Chi
salta può cadere, ma potrebbe anche volare. Abbattete
i muri.
Titolo:
Requiem
Autrice:
Lauren Oliver
Editore:
Piemme “Freeway”
Numero
di pagine: 336
Prezzo:
€ 17,00
Sinossi:
Mi
chiamo Lena e sono infetta, perché mi sono innamorata di Alex in un
mondo in cui l'amore è considerato una malattia, e come una malattia
viene curato. lo e Alex siamo scappati, ma poi ci hanno separati. Io
sono andata avanti, ho incontrato Raven e gli altri ragazzi della
Resistenza. Ho imparato a combattere per quello in cui credo, a
lottare per essere davvero me stessa. E ho incontrato Julian che è
il ragazzo più dolce del mondo e mi vuole con sé. Poi però Alex è
tornato, quando pensavo di averlo dimenticato, quando mi ero convinta
di riuscire a fare a meno di lui. E ora, mentre il mondo attorno a
noi cade a pezzi, io sto male, e penso che forse avevano ragione
loro: l'amore è davvero una malattia!
La recensione
L'ultima
domenica di gennaio l'ho trascorsa in compagnia dell'ultimo volume di
una trilogia che ho amato tanto, e a lungo. Per due anni, o
qualcosina di più. C'era una certa simmetria, in quella giornata di
pioggia senza fine e lampi lontani. O almeno, la scorgevo io, sui
vetri rigati dall'acqua e tra pagine che scorrevano lentamente, come
quella pioggia tardiva nelle grondaie. Ma a me, in realtà, piace
ricercare sempre piccole simmetrie, ovunque: solo così mi sembra che
per tutto ci sia un disegno superiore; solo così mi illudo di
riuscire a trovare un posto nel mondo tutto per me. Ho avuto
Delirium, in libreria, per mesi. Ho aspettato che arrivasse il
momento giusto, ho aspetto l'avvicinarsi del mio diciottesimo
compleanno; poi l'ho letto. Sulla Oliver – un'autrice che non
conoscevo, ma che avrei imparato ad amare e odiare a giorni alterni -
era ricaduto l'importante compito di scortarmi in un'irripetibile
fase di passaggio. Era diventata, così, la mia madrina: testimone
silenziosa dei preparativi di una festa tra amici che mi aveva
inutilmente logorato i nervi e prosciugato le forze; mia personale
traghettatrice verso le ultime spiagge dell'adolescenza. Pensavo,
allora, che tutto sarebbe cambiato e che del vecchio me non sarebbe
rimasta che l'ombra di un tempo. Pensavo, allora, che sarei diventato
grande in un colpo solo. Dovevo fare diciott'anni, ma quelli,
paradossalmente, erano i pensieri di un bambino piccolo. I grandi,
infatti, lo sanno bene: sanno che non si cambia mai per davvero. In
quell'aprile di dubbi e ansie, l'ho iniziato a sospettare per la
prima volta. Nel marzo dell'anno successivo, galeotto il Chaos più
affascinante che si potesse immaginare, l'ho saputo con
certezza. Io ero rimasto lo stesso, e la stessa era rimasta Lauren
Oliver: una dolorosa, superba garanzia. Per conoscere la fine della
sua distopia, ho dovuto aspettare meno del previsto: il nuovo anno mi
aveva portato l'ultimo capitolo sul palmo della mano, generosamente
in anticipo. Le campane da poco avevano rinunciato a svegliare tutti
con l'allegria, spesso fastidiosa, dei canti natalizi, e ora era
tempo di Requiem. Il titolo non diceva niente. Il titolo
diceva tutto. Bisognava stringersi nei banchi di legno gelido e
prestare attenzione all'ultima liturgia: i toni funesti, fatali e
luttuosi di una messa funebre. Ero pronto al peggio, aspettavo il
meglio. Ho trovato una Oliver altra, diversa da come l'avevo
lasciata. Forse un po' stanca, perfino. La sua voce spaccata in due,
come davanti a un bivio impossibile da aggirare: un sentiero verso
l'inferno, un altro verso il paradiso. Ma come riconoscerli, come
distinguerli? Nessun angelo a indicare il cammino corretto, sotto la
fulgida luce della provvidenza. Nessun diavolo visibile da cui
fuggire a gambe levate, saggiamente. Troviamo due punti di vista
diversi e uno sguardo nuovo sul contagio.
