Nel
primo autunno a corto di BoJack Horseman – a quando,
Netflix, la sesta stagione? –, gli sceneggiatori Kate Purdy e
Raphael Bob-Waksberg hanno unito le forze per una nuova serie animata. Lontani dai retroscena di Holliwoo, con Amazon a
produrre, passano al tema fin troppo abusato dei viaggi nel tempo;
dall’animazione tradizionale alla tecnica del rotoscope, già
sdoganata da Richard Linklater. Inutile dire, non ci si
aspettava semplicemente un bell’esordio: carico di aspettative,
alla luce dell’entusiasmo letto in rete, confidavo in una delle
serie dell’anno. Così non è stato, senza grandi rimpianti, e
spiego subito il perché. Undone racconta del tracollo
psicologico di Alma all’indomani di un incidente stradale:
risvegliatasi dal coma, la maestra d’asilo scopre di poter parlare
con il padre – scienziato morto in circostanze misteriose – e di
essere in grado di cambiare il corso degli eventi. Ma la
protagonista, interpretata dall’ottima Rosa Salazar, ha una nonna schizofrenica, cicatrici sui polsi,
medicinali che a un certo punto sceglie di non prendere. La sua è
una missione degna di un supereroe, o un’avvisaglia della malattia
mentale? Nel frattempo la sorella sta per convolare a nozze, la mamma
iperprotettiva per scoperchiare un vaso di Pandora colmo di rancore
verso il compagno defunto – un insopportabile Bob Odenkirk – e il
dolcissimo fidanzato Sam, come lei reduce da un’infanzia difficile,
tenta di assecondarla nonostante il dubbio che stia delirando.
Vicina all’estetica della coppia Kaufman-Gondry, ma anche al
romanticismo del nostro Valerio Mieli, la prima stagione di Undone
è tanto brillante dal punto di vista umano quanto derivativa
sotto l’aspetto fantascientifico. Le si riconoscono un’animazione
all’avanguardia, la solita grande scrittura – qui non lineare –,
quei personaggi adorabili e dolenti che funzionano soprattutto nelle
situazioni di tutti i giorni, lontani dallo sperimentalismo della
trama. Paradossalmente, è proprio la componente sci-fi – per quanto vicina
al cinema che piace a me, quello minimalista del Sundance – a non
far gridare al miracolo davanti a questa ricerca proustiana a metà
fra l’irrestistibile Fleabag e il dimenticato Maniac.
Per alcuni imperdibile, dal poco che si è visto appare sicuramente
una visione stimolante. Ma, per il momento, con lo stesso senso
d’irrisolto del titolo. (7)
Benvenuti
a Elden, sinistra ma bellissima città portuale sulle coste francesi.
L’unica attrazione turistica, all’inizio, era il vecchio faro. Ma
dopo la fama raggiunta da una delle sue abitanti, l’attenzione si è
spostata al mondo dei libri: quegli scenari sono stati d’ispirazione
alle creazioni dell’amata-odiata Emma, scrittrice horror di fama
mondiale di ritorno all’ovile in seguito a un evento preoccupante:
l’antagonista della sua storia, una strega in cerca di vendetta,
sembra essere sbucata fuori dalle pagine per ricattarla tirando in
ballo la famiglia, gli ex compagni di scuola, un lutto passato. La
colpa di Emma: aver messo un punto fermo alla saga di Lizzie Lark,
quando il mostro – Marianne, sposa di Satana condannata ai tempi
dell’Inquisizione – non voleva ancora essere dimenticata. In un
villaggio in cui male e mare fanno rima, quattro amici d’infanzia
si danno appuntamento per riabbracciare la ragazza e aiutarla. Ma
lei, tipino sarcastico e scontroso dotata della bellezza rockettara
di Victoire DuBois, è un buco nero che porta con sé sfortune e
tragedie. Fra vecchi amori e nuovi incubi, la serie d’oltralpe non
si lascia sfuggire elementi di sicuro raccapriccio: voci mostruose o
cantilenanti, figure nell’ombra, risate di bambini spettrali, cani
rabbiosi e denti strappati, anche se a ispirare
l’inquietudine maggiore è la performance di una strepitosa
Mireille Herbstmeyer. Non mancano gli inserti ironici, garantiti da un detective un
po’ sopra le righe, né l’effetto nostalgia quando si entra in
territori kinghiani: lo spunto è quello di un Misery in
chiave soprannaturale, infatti, ma la rimpatriata ricorda proprio
quella dei Perdenti di It. Tanto l’ultimo film di Muschietti
è fallimentare nella componente orrorifica, però, quanto questo
Marianne è riuscito. La serie, cosa rara, fa genuinamente
paura. Una paura generata dagli innumerevoli jumpscare alla James
Wan, ma anche dal fascino macabro delle tematiche e delle
