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Una posizione scomoda, di Francesco Muzzopappa. Fazi, € 14.50,
p. 221 |
Lavorare
nell'industria del porno. Il sogno del maschio medio che a una certa
età, quando non si immagina supereroe d'altre galassie, sogna a
occhi aperti e chiusi i letti sfatti, le generose proporzioni e gli
stessi ménage à trois di Michael Fassbender. Fabio farebbe
eccezione, se non fosse che di sognare in realtà non ha mai smesso.
In quell'industria di gemiti e prurigini, infatti, ci lavora da un
po', ma non vede l'ora di uscirne. Il sesso, tanto, lo scrive, lo
vede, ma non lo mette in pratica dal disastroso tracollo della sua
ultima relazione sentimentale. Le descrizioni di scambi di ruolo,
posizioni impossibili e amplessi eterni, soprattutto, non si addicono
a uno con la sua preparazione: laureato a pieni voti in sceneggiatura
al Centro Sperimentale, nonostante papà e mamma – l'uno ginecologo
in pensione con il pallino per l'elettronica, l'altra pia casalinga dal
famigerato pollice nero – sperassero per lui la carriera di medico.
Per ironia della sorte, il nostro Fabio dall'anatomia non si è
allontanato mica troppo, no. Ma cosa direbbe Gianni Amelio, maestro e
mecenate, sapendo che il suo pupillo si è trasferito a Milano per
lavorare alle fantasie – etero e gay, senza distinzioni –
dell'italiano fedele a Federica, la mano amica? Cosa direbbero i
compagni di corso che gli hanno fatto le scarpe – su tutti
Giovanni, il traditore raccomandato – o, ancora, quei genitori in
là con gli anni che considerano il loro unico figlio una specie di
esemplare, attempato chierichetto? Protetto da un intuibile nome
d'arte, Fabio consacra la mattina al dovere (i copioni delle
raffinate parodie per adulti L'importanza di chiavarsi Ernesto,
Analcord, Indovina chi viene a cena)
e la notte al piacere (la stesura lunga due anni del Cielo
di piombo, capolavoro nel
cassetto alla vana ricerca di un produttore). Mentre sul secondo
fronte tutto tace, è il porno – riempitivo in attesa di tempi
migliori, carriera di cui vergognarsi – a procurargli gloria.
Sceneggiatore dell'anno a Cannes, presso un festival a luci rosse che
precede di pochi giorni appena le premiazioni ufficiali sulla
Croisette, il trentenne – una verga d'oro fra le mani – cerca
ingaggi alternativi, opportunità e vie di fuga. La paura costante di
restare intrappolato in un sogno erotico diventato incubo davanti
alla sorpresa di un plauso.
Il
porno è stato solo un incidente di percorso.
Una
posizione scomoda: quella di
Fabio, che scopre che è tardi. Troppo?
Una posizione scomoda: quella di Francesco Muzzopappa, chiamato di nuovo a farmi ridere con la riscoperta del suo esordio, dopo le esilaranti vendette del ben più riuscito Dente per dente. Il protagonista, snob e logorato da una vergogna crescente, affila aneddoti e citazioni per l'estasi dei cinefili – da applausi il capitolo dedicato all'intima gioia delle visioni domestiche, se nel buio della sala si nascondono disturbatori, critici, tubercolotici all'ultimo stadio. L'autore, senza ansia di prestazione alcuna, diverte con poco a suon di doppi sensi, titoli stravolti e gallerie trash di trans dal cuore d'oro, omaccioni depilati e strabordanti pin-up. Simpatico (vedasi il cognome in copertina), scorrevolissimo (vedasi le pagine, duecento appena, anche se le dimensioni davvero non contano), Una posizione scomoda è una commedia sexy su una generazione, la nostra, a cui manca il meglio: la fiducia. L'Italia raccontata fra le pagine non è un paese per giovani. Per segaioli, pare, sì. Le risate, un po' acide, sono di quelle sapientemente tinte di amarezza. Sarà per questo, forse, che non gli si perdona un finale troppo favola, troppo tarallucci e vino, quando negli studi Starlette – e nel dissacrante Muzzopappa uscito l'estate scorsa – non si simulano né l'allegria, né il piacere di un “happy ending”.
