L'idea
di BoJack Horseman non mi ha mai tentato. L'animazione non fa
più breccia da un po' e ho sempre considerato I Simpson, I
Griffin e Futurama una
compagnia come un'altra quando mangio da solo. Di sedermi in poltrona e seguirli per bene, insomma, non ci pensavo. Se fosse stata trasmessa in chiaro, la creazione di Raphael Bob-Waksberg avrebbe subito un
trattamento simile. Invece è solo su Netflix (e dura ormai da tre
stagioni) e, a fare da ago della
bilancia, il consiglio dell'amico giusto al momento giusto (sì, ciao a te). Era amarissimo, mi assicurava, e a vederlo in certi giorni ci si
sentiva meno soli. In quelli che al momento sono trentasei episodi,
assistiamo alla disfatta di una star
degli anni '90. Celebre per una sitcom generazionale, il protagonista è rimasto intrappolato in un passato che
gli permette di vivere di rendita. A vent'anni dal successo, cinquantenne, è un parvenu nella
sua villetta con piscina – va
a letto con chi capita, beve fino al vomito, rosola a fuoco
lento nei sensi di colpa e a centro pista. Ospita sul
divano un giovane senza arte né parte e,
nella prima stagione, viene braccato da una biografa che vuole
scavare nella sua vita. Pensa di
amarla, ma lei gli preferisce la fedeltà del suo storico rivale.
Pensa di essere amato dalla sua agente, ma lei preferisce ignorare
l'orologio biologico e trovargli il miglior copione su piazza.
L'attore fallito è in cerca di se stesso, ma nel mentre trova una
parte che gli srotola il Red Carpet: le luci
dei riflettori, il ritorno in carreggiata e megari l'Oscar, aiutano a star meglio?
BoJack Horseman, come
il recente Feud, è
una riflessione su uno star system che non perdona – porte
chiuse per attori di mezza età, l'oblio per lo sceneggiatore gay di
un programma per famiglie, autodistruzione ed esibizionismo per le
Hannah Montana cresciute e, neanche a farlo apposta, un presagio di
quel La La Land premiato per errore. Soprattutto, è l'esame di coscienza di una
persona in crisi di identità che si sente male da sola e peggio in
compagnia. Identica a me, a tratti, nel percepirsi un collezionista di
sbagli; mai abbastanza. Ah, sì. Per tutto il tempo ho parlato di
un cavallo un po' patetico, che indossa Converse rosse e un pigiama con le
mele. Sorprende ritrovarsi nelle massime filosofiche di un quadrupede
parlante, infatti. Sorprende scoprire che si ride tanto (i cameo di attori
noti, le canzoncine assillanti e gli oggetti d'arredo hanno del
geniale), ma che si ride di lui, non con lui. Chi dice che BoJack
Horseman è divertente, in
fondo, non ha capito niente. Chi dice che la vita è un appuntamento
con gli applausi preregistrati di Horsin' Around dovrebbe
sapere che somigliamo più a questo disastro qui. Con la stonatura dei colori
pastello. Con i cavalli tragicomici che come te e me, in
fondo, sempre niente c'hanno capito. (8)
Jean,
psicoterapeuta newyorkese, si divide tra casa e lavoro. Ha un marito avvocato, che flirta con la giovane segretaria, e una figlia ribelle. Il suo matrimonio non è così solido,
la sua casa scricchiola. E lei, lucida e saggia, in realtà nasconde
sotto gli abiti eleganti un animo gitano. Gypsy,
anticipato da una serie di foto promozionali che ammiccavano ai baci
saffici di Mullholland Drive,
parla di una coppia in crisi che la gelosia potrebbe o separare o
rinsaldare. Protagonista sensuale ma misurata, una Naomi Watts in
ruolo coraggioso per un'attrice matura – al contrario dell'amica
Nicole Kidman, colei che a malincuore è l'unico pregio dell'ultima serie
Netflix (bene anche Crudup, un altro a cui invecchiare porta bene)
non ha ceduto alle tentazioni della chirurgia plastica. Il suo personaggio,
mosso da un segreto desiderio di onnipotenza, si intromette nella
vita dei pazienti: una giovane tossicodipendente, una mamma messa da
parte, un uomo tormentato da una vecchia relazione (come in Love, anche qui Karl Glusman è innamorato pazzo). Le prime due pazienti
portano Jean a riallacciare i rapporti con la figura materna; l'ex
ragazza dell'ultimo, invece, diventa la sua ossessione amorosa. La situazione le sfuggirà di mano.
