Ecco
la meraviglia imperfetta. Al grado più alto di perfezione che
l'imperfezione potrebbe mai raggiungere.
Titolo:
L'imperfetta meraviglia
Autore:
Andrea De Carlo
Editore:
Giunti
Prezzo:
€ 18,00
Numero
di pagine: 366
Sinossi:
Succede
in Provenza, d'autunno, stagione che mescola le prime umide nebbie
con un lungo strascico di calore quasi estivo. I borghi e le ville si
stanno vuotando di abitanti e turisti. Ancora un grande evento però
si prepara. Quasi a sorpresa, sul locale campo di aviazione, si terrà
il concerto di una celebre band inglese, i Bebonkers, un po' per fini
umanitari, un po' per celebrare il terzo matrimonio di Nick
Cruickshank, vocalist del gruppo e carismatico leader. I preparativi
fervono, tutti organizzati con piglio fermo da Aileen, futura moglie
di Nick. In paese c'è una gelateria gestita da Milena Migliari, una
giovane donna italiana che i gelati li crea, li pensa, li esperimenta
con tensione d'artista. Un rovello continuo che ruota attorno
all'equilibrio instabile del gelato, alla sua imperfetta meraviglia
perché concepita per essere consumata o per liquefarsi, per non
durare. Milena ha detto addio agli uomini e convive da qualche anno
con Viviane. Un rapporto solido, quasi a compensare l'evanescenza dei
gelati, l'appoggio di una donna stabile e forte, al punto che, tra
qualche giorno, Milena si sottoporrà alla fecondazione assistita.
Eppure, in fondo, Milena non ha voglia di farlo davvero questo passo
che forse non ha proprio deciso. Incerta senza confessarselo, Milena.
Come Nick, che si domanda da quando il suo rapporto con Aileen ha
perso l'incanto dei primi tempi.
La recensione
Lei,
Milena Magliari, ha aperto una piccola gelateria in una Provenza che,
d'autunno, si spopola: italiana
trapiantata in Francia, senza radici, ha rinunciato al fare
possessivo degli uomini del suo passato e, infine, ha ripiegato
sull'amore per le donne e l'alta pasticceria. Lui, invece, è Nick
Cruickshank e, se solo non fosse un personaggio d'immaginazione, il
suo nome ti suonerebbe familiare: stella del rock sul viale del
tramonto, frontman di un'apprezzata band di canaglie bontempone, è
in Europa per un concerto di beneficenza in grande e per il suo
ennesimo matrimonio – se il terzo o il quarto, mi sfugge. Cosa
c'entrano un'italiana e un irlandese in Francia, con un piccolo corto
circuito che minaccia di liquefare un accurato lavoro di pazienza e
ispirazione, un incontro che cambia d'un tratto i piani a lungo
termine, una riflessione sull'imprevisto e sugli attimi da cogliere,
come fossero margherite in un prato? Soprattutto, cos'è di lui e lei
– insieme, un sorprendente loro -, se i protagonisti hanno appena un weekend per
rivoluzionarsi e, a scrivere, c'è uno scrittore che non facevo così
romantico, così delicato? L'imperfetta meraviglia, che ha un
titolo bellissimo e una copertina che fa gola in qualsiasi stagione,
con il caldo e con il freddo, è l'ultimo romanzo di un Andrea De
Carlo che leggo solo ora: al passaggio dalla Bompiani alla Giunti;
galeotta un'atipica commedia italiana che non immaginavo nelle sue
corde, né nelle mie. Autore prolifico e generazionale, inarrestabile
tra gli anni Ottanta e Novanta, De Carlo si era fatto conoscere dai
più giovani come giudice di Masterpiece,
talent letterario destinato a chiudere presto scuri e battenti: su
Rai Tre, in tarda serata, con i suoi giudizi spietati e la sua
alterigia, lo avevo trovato irritantissimo. Questione di ruolo,
indubbiamente; colpa del personaggio del maestro inflessibile e
spocchioso che, come Carlo Cracco, si era cucito a pennello. Se lo
chef veneto, così facendo, risulta però bello e dannato da svariati
palinsesti, Andrea De Carlo mi era parso solo antipatico: addio,
così, al buon proposito di leggere Due di due,
da anni sul ripiano più alto del mio scaffale. Meraviglia sì,
perciò, il ritorno con L'imperfetta meraviglia; scoprirlo
gentile, ma meticoloso narratore di questa squisita storia dai toni
pastello, in cui un uomo qualsiasi incontra una donna qualsiasi nel
momento meno propizio. A capitoli alterni, in terza persona, i
protagonisti si svelano. La professionalità di un autore con
diciannove romanzi all'attivo è tutta lì: in lunghi scandagliamenti
interiori, in rimuginamenti che suonano spesso prolissimi, ma
assolutamente autentici.