ambientazioni. Di grande atmosfera, piena di citazioni letterarie e
sobbalzi, è consigliata a chi come me ha apprezzato l’ultimo
Laugier. Un carrozzone del terrore sì ammiccante e già visto, ma comunque invidiabile per cura e gestione della suspance: perfetto per
entrare nel mood di Halloween. (7+)
Erano
giovani, carini e bugiardi. Erano, a mani basse, il guilty pleasure
dello scorso anno. Sfacciatamente trash, un po’ Gossip Girl
e un po’ Le regole del delitto perfetto, Elite mi
aveva divertito da morire con il suo vortice di intrighi
adolescenziali, sangue e sesso spinto. Chi aveva ucciso Marina? Era
il grande dubbio della prima stagione. Quest’anno l’interrogativo
cambia: cos’è successo al povero Samuel, l’outsider sulla bocca
di tutti per via della sua borsa di studio e della parentela con
l’accusato? Le variazioni sul tema sono minime: i nuovi ingressi
sono un’arrampicatrice sociale, con una mamma pagata per fare le
pulizie fra i corridoi della scuola privata; una presunta vincitrice
della lotteria, in realtà coinvolta in un traffico di stupefacenti;
il fratellastro della subdola Lola, ovviamente legato a lei da
un’attrazione incestuosa alla Cruel Intentions. Scompaiono i
volti più noti – Jaime Lorente e Miguel Herràn, forse impegnati
sul set della Casa di carta – e la sorpresa è tutta per
l’evoluzione del personaggio di Guzmàn, il fratello della ragazza
assassinata, al centro di un cammino di vendetta e redenzione. Per
fortuna sempre incensurati e recidivi, i giovani spagnoli sono meno
divertenti e coinvolgenti che in passato, ma più maturi. La seconda
stagione ha un andamento maggiormente lineare e conserva, per far
presa garantita sui buoni amanti del trash, la sua natura di mancata soap
opera. Innumerevoli le relazioni proibite, le coppie che ora
scoppiano o si consolidano, le amicizie storiche messe in pericolo
dal sospetto. Le tinte torbide, eppure, in teoria sono quelle di una
moderna tragedia shakespeariana. Si parla nemmeno troppo fra le righe
di quanto logorino la corruzione, il senso di colpa, il potere. Ma ci
si distrae, se in un prodotto leggerissimo, alla maniera dei ricchi: fste grandi e rumorose, alcol a fiumi, cocaina sniffata nei bagni di lusso. Il non detto li rende tutti
spensierati, ma anche complici e assassini. Il non detto ci renderà
tutti curiosi, davanti all'idea di un rinnovo già annunciato. (6,5)
Di Undone mi mancano gli ultimi 2 episodi quindi non ti leggo ma ovviamente è già nel mio cuore :)
RispondiEliminaSaltando Elite che il tempo è tiranno e non mi va di perderlo in guilty pleasure dal dubbio gusto, chiedo: posso sopportarlo Marianne?
Lo chiede una paurosa che al ricordo di Hill House ancora trema.
Diciamo che Hill House è un horror più velato ed elegante, Marianne meno. Non va per il sottile. Però, con la compagnia del Giovine, puoi farcela!
EliminaEd ecco qui tre serie che per colpa tua adesso voglio assolutamente vedere soprattutto Marianne :-O Undone non ci crederai ma stavo vedendo la trama proprio adesso su Amazon ehehe
RispondiEliminaAspetto tue nuove.
EliminaPossono piacerti tutte e tre!
Marianne mi ispira!
RispondiEliminaPoi Halloween è alle porte. :)
EliminaMarianne me lo vedrò, proverò ad incastrarlo in mezzo alle altre.
RispondiEliminaFa al caso tuo.
EliminaIo Undone l'ho adorata. La parte sci-fi non sarà fenomenale o troppo originale, però per fortuna non è quello il cuore della serie e il resto funziona decisamente bene.
RispondiEliminaDi Marianne ho visto il primo episodio, mi è piaciuto, ma ammetto di avere una certa paura a proseguire nella visione, specie prima di andare a dormire. Tutta colpa di quell'inquietante Mireille etc. °___°
Elite si è confermata una gran trashata. A tratti ai limiti del ridicolo però, per quanto non ai livelli della prima stagione, la si è vista comunque con piacere. :)
Undone non so. Mi aspettavo sicuramente troppo io. Colpa dei nostri recensori, che subito scomodano i superlativi assoluti?
EliminaMarianne terrificante, soprattutto per quella vecchia megera. 😂
Sto recuperando Marianne! Devo confessare che, tolto il primo episodio, non la sto trovando spaventosissima (speriamo continui così 🤣). È piacevolissima, anche se mi aspettavo qualcosina di più visto che ne stanno tessendo le lodi ovunque 😅
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