Hana Tate – la migliore
amica di Lena - è salva, è imperturbabile, è lontana: i ricordi
della sua ultima estate di libertà a Portland e l'orribile rimorso
di un segreto che non riesce a confessare nemmeno a sé stessa fanno
capolino appena, tra le nebbie della sua mente tirata perfettamente a
lucido, come fosse un'altra delle superfici immacolate e bellissime
della sua futura villa. Quella Hana che si deve sposare, che ha
subito la procedura, che sorride a comando, ma che – pur nelle fila
dei Curati – appare più viva e umana della protagonista stessa,
per la maggior parte del tempo. Risulta, infatti, più intrigante la
sua voce che quella di Lena che, dopo due libri, è familiarissima,
ma anche un po' noiosa. Come se non avesse più nulla da dirci su sé
stessa. Nel punto di vista della protagonista di sempre, poca
introspezione: racconta le sue esperienze in prima persona, ma con
monotonia, descrizioni oggettive e fredde, senza lirismo di nessun
tipo. Sembra una narratrice esterna - nel modo in cui descrive assedi
e spedizioni, fughe e scontri; nel modo in cui parla troppo degli
altri e raramente di sé. Non c'è il suo solito io,
forte, egoista, assoluto. E' rigida, schematica, meccanica, confusa
e, stranamente, risuona più robotica la sua voce che quella della
sua amica così lontana. C'è più metodo, in Hana. Più ordine. Lena
è un proliferare di sensazioni opposte, fastidiose. L'altra
protagonista, invece, tra stanze vuote e segreti inquietanti, si
trova a vivere nella più pericolosa delle favole - quella di
Barbablù – e in una casa in cui, come nel capolavoro di Daphne du
Maurier, aleggia l'ombra di una prima moglie, messa misteriosamente a
tacere. Dovrebbe essere un'automa, ma ha sentimenti che la cicatrice
della procedura non ha annullato: nel suo petto, il suo cuore
continua a pulsare forte, anche se – con i suoi battiti – rischia
di mettere in allerta orecchie sospettose.
Lei è l'omino di latta di
Oz in abito nuziale, è impeccabile. Lena, invece, vive nelle Terre
Selvagge, in un luoghi sporchi e desolati in cui sopravvivere è una
lotta continua contro la fame. Quegli scenari sembrano saccheggiati
dalla realtà, dai campi rom, dai barconi della speranza. Ciò che è
selvaggio non è allettante, ma difficile. Perché la libertà ad
ogni costo è anche quello. E Lena lo pensa, mentre anche noi ce lo
chiediamo sottovoce... E se l'amore fosse davvero una malattia. E se
fossero più zombie quei manipoli di ribelli – sfollati come
terremotati, senza aiuti e senza più speranze – che i curati, coi
loro completi puliti e i loro sorrisi cordiali da pubblicità?
Insieme all'amore, una semplice e ordinaria operazione potrebbe
rimuovere l'odio, la gelosia, il dolore. La capacità di
fare
del male, la capacità di farsi del male. La Oliver, in tre libri,
parla di tre lati di uno stesso cuore – anche di quelli nascosti
nel conforto dell'ombra. Nel caso di Requiem,
coerentemente, parla anche dei più brutti. Lena si è innamorata di
Alex: il suo primo, grande amore è stato un dolce tormento. Poi ha
corso, ha sofferto, ha urlato, ha combattuto il dolore insieme al
delicato Julian, mentre tutto sembrava perduto. Il passato, quando
pensava di averlo sepolto, è ritornato per lei: si è sollevato da
terra, nel sangue e nella sabbia, e ha percorso chilometri e
chilometri per raggiungerla, pensando di trovare sollievo a tutta
quella sofferenza tra le braccia di una ragazza che, ormai, si era
messa l'anima in pace. In questo terzo romanzo si parla di Lena e
della sua scelta; di un inevitiabile triangolo sentimentale che, per
quanto intelligente, l'autrice non ha saputo o potuto aggirare.
Requiem non
mi ha addolorato, non mi ha intontito: non mi è piaciuto al pari dei
precedenti volumi. Non è mai un peso, scorre alla perfezione, ma
esattamente che dice per 200 pagine e oltre? La Oliver, come la Roth
in Insurgent,
intrattiene non dicendo niente, argomentando sul nulla - sarà che
vogliamo un bene dell'anima ai suoi protagonisti, sarà che la sua
trilogia ha rappresentato tanto per tanti, sarà che è brava e che
il suo talento è lampante da sempre.
