giovedì 20 agosto 2020

Recensione: Il colibrì, di Sandro Veronesi

| Il colibrì, di Sandro Veronesi. La nave di Teseo, € 20, pp. 366 |

Se dovessi fare un tatuaggio – il secondo, perché ho già un paio di minuscole virgolette sul polso destro –, sarebbe un colibrì. Ho scoperto che con la sua perseveranza, con il suo volo breve e convulso, potrebbe essere il mio animale guida: perfino stare fermo, infatti, gli costa ben settanta battiti d’ala al secondo. Perché faticare così tanto per starsene immobili? Perché sono condannato a fare altrettanto anch’io, mi domando, che più mi affanno e più ho la sensazione di zampettare sul posto; di volare in tondo, in gabbia? Il romanzo vincitore dell’ultimo premio Strega, amato e odiato come accade soltanto ai best-seller, è stato sapientemente costruito su questa metafora. Il risultato è una prova stilistica altissima, sorretta da un personaggio destinato a restare nel novero dei miei preferiti. Lungi da me salire per partito preso sul carro del vincitore: non si tratta di un romanzo senza sbavature – le ultime cinquanta pagine in particolare prendono una piega new age non all’altezza della bellezza del resto –, e per di più inizialmente non ispirava. Nonostante la sua aura un po’ spocchiosa, un giorno mi ha chiamato e basta. Mi ha parlato. Mi sentivo frustrato come un colibrì, sì: già stanco in partenza.

Tu sei un colibrì perché come il colibrì metti tutta la tua energia nel restare fermo. Settanta battiti d'ala al secondo per rimanere dove già sei. Sei formidabile, in questo. Riesci a fermarti nel mondo e nel tempo, riesci a fermare il mondo e il tempo intorno a te, certe volte riesci addirittura anche a risalirlo, il tempo, e a ritrovare quello perduto, così come il colibrì è capace di volare all'indietro. Ed ecco perché starti vicino è così bello. E però, quello che a te viene naturale, agli altri riesce difficilissimo. E però, la tendenza al cambiamento, fa parte dall'istinto umano, e tu non la concepisci. E però, soprattutto, questo stare sempre fermo, facendo tutta quella fatica, a volte non è la cura, è la ferita. Ed ecco perché starti vicino è impossibile.
Minuto e sfortunato, l’ottico Marco Carrera è al centro di una biografia immaginifica che mescola realismo e fatalità, coincidenze e incidenti di percorso. Figlio dei facoltosi Probo e Letizia – entrambi estinti –, fratello dei problematici Giacomo e Irene – quest’ultima, forse, morta suicida –, Marco si è visto protagonista di una crescita miracolosa in gioventù e della successiva, amara stagnazione. Prima il divorzio con un hostess vendicativa; poi la strana patologia dell’unica figlia, convinta di avere un filo legato alla schiena; infine l’amore impossibile perché puramente spirituale con Luisa, conosciuta durante una vacanza in Maremma e rivista in estate… Possibile che capitino tutte a lui? Sfortunato in amore, e di conseguenza fortunatissimo al gioco – dal poker al tennis –, Marco scampa ad incidenti aerei come in Final Destination e campa, incolume ma braccato dalle disdette altrui, nel proverbiale occhio del ciclone. La tragedia ha un disegno nitido o si accanisce a caso? Se perseguitato, può forse restarsene quieto? D’altri tempi, sentimentale e credulone, il protagonista disprezza platealmente il sesso e il denaro e si crogiola in una fantomatica vocazione eroica: peccato che si renda parte così, sempre affiancato dalla poco convincente nipote Miraijin, di un’utopia ambientalista che lascia in conclusione un vago disappunto.

Quante persone sono seppellite dentro di noi?

Sandro Veronesi ce lo racconta con la stessa voce narrante che accompagnerebbe una commedia francese. Trasognato e onnisciente, ironico – senza essere né sarcastico né cinico: c’è differenza, spiega –, mi ha sorpreso per il talento affabulatorio degno dei cantastorie di una volta e per l’abilità con cui non si perde, mai. Né nei periodi a volte lunghissimi. Né negli innumerevoli salti temporali. Né nei misfatti grandi e piccoli, rinfrescati grazie a un senso dell’umorismo che gli ho invidiato. Mi ha messo voglia di scrivere lunghe, ottocentesche, caste lettere d’amore; di montare un’amaca nel clou di una bisca clandestina; di approfondire la conoscenza degli anime di Tezuka e delle poesie di Manganelli; di catalogare gli oggetti d’arredo, i plastici e la collezione di Urania di chi non c’è più – provando a rintracciare, magari, la storia nascosta dietro i pochi pezzi mancanti.

