mercoledì 27 ottobre 2021

Recensione: La casa vicino alle nuvole, di Nickolas Butler

| La casa sulle nuvole, di Nickolas Butler. Marsilio, € 18, pp. 380 |

È al termine di una strada sterrata che sembra portare alla fine del mondo. La incorniciano il gorgogliare del fiume vicino, i vapori di una sorgente termale, le rocce aguzze delle montagne. Abbracciata dalla vallata e protetta da un silenzio impenetrabile, La casa vicino alle nuvole è un regno privato. Siamo in un Wyoming senza più cowboy né rancheri, preso d'assalto da capricciosi turisti in abiti griffati: viverci è diventato un lusso. Cole, Bart e Teddy lo abitano come operai, non come degni cittadini. Quando avranno abbastanza stabilità economica per mettere radici? Manovali di umili origini e dai caratteri agli antipodi, hanno fondato una società di costruzioni che fatica a ingranare. Finché l'algida Gretchen, donna d'affari sola al mondo e dai piani misteriosi, non li tenta con un progetto impossibile: costruire una casa in appena quattro mesi e consegnarle le chiavi entro Natale. In cambio riceverebbero assegni stellari. Cosa rappresenta per lei quel progetto? Per quale motivo altri costruttori si sono già tirati indietro? Nonostante la vista paradisiaca, il cantiere ispira una brutta sensazione: mette la pelle d'oca, come la casa infestata di un film dell'orrore.

Com'era possibile, si chiese, non possedere una casa, non avere risparmi, nessuna istruzione universitaria, nessun talento artistico, niente di niente – non una sola attestazione dei suoi quasi quarant'anni su questo pianeta –, eppure trovarsi laggiù, a costruire quel santuario sulle montagne? Quel divario a volte lo lasciava sbalordito e l'unico conforto che provava era che quella casa, in qualche modo, era anche la sua traccia, la sua eredità, benché il suo nome non fosse inciso su nessuna superficie, su nessuna pietra.

Cole, leader ambiziosissimo, non teme la sfida; Bart, una mina vagante dipendente da metanfetamine, si rifugia nelle droghe pur di incrementare le prestazioni lavorative; Cole, mormone e padre di quattro figli, è una voce della coscienza che nulla può contro la tracotanza. Perché sacrificare tutto – famiglia, salute, moralità – per un patto scellerato? Nella storia della True Triangle Construction i giorni prenderanno a confondersi in un'unica matassa indistinguibile. I ritmi diventeranno massacranti, le scadenze rigidissime: il romanzo è un conto alla rovescia, il tempo un tiranno e gli strumenti per raggiungere l'obiettivo, talora, sono illeciti. Come fronteggiare inoltre le giornate che si accorciano, i climi a picco, gli agenti atmosferici? Tratto da una vicenda realmente accaduta che ha dell'incredibile – ricorda un po' quella di L'incredibile storia dell'Isola delle Rose –, il romanzo è la cronaca di un'impresa d'altri tempi in cui il titanismo dei protagonisti sfocia in risvolti scioccanti: la neve è destinata a tingersi di rosso.

L'America è il più grande paese del mondo, a patto di non restare senza soldi.

Non fatevi ingannare dall'apparente gravità del tutto: La casa vicino alle nuvole è sì un'angosciosa parabola di rivalsa sociale, ma è soprattutto il quinto romanzo di Nickolas Butler. Entrato di diritto tra i miei autori del cuore, lo scrittore americano non delude le attese neanche questa volta: per me la sua voce continua a essere una coperta calda e morbida. Amici, soci in affari e infine complici, i tre protagonisti mettono le loro solitudini al servizio dell'avventura. Benché antieroici, conquistano grazie alla consueta umanità con cui vengono dipinti. È impossibile non tifare per loro, non coprire i loro orribili misfatti, non desiderare di proteggerli dal mondo circostante e soprattutto da loro stessi. Sboccati e chiassosi, ma dal cuore tenerissimo, contemplano il cielo stellato – in mutande, con una birra in una mano e una canna nell'altra – e si confessano sogni di gloria e fantasticherie di ricchezza. Uno di loro, ad esempio, vuole trasferirsi a Panama semplicemente perché il nome del paese ha un bel suono. Ciò che resta delle loro fatiche sono i ricordi, e lo scintillio commovente di una tomba lontana. Sporco eccezionalmente di sangue, l'ultimo Butler racconta di un'amicizia che minaccia di erodersi. Come si erodono gli animi, se mangiati dalla cupidigia; come si erodono le montagne. È una lotta contro il tempo, contro la morte, contro la Natura stessa, per erigere un sogno su misura. O forse un incubo?

Il mio voto: ★★★★½
Il mio consiglio musicale: Led Zeppelin  - Stairway to Heaven 

7 commenti:

  1. Ho questo autore in lista da tempo, e post come questo me lo fanno scalare sempre più in cima.

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  2. ho intenzione di recuperare i libri di butler che non ho ancora letto, tra cui quest'ultimo. son certa potrebbe piacermi.

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  3. Lo ringrazio e ti ringrazio ancora per Shotgun Lovesongs, davvero ottimo!
    Questo però rischia di essere ancora più fordiano dei suoi precedenti. Ma spero di no. :D

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    1. Nah, Butler resta sempre il solito: garantito!

      Ps. Ma Ford che fine ha fatto?

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    2. Da quel che so, la sua vita ha subito dei cambiamenti notevoli negli ultimi tempi e ha deciso di prendersi una pausa dal blog. Ho provato a convincerlo a tornare, ma per adesso non mi sta dando ascolto. :)

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