Mi è sembrato, tuttavia, che
non sapesse come farlo finire: non sapeva cosa fare di Lena e del suo
mondo matto. La sua prosa è scorrevole, elegante, ma tra le righe –
questa volta – ho percepito una certa difficoltà, fastidiosa come
un ospite sgradito. I suoi personaggi, due libri fa, le avevano detto
ciao. Quello era un addio definitivo. La conclusione, invece, così
definitiva non lo è. Lo sciogliemento non è studiato con la
consueta lucidità che, spesso, ho scambiato per sadismo gratuito.
Non c'è premeditazione, non c'è un piano. Giungere a quella fine è
un colpo di stato, una presa di forza: si prende un martello, un
bastone, un osso e si distrugge quello che non va. Con furia, rabbia,
qualche sorriso di speranza. Lei distrugge, insieme ai suoi
personaggi, tutte le sovrastrutture che ha creato, abbatte ogni
relazione e intreccio, spiana a forza l'eccessivo, il superfluo,
l'aggiunto. Non si crea mai una perfetta livellatura, ci sono crepe e
spuntoni, i segni forti di una violenza, eppure sembra giusto così.
Anche perfetto. Per tutta la lettura, sono andato in cerca di
un'immagine che mi rimanesse impressa: in Delirium,
la parola Amore tappezzava le pareti di roccia, la “o” diventava
la bocca di un tunnel verso la libertà; in Chaos
si
iniziava con una corsa cieca verso l'ignoto, passo dopo passo, e con
la costruzione di una torre, altissima, d'indifferenza e gelo. Per
tutta la lettura, mi sono chiesto di questo cosa avrei ricordato.
L'illuminazione è arrivata all'ultimo capitolo, il colpo di scena è
giunto all'ultima pagina: avrei ricordato quelle parole, tenuto a
mente quella scena. Quei passi che, tanto belli, valevano più di
un intero libro, purtroppo, deludente. L'epilogo, vago e universale, è
quello di una fiaba. Fa di Requiem
una
parabola. Peccato per le parole di troppo, per le pagine in più, per
alcune dinamiche senza importanza alcuna. Lauren viene a tirare le
fila, a sciogliere tutti i nodi, a salvarci da quella collana di
perle e parole che poteva stringerci la gola fino alla morte. Parla
Lena, ma io so che era lei. Era il suo congedo, il suo chiederci
perdono per tutto, prima di dirci – alla pagina successiva –
grazie per esserci stati. La dea Lauren Oliver – che a lungo ha
giocato con la vita e la morte dei suoi figli – si scopre meno
memorabile e, nel bene e nel male, più clemente. Una Oliver
imperfetta, dunque, ma comunque da leggere: non sarebbe giusto, infatti,
lasciare Lena, Hana, Alex e Julian sospesi per l'eternità. Avevano
bisogno di un finale che fosse loro. L'autrice che ha frantumato
milioni di cuori, infine, sceglie di frantumare barriere. E invita i
suoi lettori a fare altrettanto, nell'ultima pagina. Un'ultima pagina
da fotografare, da incorniciare, da ricordare, insieme all'imagine di
una sposa che va chissà dove e di un ultimo, sfuggente bacio tra le
macerie. Intorno a me, a fine lettura, mucchi di libri come mattoni
divelti: ho scavato un buco tra i dorsi dei volumi più disparati,
affinché Requiem
potesse unirsi agli altri lavori della sua creatrice. Ora ha il suo
posto. Li vedo tutti insieme, lì, e capisco che un'altra cosa ha
avuto fine, nella mia vita. Una fine che, per Lena, è un
altro inizio.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Jovanotti – Tutto l'amore che ho
Sono completamente d'accordo con te, non fosse stato per quegli ultimi capitoli e per quell'ultima pagina (Poesia pura) sarei rimasta veramente delusa da questo libro.. chissà forse la Oliver non ha avuto il coraggio di essere spietata fino in fondo ;)
RispondiEliminaAnche secondo me. Sotto sotto, ma proprio sotto sotto, ha un cuore anche lei. Ma - come sai - avrei preferito che fosse un tantino più cattiva: avrebbe reso questo ultimo libro più memorabile :)
EliminaSono curiosissima di leggere il finale di questa distopia. Da altre recensioni, scritte da chi ha avuto la fortuna di leggere Requiem anche in lingua, traspare una certa delusione, tranne che per il finale....ho paura adesso di leggerlo...e se poi non mi piace?
RispondiEliminaProva! Il finale è bello, il resto un po' meno. Da leggere, comunque, per completare il quadro,
EliminaA me è piaciuto tutto, anche quando sembra non succedere niente. Ho vissuto ogni pagina come preparazione del finale che ha aperto nuovi inizi ai personaggi della serie.