Milena,
compagna della fisioterapista Viviane, è in crisi: la partner preme
per la fecondazione assistita, vuole volare in Spagna e diventare
genitore, ma la geniale gelataia ha qualche dubbio. Si sente messa
alle corde. Pensa che, per l'ennesima volta, la persona con cui
divide il letto – uomo o donna, non importa - stia scegliendo a
nome di entrambe. Viviane la sottovaluta, Viviane la sommerge di
aspettative: rischia di implodere o annegare, mentre elabora nuovi
gusti (un esemplare fiordilatte, un cachi irresistibile) nella sua
pittoresca bottega di paese e, su ordinazione, sale in auto e porta
dieci chili di gelato a un'eccentrica donna dall'accento straniero.
Nick, futuro marito della stilista Aileen, ha aperto il suo villino
ristrutturato in vista delle nozze imminenti: gli ospiti sono
numerosi e invadenti, i membri della sua storica band e le loro
capricciose consorti litigano ogni tre per due e, in una casa
sconfinata, lui che all'apparenza ha tutto, si trova a non avere
spazio a sufficienza per mettersi in un angolo e godersi i benefici
della solitudine: un libro dell'Odissea
da leggere, senza che nessuno dica, canzonandolo, che non lo faceva
tipo da hobby sofisticati; un mandolino da strimpellare, magari, che
stonerebbero troppo nelle immutabili sonorità degli ormai stanchi
Bebonkers; un altro assaggio delle meraviglie della pasticciera che,
mite e solare, misteriosa e affabile, ha bussato alla sua porta con
dieci vaschette di gelato, due occhi belli da morire, una storia di
cui vuotarsi le tasche.
Ma sono diversissimi, e non è bene parlarsi,
nel chiasso degli invitati parvenu. Non è che si piacciono, non
proprio: si capiscono al volo, però. E il loro essere ugualmente
inappagati, le loro relazioni ugualmente a un bivio, li renderanno
timidi e complici, simili, ma alla maniera di quei boy
meets girl in cui si chiacchiera
di tutto e di niente, in cui ci si ama ma distanza, all'ombra di
suggestive città e finali in sospeso. E io che, in gelateria,
richiedo sempre il solito cono nocciola e pistaccio, da sgranocchiare
al volo passeggiando; senza andare tanto per il sottile. E io che
pensavo che l'impegnato De Carlo non conoscesse la leggerezza, la
grazia dei colpi di fulmine; che il divo e la pasticciera fossero
dotati di ingegno acuto, palato fine e poco cuore...
