domenica 20 gennaio 2013

Mr. Ciak #1: Anna Karenina

Buona domenica a tutti, amici miei! Reduce da una settimana pesantissima, ne approfitto di qualche ora di tempo libero per presentarvi una nuova rubrica del blog. Il tema? Il cinema! Come vi avevo anticipato nella recensione di The Impossible (qui) abbiamo davanti un 2013 ricco di bei film, tratti da libri e non, e la tentazione di parlarne con voi è sempre forte. Il vostro Mr. Ink, così, per un paio di volte al mese, si trasformerà in Mr. Ciak (ringrazio tantissimo la simpatica Sonia di Cuore d'inchiostro per avermi suggerito il nome!) e, dal mondo dei libri, le recensioni si sposteranno a quello parallelo, e altrettanto amato, dei film. Ad inaugurare questa nuova serie di appuntamenti, un film in uscita a Febbraio nelle sale italiane, ma già disponibile, in alcuni Paesi, in DVD. L'atteso Anna Karenina, il cui omonimo romanzo è ritornato nelle librerie qualche settimana fa in una splendida e curatissima edizione edita dalla Garzanti (qui la scheda), al prezzo vantaggioso di € 9,90. Buon pomeriggio, M ;)
 
Non si chiede il perché dell'amore... 
                                                    La recensione 
Portare sul grande schermo un capolavoro monumentale e celebrato non era cosa da poco. Farlo avendo a disposizione appena due ore era impossibile. Eppure, vedere sulla carta il nome di Joe Wright non mi ha fatto dubitare un solo secondo della riuscita finale dell'opera. Dopo essersi cimentato con Ian McEwan e Jane Austen, l'eccellente regista di Espiazione ed Orgoglio e pregiudizio, acclamato all'unisono nei suoi precedenti lavori da critica e pubblico, incontra un altro mostro sacro. Forse, ancora più grande e autorevole dei precedenti. Tolstoj. L'ultima trasposizione cinematografica di Anna Karenina sembra risentire – è vero - dei diversi tagli apportati alle 800 e passa pagine del romanzo originale, ma vederlo risulta un'esperienza straordinaria, non tanto per il cuore quanto per la vista.
Sontuoso, ricco, attento ai dettagli e alla fluidità dei passaggi da una scena all'altra, si avvale di una colonna sonora impareggiabile, della mano di un regista la cui classe è ormai assodata e di un cast originale ed eterogeneo, al cui servizio vi è una sceneggiatura semplificata ma efficace e un lavoro scenografico ai limiti della perfezione. I protagonisti, belli come i protagonisti di un quadro, si muovono all'ombra di uno scenario, infatti, che è una vera opera d'arte. Un accurato lavoro di “trucco e parrucco” ci mostra un convincente ed invecchiato Jude Law e un angelico ed affascinante Aaron Johnson dai ricci biondo platino, ma la musa incontaminata di regista, coreografi e sarti è senza ombra di dubbio lei: Keira Knightley. Ogni volta che la vedo in un film ho come l'impressione che sia sbucata da un dipinto, lasciando vuota e disabitata la tela di un quadro antico. Pur non nel senso convenzionale del termine, è semplicemente bellissima. Gelida, altera, risoluta, regale come una duchessa d'altri tempi, lascia incantati e vittima di una sorta di timida reverenza; la si guarda ad occhi bassi, come con una regina di ghiaccio. La sua figura gracile e flessuosa è imbrigliata in corsetti di pizzo, in intrighi di collane di perle e in sottane ricamate ed infinite. Ha un metodo tutto suo di recitare, senza eccessi o esasperazioni. 
Con un approccio molto british è pacata sia nel dolore, sia nelle disperazioni dell'amore. Le urla sono soffocate dalla serietà sua e del personaggio a cui dà il volto, la passione scoppia senza troppe lamentazioni, le lacrime sono nascoste dalla veletta scura del suo cappello, l'ombra di un treno in corsa è un riflesso sulle gocce di cristallo del suo lampadario. La sua è una Anna piena di dignità e fierezza: matura, silenziosa, pacata e tragicamente umana. Aaron Johnson, giovane star in ascesa, dà il suo bel volto e quegli occhi glaciali che bucano lo schermo al personaggio dell'aitante Conte Vronsky, risultando capriccioso, convincente e degna spalla della Knightley, qui, nel suo terzo film con il regista. La radicale trasformazione del buon Jude Law, invece, notevolmente imbruttito e quasi irriconoscibile nel ruolo del fedele marito di Anna, non è all'altezza della sua parte, intensa ma trascurata. Della sua carriera politica solo accenni vaghi, del suo amore incondizionato e della sua fedeltà di vero borghese solo un sentore che sono perlopiù gli spettatori a trarre dalla suggestiva scena finale. Stesso discorso per la storia d'amore a lieto fine tra Kitty e Levin che, pur costellata di momenti dolcissimi e poetici, non si incastra perfettamente nel dramma personale dell'eroina eponima e della quale, non avendo letto il romanzo, non ho compreso la basilare rilevanza. Vittime necessarie, tuttavia, in una dignitosissima trasposizione che non poteva realizzarsi senza (perdonabili) imperfezioni di questo tipo. Non ci sono vuoti, momenti di stasi: tutti sono alle loro postazioni, tutti muovono i fili di un teatro, immaginario e non. L'elemento più sorprendente del film è l'audace messa in scena. Pur avendo le dimensioni di un kolossal, è girato quasi interamente in un teatro di posa e, come all'opera, i personaggi si muovono in perfetta sincronia, con grazia e musicalità, muovendosi su un palcoscenico che diventa all'occorrenza una sala da ballo, l'interno di un treno e di un ricco salotto, un prato in fiore... o l'ultima stazione. Di grande spettacolarità e impatto la patinata scena del ballo tra Anna e il suo Vronksy. 
Le altre coppie si immobilizzano letteralmente mentre, abbracciati in un romantico e passionale valzer, seguono le note dell'orchestra. 
Lui la solleva tra le braccia e tutto il resto sparisce. Si percepisce il desiderio tra i due, la passione distruttiva che scoppierà, l'urgenza di un bacio, l'imminenza del dramma. Stesso emozionante effetto nell'immagine di Karenin che, sullo sfondo dei palazzi del Cremlino, fa in mille pezzi la lettera delirante di una Anna ormai fiaccata, nel corpo e nella mente, dalla malattia. I frammenti volano in alto, poi si riversano su di lui come neve di carta pesta. Trattenuto, incessante, teatrale e raffinato, Anna Karenina è la cronaca vista e rivista di un amore disperato, ma che, sebbene arcinota, non rinuncia a regalare sorprese. Plasmato come un'opera d'arte, è un moderato climax di sentimenti; un trionfo di grazia e bellezza scandito dalle melodie del nostro Dario Marianelli e dalla peculiare cifra stilistica di Wright, la cui mano diventa sempre più riconoscibile di film in film e la sua “impronta” più profonda.
Il mio voto: 4/5