RispondiEliminaA me, questa volta, non è piaciuto nemmeno particolarmente lo stile della Oliver. In altri casi, avrebbe potuto intrattenere con un niente, questa volta un po' meno: il finale salva tutto.
EliminaNon ho ancora l'ultimo libro, ma ho amato moltissimo gli altri due.
RispondiEliminaOrmai dalla Oliver mi aspetto di tutto: l'avevo conosciuta per la prima volta con E finalmente ti dirò addio, con il quale mi è entrata nel cuore.
I primi due libri sono magnifici. Sembra che quest'ultimo lo sia un po' meno, ma non vedo l'ora di poterlo leggere lo stesso. Forse, non avendo troppe aspettative, arrivando preparati, non rimarrò troppo delusa.
Ultima cosa: non amo leggere le recensioni di libri che non ho ancora letto, in genere basta una parola, una mezza frase per rovinare un libro. Quindi ti faccio i miei complimenti perchè dalla tua recensione non si intuisce nulla della trama ma sono convinta che, una volta letto anche io, capirò e tutto sarà chiaro e al suo posto!
Grazie mille, Deoris. Mi fa piacere che tu l'abbia notato :3
EliminaIn effetti, è una cosa che faccio sempre. Inserisco elementi dei libri nelle mie recensioni, sempre, ma implicitamente. Piccoli tasselli che, a fine lettura, ogni lettore potrà mettere al proprio posto. Hai colto nel segno.
Io della Oliver ho letto tutto tutto, mi manca solo il secondo libro "per bambini" pubblicato nella collana Il battello a vapore (:
Ti dirò, a me Requiem è piaciuto più di Chaos... Certamente non ai livelli di Delirium, che avevo trovato perfetto, ma pur sempre un ottimo romanzo :') Ricordo che un anno fa, quando terminai la lettura, restai profondamente spiazzata dal finale con cui la Oliver ci salutava. A mente più fredda, però, riconobbi che la storia non avrebbe potuto chiudersi in altro modo... Ritengo sia stata abbastanza coerente su tutta la linea.
RispondiEliminaCiao Aria! Aspettavo il tuo commento: so che a te, in effetti, è piaciuto molto e sono contento non ti abbia deluso. A me già ieri, a caldo, quel finale è sembrato ottimo. Magari, col passare dei giorni, assimilerò meglio anche alcuni elementi dell'intreccio che non tanto mi sono andati giù :/
EliminaNon sei stato l'unico a non apprezzare totalmente Requiem, tanto che la Oliver si è sentita quasi in dovere di spiegare le ragioni delle sue scelte in un video xD
EliminaLo guarderò, grazie! ^^
EliminaBeh alla fine gira e rigira la pensiamo proprio nello stesso modo, finale a parte :P diciamo che io sono stata un po' più cattiva (?) XD
RispondiEliminaA me non è piaciuto neanche quel benedetto finale... neanche un po'. Come hai detto tu, la Oliver sembrava in difficoltà... e noi lettori non abbiamo davvero potuto fare a meno di notarlo. Inoltre, altra unica differenza tra i nostri pareri, io mi sono annoiata per quasi tutto il libro. Non era una di quelle noie (?) da sbadigli, era una di quelle noie da "ma dunque?" una di quelle noie che mi faceva distrarre e prestare poca attenzione :/
Uff y__y che delusione... non me lo aspettavo proprio!
Continuo a pensare inevitabilmente ad Allegiant e alla piccola meraviglia che è... e più ci penso mi più mi sento delusa da Requiem e dalla Oliver :/
Tu sei stata perfida * risata malefica *
EliminaIo so, invece, che - tra un anno - supererò la parziale delusione e, magari, mi piacerà un po' di più :)
Yeah perfida è la parola giusta XD pensa che dopo averlo finito ho pensato "sono sicura che ci sono fanfiction scritte meglio" XD
EliminaMmm non so... io invece sento che col senno di poi, la delusione sarà solo più grande XD
Denise e il suo pessimismo cosmico, ahahahah :D
EliminaCiao caro, io purtrp devo ancora leggere Chaos e comprare Requiem e già tremo al pensiero di quello che mi aspetta, ma sono contenta che cm dici tu qst volta la Oliver sia stata indulgente e non sadica fino al midollo. Non potrei reggerlo, gia Delirium e Finalmente ti dirò addio mi avevano lasciato ko. Buona giornata. xoxo
RispondiEliminaEh, ma sono entrambi indimenticabili, nella loro crudeltà infinità :P
EliminaAlla prossima!
