venerdì 24 febbraio 2017

Recensione: La figlia femmina, di Anna Giurickovic Dato

«Tu sei un angioletto, sei una bimba».
«Non è vero. Io il diavolo ce l’ho qua. Ma non lo so chi ce l’ha messo, ci sono nata così».

Titolo: La figlia femmina
Autrice: Anna Giurickovic Dato
Editore: Fazi
Numero di pagine: 191
Prezzo: € 16 (Prezzo di lancio, fino al 28 febbraio: € 10)
Sinossi: Ambientato tra Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra Giorgio e sua figlia Maria nasconde un segreto inconfessabile. A narrare tutto in prima persona è però la moglie e madre Silvia, innamorata di Giorgio e incapace di riconoscere la malattia di cui l’uomo soffre. Mentre osserviamo Maria non prendere sonno la notte, rinunciare alla scuola e alle amicizie, rivoltarsi continuamente contro la madre, crescere dentro un’atmosfera di dolore e sospetto, scopriamo man mano la sottile trama psicologica della vicenda e comprendiamo la colpevole incapacità degli adulti di difendere le fragilità e le debolezze dei propri figli. Quando, dopo la morte misteriosa di Giorgio, madre e figlia si trasferiscono a Roma, Silvia si innamora di un altro uomo, Antonio. Il pranzo organizzato dalla donna per far conoscere il nuovo compagno a sua figlia risveglierà antichi drammi. Maria è davvero innocente, è veramente la vittima del rapporto con suo padre? Allora perché prova a sedurre per tutto il pomeriggio Antonio sotto gli occhi annichiliti della madre? E la stessa Silvia era davvero ignara di quello che Giorgio imponeva a sua figlia? 
                                              La recensione
Gennaio. Tempo di inizi, stagione di esordi. Difficile non lasciarsi colpire, in libreria, da quello di Anna Giurickovic Dato: catanese trapiantata a Roma, a dispetto del cognome, che ha fatto il suo debutto nella narrativa con la fiducia di un grande editore e una storia destinata a far parlare. La ventisettenne di origini siciliane, già saltata all'occhio degli addetti ai lavori con racconti che hanno fatto il giro di festival letterari grandi e piccoli, ha una copertina che parla. E inevitabilmente, davanti alla musa di Balthus che con nonchalance si atteggia a diva e lascia intravedere la biancheria intima, si pensa alla ragazzina con gli occhiali a cuore del celebrato Nabokov. Conosco Lolita per vie traverse. Il mio solito timore mi ha sempre fatto avvicinare ai classici in punta di piedi. L'intenzione di leggerlo c'è, più forte che mai. Anche se in La figlia femmina, romanzo che da lì prende vagamente le mosse, ho percepito lo stesso disagio che a lungo ho cercato di evitare. Non per pudore, anzi. Sono un lettore che non giudica e non si scandalizza. Amante delle letture forti, riconosco il fascino indiscreto che personaggi ambigui e storie al limite esercitano su di me. Ricerco temi forti e storie discusse per mettermi alla prova. E vedere, per qualche giorno, come si sta negli abiti di personaggi lontani e riprovevoli. Anche a costo di farsi venire il mal di stomaco. Il romanzo di Anna si apre con un capitolo shock: dopo una giornata a passeggio, un padre rimbocca le coperte alla sua unica bambina. E la accarezza, la sfiora, come nessun genitore dovrebbe. Volutamente frammentario, il romanzo oscilla tra passato – lì si annidano gli abusi, i germi del trauma – e presente. La protagonista, Maria, ha tredici anni. La madre, voce narrante, ha invitato a pranzo l'uomo che frequenta da qualche tempo. Teatralmente, La figlia femmina ancheggia tra