domenica 7 giugno 2015

Recensione a basso costo: Sulla sedia sbagliata, di Sara Rattaro

Ci sono cose che solo una mamma può capire. E che, purtroppo, solo una mamma può sentire.

Titolo: Sulla sedia sbagliata
Autrice: Sara Rattaro
Editore: Garzanti
Numero di pagine: 157
Prezzo: € 9,90
Sinossi: Una madre rimane sempre una madre. Non smette mai di esserlo. Qualunque cosa accada. Anche quando non esiste nulla di più difficile al mondo. Lo sa bene Francesca, che ogni settimana va in carcere a trovare suo figlio accusato di un reato gravissimo: omicidio. Lei che continua a domandarsi dove abbia sbagliato. Perché negli occhi di Andrea fatica a riconoscere il bambino che ha cresciuto. Ma il suo cuore non può fare altro che proteggerlo. E la missione di ogni madre. Proprio quella missione che Teresa sente di aver fallito nel momento in cui sua figlia le è stata strappata via troppo presto in un incidente d'auto. Lei non era lì a difenderla per non lasciarla andare. Un dolore troppo grande che l'amore materno di Teresa non riesce ad accettare, al punto da creare una realtà diversa in cui la ragazza gira ancora per la casa a portare luce con il suo sorriso. Francesca è la madre di un carnefice, Teresa la madre di una vittima. Eppure sono solo due donne che devono in qualche modo superare la sconfitta delle loro speranze, dei loro sogni di un futuro felice per i figli. La loro sofferenza assume le stesse tonalità, usa le stesse parole, piange le stesse lacrime. Perché il confine tra l'errore e la verità si confonde. Non è mai netto. L'amore più puro può trasformarsi in un peso troppo grande da sopportare. Può fare male o far sbagliare...
                                           La recensione
Attendevo l'ultimo libro di Sara Rattaro – che poi in realtà è il primo, trattandosi di una ristampa – con tanta speranza. Ci eravamo lasciati con Niente è come te e, dopo i bei romanzi iniziali, mi era mancata la scintilla. Non mi era piaciuta la Sara che scriveva in corsivo frasi scontate, né la presenza – nello stesso romanzo, ed era un romanzo sulle duecento pagine – di troppi temi importanti. Tra il divorzio, l'autolesionismo, le responsabilità dei padri e la crudeltà di certe mamme avevo letto un po' di tutto. Comunque, non abbastanza. Ritornare al principio, perciò, con Sulla sedia sbagliata. Una storia delle sue: drammatica, intensa, vera. Quattro voci – una mamma con un figlio assassino, una mamma con una figlia vittima, una paziente malata in attesa di un trapianto e un figlio fragile, infine, che ha assassinato una madre forte – e la complessità dei rapporti di sangue. Mostrati assumendo, questa volta, ora un punto di vista, ora un altro. Prendendo posto ai capi lontani della stessa tavola rotonda. L'inizio è stato a mille, con la vicenda di Francesca – chirurgo bellissimo e libertino, braccato all'ospedale da un manipolo di uomini in divisa con notizie su un figlio che così perfetto non è – e i pensieri di una madre che, nonostante l'omicidio, non smette mai di essere tale. Immagino che, innocente o colpevole, sia impossibile smettere di volere bene alla parte più bella di te: anche andarlo a trovare in carcere per dodici anni, una volta a settimana, è un compromesso giusto pur di rivederlo ancora. Eccola lì la Sara che mi emozionava sempre, con le parole giuste e i tempi giusti. Purtroppo, durante la lettura, con l'ampliarsi delle voci, ho trovato che l'intensità iniziale rimbalzasse da un punto all'altro con il rischio di andare spesso oltre le linee di confine e perdersi. Un'apostrofe a una figlia che non c'è più, un inno alle seconde possibilità e alla vita che a volte fa giri straninissimi, una confessione a cuore aperto di un assassino uomo che, in mezzo a tante madri, in mezzo a tante donne, così fuori posto in realtà non è. Trattandosi di un testo di cinque anni fa, un lontano esordio con la Morellini Editore, niente da dire su uno stile che è già maturo e impeccabile. Se la Rattaro scrittrice ha un difetto è solo uno: ha una voce fin troppo riconoscibile. Qui, passando attraverso un prisma, si scompone in quattro, ma si sente per tutto il tempo che è lei l'intermediaria: lei Francesca, lei Teresa, lei Zoe, lei Paola. Sfumature tanto delicate da risultare pressochè invisibili da un ruolo ad un altro, nonostante lo sforzo di introspezione non da tutti. Mi rimane un dubbio che solo un nuovo romanzo scioglierà.
Sulla sedia sbagliata non mi ha convinto al cento per cento perché è un'opera prima, e ogni opera prima ha i suoi limiti? È vicino a un ultimo romanzo che già di suo non mi aveva entusiasmato? O, ancora, crescendo – e leggendo – mi sono accorto che quello che mi colpiva all'inizio adesso non ha più su di me il medesimo portentoso effetto? A lasciarmi stranito, il fatto che le pagine siano meno del solito – centocinquanta – e che i temi siano, invece, il doppio. Importantissimi. Non dico maltrattati, liquidati in fretta, perché sapete che Sara ha cura di noi e delle nostre storie, ma troppi per una lettura che non si protrae per più di un giorno. Accanto alla forza delle madri, che immaginavo essere il tema portante e un po' lo è, si parla di trapianto degli organi, anoressia, attacchi di epilessia in tenera età... di una malattia capace di straziare famiglie infelici. E non so, ho come avuto l'impressione che stessi rivivendo lo stesso rapporto avuto con Niente è come te. E che, ora me ne accorgo definitivamente, forse non è del tutto vero che la Rattaro parli del quotidiano. Nel quarto libro, ecco ancora una volta un quotidiano drammatico, problematico, triste: quello dei casi eccezionali, della cronaca nera, e di certe case maledette dalle stelle. Spaccati sociali ben resi, ma è come se leggessi sempre la stessa storia e come se famiglie con problemi più piccoli non fossero abbastanza interessanti per avere diritto a un libro tutto loro. A volte, c'è gente che è serena. A volte, vorrei sapere anche di loro, stanco di "romanzi a tesi" in cui c'è troppo tutto – anche troppo dolore.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Elisa – A modo tuo

