venerdì 25 novembre 2016

Recensione: Benedizione, di Kent Haruf

Persone in casa propria. Vite comuni. Che trascorrono senza che loro se ne rendano conto. Speravo di trovare qualcosa. [...] La preziosa normalità.

Titolo: Benedizione – Trilogia della pianura
Autore: Kent Haruf
Editore: NN Editore
Numero di pagine: 277
Prezzo: € 17,00
Sinossi: Nella cittadina di Holt, in Colorado, Dad Lewis affronta la sua ultima estate: la moglie Mary e la figlia Lorraine gli sono amorevolmente accanto, mentre gli amici si alternano nel dare omaggio a una figura rispettata della comunità. Ma nel passato di Dad si nascondono fantasmi: il figlio Frank, che è fuggito di casa per mai più tornare, e il commesso del negozio di ferramenta, che aveva tradito la sua fiducia. Nella casa accanto, una ragazzina orfana viene a vivere dalla nonna, e in paese arriva il reverendo Lyle, che predica con passione la verità e la non violenza e porta con sé un segreto. Nella piccola e solida comunità abituata a espellere da sé tutto ciò che non è conforme, Dad non sarà l'unico a dover fare i conti con la vera natura del rimpianto, della vergogna, della dignità e dell'amore. Kent Haruf affronta i temi delle relazioni umane e delle scelte morali estreme con delicatezza, senza mai alzare la voce, intrattenendo una conversazione intima con il lettore che ha il tocco della poesia.
                                               La recensione
Quando non so da dove partire, temporeggio. Introduco la storia, i personaggi, le ambientazioni, aspettando che l'ispirazione arrivi da sé. La pagina bianca fa un po' paura, la prima frase è la più difficile da scrivere. I miei dubbi, oggi, occupano gli spazi vuoti: non quelli relativi a Benedizione – bellissimo come tutti dicono, c'è poco da fare –, ma al modo in cui raccontare quelle letture che dicono tutto pur non parlando di niente. Qual è la storia qui, se la naturale discrezione di Kent Haruf non cede ai vezzi e la coralità è sacrosanta? Quali personaggi includere e quali no, se il tuo è un piccolo post scritto di fretta per riassumere un grande giro di vite? Le ambientazioni campestri ricordano più le sconfinate pianure di McCarthy o le ballate indie folk che vanno per la maggiore nelle mie cuffiette? Sulla scia di queste domande retoriche, prendendo spunto proprio dall'ultima, faccio degli sfondi degli Stati Uniti del sud – tra l'altro, unico filo conduttore della trilogia di Kent Haruf – il mio spasimato incipit. Il sole che al tramonto scompare oltre i pascoli, il crepuscolo che non porta la frescura sperata, un'imprecisata attesa elusa stando seduti sul portico. Siamo in Colorado, nella contea fittizia di Holt. Dove tutti conoscono tutti, i cambiamenti si percepiscono in ritardo e fa strano trovare cenni all'attualità – ad esempio, l'allarmismo post undici settembre – in mezzo ad atmosfere tanto fumose. Affascina questa America di provincia, intorpidita ma autentica. Chiusa verso lo straniero, avrà votato Trump alle scorse presidenziali crogiolandosi in un passato che appare tutto fuorché glorioso. Sul dondolo, ballano le gambe e la vista spazia fin quasi a Main Street: un filare di negozi e negozietti a gestione familiare, automobili che non hanno fretta di arrivare alla meta, bambini in bici e sparuti semafori che gestiscono un traffico inesistente. Le giornate si accorciano pian piano. Dad Lewis contempla la flora e la fauna del posto in cui è nato