mercoledì 1 febbraio 2017

Recensione: La lettrice scomparsa, di Fabio Stassi

Tolstoj si sbagliava: sono le famiglie felici a essere diverse, ognuna per proprio conto. E' la felicità l'anomalia, l'eccezione, la stravaganza, non il contrario.

Titolo: La lettrice scomparsa
Autore: Fabio Stassi
Editore: Sellerio
Numero di pagine: 273
Prezzo: € 14,00
Sinossi: Nella soffitta di un palazzo di via Merulana, a Roma, è arrivato un nuovo inquilino. Si chiama Vincenzo Corso, detto Vince, per vent’anni è stato prigioniero delle graduatorie della scuola secondaria superiore, insegnamento delle materie letterarie. È nato a Nizza dall’amore di una notte tra una cameriera italiana e uno sconosciuto che nel corso del tempo è rimasto tale, un fantasma a cui mandare ogni tanto una cartolina senza destinatario. Un settembre si ritrova per strada. Nessun incarico di docenza, una relazione sentimentale conclusa da poco, l’amarezza del fallimento che suggerisce una fuga. Ma quando un’anziana ed energica signora gli affitta per due mesi la soffitta di via Merulana, Vince tenta l’ultima scommessa con se stesso: grazie all’esperienza su una rivista femminile, dove risponde alle lettere delle lettrici che cercano rimedi letterari per i loro disagi, aprirà uno studio di biblioterapia. Curerà le persone attraverso la lettura di libri, somministrando Jorge Amado a chi vuole ingrassare, Hemingway a chi non sopporta i propri capelli, Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese a chi ha problemi di vista. Tra gli inquilini del palazzo c’è una signora anziana che vive al piano di sotto con il marito e un cane. Due incontri in tutto, sul pianerottolo, mentre lei trasporta le buste della spesa. La signora Parodi di lì a poco scomparirà nel nulla. E i sospetti saranno tutti sul marito, taciturno e scontroso. Eppure per Vince Corso, qualcosa non torna. Il nuovo romanzo di Fabio Stassi si situa nell’enigmatico crocevia dove i mondi inventati della letteratura invadono lo spazio reale della vita. È qui che i libri, i romanzi, la poesia, finiscono di essere pagine e inchiostro e sembrano diventare tutt’altro: medicamenti, terapie per i malanni dell’esistenza, e persino strumenti di indagine nell’oscurità di un delitto.
                                                La recensione
A volte penso che per i libri bisognerebbe inventare una parola nuova, signor Corso. Una parola che non esiste. E questa parola dovrebbe essere il contrario di cimitero e indicare un luogo dove si conserva la vita, non la morte, e non si mette a giacere niente.”
Da quando ho scoperto le gioie della Biblioteca comunale, mi faccio passare qualche sfizio. E, per dovere di cronaca, prendo in prestito romanzi che altrimenti non mi tenterebbero. Quelli della rinomata Sellerio, ad esempio, letti spesso sul Kindle e raramente in versione cartacea: quelle copertine intercambiabili, quei libri dallo strano formato che non so bene in qualche punto della libreria incastrare, poco mi invogliano agli acquisti folli. Ecco perché ho scoperto Antonio Manzini e il suo Rocco Schiavone tardi, in tivù. Ecco perché, nonostante mi consigliassero e straconsigliassero Fabio Stassi, ho sempre rimandato a data da destinarsi. Con in whishlist L'ultimo ballo di Charlot, ho preferito dare la precedenza all'ultimo arrivato, La lettrice scomparsa: presente in molti bilanci di fine anno e apprezzato tanto quanto i precedenti. Alla luce di un fallace sesto senso, immaginavo Stassi più supponente e ostico. In realtà, la sua ultima fatica è una commedia gialla che ha tutta l'aria di essere il primo capitolo di una serie dedicata ai consigli e alle indagini dell'interessantissimo Vince Corso. 
Un protagonista abile nell'arte di arrangiarsi che, in un condominio in cui unire casa e bottega, inciampa in un mistero da svelare. Professore di Lettere condannato a gratuatorie interminabili e a supplenze saltuarie, Vince si è improvvisato biblioterapeuta. Pensa spesso a una donna che gli ha spezzato il cuore, in una Roma mai tanto malinconica. Nato dalla relazione di una notte tra una cameriera e un ospite, inoltra lettere vane all'albergo in cui è stato concepito e allevato, in quel di Nizza. Eterno sognatore, crede fermamente nella narrativa e nel potere dei libri giusti al momento giusto. Per lavoro, consiglia letture a donne sull'orlo di una crisi di nervi, che vanno e vengono dal suo studio improvvisato. Forse Vince avrebbe potuto salvare anche la signora Parodi: l'anziana inquilina del piano di sotto, scomparsa senza lasciare traccia. I media ipotizzano che si tratti di un omicidio. Tutti, alla luce del luogo comune, pensano che la colpa sia del marito. La lettrice scomparsa ha un giallo che è un piccolo ma efficace pretesto. E' un libro che parla di libri, nelle cui riflessioni esistenziali è facilissimo ritrovarsi. E, al pari dei romanzi della simpatica e colta Alice Basso, è un gioco metaletterario che vive di rimandi, inchiostro e amore incondizionato per il profumo della carta stampata. 
Lettura leggerissima e appassionante con un protagonista d'eccezione, però, mi ha convinto con riserva. Il gioco funziona a metà. Qualche citazione sfugge e qualcuna fa antipatia; qualcun'altra, ancora, ha il grande pregio di farti scoprire autori che non conoscevi. La sensazione, comunque, è che l'autore si diverta più di noi. E che il romanzo, che ha tutta l'aria di un adorabile film parigino, appaia a tratti artificioso e forzato. I personaggi parlano come libri stampati, per aforismi. Le pazienti, colorate e nevrotiche, sembrano chieste in prestito a Nanni Moretti. La ricerca della frase ad effetto, soprattutto nel finale, ha la precedenza sulla pianificazione di una trama un po' incerta nelle intezioni, con la scusa di un prosieguo. Quale effetto possono avere sulla mente e sullo spirito una lettura mirata e il tempo speso in compagnia di un bel romanzo? Qui la Santeria sembra essere approdata nella Capitale, proprio sull'Esquilino. E un loquace portiere sud-americano, un'amante bibliotecaria e un migliore amico libraio, tra sedute psicoterapeutiche e illuminanti cruciverba, faranno da spalla a un eroe che somiglia a Depardieu, fuma sigarette introvabili e, in periodi di ristrettezze economiche, si spaccia con risultati sorprendenti per quello che non è. All'occorrenza, anche per investigatore privato.
Il mio voto: ★★★½
Il mio consiglio musicale: Claude Francois - Comme d'habitude