la cucina e il salotto, durante un pasto a base di fave fresche e vino bianco. Le sue finestre, però, affacciano a picco sull'infanzia e sulle stradine tentacolari del Marocco. I flashback sono quelli di una fanciullezza vicina ma lontana, fatta di fiabe esotiche e abusi prima di andare a dormire. Abominevoli rituali notturni e lunghi banchetti di nozze, nei quali ti si sgozza una pecora davanti e se ne imbandiscono le carni con maestria. Oggi, invece, la protagonista è giovane e perfetta. Vive nella capitale laziale. Porta un vestito a fiori, semi trasparente. 
Mostra il triangolo lilla delle mutandine. Ha la pelle colore del latte e i capelli nerissimi. Si morde la bocca ad arte, si scosta la gonna, e la falsa timidezza ne sottolinea la femminilità sfacciata. Procace e capricciosa, dà inizio a un gioco di smascheramenti e seduzione, che rende la madre ospite nella sua stessa casa. Al suo stesso appuntamento galante. Antonio, che disegna fontane, d'un tratto non ha occhi che per le forme feline dell'adolescente. Ne abbozza il ritratto a matita, mentre lei si concede nuove pose plastiche. Nei suoi disegni la immortala come fosse una ninfa senza vestiti, più donna di quanto non sia in realtà. La figlia femmina è lontano dai superlativi assoluti. Pur apprezzandolo molto, ho avuto l'impressione che la quarta di copertina troppo dettagliata togliesse l'effetto sorpresa alla vicenda, o che l'autrice stessa non avesse saputo andare al di là di una intuizione coraggiosa. Il difetto: La figlia femmina va come immagini. Dalla sua, però, ha la scrittura matura di chi rende fruibile anche una storia controversa. Referenti insuperati, ma che non mi sono parsi del tutto insuperabili. 
Gli odori speziati, i mercati e i bazar, i gusti inconsueti e le sonorità arabeggianti. Chi sono le vittime e chi i carnefici, in uno sconveniente triangolo di mamme omertose, compagni prostrati, bambine interrotte? La cattiveria è nelle domande eluse della narratrice, nelle attenzioni ricambiate di Antonio, o nella studiata seduzione di Maria? Di sequenze insostenibili o di scelte narrative estreme, onestamente, non ne ho trovate. Nonostante i perdonabili difetti di sorta, La figlia femmina ha in sé una forza strana e rara. Ve ne hanno parlato colleghe blogger, donne, e avranno avuto una visione diversa dalla mia. Con il suo voyeurismo morboso, infatti, il romanzo mi ha messo in una posizione scomoda: parlo da uomo, anche se non così distante all'anagrafe dalla protagonista. Se Lolita non l'ho letto, in fondo, è perché so che, per la misteriosa empatia che alcuni prosatori sanno suscitare, arriverei a giustificare la venerazione di Humbert per la sua figliastra – in questo caso, ovviamente, si finisce per comprendere la lussuria di Antonio, mai la violenza sessuale. E, tra me e me, mi renderei come complice di un crimine. Non mi sentirei a posto con la coscienza, perché vittima di penne che possono il bello e il cattivo tempo. Ho letto l'esordio di Anna velocemente, senza traumi apparenti, ma vittima di un disagio sottile e duraturo, provato di rado. Turbato dalla presenza di Maria, mio malgrado, sono stato vittima del fascino seduttivo del suo personaggio. La carne è debole, non si distoglie lo sguardo
E le risposte, prima lampanti, si sono fatte confuse. Come quando la calura, d'estate, sbiadisce i confini delle strade e l'asfalto sembra liquefarsi.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Patty Pravo – La bambola 