Solo tre stelline, sigh. Io ho aspettato che uscisse questo libro per leggere tutta la serie, ma ho già visto alcuni pareri non proprio super entusiasti. Spero che questo non mi smonti come è successo con Matched xD
RispondiEliminaIo voglio finire Matched :'(
EliminaPersonalmente non ho iniziato questa serie perché non mi ispira molto.. Non so, secondo te dovrei cominciarla?
RispondiEliminaSecondo me, sì. Prova il primo: la nuova edizione, in versione cartonata, costa giusto nove euro. Tentar non nuoce. Il primo è ottimo :)
EliminaSono contenta che almeno il finale ti sia piaciuto, per me la Oliver non avrebbe potuto concludere la serie in modo migliore!E' passato quasi un anno da quando l'ho letto, ma ricordo ancora bene quelle meravigliose ultime pagine che mi sono ormai rimaste nel cuore :)
RispondiEliminaSo che resteranno anche nel mio, Juliette.
EliminaBellissime.
Ecco, adesso so che è ufficialmente una trilogia da leggere: finale compreso, malgrado gli inevitabili difetti! ;D
RispondiEliminaDevi leggerla, Sophie. Devi!
EliminaProbabilmente tornerò a rileggere la tua splendida recensione quando avrò letto il libro e non soltanto le ultime pagine (dannatissima curiosità!). Mi sento già malinconica per dover dire addio ad un'altra serie ma quel finale aperto con Lena che si trova davanti ad un nuovo inizio mi lascia pensare che la Oliver abbia in serbo ancora qualcosa, magari una novella... lo so che quella donna ha in mente QUALCOSA.
RispondiEliminaLo speriamo tutti :D
EliminaMmh...non so se lo leggero' :\ la tua recensione è stupenda come sempre ma il libro non mi convince XP però sto leggendo Noi siamo infinito (in inglese ^^) diciamo che è un po' merito della tua lettera a Charlie :P
RispondiEliminaCiao Francy ^^
EliminaGrazie mille. Tanto amore per Noi siamo infinito: spero ti piaccia (:
Conplimenti vivissimi, Mike!! Le tue recensioni mi lasciano sempre senza fiato :D
RispondiEliminaAmo profondamente la Oliver e, sebbene nn abbia ancora letto Requiem, nutro la speranza ke possa nn dekudermi ;)
Buona serata e buone letture!!
A rileggerti... :D
Grazie mille, Gresi! *-*
EliminaAvevi ragione, il finale vale l'intero libro, tuttavia non riesco a non considerarlo un libro di passaggio, ad aspettarmi qualcosa di più.
RispondiElimina(Y)
EliminaSolo 3 stelline?? sai che da questo libro mi aspettavo molto di più!!
RispondiEliminaIo sono ferma al primo, e se devo dirti la verità non ho neanche tutta questa voglia di continuare!! Spero che questo periodo mi passi!! voglio provare ad andare avanti!!
Bella recensione!
Grazie, Mary :)
EliminaCiao! Ho appena terminato la lettura. Ho divorato questo libro in meno di 3 giorni, eleggendolo inconsapevolmente come mia unica ragione di vita per questo lasso di tempo, me ne rendo conto solo ora :). Ho amato questa saga con tutto il cuore, ma non posso negare che il finale di Requiem mi abbia delusa tantissimo. Mi aspettavo un qualcosa di più concreto, tutte le risposte alle mie innumerevoli domande... Non ho mai potuto sopportare i finali aperti, sento l'impellente necessità in ogni libro che l'autore mi dia una guida, un percorso da seguire per interpretare il suo punto di vista. E invece nulla. Chissà come si concluderà la storia tra Julian, Alex e Lena; chissà se le strade di Lena e Hana riusciranno mai a rincrociarsi; chissà cosa penserà la madre di Lena di Grace. Chissà, chissà, chissà. Non mi resta altro che dare libero sfogo alla mia immaginazione. Nonostante questo, ho amato questa saga sino all'ultima parola, ridendo, piangendo, commuovendomi, immedesimandomi negli incredibili protagonisti. Grazie Lauren, davvero. I valori che questa saga mi ha comunicato mi accompagneranno per sempre: il coraggio, la passione, il senso di libertà. Ecco, mi sono sfogata! A proposito, vivissimi complimenti per la bellissima recensione ;).
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