giovedì 17 giugno 2021

Recensione: Il buio non fa paura, di Pier Lorenzo Pisano

 
| Il buio non fa paura, di Pier Lorenzo Pisano. NN Editore, € 16, pp. 176 |

Sembrerebbe lo scenario di una favola d'altri tempi, fumoso ed indefinito, se non ci fossero piccole indicazioni a dare un passato a quel luogo: per il resto, un presepe in rovina con ancora i segni delle bombe lungo le strade crepate e una paura diffusa verso il nemico tedesco. Gli uomini, incorniciati dalle finestre, osservano tutto e tutti con sospetto. I fucili sempre a portata di mano, per ogni evenienza. Laggiù c'è violenza. Ma c'è anche tanta tenerezza, tantissima. Di questo si sono nutriti i protagonisti: tre fratellini di età diverse che condividono il letto a castello, le storie della buonanotte, le arrampicate su un vecchio faggio e le corse a perdifiato nei campi di granturco. Il loro idillio è guastato all'improvviso da un colpo di vento; dal sopraggiungere di un'oscurità così fitta da avere corpo, e mani. Il buio inghiotte la donna di casa, che sparisce all'improvviso senza lasciare traccia. L'hanno uccisa i lupi? I simpatizzanti nazisti? Il suo stesso marito? Pier Lorenzo Pisano, finalista presso quel Premio Calvino che sforna talenti su talenti, cerca le risposte sulle rive del ruscello; nel folto del bosco. Il suo è un esordio convenzionale, ad altezza bambino, caratterizzato da una lingua colta e infantile allo stesso tempo, intessuta di onomatopee, vezzeggiativi e incanto. A dispetto del linguaggio originalissimo, è la storia in sé a non serbare grandi sorprese. A sembrare già raccontata altrove, in variazioni sul tema ora più entusiasmanti, ora più deludenti. C'è una presenza mostruosa in paese. Gli animali vengono trovati barbaramente uccisi, le campane suonano a morto, i capifamiglia hanno conti in sospeso con il bosco.

Gabriele è quasi sotto le braccia nere, che gli si avvolgono attorno e lo sollevano piano, ma non ha più paura, non sente più nemmeno il freddo, e adesso che sono così vicini gli sembra di riconoscerla. Sussurra: ma’. 

Mentre il papà si sfoga accumulando cataste di legna, i piccoli si stringono in unico giaciglio e si fanno coraggio. Guidati da Gabriele, il fratello di mezzo, giungono presto a una conclusione tanto spiazzante quanto dolorosa: e se il mostro cacciato da tutti fosse proprio la loro mamma? Se il buio l'avesse fatta sua – un tutt'uno indistinguibile? Dalle parti di Sette minuti dopo la mezzanotte (senza la stessa devastante carica metaforica) e del film La madre (senza sprazzi horror), Il buio non fa paura racconta la goffa convivenza tra quattro piccoli uomini, impreparati all'elaborazione del lutto. E di una creatura alta come un albero, nera come la notte, che tuttavia ha le braccia accoglienti di un genitore. Si respira aria di fiaba e di tragedia. Ma non tutto, anzi quasi niente, viene chiarito in un epilogo che giunge troppo in fretta ma lascia sensazioni più durature del previsto. Sono i misteri della vita e della morte. E di alcune opere prime dalle ginocchia sbucciate, in cui l'originalità non è di casa, ma l'emozione – dei legami familiari, delle narrazioni di matrice orale – è un prezioso lumicino a cui affidarsi.

Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Roberto Vecchioni – I colori del buio

8 commenti:

  1. Non lo conoscevo, ma dalla trama sembrava una bella storia :)

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    1. Molto bella, anche se così sospesa da risultare un po' irrisolta.

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  2. Mi pare di capire che la storia non è originalissima ma almeno lo stile può essere intrigante!
    Una favola un po'dark; la trama stuzzica la curiosità.

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    1. Niente di nuovo, ma scritto molto bene. Perfetto per l'estate!

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  3. Il buio non fa paura?
    Pier Lorenzo Pisano, parla per te. XD

    Il libro mi sa di horror mancato, quindi probabilmente non fa paura. O forse sì?

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    1. Penso che non volesse essere un horror nella intenzioni. Ma non so, a tratti lo avrei voluto più nero, più cattivo. Vedasi Ammaniti, cosa combina coi bambini di Anna...

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  4. Non sono ben sicura di aver capito se il genere è un horror o un horror mancato... Però mi incuriosisce.

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    1. Diciamo che è una fiaba nera. Toni delicatissimi, ma dark.

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