«Tu
sei un angioletto, sei una bimba».
«Non è vero. Io il diavolo ce l’ho qua. Ma non lo so chi ce l’ha messo, ci sono nata così».
«Non è vero. Io il diavolo ce l’ho qua. Ma non lo so chi ce l’ha messo, ci sono nata così».
Titolo:
La figlia femmina
Autrice:
Anna Giurickovic Dato
Editore:
Fazi
Numero
di pagine: 191
Prezzo: € 16 (Prezzo di lancio, fino al 28 febbraio: € 10)
Prezzo: € 16 (Prezzo di lancio, fino al 28 febbraio: € 10)
Sinossi:
Ambientato
tra Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare,
in cui il rapporto tra Giorgio e sua figlia Maria nasconde un segreto
inconfessabile. A narrare tutto in prima persona è però la moglie e
madre Silvia, innamorata di Giorgio e incapace di riconoscere la
malattia di cui l’uomo soffre. Mentre osserviamo Maria non prendere
sonno la notte, rinunciare alla scuola e alle amicizie, rivoltarsi
continuamente contro la madre, crescere dentro un’atmosfera di
dolore e sospetto, scopriamo man mano la sottile trama psicologica
della vicenda e comprendiamo la colpevole incapacità degli adulti di
difendere le fragilità e le debolezze dei propri figli. Quando, dopo
la morte misteriosa di Giorgio, madre e figlia si trasferiscono a
Roma, Silvia si innamora di un altro uomo, Antonio. Il pranzo
organizzato dalla donna per far conoscere il nuovo compagno a sua
figlia risveglierà antichi drammi. Maria è davvero innocente, è
veramente la vittima del rapporto con suo padre? Allora perché prova
a sedurre per tutto il pomeriggio Antonio sotto gli occhi annichiliti
della madre? E la stessa Silvia era davvero ignara di quello che
Giorgio imponeva a sua figlia?
La recensione
Gennaio.
Tempo di inizi, stagione di esordi. Difficile non lasciarsi colpire,
in libreria, da quello di Anna Giurickovic Dato: catanese trapiantata
a Roma, a dispetto del cognome, che ha fatto il suo debutto nella
narrativa con la fiducia di un grande editore e una storia destinata
a far parlare. La ventisettenne di origini siciliane, già saltata
all'occhio degli addetti ai lavori con racconti che hanno fatto il
giro di festival letterari grandi e piccoli, ha una copertina che
parla. E inevitabilmente, davanti alla musa di Balthus che con
nonchalance si atteggia a diva e lascia intravedere la biancheria
intima, si pensa alla ragazzina con gli occhiali a cuore del
celebrato Nabokov. Conosco Lolita per vie traverse. Il mio
solito timore mi ha sempre fatto avvicinare ai classici in punta di
piedi. L'intenzione di leggerlo c'è, più forte che mai. Anche se in
La figlia femmina, romanzo che da lì prende vagamente le
mosse, ho percepito lo stesso disagio che a lungo ho cercato di
evitare. Non per pudore, anzi. Sono un lettore che non giudica e non
si scandalizza. Amante delle letture forti, riconosco il fascino
indiscreto che personaggi ambigui e storie al limite esercitano su
di me. Ricerco temi forti e storie discusse per mettermi alla prova.
E vedere, per qualche giorno, come si sta negli abiti di personaggi
lontani e riprovevoli. Anche a costo di farsi venire il mal di stomaco. Il romanzo
di Anna si apre con un capitolo shock: dopo una giornata a passeggio,
un padre rimbocca le coperte alla sua unica bambina. E la accarezza,
la sfiora, come nessun genitore dovrebbe. Volutamente frammentario,
il romanzo oscilla tra passato – lì si annidano gli abusi, i germi
del trauma – e presente. La protagonista, Maria, ha tredici anni.
La madre, voce narrante, ha invitato a pranzo l'uomo che frequenta da
qualche tempo. Teatralmente, La figlia femmina ancheggia
tra la cucina e il salotto, durante un pasto a base di fave fresche
e vino bianco. Le sue finestre, però, affacciano a picco
sull'infanzia e sulle stradine tentacolari del Marocco. I flashback
sono quelli di una fanciullezza vicina ma lontana, fatta di fiabe
esotiche e abusi prima di andare a dormire. Abominevoli rituali
notturni e lunghi banchetti di nozze, nei quali ti si sgozza una
pecora davanti e se ne imbandiscono le carni con maestria. Oggi,
invece, la protagonista è giovane e perfetta. Vive nella capitale
laziale. Porta un vestito a fiori, semi trasparente.