Psicothriller al femminile, di Gypsy sfuggono
il senso e gli alibi. Cos'è: un Closer dalla
scrittura non all'altezza? Un In Treatment che
viola il codice deontologico? Blando, sbrodolato, senza appeal,
appare intimidito dal sesso – tocca aspettare otto episodi per un
bacio appassionato, e il resto sono amplessi brutti e interrotti da
tagli da boia: il pilot diretto da Sam Taylor-Johnson prometteva
l'erotismo, eppure, per quanto patinato – e irrisolto. Finisce in
sospeso, con un passato confusionario e un futuro in forse. La
presenza della Watts costa, di potenziale inespresso non se ne vede.
Lo scorso anno, lo stesso avvenne con The Path:
grandi nomi, un'idea interessante su carta, e poi? Gypsy è
un viaggio ai confini della
sessualità e dei suoi misteri. Se non sei Ozon, rischi di smarrirti. (5)
Il
wrestling è sempre stato un momento di coesione tra fratelli. Don't
try this at home, dicevano, ma nessuno badava alle avvertenze. I
videogiochi a tema, i giocattoli con tanto di ring e la
raccolta di figurine, i Funko Pop dei lottatori. Sui canali italiani
lo si incrocia meno, ma mio fratello fa le ore
piccole seguendo Royal Rumble e compagnia bella, così come io seguo, a febbraio, la notte degli Oscar. L'ennesima produzione Netflix, Glow,
è la storia vera di una manciata di donne alle corde. Siamo negli
anni Ottanta di Red Oaks, fluorescenti e inflazionati fino alla noia. La protagonista, una bravissima Alison Brie, è
un'attrice che non riesce a sfondare: tutt'altro che amabile, è
pronta a tradire e tradirsi. Perde la sua migliore amica, dopo essere
finita (due volte) a letto col marito, ma trova un ruolo che non
aspettava: apprendista lottatrice in uno show di wrestling al
femminile. Glow si vede in pochissimo, e nel mentre si ride di
gusto. Non ha grandi pro né grandi contro. Netflix si è data alle
cancellazioni bastarde e, onestamente, ho cercado di
seguirla senza affezionarmici troppo. La serie delle produttrici di
Orange is the new black mostra l'allenamento semiserio, la
graduale formazione di una squadra affiatata, la ricerca dei costumi
sfavillanti e dei personaggi vincenti. Il pubblico deve schierarsi.
Il pubblico deve lottare con loro, pur sapendo che ci si picchia, ma
per finta – le lottatrici raccontano coi loro corpi le tensioni
della guerra fredda, l'amor di patria, la lotta al terrorismo. Non lo
sai che è tutto finto? Non lo sai che in camerino hanno una
sceneggiatura da sfogliare? Saperlo, da bambino, è stato come
scoprire che Babbo Natale non esisteva. Ho iniziato a farci caso un
giorno: ai pugni che non centravano il bersaglio, ai rumori dei
cazzotti simulati battendo forte i piedi, ai ruoli scritti troppo e
male. Con Glow, che eppure svela trucchi e retroscena, qui e lì ho ricreduto a Babbo Natale. (6,5)
Ho guardato tre puntate di Gypsy e a parte la bellezza e lo stile di Naomi Watts ci ho trovato davvero poco. Continuo o mollo? Perché, a dirla tutta, mi pare abbia poco da raccontare. Sto cercando il telefilm dell'estate, ma niente (ho recuperato The night manager, quello mi è piaciuto, parecchio!).
RispondiEliminaOnestamente, abbandona. Non decolla e finisce con immancabili puntini di sospensione. Dati i costi, che immagino elevati, e date le cancellazioni frequentissime, secondo me non dura.
EliminaThe Night Manager non l'ho visto (colpa di Hiddleston, che non sopporto?), però anch'io sono in cerca di serie belle. E' una comedy, fa un po' il verso ad Allen, ma sto adorando Master of None. :)
Io il manager te lo consiglio. Master of none volevo provarlo, ma in giro faccio fatica a trovarlo (mi toccherà iscrivermi a Netflix? Perché mi pare sia Netflix pure quello).
EliminaSì, sempre Netflix. O fai il mese di prova, o cerchi meglio: non ho controllato, ma penso ci sia, anche se i link li mettono e li tolgono. Una noia.
EliminaStavo seriamente pensando al mese di prova, ultimamente trovo con fatica.
EliminaFai un mese di prova tu.
EliminaUn mese tua mamma, un mese tuo padre.
Un altro tuo fratello.
Tanto non serve che un indirizzo email, ahahahah!
Pienamente d'accordo su Glow, serie che non eccelle né in positivo né in negativo ma complessivamente piacevole.
RispondiEliminaGli altri due mi mancano ma in realtà non mi ispirano neanche.
Sono in un periodo di stallo, alla ricerca di una buona serie da iniziare... consigli? ;)
Bojack non ispirava neanche me, ma è una gran cosa.
