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Salvare le ossa, di Jesmyn Ward. NN Editore, € 19, pp. 316 |
Dici
uragano, e subito pensi alla tempestività di una catastrofe che non
si prende la briga di avvisare. Alle immagini di un film spaventoso, eppure degno di stupore, passato su tutti i telegiornali tredici anni
fa di questi tempi. Le case ridotte a miniature per bambole da
buttare via, onde di alberi tegole randagi e lavatrici, divani e bare
finiti chissà come sul bagnasciuga, una macchina incastrata tra i
fili del telefono come un ragno nella tela. Lo sfondo, quel Sud
remoto di coccodrilli e riti che tanto doveva affascinare,
all'epoca, l'undicenne attonito che una simile quantità di relitti,
le stesse macerie, doveva averle viste solo quando le Torri Gemelle
erano cadute nel bel mezzo di una puntata della Melevisione.
Il titolo: Katrina. I satelliti, in realtà, la avevano avvertita e
le previsioni meteo parlato con ampio anticipo: un turbine
implacabile, sebbene affatto improvviso, che cresceva come montava il
vento. Idealmente ci sarebbe stato il tempo per affrontarlo
preparati: lo scatolame da stipare sugli scaffali in dispensa, porte
e scuri da rinforzare, gente e ricordi a cui assicurare una fuga
certa in casi estremi. I Batiste, famiglia protagonista del primo
capitolo della trilogia di Jesmyn Ward, di tempo non ne hanno avuto a
sufficienza: impegnati come sono a sbrogliare le proprie vite a un
bivio, a disinfettarsi ferite aperte. Ci sono un padre alticcio e
dolente, che campa soltanto con la pensione di invalidità; Junior,
il piccolo di casa, che di crescere non ha fretta; Randall,
promessa del basket in attesa degli esiti di una borsa di studio;
Skeetah, il maggiore, proprietario di un pitbull immacolato con una
nuova cucciolata sotto le mammelle gonfie di latte. E infine Esch, narratrice interna e unica figlia femmina. Che legge per la
scuola dell'amore sbagliato di Medea per Giasone, e di come
quest'ultima voltò le spalle al padre, al fratello e ai figli per
colpa di un traditore. E che proprio a un traditore a sua volta si è concessa – Manny,
la pelle dorata e i denti affilati: il migliore amico di Randall –,
scoprendo che fare sesso è come imparare a nuotare e che, se in
dolce attesa a quindici anni, non si controllano il vomito e l'urina
a fiotti, né la fame incontenibile. Senza età, senza sesso, senza
privacy, i Batiste si scambiano i vestiti e si ingozzano di noodles e
zuppa di piselli. Vivono precariamente, come sotto assedio, eppure se
glielo chiedessi si direbbero contenti così. Questo li rende forse preparati alla calamità?
Sono i corpi a raccontare le storie.
Le
loro entrate dipendono dalla salute del pitbull, China: si commettono
perciò infrazioni per rubare il vermifugo ai vicini, ci si contende
pezzi di legno e linoleum non per le finestre da schermare ma per una
cuccia improvvisata, ci si domanda se la maternità abbia reso il
molosso troppo cagionevole per i combattimenti clandestini – i
cuccioli valgono ottocento dollari ciascuno, infatti, ma la barbarie
del cane contro cane paga, e profumatamente. Essenziale ma dalla
potenza cinematografica, Salvare le ossa è
il ritratto incantevole e terrificante di una famiglia come tante
sullo sfondo di un cielo che muta a vista d'occhio faccia e colore.
Ora ringhia, ora uggiola e infine canta, insieme alla prosa di vento
di una scrittrice bravissima. L'allerta meteo è un pensiero
accidentale, una preparazione lentissima. Le poche scorte non bastano.
