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Nominations. Lee, factotum, si divide tra inquilini
incontentabili e ricordi di una vita fa. Burbero ai limiti della
maleducazione, sferra pugni volanti e ignora le
norme del vivere civile. Una chiamata lo sorprende mentre sparge sale grosso sul vialetto. Suo fratello è morto. Bisogna
preoccuparsi della cerimonia, avvertire l'orfano, scoprire le sorprese che il
testamento riserva. Manchester by the sea, anti La La Land per antonomasia, è un
melodramma che parla di ritorni e cuori ulcerati. Classico nella
costruzione, ha Lonergan –
regista e sceneggiatore di raro buon gusto – a renderlo
semplice e struggente, a colpi di scarse furberie e disarmante verosimiglianza. Con tutto il riserbo e l'ironia di cui il cinema
indie è capace, non diventa il dramma di rinascite che ci si
aspetterebbe. Manca la scena topica in cui le lacrime creano ingorghi
e la pena si diluisce. C'è la
(auto)distruzione, ma sul porto non approdano mai i caroselli
luccicanti di Demolition.
Non succede granché, e sono le esistenze che immortala in presa
diretta – nelle frasi di circostanza, nei silenzi imbarazzanti, nelle rese dei conti – a emozionare. I flashback incalzano, man
mano che la strada verso casa si accorcia. Gli adagi di Albinoni acuiscono lo strazio. I pensieri pesano, ed ecco
aggiungersene di nuovi. E i fantasmi di Lee, braccato dalla sfortuna,
trovano una mesta compagnia dove tutto ha avuto inizio. Uno
straordinario Casey Affleck se ne va in cerca di Oscar e di altri errori da commettere. Ha gli occhi bassi,
la schiena curva, il tono stanco: il senso di colpa l'ha ingobbito,
gli ha rubato le parole di bocca. L'afflizione: cucita addosso
insieme alla giacca a vento. Come può un povero
derelitto, uno che misantropo lo è diventato per difesa, farsi
carico del futuro di un adolescente con due fidanzatine e nessun
genitore? Se in città incontri la tua ex moglie – una Michelle
Williams in un ruolo piccolo, eppure protagonista della scena più intensa –,
dove ricacci le immagini di una notte di fuoco e recriminatorie?
Manchester by the sea,
identico al suo protagonista nell'indole, è una equilibrata via
crucis sullo sfondo di
città di mare che a dicembre soffrono l'abbandono. La tragedia senza
sconti di chi ha perso ogni cosa e, per pudore, tace e incassa. Insieme a Lee ci si trascina lenti, con la testa incassata
nelle spalle e le mani in tasca, inseguendo il miraggio del sole. Il ghiaccio impedisce di scavare una fossa. I fratelli
maggiori, i padri modello, dormono nei congelatori del becchino. Gli
fanno compagnia le emozioni difettose, il cui spoglio è rimandato a
data da destinarsi. Si dovrà aspettare il disgelo per la sepoltura. A Manchester, Massachussets,
soggiorniamo solo per un inverno. La lasciamo con la bella stagione appena cominciata e le giornate che vanno allungandosi.
Mentre il lutto si scioglie e la speranza, forse, fa primavera. (8)
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Nominations. Cosa ci faceva una
coniglietta con il distintivo in un mondo popolato da minacciosi
predatori? A raccontarci una storia di integrazione e tolleranza ci
aveva pensato Zootropolis.
Si parlava di donne che occupano ruoli di potere. Di differenze razziali. Son fan dell'umorismo
sconveniente: allergico al politicamente corretto, ho sentito e raccontato barzellette su bionde al volante, ebrei e altri luoghi comuni. Ma, giuro, ci sono cose che
sanno lasciarmi meravigliato. Ho visto Hidden Figures e, nella sua leggerezza, mi ha colpito con uno dei suoi
sketch più buffi e significativi. La protagonista corre fuori dall'ufficio: centra con i tacchi alti ogni pozzanghera, raggiunge il
bagno. Per
fare pipì doveva percorrere un chilometro. I neri non potevano usare la stessa toilette dei bianchi. Lavoravano in
uffici separati e, in mensa, non potevano bere lo stesso caffè.
Anche alla Nasa. Anche in un decennio in cui si puntava alla
luna e si consideravano alieni gli altri. Nella deliziosa commedia di
Theodore Melfi si parla di formule segrete e figure nell'ombra. I russi hanno lanciato lo Sputnik in
orbita. Come rispondere? Hidden Figures schiera
i toni che hanno fatto la fortuna di The Help e
un'ottima Taraji P. Henson, a cui si affiancano una Octavia Spencer
troppo in sordina per meritarsi la candidatura e l'inaspettata
Janelle Monàe (sua l'irresistibile hit Tightrope).
