domenica 30 aprile 2017

Recensione: Tutta colpa della mia impazienza, di Virginia Bramati

Titolo: Tutta colpa della mia impazienza (e di un fiore appena sbocciato)
Autrice: Virginia Bramati
Editore: Giunti – A
Numero di pagine: 240
Prezzo: € 14,90
Sinossi: Sono nata con due mesi di anticipo, sono fisicamente allergica ai tempi morti e adoro il tasto fast forward": Agnese è così, una ragazza esuberante, autonoma, insofferente verso tutto ciò che frena la sua corsa. Ma improvvisamente, la vita prende una piega terribilmente dolorosa e la scaraventa dal centro di una metropoli che non dorme mai a una grande casa lungo un fiume, immersa nei ritmi immutabili della campagna e circondata da curiosi personaggi che solo in provincia si incontrano: il conte proprietario di tutte le terre circostanti, una anziana signora dagli occhi ciechi ma dalla memoria vivissima, un ragazzo bello e strano segnato da un grande dolore... Agnese reagisce come sempre, impulsiva fino all'autolesionismo. Ma mentre l'inverno finisce e tutto comincia a fiorire, ecco nuove sorprese per lei: dalle pagine di un libro riemerge una bustina di semi di Impatiens, la pianta i cui fiori rosa curano le ferite dell'anima, e la solitudine della sua grande casa è spezzata dall'arrivo di un giovane medico, misterioso e affascinante come una domanda sussurrata nella notte...
                                               La recensione
Il primo romanzo di Virginia Bramati che leggo fa parte di quella categoria di libri che pilucco in attesa del corriere. L'ho ricevuto a sorpresa un giorno e ho iniziato a sfogliarlo non molto tempo dopo, tra una cosa e l'altra, pronto a riporlo e a rispolverarlo all'occorrenza. La durata della relazione tra me e Tutta colpa della mia impazienza dipendeva dallo squillo del citofono. Agnese Treves, diciannovenne friccicarella e intrigante, ha saputo imporsi però in quella maniera tutta sua. Come osavo abbandonarla prima dell'ultimissima pagina? Così, piacevolmente persuaso, ho soggiornato nell'immaginaria Verate più del previsto: vitto e alloggio compresi, e con la compagnia di anfitrioni dalla parlantina assai coinvolgente. Ambientato nell'estate della maturità, Tutta colpa della mia impazienza segue il trasferimento della protagonista milanese – impaziente come da titolo, a tal punto da considerare la lettura una colossale perdita di tempo – nella suggestiva campagna brianzola. Sono già passati cinque mesi da quando, testarda e iperattiva com'è, piangeva la nuova routine da pendolare, la monotonia del panorama campestre, la perdita di una persona cara. 
Sua madre, stimata insegnante, è morta in un incidente in alta montagna. Agnese e suo papà, in viaggio per riprendersi dalla vedovanza, non si danno pace ma intanto fingono di star meglio. La nostalgia e la solitudine spingono la protagonista a stringere amicizia e a scambiarsi qualche bacio con Adelchi: in lui, un altro studente pendolare, ha riconosciuto un dolore simile e ha trovato un compagno di viaggio. Il ragazzo cerca di trasmetterle il proprio amore per i fiori, di farla innamorare di lui, ma Agnese ha la testa altrove. Nonostante gli orali alle porte e una disastrosa prova di matematica, lei è presa dalle lotte contro i mulini al vento – nello specifico, un club di tennis aperto soltanto ai “gentiluomini” –, da un mistero – chi ha ucciso il padre di Adelchi, rinvenuto nell'Adda con la camicia di qualcun altro -, dallo sguardo sfuggente del dottore Marco Aleardi. La convivenza con l'impegnato sostituto del padre, più grande di lei di una decina di anni, mette alla prova i suoi ormoni. Perché, come in certi romanzi, il medico di campagna di turno non somiglia propriamente a Giulio Scarpati, ma ha un passato avventuroso in Sudan e una bella silhouette in boxer. Tutta colpa della mia impazienza, avrete intuito, mi ha discretamente divertito. 
Un po' commedia, un po' young adult, con una galleria di personaggi simpatici – su tutti Margherita, la libraia che consiglia ad Agnese di cambiare idea sui libri con lo zampino di Pennac – e un paesello del nord, autentico protagonista, popolato da falsi benpensanti e benefattori sospetti. Ci sono le rovine di una vecchia cartiera, figuranti dai titoli nobiliari obsoleti, orti punteggiati di boccioli e profumi. Ci si prende cura, lì, del cuore dei nuovi arrivati e del giardino. Ma il fatto di conoscersi, di essere tutti mezzi imparentati, porta spesso a chiudere un occhio di fronte alle irregolarità. La Bramati, colorata e lieve, potrebbe essere una sostituta della Gazzola – chissà – quando la sessione mette agitazione e Alice Allevi è in ferie. In comune: il pretesto di un giallo da svelare, le eredità della zia Austen, triangoli in cui spiccano amanti giramondo (con sorellastre egocentriche annesse). Si lascia il capoluogo per un sobborgo ignorato perfino da Google Earth, e spaventano il posto vuoto a tavola e i cambiamenti grandi e piccoli. La natura, però, mette di buonumore. All'improvviso in Agnese c'è voglia di aspettare un'altra primavera. Il desiderio di godersi la gioventù senza sbuffare, tenenendo il tempo col piede, pensando a chi hai detto addio. A cosa porta, insomma, la tanto biasimata impazienza? A prendersi sbandate impreviste, a fare scelte avventate, a sventare congiure di provincia. A dare un colore, una svolta decisa, alla calma stagnante di questa nostra mezza stagione.
Il mio voto: ★★★ +
Il mio consiglio musicale: Malika Ayane – Feeling Better 

