giovedì 5 aprile 2018

Recensione: La quinta Sally, di Daniel Keyes

| La quinta Sally, di Daniel Keyes. Nord, € 16,90, pp. 358 |

La porta socchiusa, l'appartamento in disordine, la paura di un'irruzione. Ha fatto una cosa strana, il ladro. Ha portato qualcosa di suo anziché rubare. Dappertutto, oggetti che non ci appartengono; tracce che portano ad appuntamenti, a notti mai vissute. Banconote fruscianti nel portafogli, un vestito azzurro di una taglia in meno nell'armadio, libri coltissimi sul comodino, un vibratore nel cassetto. Le stranezze si spostano anche fuori, per strada. Dove sconosciuti ci salutano chiamandoci con un altro nome. Dove qualcuno pretende il pagamento di un debito, qualcun altro la resa dei conti, un altro ancora un bacio. Nella vita di Sally Porter, ventinove anni, c'è un invasore che le ha rubato i figli, i ricordi, il senso dei giorni: sé stessa. Chi diventa quando i mal di testa si fanno lancinanti, le difese si abbassano e lei – un ex marito con il vizietto degli scambi di coppia, due gemelle di cui il tribunale le ha negato la custodia, traumi familiari che prendono avvio dalla scomparsa del padre amatissimo – rinuncia alle ancore della realtà?

Voglio parlare con qualcuno. Uno psichiatra o uno psicologo. Non so quale dei due, li confondo sempre [...] Perché nell'ultimo mese ho tentato di uccidermi tre volte. Perché c'è qualcosa dentro di me che mi costringe a fare delle cose.

A luci spente emerge la spietata concorrenza delle altre. Aspiranti attrici con il sogno di un ruolo di spicco, protagoniste di una gara senza esclusione di colpi: qualsiasi cosa pur di uscire alla ribalta. Ci sono Nola, artista del Greenwich Village con amicizie elitarie, interessi sofisticati e frequenti tendenze suicide; Bella – un nome, una garanzia – per cui sedurre, flirtare, piacere, sono linfa vitale; la dolcissima Derry, io narrante che serve ai tavoli con un sorriso trasognato e cerca fra gli avventori il principe azzurro; infine Jinx, rissosa e vendicativa, che dissemina sangue e violenza, ossa e cuori spezzati. In comune con la pudica e superstiziosa Sally, niente se non il corpo. La mente della protagonista è infatti un labirinto pieno di angoli oscuri. A turno, dagli anfratti, possono saltare fuori donne diverse. Attratte dalle debolezze di uomini diversi – il giocatore d'azzardo Todd, il dongiovanni di mezza età Eliot o lo psichiatra Roger, vittima della sindrome del burnout. Con idee diverse sulla religione, il sesso, la morte. Quando diventano inconciliabili, tocca prenderne atto; intervenire. Ma le personalità di Sally hanno una coscienza, una storia, un singolare attaccamento a quella vita spartita in parti disuguali. Se Cartersio aveva ragione – se cogito, ergo sum – eliminarle non sarebbe forse omicidio? Sul lettino del terapista, invertire il processo di fissione dando vita a un Sally in pace con la propria femminilità, con il proprio candore, con la propria ira: la quinta.

Non mi sto uccidendo. Sto uccidendo voi. Quando tutto il sangue sarà uscito dalle mie vene e la mia mente si sarà svuotata, nessuno di voi esisterà più.

Le hanno cantante in tanti. Al telefono, dolcemente complicate. Donne belle perché contraddittorie, volubili, sull'orlo di una crisi di nervi. I loro proverbiali sbalzi d'umore, direbbe ironicamente qualcuno, diventano patologia nel romanzo di Daniel Keyes. Lo scrittore e psicologico statunitense, celebre per Fiori per Algernon e Una stanza piena di gente, riprende fra le pagine il tema affascinantissimo delle personalità dissociate. Ne aveva ventiquattro il serial-killer Billy Milligan, raccontato attraverso un diario psichiatrico che avrebbe dovuto ispirare un film con Leonardo DiCaprio. Sally ne ha quattro – la quinta è in fase di costruzione, grazie alle cure del dottor Ash – e una storia di finzione, scritta da un luminare del campo che si diverte a intrigare, qui, secondo le regole della suspance.

La maggior parte di noi ha molte facce, come superfici di un prisma che riflettono la luce. Io sono diversa. Sono come una perla in una collana con cinque pendenti.

Non mancano le trovate brillanti: le confidenze fra Derry e Murphy, il manichino in posa nella vetrina della sartoria sotto casa; la libido di Sally che, in una notte di carezze, trasforma i piaceri della masturbazione in una surreale orgia al femminile. Ma il processo di accettazione e di guarigione della protagonista appare graduale e realistico, mai spettacolare: come organizzare una cena per un gruppo di vecchie compagne di scuola eternamente in disaccordo sulle caratteristiche dell'uomo perfetto, sul ristorante da scegliere. Come venirsi incontro, sedersi accanto, nei tè con le bambole da bambina: quando un'assenza ingombrante, le manipolazioni di adulti di cui sarebbe stato meglio non fidarsi e una gatta di nome Cenerentola ispirarono amiche immaginarie con una personalità, in definitiva, più forte di quella di una giovane in frantumi. Inquietante come un thriller psicologico ma fondato come il più specialistico dei saggi, La quinta Sally è una seduta (spiritica) con cinque sedie perfettamente in cerchio e il riflesso di altrettanti specchi. Specchi rotti, per trentacinque anni di sfortuna: troppi da espiare. Cosa non fanno, allora, i romanzi belli. Cosa non fa questa nostra testa sconfinata e matta. 
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Elvis Presley – Suspicious Minds

12 commenti:

  1. Avevo già intenzione di leggere questo romanzo, le personalità multiple mi affascinano, la tua recensione mi intriga ancor di più :)

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  2. mi intriga assai e la tua recensione conferma le mie aspettative!

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  3. Mi unisco: mi stuzzicava ma aspettavo conferma, eccola arrivata! ;)

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  4. Premesse niente male! Ma, a proposito.. che fine ha fatto il progetto con DiCaprio? Dopo l'uscita di "Split" non se ne è più parlato o.o

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    1. Sparito nel nulla, pare.
      Che fosse una notizia priva di fondamento, da fascetta promozionale, come spesso se ne trovano?

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  5. La quinta Sally significa che devo prima leggere le precedenti quattro prima di recuperare questa?
    Ahahaha, che battuta! :D

    In ogni caso sembra un thriller psicologico affascinante.
    Spero solo non sia una cacchiata come Split...

    Se Una stanza piena di gente non diventa un film con DiCaprio, almeno per adesso, questo invece arriverà in sala?

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    1. Considerando che il romanzo è in realtà degli anni Ottanta e che Keyes, riscoperto da poco in Italia, è già morto e sepolto, purtroppo la vedo difficile... :)

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  6. Dopo Fiori per Algernon devo leggere TUTTO di Keyes.

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