15 commenti:

  1. Sarà difficile per te riuscire a dare un voto in Cinquesimi, io ne uscirei pazza.
    Da grandissima fan di Joe Wright ho atteso ardentemente questo film e quando vedevo la data di uscita italiana essere posticipata ogni volta sempre più avanti ho sofferto sempre più. Per fortuna questa folle corsa sembra essersi fermata e finalmente il film è pronto ad uscire! Che dire, ho altissime aspettative e forse questo è un male.
    Che ci posso fare, d'altronde? Keira è maestosa, Dario Marianelli mi ha stregato anche in Atonement, Jude Law è un attore di bravura consolidata e il film è in costume. Sono solo alcun degli elementi che me lo fanno bramare ardentemente. Unica pecca è che missà non ho occasione di leggere il libro prima!

    Una curiosità, tu lo hai già visto in inglese?

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    1. Il libro ce l'ho in casa, ma non ti nascondo che non sono particolarmente impaziente di leggerlo: non ho un buon rapporto con i classici e la letteratura russa mi sembra particolarmente pesante :P Sì, l'ho visto in inglese. Davanti a tutti quei rimandi di cui parlavi anche tu, non ho resistito!

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    2. Io invece cercherò di resistere! Così come ho fatto con Cloud Atlas, Lo Hobbit e La migliore Offerta e farò con Les Misérables. Il fascino del cinema esercità su di me un potere troppo forte <.< Devo veramente darci un taglio ahaha

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  2. Io l'ho visto qualche mese fa, in anteprima al Torino Film Festival, ma la messinscena (pur suggestiva) non mi ha convinta del tutto, anche perché non è stata usata fino in fondo. Anche se io tiravo un sospiro di sollievo quando vedevo sparire palchi e quinte, confesso...

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  3. Questo è sicuramente uno dei film che sto attendendo di più. Dopo aver visto il trailer, i miei dubbi sulla sua trasposizione sono aumentati. Troppo scintillante luccichio. Leggendoti pensavo che avresti dato un voto maggiore invece un 3/5 mi sembra un "riuscito ma poteva essere meglio". Non vedo l'ora di vederlo pure io per poter giudicare, sperando che non mi rovineranno uno dei miei libri preferiti di sempre.