Tutte, pur facendo i salti mortali, trovano il tempo per l'amore e per non perdere la femminilità. Il film, campione d'incassi, è ispirato a una storia
vera degna di nota. Mi ha fatto divertire e riflette, ma ha debiti
forti verso la commedia di Taylor, e forte è la sensazione che si
sia fatto strada nella stagione dei premi più per l'urgenza del
messaggio – contro una politica che ha lasciato spazio agli
intolleranti, contro gli Oscar troppo pallidi della
scorsa stagione – che per il suo peso specifico. Ma, l'otto marzo, regalatevelo pure. Sarà un promemoria su quanta tristezza faccia il genere umano e
sulla forza delle donne. Figlie, mogli e madri, che raccontano favole, cucinano bontà tra amiche e dicono sì
a uomini che provano invano a stare al passo. Nascondendo l'affanno,
ti cambiano il cielo. (6,5)
Migliore
attrice protagonista. Richard e
Mildred decidono di mettere su famiglia. La polizia fa irruzione nella loro camera da
letto, una notte, e li bandisce dal posto in cui sono nati. Le coppie
miste, negli anni Cinquanta, sono proibite in quello Stato. Scacciati, lontani da casa, i
due ci si intrufolano talora come clandestini. Scomoderanno i Kennedy. Modificheranno la Costituzione. Il buon Jeff Nichols,
abbandonati ma non del tutto i sentieri polverosi di Take
Shelter e Mug,
non è un tipo da lacrime facili. Non sappiamo come i Loving si siano
conosciuti né da quanto si frequentino. Mettono al mondo tre figli,
si danno raramente baci: la mano stretta in macchina, un divano per
due, un braccio posato sulle spalle. E sono bellissimi, insieme,
perché protagonisti di un amore che è familiare anche a noi. A
primo impatto, sembrerebbe che la storia sia più importante del film
in sé: così, lo scorso anno, era stato anche per Freeheld.
Loving è lineare, poco
romanzato, senza rodimenti interiori. Una grande storia d'amore che
ha la rara onestà di non diventare un film romantico. La rivelazione
Ruth Negga, con il suo sguardo da animale ferito, ha un
viso stupendo e una tempra di ferro. Joel Edgerton, burbero e
taciturno, ha i capelli ossigenati e una faccia di pietra. Il solito,
si direbbe. Ma alla sincerità dei timidi, che parlano poco e solo per
dire la verità, ci si crede. Loving è
un present continuous, ci hanno insegnato a scuola: indica persistenza. Melodramma di
affetti duraturi e concreti, di pezzi di terra da bonificare, è la
cronaca di lunghi anni di attesa e un collage di momenti piccolissimi. Una biografia
che emoziona piano. Con la ritrosia della gente del sud, burbera ma
di cuore, che non si sbottona e non si concede. Nella sua concretezza, ti si imprime.
Promemoria di egualità per americani recidivi,
lo si guarda amareggiati. L'intolleranza verso le relazioni
interrazziali sembra fantascienza, oggi, e ci si augura che tra
qualche anno apparirà altrettanto remota l'acredine verso le unioni
civili, che pare evochino pregiudizi e sismi. Perché l'amore,
spiegano i Loving, non è fratello del senso di colpa.
Soprattutto se, come loro, lo porti nel nome. (7)
Ho una settimana per vedere almeno i quattro candidati a miglior film che mi mancano. Spero proprio di riuscirsi. Tra questi c'è anche Manchester by the Sea che è quello che attendevo di più dopo Arrival e La La Land. Spero proprio che mi vada a genio e il tuo voto mi conforta abbastanza.
RispondiEliminaGli altri due invece mi sa che li recupererò dopo purtroppo.
Sì, anch'io lo attendevo moltissimo e non mi ha deluso. Anche se non lo immaginavo così pieno di dolori. I drammi di Affleck sono tanti, però è un film in equilibrio, che non risulta mai insostenibile. Anzi, a tratti è anche divertente. Ho amato molto, di più, La La Land, però Manchester by the sea potrebbe essere il mio miglior film. Mi ha fatto malissimo.
EliminaSono nella stessa situazione di Alfonso, con l'acqua alla gola.
RispondiEliminaSpero di riuscirci per rendere un po' più accattivanete la mia retada degli Oscar che, al momento, non sento molto.
A me manca solo Moonlight!
EliminaSono fiero di me, anche se ho l'esame il 27 e mi perderò la notte degli Oscar. Sigh. Academy, non puoi rimandare? :)
Manchester by the Sea è un film speciale, difficile spiegare il perché.
RispondiEliminaLa tua descrizione: "una equilibrata via crucis sullo sfondo di città di mare che a dicembre soffrono l'abbandono" credo però che renda bene il suo fascino particolare. ;)
Hidden Figures anche a me ha ricordato The Help: una storia molto bella, ma raccontata in una maniera cinematograficamente non memorabile.
Sono d'accordo anche sulle tre attrici: bravissime Tarji e la cantante Janelle Monàe, meno Octavia Spencer, però l'unica delle tre a essersi presa la nomination... boh, chissà perché.
