Sei
la maestra e l’allieva della tua vita. Impari dalla te stessa del
passato, insegni alla te stessa del futuro: le persone normali si
smarriscono lì dentro, tu ti ci muovi danzando.
Titolo:
Sofia si veste sempre di nero
Autore:
Paolo Cognetti
Editore:
Minimum Fax
Prezzo:
€ 14,00
Numero
di pagine: 208
Prezzo:
Finalista
Premio Strega 2013.
"Sofia si veste sempre di nero" è la nuova prova narrativa
di Paolo Cognetti, autore di "Manuale per ragazze di successo"
e "Una cosa piccola che sta per esplodere". Nei suoi
racconti, cesellati con la finezza di Carver e Salinger, Cognetti ha
saputo rappresentare con sorprendente intensità l'universo
femminile. Ed è ancora una donna la protagonista del suo nuovo
libro, un romanzo composto da dieci racconti autonomi che la
accompagnano lungo trent'anni di storia: dall'infanzia in una
famiglia borghese apparentemente normale, ma percorsa da sotterranee
tensioni, all'adolescenza tormentata da disturbi psicologici, alla
liberatoria scoperta del sesso e della passione per il teatro, al
momento della maturità e dei bilanci. Con la sua scrittura precisa e
intensa, Cognetti ci regala il ritratto di una donna torbida e
inquieta, capace di sopravvivere alle proprie nevrosi e di sfruttare
improvvisi attimi di illuminazione fino a trovare, faticosamente, la
propria strada.
La recensione
“Sai che cos'è la nascita? E' una nave che parte per la guerra.”
Quando
ho letto Paolo Cognetti la prima volta, appena qualche mese fa,
sentivo che sarebbe successo. Un'estate avevo fatto lo stesso con
Niccolò Ammaniti. Ci sono quegli autori di cui rimando la conoscenza
fino a quando non mi fisso, una volta e buona, e d'un fiato recupero
il recuperabile. Nel
parlarvi delle Otto montagne,
una storia di nevi perenni e amicizie al maschile, avevo accennato al panorama che mi si para davanti quando, la
mattina presto, vado all'università. Ho ripreso a leggere Cognetti, un venerdì, con gli
Appennini che si avvicinavano gradualmente all'orizzonte, patendo gli
sballottamenti del bus – quest'anno faccio il pendolare, sperando
di abituarmi alle curve e alle attese – e
scoprendo che se di sfogliare romanzi non se ne parla, colpa del mal
d'auto, il mio Kindle impolverato mi aiuta come può. Ho scorso i
titoli in lista e lo scenario stesso, infine, mi ha ricordato che
avrei potuto amare Sofia si veste sempre di
nero tanto quanto le arrampicate e i silenzi di Pietro e Bruno. Le montagne
tornano, ma non sono fondamentali. Si vedranno, immagino, alle spalle
del complesso residenziale in cui si trasferiscono i Muratore. Hanno una casa con Milano a un passo; si sono
procurati un letto in più con la speranza che arrivi un secondo
bambino a migliorare le sorti di un matrimonio in crisi. Nell'altro dorme la loro
unica figlia, Sofia. Questo romanzo, breve ma bellissimo, porta il
suo nome di battesimo. Si parte da lontano, da una nascita in
anticipo: Sofia viene al mondo che è uno scricciolo, settimina, e la
custodiscono un'incubatrice e un'infermiera che colleziona
uomini sbagliati. Cresce ma non troppo. Da adulta somiglia a una Portman scheletrica e scostante, con i capelli multicolore e
gli abiti da funerale. Odia i colori tenui e le bambole, e da bambina
gioca ai pirati. Da adolescente, invece,
pianificherà alla buona il suo tentato suicidio e, ispirata da una zia
rivoluzionaria, si sognerà
attrice. Per tutta la sua gioventù fugge, prende
i suoi pochi averi e va. Non saluta.
Schiava dei suoi sogni impossibili, si narra sia una
fuorilegge, una spezzacuori, una figlia ingrata. Quando passa, tutti
si voltano a guardarla. E tutti, in un modo e nell'altro, si sentono
toccati e cambiati da quella ragazza milanese che beve caffè amaro,
fuma troppe sigarette, ha uno strano rapporto con il cibo e con il prossimo, galleggia come una sirena nelle vasche altrui.
Si trasferisce a Roma per tagliare i ponti con una realtà
provinciale che le sta stretta. Afflitta dalla nostalgia, poi, sale
dai suoi ogni weekend. Il suo spirito da gitana, alla fine, decreta che New York è lontana il giusto. La particolarità di questo
ritratto di signora vario e sfaccettato, coloratissimo a dispetto del
guardaroba della sua musa ispiratrice, è che il racconto
delle contraddizioni di Sofia sia affidato a
quelle anime sparse presso le quali, quando capita, la
protagonista si accampa. Ufficialmente Sofia si veste sempre di
nero è una raccolta di dieci
racconti. Nessun narratore, nessun episodio, sa rinunciare però al
pensiero di questa novella Holly Golightly. Sofia torna ora come
eroina e ora come semplice figurante, chiodo fisso o pensiero
incidentale, e ogni capitolo contribuisce ad aggiungere un tassello
mancante, una pennellata, per mostrarcela in tutta la forza
dei suoi anni sconsiderati.