Luisa Luisa Luisa Luisa Luisa ti prego sei appena nata non morire anche tu e anche se sono scappato aspettami perdonami abbracciami baciami non è finita la lettera è solo finito il foglio.
Benché immobile, Marco Carrera vive un’esistenza sobria e densa, caratterizzata da svolte contorte e avventurose; talora finanche da sbalzi eccezionali. Ma il suo perseverare – anzi, il nostro – implica anche l’ottuso sottrarsi ai cambiamenti esterni: lo riassume un verbo greco, emmeno, che grazie alla saggezza degli antichi riassume un mondo di contraddizioni insanabili in un’unica parola. Come funziona in ambito lavorativo, l’impiego dei sogni ci verrà forse a cercare? Come funziona in materia d’amore, la persona giusta ci aspetterà pazientemente adeguandosi al nostro non passo? L’aria aperta, eppure, ci tenta. Ma a volte minaccerà fulmini e sette, cieli temporaleschi. Questo romanzo è il senso della vita spiegato da un uccellino in equilibrio malsicuro su un filo del telefono. Erroneamente potrebbe somigliare qui e lì a una specie di lunga via crucis. Invece è un volo che mi ha rubato il fiato.
Il mio voto: ★★★★½
Il mio consiglio musicale: Levante – Tikibombom

21 commenti:

  1. L'ho letto lo scorso inverno ed è piaciuto pure a me. Unica cosa, avrei un po' sfoltito la parte delle lettere.
    Ps: Ho finito Ohio dopo aver seguito il tuo consiglio di non mollare. Straziante e meraviglioso, miglior lettura per quest'anno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io, che sotto sotto sono un ragazzo svenevolmente romantico e vecchio stile, ho amato perfino quelle lungaggini. Anche se sì, forse c'era da sfoltire qualcosa...

      Ps. Grande! Sono lieto tu abbia perseverato! Sul tema, ti consiglio anche Il cuore degli uomini di Nickolas Butler.

      Elimina
  2. quindi merita? non so perchè non ne ero attratta, a sensazione he, nessuna motivazione vera.
    però a questo punto ci faccio un pensierino :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io ero scettico e distaccato. L'ho letto perché l'ho vinto su Ibs. E sì, merita decisamente. Sono quasi sicuro che non ti dispiacerebbe neanche la piega finale, perché tu sei una persona molto pacifica e spirituale secondo me. :)

      Elimina
  3. Metto in lista anche questo perché le tue recensioni hanno sempre una marcia in più! 👍
    Leggi poesie? Ne scrivi?
    Amo la poesia, è un rifugio meraviglioso!
    Cosebelle!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao carissima! In realtà no, purtroppo non sono un grande appassionato di poesia, ma vorrei approfondire. Cosa mi consigli? Qualche bella antologia?
      Di recente ho scoperto, con le lacrime agli occhi, "Lentamente muore". Wow.

      Elimina
    2. Sicuro che vuoi parlare di poesia...guarda che non la smetto più!!!
      Troverai in rete sicuramente quello che più è vicino al tuo sentire.
      Io amo la Wislawa Szymborska: Amore a prima vista in assoluto, ma lei è una grandissima.
      Ma leggo di tutto e di ognuno trovo quei versi che come dici tu... wow!
      Sarebbe interessante, mi piacerebbe sentire cosa ti ha colpito, e quella che hai nominato è veramente bellissima. Se leggi qualcosa raccontacelo, come sai fare tu, può essere un confronto interessante, non si sa mai che un giorno ne scriverai una anche tu; io mi cimento, con scarsi risultati 😂

      Elimina
    3. "Ti auguro tempo" di Elli Michler

      Elimina
    4. Grazie mille, Lory! Sei una delle lettrici più attive e affezionate, e leggerti mi dà sempre spunti bellissimi. Anche in un periodo in cui io, il blog e il resto siamo un po' stampi. Hai anche Instagram? In caso ti aspetto lì, mi trovi come @ragazzochelegge, sono più attivo che sul blog.
      Corro a leggere!