Coppetta
o cono? E il cucchiaio, ancora: di plastica, legno o metallo? Nei
gelati di Milena – per cui, tra l'altro, sembra valere il detto: dimmi cosa prendi al bancone, e io ti dirò chi sei -, trovano posto
spolverate di pepe rosa e spezie impensate, lacrime versate e sorrisi
conciliatori. Pizzicano il palato, allietano il cuore. Come loro,
L'imperfetta meraviglia: curato,
ironico, genuino. Una commedia dal piglio inaspettato, rinfrescante e
malinconica, in cui gusti e pensieri fanno pendant. Da divorare
prima che ci si sciolga in mano e che, nel pugno, restino grani di
zucchero che sembrano polvere di stelle. La crema nella barba, i
frammenti di cialda addosso, le antiestetiche sbavature di sorta. Per
godersela e riconoscerla, la meraviglia - quella delle storie
semplici, quella delle narrazioni ad ampio respiro -, finché dura.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: The Lumineers - Flowers in your hair
Slurp :D me lo segno! Meraviglia di recensione! A presto Maria
RispondiEliminaTi ringrazio, Maria!
EliminaIo sono raffreddato - e quando arriva l'influenza mi dura per mesi, praticamente -, ma un bel gelato di Milena...
Gelati a parte, mi sembra piuttosto simile a "Leielui" dello stesso De Carlo: capitoli alterni, una lei e una lui che si incontrano nel momento meno opportuno ma condividono una certa affinità elettiva. Romanzo che, salvo un finale lievemente frettoloso, mi era molto piaciuto. Al punto che sarei anche disposta a correre il rischio di trovarmi davanti una storia-fotocopia, perché De Carlo mi ha convinta e sono secoli che mi dico di provare qualcosa di nuovo della sua penna.
RispondiEliminaAh, ecco, Leielui pure lo volevo, al tempo.
EliminaPoi l'ho scoperto antipatico, con la puzza sotto il naso, e niente. Ci riproverò alla luce di questa storia, che per me troverai comunque diversa. Ti consiglio di leggere qualche altro commento dei suoi fedelissimi; magari, te ne fai un'idea più precisa. Su Amazon dicono sia un De Carlo diversissimo dal solito. :)
Due di due è l'unico ke ho letto di De carlo e non mi convinse in toto, anche se lo apprezzai nel complesso.
Eliminala tua recensione è incoraggiante, credo che riprenderò i miei rapporti con andrea :-D
buona domenica ;)
Con Due di due, riproverò più in là.
EliminaBuona domenica a te!
Toni pastello, romantico ma, mi pare di capire, non sdolcinato...lo segno. Dell'autore non ho letto nulla e neanche l'ho visto in tv, parto senza pregiudizi. Bella recensione!
RispondiEliminaAssolutamente, per nulla sdolcinato...
EliminaE' ambientato in un fine settimana e, in quasi quattrocento pagine, i protagonisti sono nella stessa "cornice" due, tre volte. Però confrontarsi, parlarsi un attimo, li porta a rivalutare ogni cosa. :)
Bella recensione Mick! Hai stuzzicato il mio appetito, in tutti i sensi. Intanto vado in gelateria e magari in settimana passo da Lea in biblioteca 😉
RispondiEliminaCiao Stefania!
EliminaPer me niente gelato, oggi, ma ci consoliamo con una torta di mele. Un po' bruciacchiata, ma buona: purtroppo, coi dolci, qui non siamo troppo portati. Fammi sapere. :)
Cara Stefania, il libro l'ho acquistato, ma dovrai attendere perchè è già in prestito! ;-)
EliminaLea
Eh eh, ti sei fatta i conti senza Lea :)
EliminaMasterpiece l'ho snobbato per l'ora tarda che mal si incastrava ai ritmi scolastici ma soprattutto perché avevo fiutato la mossa commerciale, quindi fortunatamente nessun pregiudizio in quel senso, tuttavia alle opere di De Carlo non mi sono mai interessata, nonostante sia ospite fisso dalle mie parti per presentazioni e firmacopie, proprio perché, come te, pensavo non facessero al caso mio.