10 commenti:

  1. La trama sembra piuttosto intrigante e pare avere anche il potenziale per una possibile trasposizione sul piccolo schermo...
    Mi sa che aspetto che facciano la fiction con protagonista Alessandra Mastronardi. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahahah, potrebbero non risparmiarci neanche Lino Guanciale. Comunque storia molto carina davvero, me la aspettavo più gnegnegnè. :)

      Elimina
  2. In realtà io punto a Hollywood e a Bradley Cooper...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Salvaci da Guanciale, ti prego, e da Rai Uno.
      Bradley Cooper piace a qualsiasi essere umano dotato di occhi funzionanti, quindi approvo - e pure Marco, sopra, che sul suo blog parla soprattutto di cinema.
      Un abbraccio, Virginia, e a rileggerti prestissimo!

      (Ti ho già adocchiata in biblioteca, per la cronaca: so dove trovare i romanzi che mi mancano.)

      Elimina
  3. È l'unico che mi manca di quest'autrice e ho intenzione di provvedere perché le sue storie mi regalano momenti di spensieratezza :-)

    RispondiElimina
  4. È sul mio comodino, o meglio sulla mensola delle prossime letture. Me lo ha regalato Laura quando è venuta qui, una decina di giorni fa, e siamo anche riuscite ad incontrare l'autrice a Tempo di Libri. Come detto, devo solo riuscire a trovare il modo per non dormire durante tutto il mese di maggio ed è fatta!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Agnese, vedrai, ti terrà sveglia!
      L'ho finito ormai una decina di giorni fa - posto ora per colpa delle recensioni in coda, che sono tante - e il buonumore, per fortuna, perdura. L'ho letto per non scontentare troppo la Giunti, che i miei gusti non li becca mai, ma mi è piaciuto più del previsto.

      Elimina
  5. tra pochissimo compio gli anni,
    speriamo sia tra i libri che (sicuramente) riceverò...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E se Maometto non va alla montagna... ;)

      (E' anche su Libraccio a metà prezzo.)

      Elimina