Ciao
a tutti e buona domenica! Finalmente in VACANZA :D In questo primo
giorno di libertà, la recensione di un romanzo unico nel suo genere,
di cui, precisamente il 20 Dicembre, è approdata nelle sale italiane
la versione cinematografica, che non vedo l'ora di vedere.
Augurandovi buona lettura e ringraziando la gentilissima Piemme per
avermi dato modo di recensirlo per voi, colgo l'occasione – e
perdonatemi “l'improvvisata”- per annunciare anche la vincitrice
dell'ultimo giftaway: VERONICA. Complimenti!!
Solo
la paura può sconfiggere la vita.
Autore:
Yann Martel
Editore:
Piemme
Numero
di pagine: 334
Prezzo:
€ 17.50 (in economica, € 10.50)
Sinossi:
Piscine Molitor Patel è indiano, ha sedici anni, è affascinato da
tutte le religioni, e porta il nome di una piscina. Nome non facile
che dà adito a stupidi scherzi e giochi di parole. Fino al giorno in
cui decide di essere per tutti solo e soltanto Pi. Durante il viaggio
che lo deve condurre in Canada con la sua famiglia e gli animali
dello zoo che il padre dirige, la nave mercantile fa naufragio. Pi si
ritrova su una scialuppa, alla deriva nell'Oceano Pacifico, in
compagnia soltanto di quattro animali. Tempo pochi giorni e della
zebra ferita, dell'orango del Borneo e della iena isterica non resta
che qualche osso cotto dal sole. A farne piazza pulita è stato
Richard Parker, la tigre del Bengala con cui Pi è ora costretto a
dividere quei pochi metri. Contro ogni logica, il ragazzo decide di
ammaestrarla. La loro sfida è la sopravvivenza, nonostante la sete,
la fame, gli squali, la furia del mare e il sale che corrode la
pelle. Il loro è un viaggio straordinario, ispirato e terribile,
ironico e violento, che ci porta molto più lontano di quanto
avessimo mai potuto immaginare. A scoprire che la stessa storia può
essere mille altre storie. E che riaccende la nostra fede nella magia
e nel potere delle parole
La recensione
E'
difficile credere all'amore, chiedetelo a qualsiasi innamorato. E'
difficile credere alla vita, chiedetelo a qualsiasi scienziato. E'
difficile credere in Dio, chiedetelo a qualsiasi fedele. Che cosa c'è
di tanto strano in una storia incredibile?
Pi,
sedici anni, ha l'infinito ai suoi piedi, una tigre del Bengala come
animale domestico e un turbante sulla testa. Ha la pelle scura, una
mente acuta e un animo antico, ma non è né un maharajah, né un
principino uscito dalle Mille e una notte. E' un puntino scuro
nell'oceano Pacifico. Un mucchietto di vestiti logori e ossa
sporgenti che, solo e perduto, si trova a vivere in un mondo che
nasce e finisce su una barca in mezzo al blu e che si riflette, nel
suo immenso e tragico splendore, negli occhi imperscrutabili di
Richard Parker, suo feroce e inusuale compagno di sventura. Il lungo
viaggio su un imponente mercantile dall'India al Canada doveva
essere, per lui e la sua famiglia, l'occasione di una vita, ma in una
notte di burrasca e vento il loro sogno è colato a picco, insieme
alle esistenze di tutti i membri dell'equipaggio e allo zoo che aveva
assicurato ai Patel denaro, sacrifici, sorrisi.
Nel
momento in cui, per puro caso, vidi il trailer dell'ultimo film di
Ang Lee, seppi che il romanzo che l'aveva ispirato sarebbe dovuto
essere mio. Il film, con una manciata di attori sconosciuti, uno “schermo
verde” e tanta magia, appariva come la quintessenza di un cinema
per grandi e piccini accorto più che mai alle emozioni e alla
meraviglia, il tutto amplificato da un crescendo di melodie, colori
ed effetti speciali. Debuttata recentemente nelle sale, l'omonima
pellicola, che spero di vedere il prima possibile, è stata stimata
dai maggiori critici cinematografici, infatti, come un nuovo, atteso approdo ad un cinema per ragazzi più attento alla sostanza, che
alle mode e alle tendenze odierne. Un ritorno alle storie avventurose
di Salgari e Verne, un Piccolo Principe trasferito sul pianeta
terra, con una tigre – e non una rosa – da custodire, una fiaba
alternativa per questo Natale alternativo: questo, per lo meno, è
quello che mi sarei aspettato io!
Richard
Parker è rimasto con me. Non l'ho mai dimenticato. Lo vedo ancora
nei miei sogni. Il più delle volte sono incubi, ma incubi colorati
d'amore. Com'è strano il cuore umano.. Il
romanzo di Yann Martel è molto di più e molto di meno. Come tutti i
classici, moderni o ormai assodati, divide i lettori, anche se, negli
anni, le innumerevoli copie vendute e i tanti elogi l'hanno reso
universalmente apprezzato: quasi intoccabile.
Un'opera all'apparenza
tanto lineare e semplice, almeno nel mio caso, si è rivelata,
infatti, molto più ostica e impervia del previsto. Un racconto di
formazione con scene forti, dettagli meticolosi, qualche asperità
linguistica, complesse sovrastrutture e tenui sfumature che, come
l'invisibile per Antoine de Saint – Exupéry, sono apparentemente
invisibili agli occhi.
