnia di Roy diventa assolutamente incidentale e permette all’autrice, in maniera coraggiosa, di allontanarsi dai territori di Se la strada potesse parlare per tratteggiare finalmente una comunità afroamericana lontana dai cliché dei drammi sul tema. Qui si parla infatti di famiglie alto-borghesi, che possono contare su impieghi ben remunerati e case ospitali. L’attenzione del lettore finisce allora per concentrarsi sull’universalità del dilemma sentimentale e sulle difficoltà del ritorno alla normalità di Roy. Uscito dal carcere, si trova a dover piangere la sepoltura della mamma e a fare i conti con l’amara verità: il cuore impegnato di Celestial. Il romanzo, intensissimo, indaga con ferocia le loro passioni e ci mostra personaggi difficili da amare: nelle verosimiglianza dei litigi vi sembreranno proprio usciti da un film grande e struggente.  

È impossibile smettere di amare qualcuno. Forse l’amore cambia forma, ma resta.

Per gran parte della lettura aspettiamo con tensione crescente il loro incontro. Lei vede la sua presenza dappertutto, come se fosse uno spettro infestante; lui ha in tasca le vecchie chiavi di casa e spera che tornando ad Atlanta trovi sempre la solita serratura e l’albero di noci in giardino. Con il cuore a mille, sotto Natale, il loro faccia a faccia strazierà mostrandoli l’uno alla mercé dell’altra. È possibile perdonarsi? È un crimine lasciar prevalere i compromessi? Il segreto, si diceva, è l’amore. Ma l’innesto di anime tra Roy e Celestial, in una stagione crudele, non ha avuto il tempo di attecchire. È stato ostacolato dalle piogge torrenziali dell’ingiustizia e della distanza geografica. Tayari Jones, con la pazienza di un giardiniere, esamina i loro corpi e i loro fusti, le loro intenzioni e le loro radici. E in un epilogo commovente svela infine un doppio verdetto: state pur certi che nessuno è innocente, che qualcuno soffrirà. Ma l’amore, signor giudice: l’amore come sta?
Il mio voto: ★★★★½
Il mio consiglio musicale:  Fugees – Killing Me Softly with His Song

10 commenti:

  1. Come ti dicevo, spero di leggerlo presto anche io ☺️☺️☺️

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    1. Una lettura appassionante e scorrevole, perfetta per i mesi estivi!

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  2. Lo vedevo spesso in libreria, e mi ha sempre attratta. Quando si tornerà ad una parvenza di normalità, potrei anche cedere alla tentazione.

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    1. Dai che ci torneremo. Qui, per fortuna, le cose vanno.

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  3. Che bella questa recensione. Magnifica. E il libro mi ispira da un po'

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  4. Il tema matrimoniale non è che mi attiri moltissimo...
    ma il fatto che non sia certo dalle atmosfere da commediola matrimoniale è già più incoraggiante. A quando il film/la miniserie? :)

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  5. in diversi me ne hanno parlato piuttosto bene, ed ora anche la tua recensione mi sta incoraggiando a dargli un'opportunità :-D

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