Parola alle coinquiline, alle amiche di penna,
ai parenti – una mamma instabile e abbandonata, un padre dolcissimo
e traditore –, a chi l'ha amata con tutto il cuore o platonicamente. Siamo quello che gli altri pensano, una porta chiusa, o tutto e niente? Siamo la cenere
lasciata dappertutto e il nostro disordine, o anche il bene che c'è nel
mezzo? Paolo Cognetti, che credevo un grande narratore di uomini e un
tipo da vita all'aria aperta, racconta le donne allo sbando e le
metropoli dalle mille luci. Come solo lui sa. La sua Sofia ha un
leggero strabismo, un viso asimmetrico. Se provassi a
coprire con la mano uno dei suoi primi piani, ti
sembrerebbe di vederla ridere o piangere spostando di poco le dita. Perfino il boscaiolo dall'animo
sensibile si è innamorato di lei. Delle sue imperfezioni, delle sue
storture. Nell'ultimo racconto, ambientato a Brooklyn, c'è un nome
che ritorna: Pietro, come il suo annunciato alter-ego di Le otto
montagne. Un italiano all'estero
che si sogna scrittore e al suo migliore amico, aspirante regista,
prende in prestito l'ossessione per una viandante selvatica e
fotogenica. Mi ha trasmesso la sua infatuazione attraverso una
scrittura, al solito, semplice e personale. E delle gesta
rocambolesche di Sofia, già leggenda nel suo tranquillo sobborgo, mi
sono innamorato anch'io. Mentre buca lo stomaco al suo povero papà, e a qualche amante dà l'ispirazione e a qualche altro un memorabile due di
picche. Ai monelli di Lagobello sulle tracce del suo mistero, invece, favole spinte sulle quali fantasticare a occhi spalancati.
Il
mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Marianne Mirage - Le canzoni fanno male
Il mio consiglio musicale: Marianne Mirage - Le canzoni fanno male
Questo libro aspetta sullo scaffale da troppo tempo.
RispondiEliminaE' giunta l'ora di rimediare!
Ah, penso proprio che lo ameresti.
EliminaE anche Le otto montagne!
Ho letto poco pochissimo che già il titolo e il tuo consiglio mi avevano convinto, e non voglio sapere altro. Quelle otto montagne le sento continuamente nominare, vorrà dire che nella mia prossima tappa letteraria italiana le inserirò assieme al grande recupero de L'amica geniale? Può essere...
RispondiEliminaLe otto montagne è un romanzo molto lontano da me - mai stato in montagna, e non penso proprio di volerci andare, non in tempi brevi - però Cognetti ha quel non so che capace di rende interessantissima e personale ogni lettura. Sofia, saggia e scapestrata, già la vedo invece ospite dei tuoi post del lunedì. La Ferrante, col trasloco di mezzo, difficilmente la incastri. Vuole i suoi spazi e il suo tempo, tant'è vero che sono fermo ancora al primo (bellissimo, ma).
EliminaLa Ferrante infatti la faccio aspettare fino all'autunno, stagione malinconica che mi sembra perfetta per la saga, ora come ora, già stare in America è difficile ;)
Elimina"Le otto montagne" aspettano anche me e devo assolutamente leggere questo libro che ha riscosso pareri molto positivi. Un saluto :)
RispondiEliminaIo ho proprio la testa dura!
EliminaL'ho ignorato per anni, con la scusa del poco feeling con i racconti (quando, per essere precisi, questi qui racconti non sono). Leggilo presto. ;)
Sapevo ti sarebbe piaciuto! E come te ho pensato a questo Pietro, girovago tra montagne e New York (città che è stata grande amore di Cognetti, ne ha scritto anche un libro), la camicia da boscaiolo e una passione per Sofia.
RispondiEliminaSempre in autobus ho letto il primo racconto di Manuale per ragazze di successo: sempre molto bravo, Paolo, ma noto troppe somiglianze con Sofia. Meglio leggerlo più là, per evitare di annoiarsi un po'. :)
EliminaL'ho anch'io nel kobo. Ma aspetto un po', meglio non strafare!
EliminaÈ da quando l'ho visto per la prima volta che questo libro mi ispira, e adesso mi hai decisa a inserirlo nella mia wishlist. Grazie mille per questa recensione! c:
RispondiEliminaGrazie a te!
EliminaDa sempre voglio leggerlo ma ogni volta che osservo la cover, anche per me digitale, mi sale una malinconia come un freno a mano tirato all'improvviso per evitare uno scontro...
RispondiEliminaAnch'io eviterei, di questi tempi, e per fortuna Cognetti, nonostante la malinconia, qui e lì fa anche divertire. Sofia è una compagnia molto frizzantina, vedrai. :)
EliminaGrande la canzone di Marianne Mirage, tra le mie preferite all'ultimo Sanremo!
RispondiEliminaAnche il libro non sembra niente male... (e ammetto che di Paolo Cognetti non avevo mai sentito parlare, ma per fortuna che c'è il tuo blog!)
Io l'avevo un po' ignorata, sarà che i giovani cantavano in apertura e mi piazzavo tardi davanti alla tivù, però molto bella - lei e la canzone -, sì. ;)
EliminaCognetti ormai per me è come una sirena appollaiata sullo scoglio che mi ammalia col suo canto. Devo per forza recuperarlo, e a quanto leggo qui, mi sa che inizierò proprio da Sofia.
RispondiEliminaUn abbraccio, Stefi
Devi, devi! :)
Eliminami pare di non aver mai sentito parlare di questo autore, che nei commenti invece è molto molto apprezzato... e pensa che mi ispira anche un bel po' per quel che ne ho letto nella tua recensione
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