mercoledì 31 agosto 2016

Recensione: L'imperfetta, di Carmela Scotti

Non mi faceva male il dolore alle ossa ammaccate, non mi faceva male il male alla testa, ai denti, all'orecchio ferito dal pugno. Mi facevano male i libri perduti, le pagine mangiate, strappate, diventate cenere.

Titolo: L'imperfetta
Autore: Carmela Scotti
Editore: Garzanti
Numero di pagine: 194
Prezzo: € 14,90
Sinossi: Per Catena la notte è sempre stata un rifugio speciale. Un rifugio tra le braccia di suo padre, per disegnare insieme le costellazioni incastonate nel cielo, imparare i nomi delle stelle più lontane e delle erbe curative, leggere libri colmi di storie fantastiche. Ma da quando suo padre non c’è più, Catena ha imparato che la notte può anche fare paura e può nascondere ombre oscure. L’ombra delle mani della madre che la obbligano al duro lavoro nei campi e le impediscono di leggere, quella degli occhi gelidi e inquieti dello zio che la inseguono negli angoli più remoti della casa. Le sue sorelle sembrano non vederla più, ormai è la figlia imperfetta e il ricordo del calore dell’amore di suo padre non basta a riscaldare il gelo nelle ossa. Catena ha solo sedici anni e decide che non vuole più avere paura. E l’ultima notte nella sua vecchia casa si colora del rosso della vendetta. Poi, la fuga nel bosco, dove cerca riparo con la sola compagnia dei suoi amati libri. È grazie a loro e agli insegnamenti del padre che Catena riesce a sopravvivere nella foresta. Ma nel suo rifugio, fatto di un cielo di foglie e di rami intrecciati, la ragazza non è ancora al sicuro. La stanno cercando e per salvarsi Catena deve ridisegnare la sua vita, la vita di una bambina che è dovuta crescere troppo in fretta, ma che può ancora amare di un amore, forse imperfetto, ma forte come il vento. Con questo romanzo potente, finalista al prestigioso Premio Calvino, Carmela Scotti ci guida al cuore di una storia antica e insieme attualissima, illuminata da un’intensa e affilata voce femminile. La storia di una ragazza coraggiosa e troppo sola. Della sua voglia di vivere contro tutti e tutti. Di una stella che continua a brillare anche in un cielo coperto di nuvole.
                                               La recensione
All'indomani della morte del padre, che l'ha istruita sulle letture costruttive e i sogni belli, Catena si ritrova sola al mondo. Anche se la sua casa è piena come non mai, anche se sono rimaste in vita la madre e le sorelle. Fugge con le mani sporche di sangue, all'alba, da quella casa di cui lo zio, dopo la scomparsa del capofamiglia, si è impossessato con un colpo di stato a cui nessuno si è opposto. Insieme a quelle quattro assi, il parente le ha rubato le attenzioni del genitore che le resta, una mamma con la testa altrove, e le ha alienato le confidenze delle sorelle minori. 
Oltre l'uscio, non si parla più di un papà esemplare. Il suo ricordo, morto e sepolto. Sotto terra. Ma non per Catena. Messa alla prova, spinta allo stremo e, infine, istigata alla violenza. A capitoli alterni, leggiamo della scoperta della libertà prima; del soggiorno infernale in un carcere femminile poi, mentre sul monte Pellegrino spirano i venti del colera e a Palermo si bruciano cadaveri infetti e sospetti untori. Dietro le sbarre, al buio, l'adolescente rievoca il padre, il figlio neonato e il suo amor proprio. Cosa è andato storto, nella fuga? Chi le ha tarpato di nuovo le ali? Il romanzo di Carmela Scotti, siciliana di nascita e milanese di adozione, si legge in un giorno esatto. Le 180 pagine totali lo consentono. E le 180 pagine totali sono giuste, sì. La storia trova svolgimento, inizio e fine. Ma smaltirla in un giorno è troppo. Ha un effetto devastante sui nervi e, dopo un po', ne risente anche la pazienza. Centellinarlo, spezzarlo, leggerlo a spizzichi e bocconi per non fare indigestione di tutta questa vita, di tutto questo dolore? Siate saggi, se e quando vorrete leggerlo: io non ci ho pensato. I capitoli erano di una pagina, il volume era leggerissimo tra le mani. Ingannevole. All'interno, infatti, una storia pesante, che ho finito per leggere tutta d'un fiato: anche se. Anche se mi è risalito come un senso d'acidità in gola. 
Anche se ci sono troppe ingiustizie, troppe sofferenze, per una quindicenne sola nel bosco; per un romanzo solo. Anche se, dopo l'ennesimo abuso, dopo un'altra parola infamante, al dispiacere sopraggiunge la rassegnazione. La monotonia, nell'Imperfetta. E, perfino, un vago moto di noia. Finiranno mai le catene di Catena, ci si domanda? In un viaggio dentro e fuori di sé, l'amica solitudine, i consigli e i libri che ci salvano dall'agonia, un randagio che non molla e uomini viscidi, minuscoli, che pensano solo a una cosa. Carmela Scotti, meritata finalista al Premio Calvino, descrive nelle pieghe più oscure la Sicilia retrograda del tardo Ottocento e le protagoniste tribolate di Giovanni Verga – ho pensato, in particolare, alla “povera Nedda”, la cui sfortuna aveva effetti drammatici anche sulla sua prole. Gli stessi travagli, lo stesso sole a picco, ma il tutto trasfigurato da una scrittura a confine con la poesia. La Scotti è elaborata, preziosa, delicata, in contrapposizione a una parabola esistenziale secca e animalesca. Tragedia moderna, la sua, con una ricostruzione storica che ricorda Vanessa Roggeri - anche qui, una società maschilista e donne ai margini, streghe presunte - e una scrittura lirica, studiata, che fa di L'imperfetta un esordio interessantissimo e che, purtroppo, al tempo stesso, non fa totalmente per me. Amante degli autori che vanno diritti al punto e di letture che, in materia di soprusi e crudeltà, impiegano minore labor limae nella forma e maggiore cura nella retribuzione dei carichi di tristezza.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Florence + The Machine – No Light, No Light