Loving in effetti è un po' come Freeheld (però quello era più strappalacrime). Bella storia, ma come film non mi ha colpito molto, se non per l'ottima Ruth Negga.
*volevo dire Taraji, non Tarji :)
RispondiEliminaEh, fai bene a correggere. Se la "tamarra" di Empire passa da qui si offende. Scherzi a parte, a me sta molto antipatica ma in Hidden Figures è irriconoscibile: misurata, brava. Caccia i vestiti trash e i medaglioni da rapper, Taraji!
EliminaLoving è un film tutt'altro che immediato, ma l'ho sentito molto. Non so perché. E non so perché Manchester by the sea sia bellissimo, ma tant'è. E' un grande cinema fatto di poco e niente (be', chiama niente un trio di attori così). :)
Spero di vederlo presto Manchester by the sea, ma solo in v.o. che già ho capito che devo preparare i fazzoletti e l'Affleck più bello me lo voglio godere per bene.
RispondiEliminaHidden Figures film perfetto per gli Oscar, ma sarà che ovviamente la storia non la conoscevo, mi ha colpito, per una realtà così vicina a noi e così assurda. Taraji sarà nera (non vuole essere una battuta razzista) per la mancata nomination, se la meritava molto più della Spencer.
Infine, su Loving devo pensarci su, l'ho visto ieri e poco mi ha colpito, tanti silenzi, tanta attesa, e un Joel Edgerton che no, non mi è proprio piaciuto.
Ahahahah, Taraji brillava più della Spencer sì, ma se non ce l'ha fatta la Adams...
EliminaNella sua concretezza, non so perché, Loving mi ha commosso e ho trovato Edgerton, che mi era piaciuto giusto in Warrior, molto nel suo. Vai di Manchester by the sea e fazzoletti, serviranno. ;)
Ho visto solo manchester by the sea per ora. Non è assolutamente il mio genere, ma ha certamente qualche merito! sto elaborando il mio commento :)
RispondiEliminaAccanto a La La Land, che con i suoi fuochi d'artificio e tutti i mezzi delle grandi produzioni si è comunque fatto amare, penso che Manchester by the sea sia il mio preferito in gara. Ma, già su carta, era molto nelle mie corde. Sarà che, in due ore, è grande cinema che non ha bisogno di grandi guizzi. Per me, splendido. Mi ha travolto e, nelle prove, c'era una naturalezza che rendeva tutto così vero da farti sentire in colpa, come se li spiassimo. :)
EliminaSono indietro, indietrissimo è già lo so
RispondiEliminaChe per gli oscar non ce la farò..hidden figures mi ispira parecchio mentre Manchester by the sea temevo il polpettone ma il tuo voto mi conforta
Potrebbe sembrare, Beatrix, ma non è così. Nella sua disperazione (perché non c'è sollievo, ci sono rare aperture ma non la piena guarigione) sa trovare anche un po' di leggerezza, complice il nipote sciupafemmine. Di Lonergan ricordo vagamente Conta su di me, e pure era delicatissimo. Hidden Figures, invece, un compitino: vacci cauta. :)
EliminaMaledetta sessione invernale: tutti i miei curatissimi piani per arrivare preparata alla notte degli Oscar sono saltati -e forse pure la cerimonia visto che il giorno dopo ho un esame! Di questi mi mancano Hidden Figures e Manchester by the sea: spero in un recuperone! D:
RispondiEliminaSono un pò indietro, mi mancano ancora tutti.
RispondiEliminaComincerò con Manchester, probabilmente lunedì.
Spero mi colpisca, perchè mi pare roba fordiana.
@Stories, ho anch'io l'esame il 27. Che presa a male.
RispondiElimina@James, Manchester by the sea è molto molto fordiano. Ti piacerà sicuramente. ;)
Loving al momento vince il premio come il film più menoso, ridondante e trito visto in previsione della Fatidica Notte. Salvo solo Ruth Negga ma ci sono interpretazioni che mi hanno colpita di più.
RispondiEliminaManchester by the Sea è il mio film preferito dopo Arrival e Hidden Figures è talmente delizioso che probabilmente andrò a rivederlo quando uscirà in Italia!
Ma no, Loving si "lovva" per la sua semplicità. :-D
EliminaMi stai smorzando l'entusiasmo XD Dopo Jackie anche da Hidden Figures mi aspettavo un po' di più. Ti farò sapere che ne penso, quando lo vedrò. Ultimamente sto vedendo solo film nella media :( ho bisogno di qualcosa di bello bello.
RispondiEliminaDa appassionata di matematica e dintorni, se ben ricordo, apprezzerai più di me. Ma non è quello il problema, anzi: il film accenna solo alla conoscenza delle tre protagoniste. Il punto è che, cinematograficamente parlando, è la solita favoletta (non che ci sia qualcosa di male, ma...) ;)
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