Quando
si è in caduta libera non resta che un ultimo gesto disperato:
tornare alle origini. American Horror Story, da otto anni a
questa parte, ha sempre avuto dalla sua ambizioni e difetti
esagerati. Dalle case infestate al circo, passando attraverso gli
istitutiti di igiene mentale e la politica contemporanea, ha saputo
rinnovarsi nel bene e nel male. Prendendo una china sfortunata da
cui, tra spettatori che danno forfait e mancati successi nella
stagione dei premi, anche gli autori non avranno
visto ritorno. Quest'anno si ripiega perciò sulla furbizia, in
mancanza di idee brillanti; e a sorpresa, pensate un po', ci si trova a rivalutare in positivo anche le caotiche Hotel,
Roanoke e Cult.
Si parla di un futuro prossimo in cui, all'indomani di un'apocalisse
ordita da una coppia di hacker sopra le righe e l'Anticristo, i
sopravvissuti vivono in un bunker arredato come una fortezza
medievale: sono parte dell'èlite – un'ereditiera, una
presentatrice tivù, una gloria del cinema horror – e per capriccio
hanno portato laggiù amanti, parrucchieri e domestiche.
Nei primi episodi assistiamo a una convivenza claustrofobica fatta di
strepiti, regole ferree e tracolli psicologici. Dal terzo in poi,
forse l'unico degno di nota, un ribaltamento a sorpresa trasforma
Apocalypse in quello
che era stato preventivamente annunciato: un crossover. Non vi dico
come né perché – i nessi, fidatevi, sono futilissimi – ma
scendono in campo le streghe di Coven,
stagione da me tutt'altro che apprezzata, per salvare le sorti della
serie e sconfiggere un Diavolo in terra agghindato a metà tra Lady
Oscar e un cattivo di
Twilight. Che fine
aveva fatto la Congrega al femminile e come ha potuto ingannare la morte? Cos'è
stato di Michael Langdon, il bambino infernale concepito
alla fine di Murder House?
Le streghe hanno trovato la passata formazione e cercano la nuova
Suprema: appaiono sprecate, a tal proposito, le partecipazioni in
sordina di Farmiga, Rabe e Bassett, se a lungo rubano la scena le
battute salaci delle sempre straordinarie Sarah Paulson e Frances
Conroy. L'incursione sui luoghi maledetti della stagione introduttiva
è d'obbligo, ma l'effetto nostalgia fa sorridere senza compiere miracoli: un inchino al cameo di Jessica Lange,
il rischio glicemia per il tardivo lieto fine degli amatissimi Tate e
Violet, e subito si scappa a far guerra contro l'Anticristo – con
una piccola tappa in quell'Hotel Cortez senza più tracce di Lady
Gaga. Veli pietosi sui flashback nella Russia dei Romanoff, su una
Bates in versione Terminator, sulle trasformazioni camaleontiche di
un Peters che cambia pelle ma resta svestito di ruoli memorabili.
Compitino presuntuoso e stucchevole, impunemente trash, l'ultimo
American Horror Story
sembra l'opera di un feticista dello show che si sognava sceneggiatore improvvisato: il risultato, godibile ma spesso
involontariamente comico, è una fanfiction fine a se stessa che
regala alla premiata ditta di Murphy la sua annata peggiore. Bisogna
forse auspicarsi conflagrazioni da fine del mondo per far tabula
rasa dello sfacelo in corso? (5)
Dopo
l'approccio negativo con la prima stagione e qualche pregiudizio di
troppo, lo scorso anno avevo evitato senza rimpianti il soggiorno
nella corte più raffinata d'Italia. Non ho conosciuto il Cosimo di
Richard Madden, così, né assistito alla progettazione della famosa
cupola di Brunelleschi. Qualcuno mi consigliava di tornare sui miei
passi, ma la pigrizia e la scarsa attrazione verso le produzioni in
costume hanno sempre avuto la meglio sull'idea passeggera di
recuperare la fortunata collaborazione tra Rai e Stati Uniti.