      Elimina
    5. Caro ragazzo che legge, e che scrive, e quanto bene lo sai fare! grazie, davvero delle tue parole che non merito forse in quanto ti seguo davvero da poco, ma se davvero ti ho lasciato degli spunti interessanti ciò mi rende davvero contenta. Traspare molto di noi dai nostri scritti, e sentire che al momento la tua vita è un po' "immobile" mi spiace....ma sei giovanissimo, mi auguro tu possa costruire la tua vera strada senza per forza dover rinunciare ai tuoi sogni, non lasciare intentato nulla....
      Non ho Instagram, né Facebook, ne sto tranquillamente e indifferentemente lontana.
      Checché se ne possa dire sulla "morte" dei blog, io lo ritengo il miglior spazio per poter parlare e confrontarsi. Certo l'impostazione non aiuta moltissimo, viene postato un argomento e ti devi riferire quasi esclusivamente a quello, e questo lo trovo un po' un limite....
      Tornando alla poesia, c'era un nome che mi girava in testa ma non ricordavo e sono andata a cercarlo perché in biblioteca avevo preso i suoi due libri. È un poeta americano, si chiama Billy Collins e considerato i libri che leggi, qualcosa mi dice che ti piacerà. In biblioteca ho trovato i suoi due libri tradotti in italiano, ma hanno anche la versione in inglese a lato e sono: "A vela in solitaria intorno alla stanza" e "Balistica".
      Se vuoi sapere come scrive ti consiglio di cercare in rete le sue poesie: "Compiendo dieci anni" e "Senza tempo" ti farai un'idea di lui e magari puoi leggere anche notizie che lo riguardano.
      Spero tu possa apprezzare il mondo della poesia e sono sicura di si. Ti ho dato un po' di consigli, di nomi, mi piacerebbe avere un riscontro, sapere almeno se hanno suscitato un interesse. Buona lettura, spero di non aver capito male leggendo la tua ultima risposta, ho quasi avuto un sentore che .... potresti chiudere il tuo blog????
      Spero di aver capito male, sarebbe un peccato, scrivi per te, se ti dà gioia, non abbandonare questo posto!!!! Un abbraccio.

      Elimina
    6. Ci sono momenti buoni e momenti cattivi, ma finché ci sono lettori come te prometto che non mollo.
      Un abbraccio!

      Elimina
  4. Risposte
    1. Grazie mille, Gresi: merito di Veronesi, che mi ha stregato. :)

      Elimina
  5. Le tue recensioni sono sempre molto belle, e mi portano sempre a pensare "dovrei leggerlo". il colibrì animaletto delicato ma tenace... se è fonte di ispirazione perché non dare una possibilità?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio, Simi! Il colibrì, con le sue contraddizioni, con le sue marce sul posto, è tale e quale a me.

      Elimina
  6. Mi hai fatto venir voglia di leggerlo, anche se dopo l'ottava vita ho bisogno di qualche giallo classico o di libri lievi lievi. Ciao da lea

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo è lieve, molto, nonostante si parli di famiglie in decadenza ed esistenze in bilico. Nel periodo giusto, te lo straconsiglio. ;)

      Elimina
  7. Del romanzo mi ha colpito il non vittimismo del protagonista. Marco Carrera sopravvive ai dolori della vita accettando ogni cosa l'esistenza abbia in serbo per lui. Il viaggio della vita è fatto di tanti frammenti, a noi scegliere il modo per incastrarli nella vita reale. Un saluto :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ha colpito anche me. Gli somiglio ma a volte, lo ammetto, sono molto vittimista.

      Elimina
  8. Non ci avevo mai pensato, ma il colibrì potrebbe essere anche il mio animale guida.

    Il romanzo, anzi il romanzo premio Strega, non è che mi ispirasse troppo, ma dopo questa recensione invece mi sembra molto promettente. Lo stile da commedia francese mi potrebbe garbare eccome. Anzi, emmeno. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pare che ne faranno anche un film. Lo vedo poco adatto, ma confido in una sorpresa :)

      Elimina