24 commenti:

  1. Mi pare interessante, ma io e Stefania ci dividiamo le letture e questa è toccata a lei. E forse è meglio così perché io fatico dove manca l' ironia.
    Un saluto da Lea

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    1. Eh, qui non c'è spazio che per la tristezza, purtroppo.
      E compressa in 180 pagine fa un effetto spiacevole.
      Intanto, mi metto alla ricerca di un libro allegro, col sole, gli arcobaleni e gli smaccati happy ending... :)

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  2. Ecco! Io su questo romanzo ero titubante, insicura... Ho preferito non chiederlo e decidere autonomamente e con i miei tempi un'eventuale lettura. Il tuo parere mi fa propendere per un no. Aspetto anche quello di Stefania per avere la conferma!

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    1. Aspetta anche Stefania, magari ne parlerà meglio. :)

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  3. Eccomi qui finalmente. Ci avevo riflettuto su, le poche pagine mi invogliavano ad averlo, ho preferito scegliere altro. Mi sarebbe piaciuto? Dalla tua recensione deduco che avrei pensato: un altro guaio per Catena, ancora? Forse centellinato si digerisce meglio la serie di disgrazie, come tu hai suggerito...

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    1. Eh...
      Però è così breve eppure così pieno di sciagure che non so. Come leggerlo senza sentire i pesi di Catena? :-/

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    2. Giamoco "mai una gioia" Leopardi scrive le fascette promozionali? Scherzi a parte, romanzo intenso e durissimo, ma non per tutti. Forse, a questo punto, non per me.

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  4. Ho letto la trama e mi ha subito affascinata, ma con tutta quella tristezza devo trovare il momento giusto per leggerlo. Non oggi, con fuori la pioggia e il cielo grigio.

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    1. Mai come quest'anno, il passaggio dall'estate all'autunno è bruschissimo. E io odio l'estate, eh, ma sono impreparato davanti a questo sbalzo esagerato...

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  5. Rieccomi di nuovo presente! Il carico emotivo del libro concentrato in così poche pagine mi spaventa, però allo stesso tempo è una storia che vorrei leggere...ci penserò! ^-^

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  6. So che mi aspettavi ;-) e poi abbiamo un conto in sospeso noi due con Non aspettare la notte, che sta lì buona buona ad aspettare me.
    L'imperfetta, dunque, non me l'aspettavo così esageratamente duro.
    Mi sembra di capire che è tutto un pò portato all'esasperazione fino quasi a stomacare il lettore. Momento non buono.
    Non lo scarto, lo accantono e magari lo leggerò seguendo il tuo consiglio, goccia a goccia.

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    1. E allora ti aspetto con Valentina, anche se già so, più o meno. :) In realtà, Francesca, non c'è niente di esageratamente duro: la prosa lirica della Scotti fa tanto per addolcire gli angoli di una storia così cattiva. Però tre le reiterazioni (delle violenze subite e dei rimedi per arginarle) e le poche pagine totali, qualcosa qui e lì suonava stonata. Però, assolutamente, non è una lettura da escludere. Ancora una volta, mi dirai. :)

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  7. Con un libro del genere mi sa che potrei annoiarmi a morte. Meglio se passo, dai. ;)

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    1. E' così breve che per la noia non c'è spazio.
      Ha qualche difetto, ma quello no, dài. :)

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  8. Io l'ho adorato sin dalle prime righe.
    Si tratta indubbiamente di un libro tristissimo ma è scritto in una maniera tanto soave (anche a me piacciono i libri che vanno dritti al punto ma se l'attesa non è troppo lunga e alla fine c'è della sostanza mi piacciono anche le storie che si prendono quelle quattro o cinque righe per dirmi qualcosa che poteva stare comodamente in una sola) e Catena è una protagonista talmente intensa che non sono riuscita a staccarmi da quelle pagine.

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    1. Capisco perfettamente, Hephamyst, e mi fa piacere essere nella minoranza di chi non l'ha apprezzato troppo.
      Perché la Scotti è brava, ha una voce personalissima, quindi la consiglierei, sì, nonostante non abbia fatto al caso mio.

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  9. Già messo nella ista dei prossimi acquisti.
    Mi incuriosisce.,ovviamente,l'ambientazione e gli eventuali sviluppi.Spero di non soffrire troppo come con la Roggeri

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    1. Fammi sapere!
      L'ho trovato troppo carico (di dolori, di figure retoriche), ma valido. Ti potrebbe piacere di certo, però.

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    2. Ma tu hai letto "Il dolore perfetto"d Riccarelli?
      Là veramente succede di tutto e di più.Eppure l'ho amato immensamente.Vedremo con questo,anche se Riccarelli scriveva alla grande

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    3. No, ma mi hanno sempre detto che è da Malox.
      Prima o poi lo prendo, che sulle bancharelle c'è sempre.
      Un po', però, lo temo!

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  10. Lo sto leggendo ora, sono circa a metà, e seguendo il tuo consiglio cerco di centellinarlo. Ma forse, in questo modo, l'effetto tristezza sovrana, trascinato nel tempo, viene aumentato. Non so, vedremo come prosegue

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