24 commenti:

  1. Secondo me..meglio di così non potevi rendere l'idea. Idea che già mi ero fatta leggendo la sinossi e alcune recensioni. Lo leggerò, con calma.

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  2. L'ho letto da pochissimo, per cui il mio ricordo è estremamente vivido: mi è piaciuto molto, ma non tanto quanto avrei creduto in un primo momento. Ho adorato lo stile di scrittura dell'autrice, ma avrei apprezzato un po' più di realismo nei dialoghi e in determinate circostanze.

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    1. Anch'io mi aspettavo qualcosina di più, ma a livello di sviluppo. Leggi la quarta di copertina, e nel romanzo cosa succede che non sia scritto lì? Nel mezzo, per fortuna, c'è tutta la bravura dell'autrice - anche in quei dialoghi precoci, secondo me, per bambine precoci.

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  3. Bella ed intrigante recensione, che crea una sorta di desiderio trattenuto per questo romanzo. Lo leggerò perché la curiosità c'è, e anche tanta, ma non subito.
    Un abbraccio, Stefi

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  4. Mi ispira, soprattutto dopo la tua recensione. Ma io, a differenza tua, tendo ad essere più pudica in fatto di letture, quindi chissà... Intanto prendo nota!

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    1. Non c'è niente di pruriginoso nel romanzo, alla fine dei conti. Basta sapere andare un po' al di là della facciata dei personaggi, dei loro comportamenti superficiali, magari provando un certo fascino (per me, innegabile e misteriosissimo) per le storie un po' malaticce. Questa non lo è, non del tutto, ha un po' il freno a mano tirato, però è un bene: potrebbe piacere anche a chi, altrimenti, lo avrebbe evitato. :)

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  5. Lo spunto in stile Lolita è davvero molto intrigante...
    Quasi quasi mi hai fatto venire voglia di leggerlo. ;)

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    1. Con Lolita devo colmare assolutamente la lacuna. Conosco i vari film, ma il romanzo - per paura degli autoroni tanto celebrati - mi manca. Nel prossimo ordine... :)

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  6. L'ho iniziato da poco e lo sto trovando meraviglioso, purtroppo temo l'effetto Lolita..non sono mai riuscita a finire il capolavoro di Nabokov perché mi aveva provocato emozioni fortissime.

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    1. Immagino, è quello che temo leggendo Nabokov.
      Io, da lettore, non giudico e non mi scandalizzo. Vado d'accordo, come ho scritto, con i personaggi strani e deviati. Però quel disagio, quella sensazione poco confortevole... Sembra sempre il momento sbagliato. Ma vedrai che il romanzo di Anna, bello ma scorrevolissimo, non ti frenerà. :)

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  7. Ho letto e amato questo romanzo. La tua recensione mi ha permesso di ritrovare l'emozione della lettura. Nel romanzo carnefici e vittime mescolano abilmente le carte creando un mondo in cui tutto è possibile :)

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    1. Ti ringrazio, Aquila Reale!
      La tua recensione è stata uno dei tanti motivi per cui ho voluto fortemente leggerlo. ;)

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  8. Io invece passo. Ho letto Lolita, ma non sono mai riuscita ad amarlo.
    Mi è piaciuta invece la recensione. Le tue chiuse finali sono sempre intriganti e originali.
    Ciao da Lea

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  9. Questo romanzo ultimamente mi sta balzando davanti un po' troppo spesso :-D
    Mi pare di capire, leggendo alcuni pareri,che per le tematiche affrontate, potrei tenerlo a mente, magari più in là...
    Buon weekend :))

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    1. Eh sì, ne parlano proprio tutti.
      Buon weekend a te. :)

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  10. L'ho acquistato stamattina,di getto.
    Preferisco non leggere la tua recensione ma ho visto le stelline.
    Poi ti farò sapere

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  11. Le novità Fazi mi incuriosiscono sempre, hanno un catalogo che vorrei possedere per intero e piano piano aggiungo pezzi alla mia collezione. Tuttavia, quando ho letto per sommi capi la trama di questo libro, mi sono fermata. Non ho mai amato Lolita (la prosa di Nabokov più che altro, ma anche la tematica in effetti) e questo tipo di vicenda mi turba sempre. Mi limiterò a leggere le recensioni degli altri ;)

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    1. Comprendo, Martherita. Anche la tentazione di acquistare tutti i Fazi possibili. :)

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  12. Meravigliosa, semplicemente...
    Ce l'ho pronto da leggere, come anche a te, i personaggi irriverenti mi attirano, mi sfidano. Un abbraccio

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  13. Ho odiato la madre.
    Da madre non avrei aspettato un attimo di più a sbattere fuori quel cretino.
    E da donna mi sarei sentita umiliata e offesa.
    Una storia estenuante,insopportabile,e maledettamente possibile.
    Io figlie femmine non ne ho ma non avrei mai permesso a mio marito un controllo così assoluto.
    Madre chioccia,si.Tanto poi i figli ti mandano quando è il momento ed è giusto così.
    Il libro non mi è piaciuto,l'ho trovato lento e asfissiante,ma riconosco la bravura della scrittrice che narra una vicenda che,comunque,produce un certo effetto.

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