Una posizione scomoda: quella di Francesco Muzzopappa, chiamato di nuovo a farmi ridere con la riscoperta del suo esordio, dopo le esilaranti vendette del ben più riuscito Dente per dente. Il protagonista, snob e logorato da una vergogna crescente, affila aneddoti e citazioni per l'estasi dei cinefili – da applausi il capitolo dedicato all'intima gioia delle visioni domestiche, se nel buio della sala si nascondono disturbatori, critici, tubercolotici all'ultimo stadio. L'autore, senza ansia di prestazione alcuna, diverte con poco a suon di doppi sensi, titoli stravolti e gallerie trash di trans dal cuore d'oro, omaccioni depilati e strabordanti pin-up. Simpatico (vedasi il cognome in copertina), scorrevolissimo (vedasi le pagine, duecento appena, anche se le dimensioni davvero non contano), Una posizione scomoda è una commedia sexy su una generazione, la nostra, a cui manca il meglio: la fiducia. L'Italia raccontata fra le pagine non è un paese per giovani. Per segaioli, pare, sì. Le risate, un po' acide, sono di quelle sapientemente tinte di amarezza. Sarà per questo, forse, che non gli si perdona un finale troppo favola, troppo tarallucci e vino, quando negli studi Starlette – e nel dissacrante Muzzopappa uscito l'estate scorsa – non si simulano né l'allegria, né il piacere di un “happy ending”.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Betta Lemme – Bambola
Credo di amarti.
RispondiEliminaGrazie <3
Amore felicemente ricambiato.
EliminaGrazie a te!
Certo che i doppi sensi in un libro del genere, con un titolo del genere, e con un argomento del genere, credo proprio che si sprechino...
RispondiEliminaLe dimensioni non contano, però per una "sveltina" potrebbe essere la lettura veloce giusta. :)
Ah, sì. Ci sono i libri da ombrellone e i libri da "sveltine". Questo rientra perfettamente nella categoria.
Elimina(E, leggevo, è in produzione un film con Alessandro Roja, visto in Song'e Napule.)
Muzzopappa continua ad essere uno di quegli autori che devo decidermi a leggere. Da quale libro mi consigli di partire?
RispondiEliminaDa dove parti parti, Daniela, le risate sono assicurate.
EliminaGli ho preferito l'ultimo, Dente per dente, ma ho apprezzato (e sorriso) in ogni caso.
Allora vedrò di decidermi a breve!
RispondiEliminaOttimo. ;)
EliminaLa tua recensione è già divertente nel raccontare la "triste" storia di questo genio incompreso. Complimenti. Recupererò l'altro romanzo perché ho proprio bisogno di ridere.
RispondiEliminaTi ringrazio, Solsido!
EliminaRisate assicurate, in un caso e nell'altro. :)
"Dente per dente" mi aveva divertito molto, quindi prima o poi dovrò leggere anche questo :) in più ho visto una sua presentazione ed è una persona simpaticissima!
RispondiEliminaImmaginavo, Jean! :)
Elimina"... le dimensioni non contano".
RispondiEliminaChapeau, Michele 😂😂😂
Non so proprio come ti vengano, forse prendi ispirazione dalla tua collezione di gif 😂. Comunque mi sa che lo leggo, francamente con questa recensione non mi lasci alternative.
Di gif sono a corto, ultimamente, ma quando le trovo prometto che te le giro. Va bene?
EliminaSul romanzo: apprezzerai, le citazioni soprattutto. :)
Facciamo che se ne trovo te le mando io. Soffro all'idea che tu non ne abbia ;)
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