Ma
se da una parte le radici filosofiche e le sottili suggestioni di
Martel non riescono a conferire a Vita
di Pi quel
tocco di spettacolare avventura che le immagini del film lasciano
immaginare, dall'altra il suo essere poeta, zoologo e maestro di vita
insieme sono capaci di rendere alcuni lunghi e densi capitoli del libro
parte di una sorta di accurata lezione universitaria, tenuta da un
maestro dell'intrattenimento al pari dei nostri Benigni e D'Avenia. E
così, io, che a un'interessantissima
puntata
di Voyager ho sempre preferito una bella sitcom americana senza
senso, sono riuscito a riscontrare all'interno del romanzo,
nonostante la presenza di maggiori e più lenti approfondimenti, lo stesso amore
per la natura e lo stesso stupore che riempiva d'incanto La
mia vita è un zoo e
Acqua per gli
elefanti. Il libro ha il difetto di essere un apologo che, in nome dell'amore
per l'alta letteratura, rinuncia alla leggerezza che il genere aveva
originariamente nel mondo latino, ma, soprattutto e al di là di ogni
critica, ha la grande abilità di essere un dialogo
interconfessionale, che spiega la vita e la religione attraverso la
voce di un bambino e che fa di moschee, sinagoghe e chiese un unico
grande tempio; che rende uomini e animali parte di un'unica e
solidale famiglia e spiazzanti colpi di scena strumento di superbe e
geniali allegorie. Tante
pagine si lasciano divorare come le tartarughe marine e i pesci
volanti che il mare offre al protagonista, altre scorrono limpide
come l'acqua, altre ancora invece sommergono di informazioni
cavillose e dati tecnici che coloro che si limitano alla conoscenza
superficiale di gatti, cagnolini domestici o ruote di scorta da
sostituire potrebbero reputare troppo per un libro solo. Eppure,
arriva il finale e tutte le nostre impressioni cambiano. Crudele,
realistico, splendido. Vita di Pi, in conclusione, è un libro che non arriva con
immediatezza, ma che, indubbiamente, lascia orme profonde sulla spiaggia dei nostri ricordi. E' un atto di sfida e di coraggio che dà al
lettore, come nel recente e intrigante film The
Words,
la possibilità di scrivere il suo personale epilogo, di scegliere
tra due varianti della stessa storia quella più congeniale al suo
cuore. Carezze o graffi... Sogno o incubo?
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicali: Mika – Underwater
l'ho acquistato tempo fa..ne sentii parlare bene in una recensione video su YT. è ancora sullo scaffale..ma conto di leggerlo presto..bella recensione..mi hai convinta ancora di più
RispondiEliminaAdoro quella canzone!
RispondiEliminaComunque il trailer del film è davvero spettacolare... e poi tutti ne parlano un gran bene! Penso proprio che andrò a vederlo :)
bellissima recensione, è una delle mie prossime letture :)
RispondiEliminaTi ringrazio anche qui. *O*
RispondiEliminaChe dire del libro? Non appena ho visto il trailer del film mi sono innamorata di quella stupenda tigre e aspetto di poter leggere presto il libro anch'io!
Appena ho visto il trailer sono rimasta incantata... Sono giorni che ascolto solo Paradise sull'ipod.. xD Ho finito di leggere il libro questa notte e mi è molto piaciuto.. Mi sono segnata anche qualche frase:
RispondiElimina"Una comunità che non sostiene i propri artisti sacrifica l'immaginazione sull'altare della cruda realtà, rischiando di coltivare sogni senza valore".
"In ogni essere vivente si nasconde una dose di follia che scatena comportamenti bizzarri, a volte inspiegabili. Questa follia può costituire un'ancora di salvezza: è parte integrante della capacità di adattamento. Senza, nessuna specie al mondo sopravviverebbe".
"Le cose non andarono affatto come previsto; ma che volete farci? Bisogna prendere la vita come viene e trarne il meglio che si può".
"La natura può allestire spettacoli straordinari. Il palcoscenico è immenso, le luci strabilianti, le comparse infinite e il budget per gli effetti speciali illimitato".
La prossima settimana andrò sicuramente a vedere il film e spero sia all'altezza delle mie (elevatissime) aspettative.. ;)
Io ho un ottimo presentimento riguardo al film. Per tante cose, potrebbe essere anche meglio del libro ;)
RispondiEliminaPs. Frasi splendide ^^
...INDIMENTICABILE
RispondiEliminaIndimenticabile
La via verso del mare
La crena vita verso il mare
In maniera
Che più hai trovato e di più hai addestrato te stesso
Il tuo percorso è incancellabile
Serate
Mutate dentro il verso di quale uccello?
L'incontro
Tra un uomo e un felino
Sono versi nelle gocce del mare
Sono il fiore che nasce dentro il frutto di quale mattino?
Sono tempesta, sogni e il mistero negli occhi di una tigre
Piacevoli anime rimaste rispettose nel tempio sacro della vita
E nel mare impadronito dai sensi
Un ricordo vivo
L'amore che è il sale della vita
L'immenso mare è il suo vino
E il calice
Che è quello che hai lasciato...
Per navigare nel Mondo
Per non dimenticare chi siamo
E che al di sopra delle nuvole possiamo volare
Per ricevere in dono
Una spiaggia senza domande e senza occhi…
testo:
MAURIZIO SPAGNA
scrittore e poeta
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