27 commenti:

  1. È un po' che ho il pallino di questo libro, mi solletica in libreria ma, come dici, ha troppo l'aria dello sfizio. E ora, dopo aver letto la tua recensione, le troppe citazioni un po' mi spaventano, temo spezzino troppo la lettura. Aspetterò che arrivi nella biblioteca qui vicino.

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    1. La biblioteca, nel dubbio, è la scelta giusta.
      Le citazioni in realtà non spezzano troppo la lettura, ti dirò, però alcune le cogli, altre meno... E il fatto di non essere sullo stesso piano dell'autore, di stare sempre un passo indietro, potrebbe far sentire un po' esclusi. Con me, almeno, è stato in parte così. Ma, con la Sessione di mezzo, mi sono divertito quanto basta. :)

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  2. Concordo, comunque mi sono divertita quanto l' autore. ;-)
    Se leggerò il prossimo della serie, ancora non lo so.
    Bella e chiarissima la recensione.
    Lea

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    1. Ti ringrazio, Lea!
      Io probabilmente lo leggerò - biblioteca permettendo, eh -, ma punto L'ultimo ballo di Charlot. Rimando da troppo. :)

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  3. E io concordo con la mia "socia" ed omonima: magari lo sfizio me lo passo, ma rifugiandomi tra le sicure mura della mia biblioteca!

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  4. Ma sai che anch'io snobbo i Sellerio per lo stesso motivo? (poi mi piacciono gli Iperborea, ma son dettagli).
    Mi sa che ci faccio un pensierino su Stassi.

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    1. Vero? Hanno un'aria noiosissima. Li considero a torto molto snob, vedendolo lì, quando in questo caso c'è in ballo una storia leggera e molto piacevole...

