| Tutta la vita che vuoi, di Enrico Galiano. Garzanti Superpocket, € 6,90,
pp. 414 |
A
bordo di un Suv BMW ci sono tre diciassettenni dall’aria sospetta.
Il veicolo è rubato e, per di più, nessuno di loro ha la patente.
Alla guida c’è Giorgio: vestito a lutto, preso spesso in giro per
un’omosessualità mai confermata, incespica nelle parole giacché
balbuziente da sempre e poiché, quella mattina stessa, ha sepolto il
fratello maggiore: Luca ha portato nella tomba con sé un segreto non
così inimmaginabile e una passione per le canzoni di Michael Bolton.
Accanto, al posto del passeggero, siede il migliore amico Filippo
Maria: uno con il nome da nobile e un’infanzia da disperato, che
storpia e inventa parole a caso – è dislessico – ma ne ha di
sceltissime quando si tratta di insultare il prof di fisica,
corteggiare l’ambita Giada o fare i conti con una madre traditrice che l’ha
abbandonato in fasce. Dietro, con il viso che sbuca fra i
poggiatesta, c’è Claudia detta Clo: cresciuta in comunità con il
mito di Thelma & Louise, sgraffigna cose al centro
commerciale per sport – cellulari e pistole – e su foglietti
volanti prende nota dei dettagli che rendono questa esistenza degna di
essere vissuta. Sono in fuga, e lo erano anche prima di incrociarsi.
Il primo punta a San Martino, il secondo a Pisa e la terza
direttamente in Francia, tanto grande l’ansia di essere sbattuta in un
carcere minorile.
Al
mondo importa poco sapere chi sei e perché fai quel che fai. Al
mondo importa solo essere convinto di saperlo.
Questo folle trio è unito da un piano preciso:
realizzare, in giornata, quei desideri indicibili che poco prima si
sono sfidati a urlare a voce alta. Ma a raccontarci il sogno di una
vita spericolata, a far davvero da collante, è la penna ritrovata
di Enrico Galiano: al suo esordio, qualche anno fa, l’insegnante
più popolare del web aveva riempito di dolcezza e malinconia con una
storia d’amore sui generis che tutt’oggi ricordo con affetto. Sapendolo ormai in libreria con il
suo terzo successo, complice la ristampa economica di questo titolo
intermedio, ho recuperato a ritroso la sua seconda fatica: all’epoca
dell’uscita, fra pareri discordanti e una trama che ispirava meno fiducia, avevo scelto di aspettare il tascabile. Magari
l’estate? Letto sotto l’ombrellone in un paio di pomeriggi, un Galiano più
leggero e divertito racconta attraverso una baraonda di voci diverse
la cronaca di un sabato all’insegna delle effrazioni e
dell’ora o mai più. Un’avventura politicamente scorretta, dove
sul capo dei personaggi pende un serissimo mandato d’arresto: contro di loro sono
infatti state sguinzagliate tre pattuglie dei carabinieri, dal momento
che, fra le innumerevoli malefatte, Clo e soci hanno indossato maschere di Shrek per rapinare una trattoria frequentata dai
peggiori xenofobi.
Non
è vero che nasciamo una volta sola, possiamo nascere tante volte,
nasciamo quando mettiamo per la prima volta un passo dopo l’altro e
riusciamo a camminare, nasciamo il giorno in cui finalmente decidiamo
di dire qualcosa che ci siamo tenuti dentro per troppo tempo, e poi,
e poi, nasciamo quando per la prima volta mettiamo il naso nel cuore
di qualcuno e lasciamo che qualcuno metta il naso nel nostro, e ne
sono sicura perché è quello che è successo oggi, e quindi lo so.
Ecco cosa volevo dirvi, nel caso non ci vedessimo mai più. Che alla
fine possiamo nascere infinite volte la prima volta non la decidiamo
noi ma le altre sì, quello succede a tutti, ma vivere, quanti vivono
per settant’anni senza aver mai vissuto davvero? No, ora lo so,
vivere è una cosa che si va a prendere, che si strappa via, con le
unghie e con i denti. E nasci ogni volta che te lo ricordi.
