Leggendo i botta e risposta dei protagonisti di Schmitt, ho deciso di usare la sua pièce come
scusa per dare il via a una rubrica su cui fantasticavo da qualche tempo. Nasce così, senza impegno, Sipario. Mi sono laureato lo scorso
dicembre con una tesi in Letteratura teatrale, infatti, e ho già sulla
scrivania qualche dramma di Becket e Pinter per l'esame di Storia del
teatro inglese, da preparare nella prossima sessione. Perché, mi
sono detto, non unire l'utile al dilettevole e parlarne anche a voi? Perché non cominciare da qui?
Quando
vedete un uomo e una donna davanti al sindaco o al prete, chiedetevi
chi dei due sarà l'assassino.
Titolo:
Piccoli crimini coniugali
Autore:
Eric-Emmanuel Schmitt
Editore:
E/O
Numero
di pagine: 141
Prezzo:
€ 9,00
Sinossi:
Gilles
è vittima di un misterioso incidente. Ritorna a casa dall’ospedale
con la moglie Lisa. Ha perduto la memoria. Lui chi è? E chi è Lisa?
Com’era la loro vita di coppia? A partire da ciò che lei gli
racconta, Gilles cerca di ricostruire la propria vita. Ma se Lisa
mentisse? Lui è proprio così come lei lo descrive? E lei è
veramente sua moglie? Attraverso il serrato dialogo e i continui
colpi di scena si fa strada una verità inattesa. Il lettore si trova
continuamente spiazzato. A chi bisogna credere? La vita matrimoniale
è davvero questo inferno di crudeltà mentale? E quando vediamo un
uomo e una donna davanti al sindaco o al prete, dobbiamo veramente
chiederci quale dei due sarà l’assassino?
La
scenografia è quella tipica dei drammi
borghesi. Un salotto. Quadri alle pareti, una poltrona all'ombra di
una lampada a stelo. Sullo sfondo, una scala a chiocciola che si arrampica ai
piani superiori. Scene di un matrimonio al di sopra di ogni sospetto.
Scena del crimine. Fanno il loro ingresso i padroni di casa, Lisa e
Gilles. Lei moglie trofeo che invecchia con eleganza, lui scrittore
di gialli dall'ego smisurato. A prima vista c'è qualcosa di stonato.
Una garza avvolge la testa dell'uomo: appena dimesso dall'ospedale,
ha perso la memoria. Sua moglie gli fa da guida, lo stimola e lo
rimbrotta con tenerezza. A una seconda occhiata ci si accorge
che c'è qualcosa che non va neanche fra loro. Non così presi. Non
così sinceri l'uno con l'altra. I ripiani della libreria nascondono
i trofei delle notti spese in solitudine - bottiglie di liquori
buttati giù d'un fiato. Nessuno fa riferimento, e non è un caso, al
lavoro più famoso del giallista di casa. Si chiama Piccoli
crimini coniugali.
Un bestseller che parlava della naturale degenerazione dell'amore. Tra le righe, di due come loro. Insieme per noia, per
forza. La scenografia, la quiete apparente, sono il capolavoro di un
falsario. Le termiti nelle pareti stanno già divorando il loro porto
sicuro. Eric-Emmanuel Schmitt, raffinatissimo drammaturgo francese
scoperto solo qui, ha prestato i suoi protagonisti in crisi al cinema
italiano. Mi sono ricordato di questo noir sentimentale con il
ritorno in sala di Alex Infascelli, regista che davo per
disperso. Piccoli
crimini coniugali si
apre presto ai giochi di ruolo, alle recriminazioni, alle carte
invertite. La guerra dei sessi fa tappa in un appartamento parigino
in cui il dubbio affiora dopo una manciata di battute. Nel fare un
quadro della situazione, l'insicurezza cronica di Lisa sta portando
acqua al proprio mulino? Gilles, in balia di una moglie bugiarda,
finge l'amnesia o vaga davvero nell'incertezza?
