venerdì 14 luglio 2017

I ♥ Telefilm: BoJack Horseman | Gypsy | Glow

L'idea di BoJack Horseman non mi ha mai tentato. L'animazione non fa più breccia da un po' e ho sempre considerato I Simpson, I Griffin e Futurama una compagnia come un'altra quando mangio da solo. Di sedermi in poltrona e seguirli per bene, insomma, non ci pensavo. Se fosse stata trasmessa in chiaro, la creazione di Raphael Bob-Waksberg avrebbe subito un trattamento simile. Invece è solo su Netflix (e dura ormai da tre stagioni) e, a fare da ago della bilancia, il consiglio dell'amico giusto al momento giusto (sì, ciao a te). Era amarissimo, mi assicurava, e a vederlo in certi giorni ci si sentiva meno soli. In quelli che al momento sono trentasei episodi, assistiamo alla disfatta di una star degli anni '90. Celebre per una sitcom generazionale, il protagonista è rimasto intrappolato in un passato che gli permette di vivere di rendita. A vent'anni dal successo, cinquantenne, è un parvenu nella sua villetta con piscina – va a letto con chi capita, beve fino al vomito, rosola a fuoco lento nei sensi di colpa e a centro pista. Ospita sul divano un giovane senza arte né parte e, nella prima stagione, viene braccato da una biografa che vuole scavare nella sua vita. Pensa di amarla, ma lei gli preferisce la fedeltà del suo storico rivale. Pensa di essere amato dalla sua agente, ma lei preferisce ignorare l'orologio biologico e trovargli il miglior copione su piazza. L'attore fallito è in cerca di se stesso, ma nel mentre trova una parte che gli srotola il Red Carpet: le luci dei riflettori, il ritorno in carreggiata e megari l'Oscar, aiutano a star meglio? BoJack Horseman, come il recente Feud, è una riflessione su uno star system che non perdona – porte chiuse per attori di mezza età, l'oblio per lo sceneggiatore gay di un programma per famiglie, autodistruzione ed esibizionismo per le Hannah Montana cresciute e, neanche a farlo apposta, un presagio di quel La La Land premiato per errore. Soprattutto, è l'esame di coscienza di una persona in crisi di identità che si sente male da sola e peggio in compagnia. Identica a me, a tratti, nel percepirsi un collezionista di sbagli; mai abbastanza. Ah, sì. Per tutto il tempo ho parlato di un cavallo un po' patetico, che indossa Converse rosse e un pigiama con le mele. Sorprende ritrovarsi nelle massime filosofiche di un quadrupede parlante, infatti. Sorprende scoprire che si ride tanto (i cameo di attori noti, le canzoncine assillanti e gli oggetti d'arredo hanno del geniale), ma che si ride di lui, non con lui. Chi dice che BoJack Horseman è divertente, in fondo, non ha capito niente. Chi dice che la vita è un appuntamento con gli applausi preregistrati di Horsin' Around dovrebbe sapere che somigliamo più a questo disastro qui. Con la stonatura dei colori pastello. Con i cavalli tragicomici che come te e me, in fondo, sempre niente c'hanno capito. (8)

Jean, psicoterapeuta newyorkese, si divide tra casa e lavoro. Ha un marito avvocato, che flirta con la giovane segretaria, e una figlia ribelle. Il suo matrimonio non è così solido, la sua casa scricchiola. E lei, lucida e saggia, in realtà nasconde sotto gli abiti eleganti un animo gitano. Gypsy, anticipato da una serie di foto promozionali che ammiccavano ai baci saffici di Mullholland Drive, parla di una coppia in crisi che la gelosia potrebbe o separare o rinsaldare. Protagonista sensuale ma misurata, una Naomi Watts in ruolo coraggioso per un'attrice matura – al contrario dell'amica Nicole Kidman, colei che a malincuore è l'unico pregio dell'ultima serie Netflix (bene anche Crudup, un altro a cui invecchiare porta bene) non ha ceduto alle tentazioni della chirurgia plastica. Il suo personaggio, mosso da un segreto desiderio di onnipotenza, si intromette nella vita dei pazienti: una giovane tossicodipendente, una mamma messa da parte, un uomo tormentato da una vecchia relazione (come in Love, anche qui Karl Glusman è innamorato pazzo). Le prime due pazienti portano Jean a riallacciare i rapporti con la figura materna; l'ex ragazza dell'ultimo, invece, diventa la sua ossessione amorosa. La situazione le sfuggirà di mano. Psicothriller al femminile, di Gypsy sfuggono il senso e gli alibi. Cos'è: un Closer dalla scrittura non all'altezza? Un In Treatment che viola il codice deontologico? Blando, sbrodolato, senza appeal, appare intimidito dal sesso – tocca aspettare otto episodi per un bacio appassionato, e il resto sono amplessi brutti e interrotti da tagli da boia: il pilot diretto da Sam Taylor-Johnson prometteva l'erotismo, eppure, per quanto patinato – e irrisolto. Finisce in sospeso, con un passato confusionario e un futuro in forse. La presenza della Watts costa, di potenziale inespresso non se ne vede. Lo scorso anno, lo stesso avvenne con The Path: grandi nomi, un'idea interessante su carta, e poi? Gypsy è un viaggio ai confini della sessualità e dei suoi misteri. Se non sei Ozon, rischi di smarrirti. (5)