EliminaDando anche un'occhiata alle nomination agli Emmy, Big Little Lies, The Handmaid's Tale e This is us (non ricordo quali hai iniziato e quali no, però). :)
Alla fine mi arrenderò a Bojack :)
EliminaBig Little Lies visto e molto apprezzato come anche This is us, mi manca solo The Handmaid's Tale ma, non è ancora uscito in Italia vero (si trova solo sub ita)?!
Sì, purtroppo della messa in onda italiana nessuno parla ancora. Un gran peccato!
EliminaAh, come non concordare? Purtroppo, però, di animazione per adulti ne so troppo poco per darmi ai paragoni e ai paroloni (che Bojack sì, meriterebbe sulla fiducia). Aspetto con ansia il ritorno, a settembre.
RispondiEliminaGlow lo avrò visto in due, tre sere. Fortunatamente non mi ha affaticato, ma resta pochino a fine visione. Carina quanto basta, se basta.
Patalice sottoscrivi netflix
RispondiEliminaPatalice sottoscrivi netflix
Patalice sottoscrivi netflix
Io, ti dirò, solo ultimamente ho ceduto - ma condividiamo un account in millemila persone.
EliminaFacevo anche senza, ma shhhh.
Felice che anche tu sia diventato un fan del mitico BoJack Horseman. ;)
RispondiEliminaLa serie animata e animale perfetta anche per chi non è un patito di serie animate e animali.
Sarò uno dei pochi al mondo ad averlo apprezzato, ma a me Gypsy è piaciuto parecchio. L'ho trovato pure molto sensuale, per merito di un'irresistibile Sophie Cookson, oltre che di un'ottima Naomi Watts. So già che sarò l'unico a dispiacermi per la sua molto probabile cancellazione, ma pazienza...
Pure Glow l'ho adorato decisamente, e sì che io il wrestling lo odio. Per me una serie divertente, ma anche dotata di una sua profondità. E non l'avrei mai detto.
Alison Brie è da nomination agli Emmy il prossimo anno (quest'anno spero non sia stata presa in considerazione soltanto perché la serie è uscita troppo tardi).
La Brie bravissima, sì (nonostante io ODI la sua Diane, in Bojack), ma a me Glow ha ricordato troppe cose passate. Insomma, gli manca quel guizzo. Poi, veramente, basta anni Ottanta. Mi faranno schifare pure Stranger Things?
EliminaGypsy, non so, l'ho trovata davvero una cosa da ABC o CW. Tipo Ringer, con l'ex "Buffy, ma la cancellazione di quello già mi aveva lasciato un po' così... Insomma, anche qualitativamente mi aspettavo qualcosa di più. Sophie Cookson e i suoi balletti meritavano, però ha tanto da imparare. Naomi sarà felice di darle ripetizione private. :)
Bojack parte in sordina, ma seconda e terza stagione sono pazzesche. :-)
RispondiEliminaLa seconda, nonostante le abbia viste praticamente tutte di fila, è la mia preferita. La terza, ti dirò, mi ha perso all'inizio - l'episodio "in fondo al mare" è geniale, un po' alla Lost in translation, ma mi ha annoiato -, però il finale renderà il ritorno a settembre mai abbastanza vicino. :)
EliminaBoJack lo recupererò appena i bimbi tornano all'asilo, mentre Glow spero di vederlo prestissimo: in fondo il wrestling è roba mia. ;)
RispondiEliminaE a Babbo Natale e company, appunto, già ci credi.
EliminaPeccato per il già visto.
Bojack lo adorerai.
Glow e Gypsy le guarderò a tempo perso perché mi ispirano un pochino, ma allo stesso tempo non mi convincono molto, mentre BoJack Horseman devo assolutamente iniziarla perché sono mesi che ne sento tessere le lodi!
RispondiEliminaFammi sapere, Giusy!
EliminaBravo che ti sei visto anche tu Bojack, che dalle risate, fa passare velocemente in lacrime amare, chi lo poteva dire su un cavallo?
RispondiEliminaGipsy resta lì, che se lo cancellano manco lo inizio, Glow lo aspettavo più glitterato e scintillante, qua e là mi sono annoiata e non tutto mi ha preso a dovere. Bravissima, però, la Brie e impressionante la ricostruzione anni '80 davvero anni '80.
E sono anche arrivato a Modena, ieri, con l'adorabile Dev di Master of None!
EliminaTralascia Gypsy, mentre poco entusiasmo anche per me per Glow.
a mio modo di vedere Bo Jack nel suo contesto è una specie di capolavoro ... e chi mi ha abbastanza emozionato cogliendomi di sorpresa ...
RispondiEliminaConcordo, ma mi ha emozionato parecchio.
Elimina