Mostra il
triangolo lilla delle mutandine. Ha la pelle colore del latte e i
capelli nerissimi. Si morde la bocca ad arte, si scosta la gonna, e
la falsa timidezza ne sottolinea la femminilità sfacciata. Procace e
capricciosa, dà inizio a un gioco di smascheramenti e seduzione, che
rende la madre ospite nella sua stessa casa. Al suo stesso
appuntamento galante. Antonio, che disegna fontane, d'un tratto non
ha occhi che per le forme feline dell'adolescente. Ne abbozza
il ritratto a matita, mentre lei si concede nuove pose plastiche. Nei
suoi disegni la immortala come fosse una ninfa senza vestiti, più
donna di quanto non sia in realtà. La figlia femmina è lontano dai superlativi assoluti.
Pur apprezzandolo molto, ho avuto l'impressione che la quarta di copertina
troppo dettagliata togliesse l'effetto sorpresa alla vicenda, o che
l'autrice stessa non avesse saputo andare al di là di una intuizione
coraggiosa. Il difetto: La figlia femmina va come immagini. Dalla sua, però, ha la scrittura matura di
chi rende fruibile anche una storia controversa. Referenti
insuperati, ma che non mi sono parsi del tutto insuperabili.
Gli odori speziati, i mercati e i bazar, i gusti inconsueti e le sonorità arabeggianti. Chi sono le vittime e chi i carnefici, in uno sconveniente triangolo di mamme omertose, compagni prostrati, bambine interrotte? La cattiveria è nelle domande eluse della narratrice, nelle attenzioni ricambiate di Antonio, o nella studiata seduzione di Maria? Di sequenze insostenibili o di scelte narrative estreme, onestamente, non ne ho trovate. Nonostante i perdonabili difetti di sorta, La figlia femmina ha in sé una forza strana e rara. Ve ne hanno parlato colleghe blogger, donne, e avranno avuto una visione diversa dalla mia. Con il suo voyeurismo morboso, infatti, il romanzo mi ha messo in una posizione scomoda: parlo da uomo, anche se non così distante all'anagrafe dalla protagonista. Se Lolita non l'ho letto, in fondo, è perché so che, per la misteriosa empatia che alcuni prosatori sanno suscitare, arriverei a giustificare la venerazione di Humbert per la sua figliastra – in questo caso, ovviamente, si finisce per comprendere la lussuria di Antonio, mai la violenza sessuale. E, tra me e me, mi renderei come complice di un crimine. Non mi sentirei a posto con la coscienza, perché vittima di penne che possono il bello e il cattivo tempo. Ho letto l'esordio di Anna velocemente, senza traumi apparenti, ma vittima di un disagio sottile e duraturo, provato di rado. Turbato dalla presenza di Maria, mio malgrado, sono stato vittima del fascino seduttivo del suo personaggio. La carne è debole, non si distoglie lo sguardo.
Gli odori speziati, i mercati e i bazar, i gusti inconsueti e le sonorità arabeggianti. Chi sono le vittime e chi i carnefici, in uno sconveniente triangolo di mamme omertose, compagni prostrati, bambine interrotte? La cattiveria è nelle domande eluse della narratrice, nelle attenzioni ricambiate di Antonio, o nella studiata seduzione di Maria? Di sequenze insostenibili o di scelte narrative estreme, onestamente, non ne ho trovate. Nonostante i perdonabili difetti di sorta, La figlia femmina ha in sé una forza strana e rara. Ve ne hanno parlato colleghe blogger, donne, e avranno avuto una visione diversa dalla mia. Con il suo voyeurismo morboso, infatti, il romanzo mi ha messo in una posizione scomoda: parlo da uomo, anche se non così distante all'anagrafe dalla protagonista. Se Lolita non l'ho letto, in fondo, è perché so che, per la misteriosa empatia che alcuni prosatori sanno suscitare, arriverei a giustificare la venerazione di Humbert per la sua figliastra – in questo caso, ovviamente, si finisce per comprendere la lussuria di Antonio, mai la violenza sessuale. E, tra me e me, mi renderei come complice di un crimine. Non mi sentirei a posto con la coscienza, perché vittima di penne che possono il bello e il cattivo tempo. Ho letto l'esordio di Anna velocemente, senza traumi apparenti, ma vittima di un disagio sottile e duraturo, provato di rado. Turbato dalla presenza di Maria, mio malgrado, sono stato vittima del fascino seduttivo del suo personaggio. La carne è debole, non si distoglie lo sguardo.
E
le risposte, prima lampanti, si sono fatte confuse. Come quando la
calura, d'estate, sbiadisce i confini delle strade e l'asfalto sembra
liquefarsi.
Il
mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Patty Pravo – La bambola
Il mio consiglio musicale: Patty Pravo – La bambola
Secondo me..meglio di così non potevi rendere l'idea. Idea che già mi ero fatta leggendo la sinossi e alcune recensioni. Lo leggerò, con calma.
RispondiEliminaAspetto la tua recensione!
EliminaL'ho letto da pochissimo, per cui il mio ricordo è estremamente vivido: mi è piaciuto molto, ma non tanto quanto avrei creduto in un primo momento. Ho adorato lo stile di scrittura dell'autrice, ma avrei apprezzato un po' più di realismo nei dialoghi e in determinate circostanze.
