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L’invenzione di noi due, di Matteo Bussola. Einaudi,
€ 17, pp. 216 |
Non
l’ho mai letto ma allo stesso tempo lo leggo da sempre. Matteo
Bussola è una delle voci più fresche e piacevoli dei social –
sotto ogni suo post Facebook troverete puntualmente un Mi piace del
sottoscritto – ma finora non mi aveva tentato in libreria.
Aspettavo il primo romanzo ufficiale. Aspettavo una copertina
bellissima, unita a una trama altrettanto adorabile. La famosa fase
due mi ha fatto questo regalo.
Certo, un conto è apprezzarne i testi scritti per i social e un conto scoprire che lo stesso stile, sul lungo tratto, è oggettivamente lontano da me. Certo, qualche ammiccamento al pubblico della rete c’è, tra citazioni sparse e frasi a effetto. Però, gusti o non gusti, a volte le storie procedono spedite come treni oltre i confini della nostra comfort zone. E questa commedia dolce-amara, sulla scia del Cyrano, mi ha stretto il cuore in una morsa. Con tanto di colpi di scena, nell’ultima parte, e di epilogo non scontato. Perfino parlare d’amore diventa originale se, come in questo caso, ci si concentra sulle coppie che vengono raccontate di rado: non quelle nascenti né quelle in crisi, ma quelle sposate da un sacco, che vivono nel limbo sonnacchioso della routine coniugale. Si parla di un amore maturo, tra quarantaseienni, e con mezzi non sempre leciti si tenta di ravvivare la proverbiale scintilla. O reinventarsi è una prerogativa che spetta soltanto ai giovanissimi?
Certo, un conto è apprezzarne i testi scritti per i social e un conto scoprire che lo stesso stile, sul lungo tratto, è oggettivamente lontano da me. Certo, qualche ammiccamento al pubblico della rete c’è, tra citazioni sparse e frasi a effetto. Però, gusti o non gusti, a volte le storie procedono spedite come treni oltre i confini della nostra comfort zone. E questa commedia dolce-amara, sulla scia del Cyrano, mi ha stretto il cuore in una morsa. Con tanto di colpi di scena, nell’ultima parte, e di epilogo non scontato. Perfino parlare d’amore diventa originale se, come in questo caso, ci si concentra sulle coppie che vengono raccontate di rado: non quelle nascenti né quelle in crisi, ma quelle sposate da un sacco, che vivono nel limbo sonnacchioso della routine coniugale. Si parla di un amore maturo, tra quarantaseienni, e con mezzi non sempre leciti si tenta di ravvivare la proverbiale scintilla. O reinventarsi è una prerogativa che spetta soltanto ai giovanissimi?
Questa
è la storia di come tramutai l’amore in cenere e poi la cenere, di
nuovo, in amore. La prima cosa fu il mio sbaglio. La seconda, la mia
colpa.
Siamo
a Verona, la città degli innamorati sfortunati. Milo, architetto
diventato cuoco per necessità, ha un discreto passato da dongiovanni
a dispetto dei chili di troppo e una cura esemplare dell’orto,
nonché della moglie Nadia. Scrittrice umorale e anticonformista, di
quelle che si bastano anche senza figli, la donna insegue il romanzo
definitivo e a volte è così distratta da saltare i pasti. Lui,
perciò, la accudisce con Tupperware pieni di bontà. Mentre Milo è
poco sognatore, Nadia lo è troppo. Ormai agli antipodi, in una casa
che sembra la torre di Raperonzolo, possono vivere di abbastanza? In
un tentativo disperato, l’ultimo dei romantici si concederà un
colpo di testa in memoria del colpo di fulmine nato scrivendosi sui
banchi di scuola: fingersi uno sconosciuto, Antonio, e inoltrare una
serie di email alla moglie. Lei gli risponderà credendolo qualcun
altro. Il tranello li farà riavvicinare o, al contrario, li
allontanerà per sempre?
Mi
definiscono una persona riservata, ed è abbastanza vero. Lo dicono
quasi fosse un limite. Io, al contrario, ho sempre pensato alla
riservatezza come a una specie di regalo. Riservare qualcosa ha a che
fare col tenerlo in serbo per qualcuno, una bottiglia di vino, oppure
una parte fondamentale di noi. Quando conobbi Nadia, compresi per chi
avevo tenuto in serbo la mia.