RispondiEliminaNemmeno questa, di primo acchito, sembra fare eccezione ma potrei provare, chissà che non sia uno dei miei soliti fraintendimenti; un bel gelato non si rifiuta (quasi) mai :)
So che questo è un esperimento inconsueto, per De Carlo, o così leggevo. Non era mia priorità, ma mi è arrivato sotto forma di omaggio inaspettato: per una volta, un bell'omaggio. Tant'è vero che, ispirato, l'ho messo in cime alla pila di libri da leggere. :)
EliminaMasterpiece commeciale, senz'altro, però era divertente: peccato per questo Andrea, appunto, che non spiccava proprio per simpatia...
Come sempre le tue recensioni sono un momento di poesia e magia che mi regalano bellissime emozioni. "L'imperfetta meraviglia" mi attrae, per cover e per trama :)
RispondiEliminaTi ringrazio, Aquila!
EliminaL'ambientazione in Provenza e la presenza di una band inglese mi stuzzicano.
RispondiEliminaMeno la parte dei gelati, che mi sa potrebbe fare andare la storia in zone un poco sdolcinate, però nel complesso pare interessante...
In realtà, è un po' il contrario.
EliminaE' il rocker a essere il sensibile dei due: stanco di fare il nomade, di non farsi prendere mai sul serio.
Lei, che non vuole diventare mamma e che ha scelto di convire con una donna semplicemente perché gli uomini del suo passato l'hanno delusa, è abbastanza cinica, gelati a parte. :)
Di De Carlo ho letto Due di due e mi aveva infastidita molto eppure questa tua recensione mi convince e mi fa desiderare di leggerlo. E in questo campo per fortuna i desideri possono diventare facilmente realtà.
RispondiEliminaBuona notte
Lea
Fammi sapere! :)
EliminaNon ho ancora letto nulla di questo autore, anche se posseggo "Pura vita". Che dici, mi lancio?
RispondiEliminaChissà!
RispondiEliminaLo amano e lo odiano, anche se L'imperfetta meraviglia mette tutti d'accordo, pare. :)
Questa è una congiura però! Tu che scrivi una recensione così, Marone che lo compra e io che dovevo fare? Ero giusto in libreria, questa mattina, così l'ho infilato tra un Harry Potter per il figlio e un Falcones per me! Ti farò sapere ;)
RispondiEliminaCOMBLOTTO!
EliminaSecondo me, ti piace. E' una commedia che, lì per lì, mi ha fatto pensare a Io che amo solo te - che non mi era piaciuto, ma a te sì, quindi mi dirai. In caso, è colpa di Marone. ;)
ahahahah... ok, nuovo motto: "È colpa di Marone"!!
EliminaMichele, non ho letto nulla di suo, però la tua recensione mi piace, mi piacciono i tre aggettivi: curato, ironico, genuino...Ci penso!
RispondiEliminaTi ringrazio, Nunzia.
EliminaE' più impegnativo di quanto si possa pensare - i protagonisti sono indagati approfonditissimamente -, però lascia una bella sensazione, a fine lettura. Leggero, insomma, ma con una certa sostanza... :)
Ho letto tutti i libri di Andrea De Carlo...il primo è stato "Due di due" (che mi era piaciuto molto) e poi tutti gli altri ma, ahimè, devo dire che, a parte i primissimi, gli ultimi son stati davvero una delusione: la solita trama(lei/lui/l'altro; vita normale e all'improvviso l'incontro che la cambia)un bel modo di scrivere/descrivere che, purtroppo e spesso, si tramuta in pagine piene di domande; nomi e cognomi ripetuti all'infinito che rendono i personaggi un po' antipatici...diciamo che, all'inizio, la scrittura di De Carlo affascina molto ma poi diventa un po' noiosa e scontata e la sua capacità di scrivere e descrivere in modo originale le sensazione, le emozioni, i sentimenti e gli stati d'animo si perde nella banalità di tante cose.
RispondiEliminaNonostante quanto sopra, non riesco a non comprare un suo libro nuovo appena esce, forse per cercarvi quel "non so che" che mi aveva così affascinato nei primi suoi libri (o forse per cercare la me stessa delle prime sue letture...)
rosy