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  4. A me i film su Anna Karenina hanno un po' stufato, ne fanno in continuazione, uno non fa in tempo a dimenticare l'ultimo visto che ZAC ne esce un altro. Se ne sentiva il bisogno di questa ennesima rivisitazione?
    Cmq bellissima recensione come sempre Mr Ciak ^_*

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  5. Lo aspetto da tantissimo tempo!
    Adoro Keira in ognmi suo film, soprattutto nei già citati Espiazione e Orgoglio e Pregiudizio, e poi ci sono Jude Law e Aaron Johnson (amato terribilmente in Nowhere Boy!). Non sembra vero che si sono decisi a dargli una data di uscita anche in Italia!
    Spero di riuscire a leggere il libro prima di vedere il film!
    :)

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  6. Anna Karenina è uno dei libri che sto leggendo. Mi piace! Però il film non lo aspetto con ansia. Ho sentito pareri negativi a riguardo, soprattutto per il fatto di aver creato tutto il film come se fosse uno spettacolo teatrale (dentro al teatro quindi). Vedremo.

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  7. Che bravo questo mr Ciak!
    io il film lo sto aspettando da un po', soprattutto perché ho una passione segreta (come il segreto di pulcinella) per Jude Law :)

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  8. Anche se Joe Wright mi piace molto, ho un rapporto conflittuale con il collo di Keira Knightley che si estende verso l'infinito... anche per questo ancora non l'ho visto.
    Aldilà di questo (e del collo della Knightley), benvenuto Mr. Ciak!

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  9. Io ormai non riuscirò a leggere il libro di Tolstoj prima del film, ma sono ansiosa di vedere questa pellicola. La Knightley la reputo un'attrice molto brava, in ogni ruolo che interpreta, voglio proprio vedere come se la cava nel ruolo di Anna. Tra l'altro, è stata girata anche una fiction italiana in due puntate, se non sbaglio, di Anna Karenina. Il ruolo della protagonista è stato affidato a Vittoria Puccini e ora come ora non mi ricordo quando verrà trasmessa, però potrebbe essere interessante fare un confronto tra le due trasposizioni, che sono state fatte a breve distanza.

    Io non vedo l'ora di leggere la recensione cinematografica di Les Misérables, perché la farai, vero?

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    1. Se non sbaglio, la fiction è in uscita! Mi piace molto la scelta della Puccini... ha un tipo di bellezza molto simile a quello di Keira ed, inoltre, la trovo una delle attrici più brave che abbiamo! Aveva recitato anche la parte di Violetta in una serie ispirata alla "Signora delle camelie" :)Per "Les Mis", Oli... la recensione la scriverò sicurissimamente :D

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    2. Anche a me la Puccini piace molto, staremo a vedere! :)
      Sono già in trepidazione per la recensione!! :D

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  10. Oh, Dio. Ci credi che l'attesa mi sembra infinita? Davvero, è un anno che aspetto questo film, febbraio sembra non venire mai :(
    Io ho un rapporto di amore/odio con Keira... la amo come attrice -e la difendo strenuamente dalla gente che la accusa di essere inespressiva, spesso imbarcandomi in grosse litigate, ma questo è colpa della mia testardaggine a volermi mettere in discussione con degli sciocchi plebei... no, scherzo! solo sugli sciocchi plebei, però, la parte in cui la difendo è vera ;)
    e comunque. la odio perché è troppo magra. sì, lo so che non è un motivo plausibile, ma davvero fa impressione. non c'è un vestito che le cada bene, è secca come un bastone, mi urta la vista vederla.
    Il libro è un mattone, l'ho letto tipo cinque anni fa ed è stata una faticaccia... ad oggi non so se mi imbarcherei di nuovo in un'impresa del genere. Bella recensione, un bacio!

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  11. Sono venuta a ripescare e rileggere la tua recensione dopo che, finalmente, ho visto anch'io il film.
    Mi è piaciuto molto e concordo con te. Jude "Karenin" Law è stato bravo, forse un po' sottotono. Si capisce che è il vero borghese, che continua a rispettare i dettami, scritti e non, della società russa dell'Ottocento, ma il suo ruolo non è stato reso alla perfezione. L'interprete del Conte Vronsky l'ho travato, invece, davvero convincente. Giovane, bello e innamorato. La Knightley come sempre a suo agio (e bellissima) nei ruoli in costume. Una Anna pacata e poco esasperata, piena di dignità. Indimenticabile la scena del valzer e la reazione di Kitty.
    Unica pecca l'uso della lingua inglese. Perché far leggere al signore alla stazione un giornale scritto in cirillico e mettere parole russe nel teatro di posa e poi far comunicare i personaggi tra loro in inglese (le lettere e il gioco tra Kitty e Konstaintin)? Al massimo avrebbero potuto usare il francese, lingua colta usata dai russi alto-borghesi, o tanto valeva usare il russo e mettere i sottotitoli, tutto sarebbe stato ancora più veritiero.
    Audace la scelta di girare il film nel teatro di posa, che può essere letta come metafora per la falsità e l'apparenza che caratterizza la società russa. Devo dire che mi sarebbe piaciuto però vedere un po' più di sfarzo. Magari va meglio con la fiction in cui recita la Puccini.
    Le musiche molto belle.
    Ho finito! :D

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