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  5. Anche per me Stassi è uno che sto puntando e rimandando da troppo tempo. Penso che quando mi deciderò, inizierò da Charlot, che in fin dei conti è il primo ad avermi incuriosita.
    Un tempo i Sellerio non piacevano neanche a me, esteticamente; ho superato la cosa innamorandomi di qualche libro edito da loro ^^

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    1. Sicuramente succederà così. Devo trovare il libro giusto. :)

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  6. Se nella biblioteca del mio paesello trovassi Lea e Vince invece che quella vecchietta burbera che non legge una cippa, ci passerei le giornate...Ma niente paura, l'ho acquistato e lo leggerò, tu splendida penna come sempre <3

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  7. Nonostante la venerazione genitoriale, specie di mamma, verso Camilleri e il suo Montalbano, la mia simpatia per Sellerio e le sue copertine blu risale a tempi recenti, quindi posso capire la diffidenza diffusa. Mi dispiace un po' che Vince non ti abbia convinto del tutto, ma simpatie e antipatie sono personali ed imperscrutabili; personalmente continuerò a seguire convintamente Vince nei prossimi casi, non dimenticando di recuperare gli altri Stassi in circolazione. :)

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    1. Vince mi è stato simpatico, in realtà, Stassi un po' meno.
      Come se, per tutto il tempo, volesse dirmi: vuoi vedere quante cose che so, a quanti autoroni faccio cenno?
      Anche a rischio, per forza di cose, di non essere all'altezza di quelle citazioni lì. Però è una lettura bellina, sicuramente leggerei altro di suo. :)

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  8. Famiglie felici?
    Perché, ne esistono? :=)

    Del libro mi ispira l'ambientazione a Nizza, città cui sono molto legato, ma la somiglianza con l'odioso Depardieu mi spaventa un poco... :)

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    1. Eh, però la somiglianza con Depardieu alle sue pazienti piace tanto. Ahhh, il mistero di questi uomini francesi brutti ma affascinanti. Spiagatecelo.

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  9. Questo romanzo di Stassi mi è piaciuto molto, ma l'autore ha alzato molto l'asticella delle aspettative con L'ultimo ballo di Charlot: dopo aver letto quest'ultimo, nessun altro libro può scalzarlo. Senza troppi giri di parole, ti consiglio vivamente di leggerlo, è decisamente più profondo, originale e coinvolgente rispetto a La lettrice scomparsa! Inoltre un incontro e due chiacchiere con l'autore ti farebbero abbandonare l'idea che sia snob come può sembrare dalle citazioni... in realtà è una persona molto gentile, umile e disponibile. :)

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    1. Ti ringrazio, Athenae, lo farò.
      Ma non penso che Fabio sia snob, pur non sapendo neanche che faccia abbia. Semplicemente, ne sa molto più di me (come è pure logico che sia) e, come rispondevo alla Biblioteca di Eliza, a volte avevo l'impressione di essere tagliato fuori dal gioco. :)

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    2. Mi riferivo al commento in risposta a Cecilia, dove scrivevi che Stassi ti è un po'meno simpatico di Vince, forse ho estremizzato la cosa, ma forse per l'urgenza di "far buona pubblicità" all'autore! Se è per via della sensazione di sapere poco dei libri e degli autori cui allude, l'ho provata anch'io, del resto sono corsa ad annotarmi tutti i romanzi citati! ;)

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    3. Uno in particolare, quello collegato poi al giallo della signora scomparsa, voglio proprio recuperarlo.
      E poi anche La vita davanti a sé, che mi straconsigliano!

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  10. Non sono un'appassionata di gialli e solitamente diffido dei romanzi che parlano di libri, ma le tue recensioni sono sempre bellissime e mi incuriosiscono... maledizione, dovrò leggere anche questo!

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  11. La trama sembra davvero carina!!! E poi la frase sui libri che hai inserito all'inizio della tua recensione è davvero bella!

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  12. Capita anche a me di evitare l'acquisto di libri Sellerio, hanno l'aspetto di libri per professori di latino in pensione o per gente seriosa che va a messa la domenica ahahah. Pregiudizio aberrante che dovrò in qualche modo togliermi dalla testa, tanto più che è una casa editrice della mia Isola.
    Potrei partire da Stassi, magari proprio da questo. Grazie del suggerimento ;)

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    1. Ahahahahah, hai descritto perfettamente Margherita!
      Anch'io sono nato in Sicilia, poi la vita mi ha portato da tutt'altra parte, quindi direi che non è mai troppo tardi per avvicinarsi a questi volumetti blu, tutti uguali, che all'apparenza poco suggeriscono. Ti ringrazio!

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  13. Dai eri partito bene! Stavo già esultando: "Evviva questo lo voglio leggere anche io!" e invece... ma non fa nulla, lo leggo stesso perché mi ispirava già da prima. Tra l'altro a me i Sellerio fanno impazzire, mi danno l'idea di involucro elegante per belle storie :)

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