RispondiEliminaAnch'io mi aspettavo qualcosina di più, ma a livello di sviluppo. Leggi la quarta di copertina, e nel romanzo cosa succede che non sia scritto lì? Nel mezzo, per fortuna, c'è tutta la bravura dell'autrice - anche in quei dialoghi precoci, secondo me, per bambine precoci.
EliminaBella ed intrigante recensione, che crea una sorta di desiderio trattenuto per questo romanzo. Lo leggerò perché la curiosità c'è, e anche tanta, ma non subito.
RispondiEliminaUn abbraccio, Stefi
Grazie mille, Stefi. A presto!
EliminaMi ispira, soprattutto dopo la tua recensione. Ma io, a differenza tua, tendo ad essere più pudica in fatto di letture, quindi chissà... Intanto prendo nota!
RispondiEliminaNon c'è niente di pruriginoso nel romanzo, alla fine dei conti. Basta sapere andare un po' al di là della facciata dei personaggi, dei loro comportamenti superficiali, magari provando un certo fascino (per me, innegabile e misteriosissimo) per le storie un po' malaticce. Questa non lo è, non del tutto, ha un po' il freno a mano tirato, però è un bene: potrebbe piacere anche a chi, altrimenti, lo avrebbe evitato. :)
EliminaLo spunto in stile Lolita è davvero molto intrigante...
RispondiEliminaQuasi quasi mi hai fatto venire voglia di leggerlo. ;)
Con Lolita devo colmare assolutamente la lacuna. Conosco i vari film, ma il romanzo - per paura degli autoroni tanto celebrati - mi manca. Nel prossimo ordine... :)
EliminaL'ho iniziato da poco e lo sto trovando meraviglioso, purtroppo temo l'effetto Lolita..non sono mai riuscita a finire il capolavoro di Nabokov perché mi aveva provocato emozioni fortissime.
RispondiEliminaImmagino, è quello che temo leggendo Nabokov.
EliminaIo, da lettore, non giudico e non mi scandalizzo. Vado d'accordo, come ho scritto, con i personaggi strani e deviati. Però quel disagio, quella sensazione poco confortevole... Sembra sempre il momento sbagliato. Ma vedrai che il romanzo di Anna, bello ma scorrevolissimo, non ti frenerà. :)
Ho letto e amato questo romanzo. La tua recensione mi ha permesso di ritrovare l'emozione della lettura. Nel romanzo carnefici e vittime mescolano abilmente le carte creando un mondo in cui tutto è possibile :)
RispondiEliminaTi ringrazio, Aquila Reale!
EliminaLa tua recensione è stata uno dei tanti motivi per cui ho voluto fortemente leggerlo. ;)
Io invece passo. Ho letto Lolita, ma non sono mai riuscita ad amarlo.
RispondiEliminaMi è piaciuta invece la recensione. Le tue chiuse finali sono sempre intriganti e originali.
Ciao da Lea
Ti tingrazio, Lea. :)
EliminaQuesto romanzo ultimamente mi sta balzando davanti un po' troppo spesso :-D
RispondiEliminaMi pare di capire, leggendo alcuni pareri,che per le tematiche affrontate, potrei tenerlo a mente, magari più in là...
Buon weekend :))
Eh sì, ne parlano proprio tutti.
EliminaBuon weekend a te. :)
L'ho acquistato stamattina,di getto.
RispondiEliminaPreferisco non leggere la tua recensione ma ho visto le stelline.
Poi ti farò sapere
Ti aspetto!
EliminaLe novità Fazi mi incuriosiscono sempre, hanno un catalogo che vorrei possedere per intero e piano piano aggiungo pezzi alla mia collezione. Tuttavia, quando ho letto per sommi capi la trama di questo libro, mi sono fermata. Non ho mai amato Lolita (la prosa di Nabokov più che altro, ma anche la tematica in effetti) e questo tipo di vicenda mi turba sempre. Mi limiterò a leggere le recensioni degli altri ;)
RispondiEliminaComprendo, Martherita. Anche la tentazione di acquistare tutti i Fazi possibili. :)
EliminaMeravigliosa, semplicemente...
RispondiEliminaCe l'ho pronto da leggere, come anche a te, i personaggi irriverenti mi attirano, mi sfidano. Un abbraccio
Ho odiato la madre.
RispondiEliminaDa madre non avrei aspettato un attimo di più a sbattere fuori quel cretino.
E da donna mi sarei sentita umiliata e offesa.
Una storia estenuante,insopportabile,e maledettamente possibile.
Io figlie femmine non ne ho ma non avrei mai permesso a mio marito un controllo così assoluto.
Madre chioccia,si.Tanto poi i figli ti mandano quando è il momento ed è giusto così.
Il libro non mi è piaciuto,l'ho trovato lento e asfissiante,ma riconosco la bravura della scrittrice che narra una vicenda che,comunque,produce un certo effetto.