Katrina arriva soltanto negli ultimi capitoli, e li fa disintegrare e
ricomporre nel buio di un solaio divelto; in una catena di braccia
lunghe e affetti commoventi, che lasciano in strada falò alti così
per guidare a casa i dispersi e in tasca cocci di vetro e bottiglia,
un pezzo di mattone. La proverbiale quiete dov'è che sta,
prima o dopo la tempesta? Nella frenesia della routine degli inizi, o
nella pacifica rassegnazione che interviene poi, quando ci si scopre
un niente, sì, ma con il cuore in pace?
Legherò
i pezzi di vetro e mattone con lo spago e appenderò i frammenti
sopra al letto, in modo che brillino nel buio e raccontino la storia
di Katrina, la madre che è entrata nel golfo come una regina per
portare la morte. [...] Ci ha lasciato un mare buio e una terra bruciata dal sale. Ci ha
lasciati qui perché impariamo a camminare da soli. A salvare ciò
che possiamo. Katrina è la madre che ricorderemo finché non
arriverà un’altra madre dalle grandi mani spietate, sanguinaria.
Gli
indimenticabili fratelli Batiste sono neri, tenaci, ben piantati
sulle gambe. L'uragano, pensavano, non li avrebbe mai spostati.
Perché la loro natura non è meno prevedibile di quella lì fuori.
Ce ne racconta la sopravvivenza da una prospettiva d'eccezione Esch,
infiltrata in un microcosmo maschile che maschio non può fingersi
ormai più, eludendo le richieste di un corpo già in metamorfosi.
Ciò che ha radici profonde resiste, non rischia la deriva: a Bois
Sauvage, Mississipi, dove gli uomini portano i pantaloni e le forze
della natura, intanto, nomi di donna.
Il
mio voto: ★★★★½
Il
mio consiglio musicale: Alicia Keys – Girl on Fire (Acoustic)
Bello, non vedo l'ora di leggere il seguito :))
RispondiEliminaAnche io, e se non sbaglio la NN ci porterà anche l'ultimo della Ward, premiatissimo. 😁
EliminaPienamente d'accordo con te. Un libro intimo e travolgente, mi è piaciuto davvero tanto!
RispondiEliminaUna sorpresa, nonostante ne avessero parlato già tutti. Ha senso?
EliminaInflazionatissimo ai tempi dell'uscita, non l'ho attenzionato troppo.
RispondiEliminaAdesso l'ho segnato anche se ultimamente, con le serie, ci vado con i piedi di piombo.
Stessa situazione, Cecilia. L'ho preso subito e tenuto per mesi sotto una pila di libri, con la paura che non mi piacesse per il gran parlarne troppo bene. E invece, be', poco da dire. Anche sulla questione trilogia, sta' tranquilla: il finale mi ha lasciato sereno così.
RispondiEliminaQuando ho visto il titolo della recensione ho sperato non ti fosse piaciuto, anche se sospettavo il contrario. Ora tocca segnarlo e trovare il tempo per leggerlo!
RispondiEliminaStefi
Ti tocca, Stefi. Non puoi perderti una delle letture più belle di quest'anno, no. 😉
EliminaAddirittura quattro stelle e mezzo?
RispondiEliminaTocca segnarmelo, anche se al momento la mia lista è parecchia alta.
Meritatissime!
EliminaAspettavo il tuo pensiero e sono totalmente d'accordo con te! Un libro di una potenza devastante. Ora attendiamo il seguito! ;)
RispondiEliminaPrimavera dell'anno prossimo, pare. ;)
EliminaAnche se arriva soltanto negli ultimi capitoli, la tematica dell'uragano non mi ispira per niente.
RispondiEliminaPer il resto però non sembra male...
Se dici che ha una potenza cinematografica, attendo che qualcuno nei cinema lo porti con prepotenza. ;)
Si presterebbe moltissimo. Ma a lungo sarebbe uno di quei film indie in cui succede poco o niente, ma quel poco e niente è reso a regola d'arte.
EliminaBene, questo è da segnare sicuramente. Convincente, come sempre!
RispondiEliminaTi ringrazio!
Eliminaanche io l'avevo snobbato ma devo ricredermi! Segnato!
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