Per me inferiore al romanzo che
l’ha anticipato, Tutta la vita che vuoi è una vicenda a
lungo indecisa fra semplicità – in chiusura, ecco svelate le
poetiche voci della lista di Claudia – ed esagerazioni da teen comedy americana. A tratti potrebbe ricordare perfino un po' troppo Città di carta, letto ai tempi con occhi innamorati. Ma c’è del buono, sì: il cenno a un
triangolo platonico ma poliamoroso, che affronta con coraggio la
sessualità dei suoi protagonisti, e lo spirito da canaglia che non ti aspetteresti mica da un autore all’inizio paragonato – ricordiamolo, sono entrambi insegnanti –
al lezioso D’Avenia.
Per quanto questa volta non mi abbia entusiasmato, galeotta una vicenda con sprezzo del buon senso che a venticinque anni mi ha già fatto sentire un vecchio brontolone, Enrico Galiano continua a piacermi. Non fa partacchioni gigioneggianti, non ti guarda dall’alto in basso, né dà lezioni prestampate – qui non ne dà affatto, forse, e a me è parso un po’ il suo vero limite. Sembra immaturo e divertito tanto quanto il suo trio. Sembra, a colpo d’occhio, che questa sia l’opera prima anziché una sperata riconferma.
Non è un romanzo perfetto, non il romanzo che aspettavo. Ma è un viaggio che delle sue sbavature, dei suoi atti vandalici grandi e piccoli, delle sue trasgressioni alla piattezza del quieto vivere, va sinceramente fiero. E per questo fa simpatia dall’inizio alla fine, facendoci cadere “eppure felici”, nonostante il posto di blocco al prossimo svincolo.
Per quanto questa volta non mi abbia entusiasmato, galeotta una vicenda con sprezzo del buon senso che a venticinque anni mi ha già fatto sentire un vecchio brontolone, Enrico Galiano continua a piacermi. Non fa partacchioni gigioneggianti, non ti guarda dall’alto in basso, né dà lezioni prestampate – qui non ne dà affatto, forse, e a me è parso un po’ il suo vero limite. Sembra immaturo e divertito tanto quanto il suo trio. Sembra, a colpo d’occhio, che questa sia l’opera prima anziché una sperata riconferma.
Non è un romanzo perfetto, non il romanzo che aspettavo. Ma è un viaggio che delle sue sbavature, dei suoi atti vandalici grandi e piccoli, delle sue trasgressioni alla piattezza del quieto vivere, va sinceramente fiero. E per questo fa simpatia dall’inizio alla fine, facendoci cadere “eppure felici”, nonostante il posto di blocco al prossimo svincolo.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Achille Lauro - Rolls Royce
Non mi ha mai incuriosito, sebbene ne abbia sentito parlare ovunque. Purtroppo però il problema sono io, che diffido dei romanzi italiani. Però mai dire mai nella vita 😊😊
RispondiEliminaEppure cadiamo felici, invece, ti piacerebbe molto. Questo meno, troppo teen.
EliminaL'avevo visto in giro e ne ero un po' incuriosita, però ora non penso faccia per me. Bella recensione come sempre ;)
RispondiEliminaGrazie, Simona!
EliminaSembra una lettura molto carina :)
RispondiEliminaParecchio, ma il primo aveva una marcia in più!
EliminaContinua ad ispirarmi perché Galiano mi ispira e gli altri suoi libri li ho amati.
RispondiEliminaAllora è un tassello da rimediare. :)
EliminaCiao Ink, questo romanzo di Galiano mi manca: di solito non sono appassionata di young adult ma i suoi romanzi mi piacciono, dalle tue parole però questo potrebbe piacermi meno...
RispondiEliminaQuesto, rispetto al primo almeno, è molto più young. Il terzo com'è, letto?
EliminaEppure cadiamo felici mi piacque... Ero orientata anche su questo, ma mi sto raffreddando :-D
RispondiEliminaSe riesci, dà rilevanza al più recente. Penso sia ritornato ai toni soliti. :)
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