Approfittando della natura antologica della serie kolossal, non so
nemmeno io perché, ogni martedì sera per quattro settimane mi
sono ritrovato ad assistere agli intrighi e ai sospiri di due
generazioni successive di Medici. Cosimo e Contessina, ancora
rimpianti, si sono trasformati in leggenda nel ricordo del popolo
toscano. L'antico splendore, però, ha un prezzo salatissimo. Se le
strutture desiderate dall'illustre avo sono ancora solide e
inattaccabili, lo stesso non può dirsi del potere della famiglia. Fra la secolare rivalità con i Pazzi di Sean Bean – questa volta,
statene certi, non passerà a miglior vita troppo presto –, le trattative con gli Sforza e i disperati tentativi di
procurarsi i favori di papa Raoul Bova, gli sconvolgimenti sono
nell'aria. Con l'arte e la poesia messe ai margini, abbondano le
alleanze politiche e matrimoniali, e voltafaccia di cui si
finisce per perdere il conto. Il risultato finale non annoia né
coinvolge, grazie o a causa delle trame arzigogolate e di parentesi
romantiche rubate a man bassa a uno sceneggiato per signore. C'è la
volitiva Clarice, non la classica moglie oggetto, desiderosa di
imporsi ai danni della fatale e pessima Alessandra Mastronardi. Ci
sono i biondissimi Bradley James e Matilda Lutz – rispettivamente
Giuliano e Simonetta, in posa per un capolavoro pittorico dell'amico
Botticelli –, amanti appassionati nonostante il matrimonio
oppressivo e la salute cagionevole di lei; la sorella minore Aurora Ruffino, invece, è innamorata del nemico
giurato come in una riscrittura di Romeo e Giulietta. A
prendere le redini di tutto con un colpo di stato è il giovane
Lorenzo, amato dalle donne e odiato dai restanti altri: il britannico
Daniel Sharman, che già rubava la scena in Teen Wolf per una
bellezza e una mascella fuori dal comune, si conferma il migliore di
un cast miscellaneo – poco convincente, in definitiva, l'interazione
fra voti internazionali e nostrani, con gli ultimi penalizzati dal
doppiaggio scadente – insieme a Matteo Martari, antagonista dal
fascino sinistro. Impossibile farsi bastare l'opulenza di
scenografie, costumi, trucco e parrucco. E no, non contano nemmeno
la sigla di Skin o le scene di nudo audaci per
la prima serata. Avrebbero giovato una sceneggiatura meno romanzata e
più solida, i ritmi sostenuti proposti negli episodi conclusivi: I
Medici, tocca riconoscerglielo,
è una serie che per fortuna migliora strada facendo. Fino a un
finale appassionato e violento – la congiura dei Pazzi non poteva
che essere il logico congedo –, dove l'azione e il sangue delle
vittime sacrificali trionfano sui languori da Harmony e i buchi di
una sceneggiatura che distingue fra figli e figliastri. Nella
programmatica scena di chiusura, culmine perfetto, arriva infatti la
Primavera a rianimare in time lapse una tela squarciata. E
assieme a lei, allora, fioriscono le speranze per un prosieguo da
attendere perfino con un briciolo di curiosità aggiunta. (6,5)
Poiché non ho nessuno con cui parlare della serie, e non ho voglia di fare una recensione a casa mia, ti tocca il papiro :P
RispondiEliminaQuesta seconda stagione de I Medici l'ho trovata molto inferiore alla prima, colpa di una gestione del ritmo assurda (ok, vuoi spingere sulle love story, ma allora non fare il salto temporale quando iniziano a svilupparsi per poi farmele vedere già affiatate! Che me ne frega di Giuliano e Simonetta se me li hai mostrati insieme tre volte in croce, e hai pure saltato la giostra ç_ç), e della sceneggiatura, che dopo una serie intera ancora non ho capito perché - lì dentro - i Pazzi ce l'hanno coi Medici :/
Dal lato estetico nulla da dire sui luoghi, ma devo ancora capire perché si ostinano a non acconciare i capelli alle donne, pure Simonetta Vespucci - che nei quadri ha delle pettinature pazzesche- gira sempre con la mezzacoda a caso che mi faccio io per non avere i capelli in faccia quando lavo i piatti O_o
Il doppiaggio a questo giro è stato tremendo, non vedo l'ora che esca una versione in originale :(
Il cast... secondo me non è stato proprio azzeccato: che Bradley James è più vecchio di Daniel Sharman è troppo evidente, e Sharman per quanto attraente per me non ha reso come Lorenzo (non aiutato dalla sceneggiatura, a una certa era talmente buono che pensavo i congiurati si sarebbero impiccati da soli). Imho avrebbe reso di più con Martari nei panni di Lorenzo, Sharman come Giuliano e James a fare Francesco Pazzi.
Ciò non toglie che mi guarderò la terza serie senza perdere una puntata e che spero proprio che lo rinnovino ancora: a me i period drama piacciono a prescindere da tutto o quasi XD
Vai di papiri, anche se il commento è troppo lungo per poterti rispondere punto per punto. Che dire? Hai tutte le ragioni, e sicuramente ne sai più di me, data la tua passione per il genere e per la storia in generale. Io chiedevo poco, un guilty pleasure che giustificasse il canone Rai, quindi poco male.