Il wrestling è sempre stato un momento di coesione tra fratelli. Don't try this at home, dicevano, ma nessuno badava alle avvertenze. I videogiochi a tema, i giocattoli con tanto di ring e la raccolta di figurine, i Funko Pop dei lottatori. Sui canali italiani lo si incrocia meno, ma mio fratello fa le ore piccole seguendo Royal Rumble e compagnia bella, così come io seguo, a febbraio, la notte degli Oscar. L'ennesima produzione Netflix, Glow, è la storia vera di una manciata di donne alle corde. Siamo negli anni Ottanta di Red Oaks, fluorescenti e inflazionati fino alla noia. La protagonista, una bravissima Alison Brie, è un'attrice che non riesce a sfondare: tutt'altro che amabile, è pronta a tradire e tradirsi. Perde la sua migliore amica, dopo essere finita (due volte) a letto col marito, ma trova un ruolo che non aspettava: apprendista lottatrice in uno show di wrestling al femminile. Glow si vede in pochissimo, e nel mentre si ride di gusto. Non ha grandi pro né grandi contro. Netflix si è data alle cancellazioni bastarde e, onestamente, ho cercado di seguirla senza affezionarmici troppo. La serie delle produttrici di Orange is the new black mostra l'allenamento semiserio, la graduale formazione di una squadra affiatata, la ricerca dei costumi sfavillanti e dei personaggi vincenti. Il pubblico deve schierarsi. Il pubblico deve lottare con loro, pur sapendo che ci si picchia, ma per finta – le lottatrici raccontano coi loro corpi le tensioni della guerra fredda, l'amor di patria, la lotta al terrorismo. Non lo sai che è tutto finto? Non lo sai che in camerino hanno una sceneggiatura da sfogliare? Saperlo, da bambino, è stato come scoprire che Babbo Natale non esisteva. Ho iniziato a farci caso un giorno: ai pugni che non centravano il bersaglio, ai rumori dei cazzotti simulati battendo forte i piedi, ai ruoli scritti troppo e male. Con Glow, che eppure svela trucchi e retroscena, qui e lì ho ricreduto a Babbo Natale. (6,5)

26 commenti:

  1. Ho guardato tre puntate di Gypsy e a parte la bellezza e lo stile di Naomi Watts ci ho trovato davvero poco. Continuo o mollo? Perché, a dirla tutta, mi pare abbia poco da raccontare. Sto cercando il telefilm dell'estate, ma niente (ho recuperato The night manager, quello mi è piaciuto, parecchio!).

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    1. Onestamente, abbandona. Non decolla e finisce con immancabili puntini di sospensione. Dati i costi, che immagino elevati, e date le cancellazioni frequentissime, secondo me non dura.

      The Night Manager non l'ho visto (colpa di Hiddleston, che non sopporto?), però anch'io sono in cerca di serie belle. E' una comedy, fa un po' il verso ad Allen, ma sto adorando Master of None. :)

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    2. Io il manager te lo consiglio. Master of none volevo provarlo, ma in giro faccio fatica a trovarlo (mi toccherà iscrivermi a Netflix? Perché mi pare sia Netflix pure quello).

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    3. Sì, sempre Netflix. O fai il mese di prova, o cerchi meglio: non ho controllato, ma penso ci sia, anche se i link li mettono e li tolgono. Una noia.

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    4. Stavo seriamente pensando al mese di prova, ultimamente trovo con fatica.

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    5. Fai un mese di prova tu.
      Un mese tua mamma, un mese tuo padre.
      Un altro tuo fratello.
      Tanto non serve che un indirizzo email, ahahahah!

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  2. Pienamente d'accordo su Glow, serie che non eccelle né in positivo né in negativo ma complessivamente piacevole.
    Gli altri due mi mancano ma in realtà non mi ispirano neanche.
    Sono in un periodo di stallo, alla ricerca di una buona serie da iniziare... consigli? ;)

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    1. Bojack non ispirava neanche me, ma è una gran cosa.
      Dando anche un'occhiata alle nomination agli Emmy, Big Little Lies, The Handmaid's Tale e This is us (non ricordo quali hai iniziato e quali no, però). :)

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    2. Alla fine mi arrenderò a Bojack :)
      Big Little Lies visto e molto apprezzato come anche This is us, mi manca solo The Handmaid's Tale ma, non è ancora uscito in Italia vero (si trova solo sub ita)?!