e in cui morirà con gli stessi occhi di chi guarda le cose per l'ultima volta. La prognosi parla chiaro: gli resta poco da vivere, se lo sta mangiando un brutto male; anziano, però, si consola dicendo che ha fatto il suo tempo. Marito della dolce e fedele Mary, padre di Lorraine e Frank, ha messo da parte un discreto gruzzoletto mandando avanti l'unico ferramenta di Holt; può dirsi fortunato. Ma quanto è felice se, accanto a una malattia debilitante, lo affliggono l'assenza del figlio minore – fuggito via anni prima, perché in provincia l'omosessualità resta una vergogna – e la triste sorte di Clayton, dipendente dalle mani lunghe? Sul suo capezzale, spettri che solo lui vede e i conoscenti di sempre; la moglie si cura della pulizia del suo corpo e degli affanni inimmaginabili, gli amici fanno mostra di buona creanza e sincera riconoscenza. 
Gli chiedono come va e come non va; gli parlano di raccolto, bestiame e nuovi arrivati in paese – un'orfana di nome Alice, il problematico reverendo Lyle –; si congedano con la tesa del cappello da cowboy che nasconde gli occhi fradici. Nel frattempo, la figliol prodiga Lorraine stringe amicizia con le Johnson e insieme, in un cenacolo di donne di generazioni diverse e simili mancanze, le tre decidono di regalare un'estate memorabile alla piccola e solitaria Alice. Il reverendo forestiero, bello e con una famiglia tutt'altro che perfetta a carico, parla sull'altare di fratellanza e dell'importanza di porgere l'altra guancia: i suoi sermoni fanno rumoreggiare i fedeli, facendone emergere la profonda ipocrisia. Benedizione si muove tra passato e presente, in territori e sonorità che amo particolarmente; nel ricordo fresco di Kent Haruf, scomparso due anni fa e apprezzato tardi. Struggente, rilassato, semplicissimo, non era il romanzo che mi aspettavo; non per questo, però, ha deluso le attese. A garantirgli una fama istantanea ma tardiva, mi domandavo all'inizio, trame ingarbugliate e stile aulico?
Dietro un successo senza misteri, invece, una scrittura che è sinonimo di decoro e pudicizia. La benedizione: quella dei caffè annacquati delle tavole calde e delle camicie di flanella; delle barbe folte che si ingrigiscono e dei piccoli gesti di generosità; di arpeggi country e personaggi cristallini. Anche se i padri hanno escluso i figli ribelli dai lasciti e l'ignoranza delle campagne ci rende alieno il diverso. Anche se si finisce a letto con uomini o donne sposati e il sesso diventa mezzo di scambio. Anche se una frase detta con la lingua tra i denti porta a tragiche reazioni a catena – fughe, suicidi, rimpianti inestinguibili – e i fantasmi, con la morte ai piedi del letto, pretendono le scuse e l'ultima parola. C'è chi nasce e c'è chi muore, in questo appassionatissimo gospel tutto laico che si confonde con il cantare delle cicale. Il gesto del benedire è un'estrema unzione per gli ammalati e un solenne battesimo, un ingresso alla vita, per i pastori senza gregge e le mamme senza figli. Kent Haruf rimette i debiti e, nelle intime confessioni che sono i suoi discorsi indiretti liberi, assolve i suoi personaggi dal peccato dell'egoismo. In Benedizione c'è una bontà d'animo che non sembra eccessiva. E tu, che eppure non credi nel prossimo tuo e in Dio chi lo sa, non la condanni – reputandola magari troppa – ma gliela invidi profondamente.
Il mio voto: ★★★★½
Il mio consiglio musicale: Bob Dylan – Knockin' on Heaven's Door