La
seconda prima volta dei protagonisti, filtrata dal computer,
permetterà loro di guardarsi finalmente dell’esterno. Perché è
più facile parlare a cuore aperto a un estraneo, e i social ne sono
l’esempio. Ode alla scrittura, allora, che regala uno spettro di
infinite possibilità; che centra, mette a fuoco, dà una migliore
visione; che favorisce le inversioni di ruolo, ancora, gli
scandagliamenti psicologici, l’empatia. Vittima della nostalgia,
Milo qui si concentra sul presente. E persiste nonostante i difetti,
gli inestetismi, gli sbadigli – nonostante scriversi significhi
tradirsi –, spinto da un romanticismo commovente perché declinato
eccezionalmente al maschile.
Diviso tra fantasia e amara verità, Matteo Bussola riempie il romanzo di riferimenti popolari, ironia e saggezza. Seguendolo virtualmente e sapendolo sposato con l’autrice Paola Barbato, maestra del genere thriller, è impossibile poi non scorgere un vago autobiografismo di fondo quando si parla della passione febbrile del mestiere di Nadia. Anche se è finzione, insomma, L’invenzione di noi due si legge con la curiosità e la tenerezza con cui spieremmo un interno domestico dalla soglia della porta. Gli riconosco, a modo suo, un’insospettabile originalità. L'autore descrive benissimo il logorio di quelle convivenze spiegazzate e stanche, senza più sorprese, di cui la narrativa d’intrattenimento non osa parlare per paura di far vivere ai lettori le stesse noie della coppia ormai datata. Quando, davanti alla bellezza del realismo e delle nostre ordinarie imperfezioni, non serve inventare. Questo romanzo lo prova.
Diviso tra fantasia e amara verità, Matteo Bussola riempie il romanzo di riferimenti popolari, ironia e saggezza. Seguendolo virtualmente e sapendolo sposato con l’autrice Paola Barbato, maestra del genere thriller, è impossibile poi non scorgere un vago autobiografismo di fondo quando si parla della passione febbrile del mestiere di Nadia. Anche se è finzione, insomma, L’invenzione di noi due si legge con la curiosità e la tenerezza con cui spieremmo un interno domestico dalla soglia della porta. Gli riconosco, a modo suo, un’insospettabile originalità. L'autore descrive benissimo il logorio di quelle convivenze spiegazzate e stanche, senza più sorprese, di cui la narrativa d’intrattenimento non osa parlare per paura di far vivere ai lettori le stesse noie della coppia ormai datata. Quando, davanti alla bellezza del realismo e delle nostre ordinarie imperfezioni, non serve inventare. Questo romanzo lo prova.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Ex-Otago – Solo una canzone
Ciao Ink, Matteo Bussola è un autore del quale è da un po' che vorrei leggere qualcosa, m'incuriosisce molto e noto che i pareri sui suoi romanzi sono sempre positivi!
RispondiEliminaÈ il primo libro dei suoi che leggo, l'unico di fiction fino a oggi, però sì. Consigliato. Leggero, agrodolce, scorrevole. Una lettura che fa bene.
EliminaConosco meglio i libri di Paola Barbato, ma lui sembra, almeno da quanto leggo a volte dalla sua pagina Facebook, una persona di grande umanità! Mi frena un po' il genere per lo più autobiografico cui si è dedicato finora, ma con questo romanzo gli darò una possibilità! 😁
RispondiEliminaStessa situazione, Mauro! Di Paol ne ho letti tre o quattro, e aspetto con ansia il nuovo, uscito qualche giorno fa. Matteo l'ho sempre seguito con simpatia. Se stilisticamente non fa per me, ammetto che le sue riflessioni universali toccano sempre. Anche questa volta. Parla di sentimenti, senza essere un romance. E non è poco!
EliminaNon conosco l'autore, però il libro lo metto sicuramente nella lista dei futuri recuperi. Anche perché mi piacerebbe leggere più autori italiani.
RispondiEliminaTi consiglio di recuperare qualche sua riflessione sui social. È sempre attuale e delicato, una voce che meritava le librerie.
EliminaMi hai incuriosita ☺️☺️ spero di poterlo leggere anche io il prima possibile ☺️☺️
RispondiEliminaUna lettura lieve, per riprendersi dai mattoni che affronti di solito. Invidia per il tuo coraggio!
EliminaPotrei iniziare con il seguirlo sui social come hai fatto tu e poi, se mi convince, potrei dare una chance anche al suo libro...
RispondiEliminaLeggilo, leggilo. Educato, leggero, sempre sul pezzo. I suoi racconti per la quarantena sono stati un sollievo.
Eliminaconosco (poco) solo di nome, e finora anch'io non ne ero stata attratta; invece potrebbe rivelarsi una piacevole scoperta anche per me.
RispondiEliminaTerrò presente :))
È decisamente il tuo mondo. C'è perfino una punta di mistero.
EliminaCiao Mr. Ti ho nominato per i Liebster Awards, se ti va...
RispondiEliminaGrazie mille, Bobby, corro a vedere!
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