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    3. Sì, purtroppo della messa in onda italiana nessuno parla ancora. Un gran peccato!

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  3. Non riesco a pensare a BoJack Horseman senza scomodare parole come capolavoro. L'animazione televisiva per un pubblico adulto al suo meglio, capace di mescolare ironia e malinconia come nessuno.
    Sto guardando "Glow", va a momenti, ma per sono (sono a metà) sto faticando più di quanto avrei previsto di fare con una serie così. Cheers!

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    1. Ah, come non concordare? Purtroppo, però, di animazione per adulti ne so troppo poco per darmi ai paragoni e ai paroloni (che Bojack sì, meriterebbe sulla fiducia). Aspetto con ansia il ritorno, a settembre.

      Glow lo avrò visto in due, tre sere. Fortunatamente non mi ha affaticato, ma resta pochino a fine visione. Carina quanto basta, se basta.

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  4. Patalice sottoscrivi netflix
    Patalice sottoscrivi netflix
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    1. Io, ti dirò, solo ultimamente ho ceduto - ma condividiamo un account in millemila persone.
      Facevo anche senza, ma shhhh.

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  5. Felice che anche tu sia diventato un fan del mitico BoJack Horseman. ;)
    La serie animata e animale perfetta anche per chi non è un patito di serie animate e animali.

    Sarò uno dei pochi al mondo ad averlo apprezzato, ma a me Gypsy è piaciuto parecchio. L'ho trovato pure molto sensuale, per merito di un'irresistibile Sophie Cookson, oltre che di un'ottima Naomi Watts. So già che sarò l'unico a dispiacermi per la sua molto probabile cancellazione, ma pazienza...

    Pure Glow l'ho adorato decisamente, e sì che io il wrestling lo odio. Per me una serie divertente, ma anche dotata di una sua profondità. E non l'avrei mai detto.
    Alison Brie è da nomination agli Emmy il prossimo anno (quest'anno spero non sia stata presa in considerazione soltanto perché la serie è uscita troppo tardi).

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    1. La Brie bravissima, sì (nonostante io ODI la sua Diane, in Bojack), ma a me Glow ha ricordato troppe cose passate. Insomma, gli manca quel guizzo. Poi, veramente, basta anni Ottanta. Mi faranno schifare pure Stranger Things?

      Gypsy, non so, l'ho trovata davvero una cosa da ABC o CW. Tipo Ringer, con l'ex "Buffy, ma la cancellazione di quello già mi aveva lasciato un po' così... Insomma, anche qualitativamente mi aspettavo qualcosa di più. Sophie Cookson e i suoi balletti meritavano, però ha tanto da imparare. Naomi sarà felice di darle ripetizione private. :)

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  6. Bojack parte in sordina, ma seconda e terza stagione sono pazzesche. :-)

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    1. La seconda, nonostante le abbia viste praticamente tutte di fila, è la mia preferita. La terza, ti dirò, mi ha perso all'inizio - l'episodio "in fondo al mare" è geniale, un po' alla Lost in translation, ma mi ha annoiato -, però il finale renderà il ritorno a settembre mai abbastanza vicino. :)

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  7. BoJack lo recupererò appena i bimbi tornano all'asilo, mentre Glow spero di vederlo prestissimo: in fondo il wrestling è roba mia. ;)

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    1. E a Babbo Natale e company, appunto, già ci credi.
      Peccato per il già visto.

      Bojack lo adorerai.

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  8. Glow e Gypsy le guarderò a tempo perso perché mi ispirano un pochino, ma allo stesso tempo non mi convincono molto, mentre BoJack Horseman devo assolutamente iniziarla perché sono mesi che ne sento tessere le lodi!

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  9. Bravo che ti sei visto anche tu Bojack, che dalle risate, fa passare velocemente in lacrime amare, chi lo poteva dire su un cavallo?
    Gipsy resta lì, che se lo cancellano manco lo inizio, Glow lo aspettavo più glitterato e scintillante, qua e là mi sono annoiata e non tutto mi ha preso a dovere. Bravissima, però, la Brie e impressionante la ricostruzione anni '80 davvero anni '80.

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    1. E sono anche arrivato a Modena, ieri, con l'adorabile Dev di Master of None!

      Tralascia Gypsy, mentre poco entusiasmo anche per me per Glow.

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  10. a mio modo di vedere Bo Jack nel suo contesto è una specie di capolavoro ... e chi mi ha abbastanza emozionato cogliendomi di sorpresa ...

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