34 commenti:

  1. Ora per "colpa" tua, lo voglio ancora di più. Mi intriga moltissimo e non so perché anche solo leggendo la sinossi lo avevo collegato anch'io a McCarthy, autore di cui spero di recuperare altro. Il prezzo è altino, ma alla fine si tratta pur sempre di una piccola casa editrice. Spero di comprarlo prima o poi. Di come hai parlato poi dei luoghi, beh, devo averlo!

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    1. Io McCarthy purtroppo lo temo un po', e questo mi ha fatto comprare diversi suoi romanzi - ad esempio, La strada - ma stanno lì, in attesa del momento opportuno.
      Penso proprio che Haruf, nella sua immediatezza, conquisterà anche te. Tieni d'occhio Libraccio: io l'ho preso lì. ;)

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  2. Manca un mese alla fine dell'anno e, finalmente, posso affermarlo con certezza: Benedizione è stata davvero tale, per me, al primo posto tra i libri belli di un anno che,nel mio caso, non lo è stato affatto. Haruf mi ha conquistata con la sua pacatezza e, vuoi per la vicenda di cui si parla, vuoi per le ambientazioni, l'ho sentito molto vicino, come un nonno che ti prende per mano e ti mostra la strada da seguire per affrontare ogni cosa. Nulla da eccepire, chapeau.
    Penso che Canto potrebbe addirittura piacerti di più: Tom Guthrie, Victoria ed i McPheron movimentano un po' la scena, non troppo però, e si fanno voler bene.
    Curiosità:hai preso il cofanetto? :)

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    1. Ciao Cecilia! Purtroppo no, sto aspettando sempre i comodi di Libraccio. Il cofanetto mi allettava ma, se presi uno alla volta, ho la sensazione di svenarmi di meno.
      Il difetto di Benedizione? Che seguendo l'ordine di pubblicazione dell'editore italiano, adesso, so già cosa sarà dei cowboy che si prendono cura dell'adolescente incinta... Poca roba, comunque, tanto in Haruf non è mai importante il cosa ma il come. :)

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    2. Ti dirò, sarà che sono una smemorata cronica e simili ma io, leggendoli più o meno a un mese di distanza - perché mi dispiaceva lasciare Holt troppo presto -, avevo dimenticato cosa ne fosse stato di Raymond e Harold, ricordavo solo il destino di Victoria però sì, fondamentalmente hai ragione: Haruf è uno di quegli autori di cui leggerei pure la lista della spesa.
      Sul cofanetto ci sto facendo un pensierino Natalizio e sono a caccia di impressioni, pensavo facessero un tutt'uno con Le nostre anime di notte, di cui peraltro Netflix sta girando una trasposizione televisiva, e invece hanno posticipato l'uscita a Febbraio. Felice, comunque, che anche tu sia entrato a far parte degli aficionados di Holt. :)

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    3. Ah, non lo sapevo!
      Tra l'altro, ha un titolo bellissimo. :)

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  3. Romanzo in cima alla mia lista, ma al quale voglio dedicare il giusto tempo, non una lettura mordi e fuggi alla quale sono costretta in questi giorni. La tua recensione non fa che confermare il mio pensiero.

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    1. Non una lettura mordi e fuggi, però scorrevolissima. :)
      Io, ti dirò, immaginavo Haruf più impegnativo - e non in senso buono.

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  4. Ciao Michele, periodo incasinato per me ma finalmente ecco che riesco a leggere una tua recensione, ho sentito parlare davvero bene di questa trilogia. Da quanto leggo in questo romanzo ci sono tutte le relazioni umane e i sentimenti di tutti i giorni. Lo avevo già adocchiato da tempo, ma grazie per avermelo ricordato.

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    1. Ciao Nunzia, lo stesso per me.
      Per laurearsi, alla mia università, devi riempire tutti i moduli possibili e immaginabili e, da pendolare, sono settimane di continui viavai. Ci riposeremo nelle vacanze imminenti, che attendo ben poco, ma vabbe'. Me le farò dormendo. In quanto al romanzo: lo vedo molto nelle tue corde. :)

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  5. Alla fine ti sei sbilanciato, bravo, ogni tanto il cuore deve avere il sopravvento. Io confido sempre in quel grandissimo bastardo che è il libraccio!

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    1. Ma io lo monitoro da giorni, ormai, e Benedizione mi risulta sempre disponibile. Occhio!

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  6. Di narrativa moderna me ne intendo poco, ma quasi tutti i libri che ho messo in WL ci sono entrati per "colpa" tua :P
    Questo sembra davvero molto, molto bello, peccato però per il prezzo :(

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    1. Confermo che sono piccoli e costosi, ma se i soldi vanno a una case editrice indipendente sono più contento del solito.
      E' uscito anche un bel cofanetto, in questi giorni. Viene una trentina di euro, quindi il risparmio c'è. Il problema è che, come dicevo a Cecilia, mi scoccia sborsarli tutti insieme, uff. :)

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  7. Un romanzo bellissimo, lo hai descritto perfettamente :)

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  8. Questa tua recensione è da brividi. Bravo :)
    Del libro ho già detto, prima o poi riuscirò a finirlo.

