venerdì 15 aprile 2022

Recensione: Qualcosa nella nebbia, di Roberto Camurri

| Qualcosa nella nebbia, di Roberto Camurri. NN Editore, € 17, pp. 170 |

Torno di nuovo a Fabbrico, fra le pagine del terzo romanzo di Roberto Camurri. A sorpresa scopro la città profondamente cambiata. Lo scenario quieto e riposante dell'esordio è stato smarginato dalla foschia. L'arrivo della sera, ora, getta ombre lunghe su luoghi un tempo rassicuranti; le montagne intorno, incombenti, generano un senso di claustrofobia; le porte dei fienili, murate, raccontano storie di morte e sopraffazione. Vuota e spettrale, sviluppatasi all'ombra di un pastificio invaso dai topi, Fabbrico funge da scenario per un gioco metanarrativo tanto torbido quanto affascinante, pieno di sesso e disagio.

Scrivevo e mai mi sarei fermato. Ero in preda a qualcosa di mistico, sconosciuto. Non avevo sentito la campanella suonare, la maestra alzarsi, il rumore delle sedie trascinate sul pavimento per allontanarsi dai banchi, il vociare tipico della fine delle lezioni. Non avevo visto la maestra avvicinarsi, le sue dita prendere il foglio. Qualcosa era scattato, irrazionale. Mi ero alzato dal banco, con le lacrime e il fiato corto, la pelle rossa, gli occhi spalancati, mi ero gettato addosso a quella supplente, le avevo strappato il foglio di mano, lo avevo stretto a me, non volevo lasciarlo andare. Era la cosa più bella del mondo, inventare e raccontare una storia.

Alla maniera dell'ultimo Donaera, Camurri abbandona l'intimismo dei suoi lavori precedenti per un intreccio a metà tra l'autofiction e l'horror. Qualcosa nella nebbia parla di uno scrittore di successo di nome Roberto, marito e padre di famiglia, che lavora a tempo pieno con i matti e ogni tanto, vittima di pensieri meschini, perde le staffe. Ma questa, no, non è un'autobiografia. Benché abbia ambientato laggiù tutti i suoi romanzi, il protagonista non ha mai messo piede in quel di Fabbrico: o così crede. Perseguitato dal richiamo dell'anonima cittadina di provincia – braccato, ispirato, condannato –, vi sembra legato da un misterioso patto mefistofelico. Impegnato in un tour in Olanda e alle prese con la stesura di un nuovo libro, sarà costretto ad affrontare i propri demoni per non perdere il filo della storia più importante: quella della sua vita.

Avevo racchiuso delle vite in una gabbia di vetro, l'avevo chiamata Fabbrico, l'avevo esposta nuda e fragile sotto gli occhi di tutti. Ero arrabbiato con loro perché avevo creduto alle loro parole, ero sicuro sarebbero bastate, non era così. Il buco tra lo stomaco e lo sterno si faceva di nuovo sentire, era ancora lì, c'era sempre stato. Non era la scrittura a riempirlo. Non erano gli applausi, il successo. Ero sconvolto, pensavo di essergli sfuggito.

Come se avessero vita propria, intanto, i personaggi di cui scrive vendono l'anima alla pulsioni peggiori. In questo spietato romanzo nel romanzo leggiamo così di Alice, soubrette ritornata all'ovile affamata di sadomasochismo; di Andrea, detto Jack, che annega i propri traumi infantili nel whisky; di Giuseppe, pazzo di Alice, che qualche volta si intrattiene a conversare con il fantasma del padre suicida. Sarebbe imperdonabile raccontarvi altro. All'apparenza confuso, Qualcosa nella nebbia è in realtà un loop pirandelliano abitato da personaggi legati dal filo di medesimo dolore e sciolti, infine, dall'incantesimo di una fattucchiera impermeabile alla pioggia. La costruzione della propria identità, nel coraggiosissimo Camurri, è una questione collettiva. E per mettere un punto alla seconda storia, in questo complesso sistema di scatole cinesi, è necessario prima assicurare una degna conclusione alla prima. Mi aspettavo una passeggiata nella Holt di Kent Haruf: ho trovato ad attendermi al barco, con un brivido di piacere, la Derry di Stephen King.

Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Promise - Silent Hill's Theme 

10 commenti:

  1. Bentornato!!!
    Sembra interessante, le storie di matti acchiappano sempre.
    Non conosco l'autore, gli dò una chance.
    Buone feste Michele!

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    1. Ciao Lory! Grazie mille, speriamo che l'assenza sia terminata. Come ti avevo anticipato, è stato un periodo di concorsi: ho fatto quello per le medie e quello per le superiori, entrambi in Piemonte, a dieci giorni di distanza. Non ce l'ho fatta col primo, ma il 4 aprile ho superato il secondo. Ora aspetto di conoscere la data dell'orale... Incrociamo le dita!

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  2. Ciao Michele, è sempre bello leggerti ♥
    Non ho ancora letto nulla di Camurri ma trovo intrigante questa confusione tra l esperienza reale dello scrittore protagonista e quella fittizia del suo stesso libro (se non ho capito male 😁😅).

    Ciao e buone festività pasquali 🙂

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    1. Ciao Angela, a rileggerci presto!
      Molto affascinante come romanzo, ma per me preferiresti la grazia dell'esordio: A misura d'uomo.

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    2. Grazie per il consiglio!!! 😉

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    3. Di nulla, a presto 👋🏻

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  3. Non lo so. Da una parte mi attira, dall'altra mi respinge.
    Sarà per quella copertina che in un momento sembra di vedere una cosa e poi un'altra. :)

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    1. Attrazione e repulsione, dunque? Descrivi alla perfezione il contenuto del romanzo, pur non avendolo letto. ;)

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  4. Mi piace pensare a un romanzo che presenta un'ambientazione in grado di esercitare una forza a tratti repulsiva, a volte attrattiva verso i personaggi tormentati che orbitano nel suo spazio vitale. In questo luogo dell'anima mi piacerebbe fare una passeggiata, Fabbrico mi sembra un luogo oscuro dal fascino irresistibile. Un saluto e leggerti è sempre un piacere :)

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    1. Buongiorno Aquila! Ti ringrazio, secondo me la luce inquietante di questa Fabbrico ti conquisterebbe. ;)

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