Liberali per finta, confusi e infelici, si confessano a cuore aperto
omicidi mancati, nevrosi, speranze. Si sono conosciuti tre lustri
prima, al matrimonio di una coppia mai arrivata alla crisi del
settimo anno. Gilles le aveva vomitato sulla macchina, Lisa aveva
minimizzato con una battuta diventata poi un personale tormentone. Si può tornare
a quella leggerezza, con la mente in pausa? Si può rianimare un
corpo morente e ricominciare daccapo? Confesso che c'è un polpettone
di Sparks, Le
pagine della nostra vita,
che mi emoziona anche quando non voglio. La storia di quest'anziano
che racconta alla moglie malata le origini della loro unione mi farà
sempre un certo effetto. Non so perché, o forse sì. E' un passaggio
comune, comunque, a tanti melodrammi. Uno dei due perde sé stesso,
il coniuge sano lo guida pazientemente nella ricerca. In Schmitt c'è ben poca
voglia di tornare allo status quo. E il viaggio della memoria di
Gilles, il rewind, può proprio fare al caso dei protagonisti. Creando, con una terapia di coppia che ammette tiri
mancini e scorciatoie, il marito e la moglie perfetti. Un idillio su
misura, prefabbricato, che potrebbe fare pendant con i cuscini del
sofà e i fiori della carta da parati.
bella rubrica, mi affascina non poco leggerti immaginando di essere spettatrice di una piece teatrale *_*
RispondiEliminail libro lo conosco per trama ma non l'ho letto, cosa che vorrei fare, oltre che guardare il film ^_^
Ti ringrazio, Angela!
EliminaVi riempirò di altre chiacchiere, insomma. Magari, senza esagerare, parlerò anche un po' delle opere che ho analizzato nella mia tesi.
sarebbe belloooo!!!
EliminaCon le letture che rallentano, con gli esami da preparare a breve, sicuramente attingerò da lì. ;)
EliminaIo credo di essere innamorata di Eric-Emmanuel Schmitt.
RispondiElimina(Commento del tutto inutile, mi rendo conto... ma ogni volta che leggo qualcosa di suo, che sia un racconto o un'opera teatrale, come questa, mi verrebbe da abbracciarlo :P)
Io lo conosco per Odette Toulemonde, adorabile, ma purtroppo ho visto soltanto la trasposizione. Ho tanto da recuperare, tutto, e sarà un piacere. ;)
Eliminaio non conosco l'autore, anche se ne ho sempre letto particolarmente bene...
RispondiEliminaquesto libro mi ha portato subito alla memoria il film, appena uscito, con Castellitto, che a Brescia è andato talmente male da rimanere in sala una settimana risicata... sebbene a me ispirasse pure!
Il film non ha fatto faville, da me non è arrivato affatto, però ne leggo molto bene. Immagino che non molti facciano i salti di gioia all'idea di vedere due attori - anche se bravi come Castellitto e la Buy, sebbene non mi piacciono più di tanto - parlarsi per due ore, quello è. :)
EliminaIo li adoro entrambi! Ma manco qui è arrivato il film managgia
EliminaIo di teatro so poco poco, quindi sarà un piacere seguirti in questa nuova rubrica!
RispondiEliminaMi fa piacere!
EliminaLetteratura teatrale, decisamente interessante e particolare :-)
RispondiEliminaTi seguo sempre con piacere, con i miei tempi lunghi ma so di essere la benvenuta qui.
Questo libretto, solo per numero di pagine mi sembra di capire dalla tua analisi, devo recuperarlo, come Odette.
Ci sono così tanti libri che desidero leggere, autori che voglio conoscere e giudicare, grazie a te si è aperto un nuovo punto di vista. Un abbraccio
Carina questa Rubrica soprattutto perchè è una cosa nuova...verrò sicuramente a trovarti appena la pubblichi ;-)
RispondiEliminaCiaoooo