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    1. Ti ringrazio, Tessa!
      Sì, mi avevi detto su Facebook: non l'ho trovato poi così triste fortunatamente e, se mi sono emozionato spesso, è stato più per le cose belle che per i drammi del povero Dad. :)

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  9. ma sai quanti amici lettori mi stanno consigliando sto libro? E' una di quelle letture che non rimanderò per molto, divento sempre più curiosa!
    Il "problema" è che accumulo libri sul comodino (virtuale) :-D
    speriamo di smaltire tutto un po' alla volta ;)

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    1. Eh, il comodino virtuale è il peggiore.
      Perché se si accumulano neanche te ne accorgi per bene. Impossibile tenerli a bada. ;)

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  10. Anche io come Tessa ho i brividi e pure l'occhio lucido. Sapevo che leggere la tua recensione mi avrebbe fatto ricordare le emozioni che mi aveva suscitato il libro.
    Concordo su tutto, solo vorrei averlo scritto io.
    Un saluto da Lea

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    1. Ohhh, tu e Tessa complottate per farmi commuovere? Ditelo subito. Scherzi a parte, grazie mille, Lea! Quando il romanzo piace così tanto è sempre difficilissimo parlarne. Felice di esserci riuscito: non pensavo. :))

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  11. Lo bramo da sempre, ancora nessuna occasione. Il dubbio c'è: cominciare da Haruf o McCarthy? E, soprattutto, illuminami: questo è il primo della trilogia, oppure l'ordine potrebbe anche essere casuale? Complimenti - sottintesi e non - per la recensione. :)

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    1. Grazie mille!
      McCarthy secondo me è un po' più ostico, o così lo immagino a torto. Non lo so. Leggere Haruf, invece, è come bere un bicchiere d'acqua: e lì, nel suo caso, sta il bello.
      Benedizione è il primo pubblicato in italia dalla NN. Teoricamente sono scollegati, ma cenni agli altri - e perfino piccoli spoiler involontari - sono presenti. Ti consiglierei, perciò, di seguire l'ordine "americano". Per cui questo, stando alla buon'anima di Kent, è l'ultimo. :)

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  12. Non sembra troppo distante dalle parti di Shotgun Lovesongs di Nickolas Butler...
    Chissà, forse potrebbe avere pure la mia benedizione. :)

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    1. Infatti, stiamo lì.
      E nei territori di Ford, attenzione! ;)

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  13. Ancora più convinta di doverlo prendere e leggere il prima possibile! Mi ispira un sacco e non ho ancora trovato una persona a cui non si piaciuto.
    Chissà che amazon non decida di fare un altro bundle a prezzo basso!
    Il cofanetto costa 37 e rotti al momento, mi sa che ripiego finché non lo trovo usato.

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    1. Se Amazon, come successo con la Ferrante, è in vena di carinerie, segnalamelo. Mi raccomando! Ci spero, e chi lo sa. :)

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  14. Che il libro è un gran bel libro lo sappiamo già, quindi ti dico solo gran bella recensione :)

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    1. Ti ringrazio, Elisa. :)
      E se non ci fosse la temibile Luna a sorvegliarlo, sappi che verrei a rubarti il cofanetto oggi stesso! Devo vedere se Ciro la distrae...

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  15. Proprio roba mia. Infatti è uno dei prossimi che devo leggere, grazie a Julez che me l'ha consegnato per il compleanno. ;)

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    1. Eh sì, lo dicevo al Cannibale.
      Julez è stata previdente, brava! ;)

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  16. Buona domenica, Mr Ink! Per me Haruf è stato davvero una scoperta! Ho amato i suoi toni pacati, gli spazi immensi che descrive e soprattutto le vite dei suoi personaggi. Dad e Mary mi sono proprio entrati nel cuore ^^
    Dopo questa bellissima recensione mi aspetto di leggere cosa ne pensi di Canto della pianura, che a me è piaciuto moltissimo, allo stesso livello di questo se non addirittura di più ;-)

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    1. Buona domenica, Jerry! Ti ringrazio.
      Spero tanto di leggerli entro l'anno!

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