EliminaIniziai a guardare la prima stagione de I Medici, ma l'abbandonai per noia... Non sono sicura di volerla recuperare per proseguire... Boh, forse sono davvero "vittima di pregiudizi"...? :-/
RispondiEliminaPuò darsi, o può darsi di no. Riconosco che non è il mio genere, che non è il massimo dell'accuratezza storica, ma resta comunque piacevole e ben fatta quest'anno. 😊
EliminaQuesta volta titoli che non ho proprio voglia di recuperare. Con AHS il rapporto è discontinuo, ma qui manca -a quanto pare davvero- la sostanza per stuzzicarmi. De I Medici sono diffidente, e non c'è più nemmeno Madden a fare da leva.
RispondiEliminaAvrai senz'altro di meglio in lista, poco ma sicuro!
EliminaDe I Medici ho visto qualcosa ma francamente vedere star americane che recitano il nostro Rinascimento con gli stessi gesti ed espressioni con cui farebbero una parte in un film action del 2018... proprio no.
RispondiEliminaPerò apprezzo lo sforzo.
Di AHS mi han parlato proprio ieri, direi che è una sorta di summa (anche se me ne attendo un'altra: quella che ricopre le stagioni 2, 4, 6) quasi una celebrazione masturbatoria.
Moz-
"Celebrazione masturbatoria" dice tutto. Te la ruberò!
EliminaHo visto due episodi della prima stagione de I medici, ma non ho mai proseguito. Pensavo di recuperare, ma onestamente mi scoccia. Forse guarderò la seconda perché mi ispira un pochino di più e ho letto parecchi commenti al riguardo che mi hanno incuriosito!
RispondiEliminaCredo che sia un po' più giovanile, meno seriosa. Per questo non piace agli amanti delle ricostruzioni fedelissime, e capisco il loro punto di vista. E per questo, da spettatore ammoiabile quale sono, in fondo è piaciuta a me. 😉
EliminaLa prima stagione dei Medici io l'ho trovata magnifica! Questa seconda stagione l'ho trovata più dinamica e più incentrata sulle storie personali dei protagonisti, non è migliore della prima stagione ma l'ho apprezzata comunque. Forse mi piace tanto questa serie perchè alcune scene sono state girate nella mia città e sono riuscita a visitare il set e a vedere Daniel Sharman!😊
RispondiEliminaNon escludo di recuperare la prima, allora, e che fortuna. Posti meravigliosi!
EliminaE invece, come al solito, io AHS l'ho adorata. Ho rivisto i vecchi personaggi con piacere e mi sono fatta grandi risate con quelli nuovi; sì, il trash c'era ma a un certo punto mi sono anche commossa e rivedere la Conroy rossa e strega vale qualunque scivolone di sceneggiatura.
RispondiEliminaEra a misura di fan, e ci sta. Io che fan non sono, che ai personaggi mi affeziono di rado, purtroppo non ho potuto fare a meno di concentrarmi sul peggio uscito dalla penna di Murphy.
EliminaQuesta stagione di AHS inizialmente l'ho trovata coinvolgente. Un mondo post apocalittico, pochi sopravvissuti che provano l'esperienza della convivenza forzata potevano essere dei buoni ingredienti per una storia horror. Purtroppo, ci sono stati troppi scivoloni:
RispondiElimina- a mio parere, un inizio lento e un finale affrettato (la distruzione del cattivo poteva essere congeniata in maniera diversa);
- i due nerd milionari li ho trovati di cattivo gusto e inutili;
- la storia delle streghe forzata e confusionaria;
- l'idea del finale poteva essere carina, ma anche questa è stata forzata, poco credibile (secondo me anche una storia immaginaria deve avere la sua "credibilità", ma soprattuto una qualche coerenza col resto).
Peccato perchè gli attori sono davvero bravi, in particolar modo la Paulson e Peters.
E condivido quello che hai scritto: in molti punti sembrava più una commediola (adolescenziale?) piuttosto che un horror.
Mi sono piaciute talmente tanto che le ho abbandonate entrambe...
RispondiEliminaCon AHS quest'anno sono fermo alle prime tre puntate e la voglia di proseguire, nonostante gli annunciati ritorni alle origini, è bassina.
A quanto pare non mi sto perdendo troppo. :)
Sarà per colpa del tremendo doppiaggio italiano, ma I Medici nonostante l'alto budget mi sembra una poracciata clamorosa. Una delle poche serie storiche che quando finisco di vederle mi fanno sentire come se della Storia ne sapessi ancora meno di prima. :)
Se però strada facendo migliora, magari tiro avanti...