14 commenti:

  1. Io proprio non ce la faccio, per quanto la trama mi incuriosisca. La Rattaro mi ha deluso con ogni singolo libro, quindi penso proprio che non leggerò altro di suo. Sono masochista, ma non fino a questo punto xD

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    1. Allora ti conviene. A me un tempo piaceva, ora non so.
      Sono dubbioso. Me ne concederò un altro ;)

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  2. Ho un suo libro da leggere, vedrò di farlo presto!

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  3. Io ti dirò dopo averlo terminato. Credo che niente potrà superare Un uso qualunque di te che resta il mio preferito

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    1. Anche per me il migliore resta Un uso qualunque di te! Mi spiace che questo non ti sia piaciuto...di certo è corto e gli argomenti sono tanti ma a me è piaciuto sicuramente più dell'ultimo!

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    2. Anche a me, però la valutazione è stata la stessa: mezzo voto in più, mezzo in meno... neanche ci faccio caso. Aspetterò il prossimo, Dani ;)

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  4. La trama è così interessante. Ma le tue recensioni sono sempre così persuasive che quando vedo 4-5 stelline sono spinta del tutto a comprare un romanzo ma... con 3 stelle sono un po' nel dubbio. Non avendo mai letto un libro della scrittrice -e quindi non dovendo fare il confronto con le altre sue opere- forse tutto il dramma, tutto questo dolore potrebbe non farmi rimanere male, così come è successo un po' a te ^^ Per ora lo inserisco in WL nonostante il dubbio :)

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    1. Francy, posso dirti che non è piaciuto, non del tutto almeno, quasi solo a me.
      Puoi andare tranquilla. Come ho scritto, forse sono io che sono cambiato e, adesso, ho altri gusti ;)

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  5. voglio leggere qualcosa di questa autrice! questo mi ispira! U_U

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    1. Magari partire dal primo primo ti sarà anche utile :)

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  6. Amo la Rattaro per come riesce a prendermi per mano e raccontarmi delle storie. Ho letto "Sulla sedia sbagliata" nella versione e-book e non so se questa nuova edizione sia stata in qualche modo ricorretta, ma credo dobbiamo ricordarci che è e resta un esordio. A me ha lasciato l'impressione di una 'voce' forte, di quelle che ricordo con piacere. Ciò non toglie che il libro è troppo corto, c'è troppa carne al fuoco e inevitabilmente i personaggi restano incompiuti, le storie non trattate fino in fondo.
    Sugli argomenti dei libri, sono tutti argomenti forti: pensa alla scelta in 'Un uso qualunque di te', non è proprio ordinaria. Così anche in Niente è come te, gli argomenti forti fanno presa

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    1. Fanno presa sì, ma non so quanta verità (e sincerità) ci sia dietro.
      Ho un dubbio che scoglierò con il rpossimo romanzo, spero.

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