venerdì 2 gennaio 2015

Recensione: Il tuo meraviglioso silenzio, di Katja Millay

Buongiorno, amici, e buon anno nuovo. Ufficialmente, siamo nel 2015! Lo inizio, purtroppo, non nel mondo migliore. O forse sì? Gli amanti delle recensioni negative, infatti, saranno decisamente accontentati. Il trenta dicembre ho finito Il tuo meraviglioso silenzio e, visto che il blog era occupato con le nostre amate Top 10, vi spiego perché non mi è piaciuto solo adesso. Tutti l'hanno particolarmente apprezzato, inserendolo tra i romanzi più belli dello scorso anno, ma io ho trovato più di qualche insensatezza in punti che ho analizzato più o meno nel dettaglio, ma senza spoiler. Un abbraccio. M. 
Odio la mia mano sinistra. Odio guardarla. Odio quando si blocca e trema, a ricordarmi che ho perso la mia identità. Ma la guardo comunque, perché mi ricorda anche che riuscirò a trovare chi mi ha portato via tutto. Ucciderò il ragazzo che mi ha uccisa, e lo farò con la mano sinistra.

Titolo: Il tuo meraviglioso silenzio
Autrice: Katja Millay
Editore: Mondadori Chrysalide
Numero di pagine: 462
Prezzo: € 14,90
Sinossi: Le sue dita non possono più correre sul pianoforte, il suo mondo pieno di note è diventato muto. Nastya era una promessa della musica, prima. Prima che tutto precipitasse, prima che la vita perdesse ogni significato. Da 452 giorni Nastya ha smesso di parlare, e il suo unico desiderio è tenere nascosto il motivo del suo silenzio. La storia di Josh non è un segreto: ha perso tragicamente i suoi cari, e solo nel recinto impenetrabile che ha costruito intorno a sé si sente al riparo dalla compassione degli altri e libero di dedicarsi in solitudine all'unica cosa che lo tiene in vita: intagliare il legno. Quando sembra non esserci più luce né speranza, Nastya e Josh si trovano e le sensazioni sopite esplodono dal corpo e dal cuore. Due lontananze si incontrano, cercando l'una nell'altra la forza per superare il passato e rinascere davvero.
                           La recensione
Ma che davvero? Davvero la mia scelta su quale libro leggere l'ultimo dell'anno è ricaduta su una cosa che si chiama Il tuo meraviglioso silenzio e ha una copertina del genere, da Harmony da edicola? Cose che il passante occasionale si domanderà. In verità, il romanzo lo puntavo da prima: quando si chiamava The Sea of Tranquility, in copertina c'era la spuma del mare – anche se a me la nostra non dispiace: quei due che si abbracciano mi suggeriscono solo tanta tenerezza, non sesso sfrenato da camera d'albergo – e le recensioni di lettori fidati parlavano, proprio alle mie orecchie ipersensibili ai lutti e ai drammi esistenziali, di una storia tragica e emozionante, sull'amore, la vendetta e altri mostri. E sì. L'ho scelto per chiudere un anno di libri, consapevole che non avrebbe conquistato la mia Top 10, ma certo che mi avrebbe fatto buona compagnia. Ho affidato il mio cuore a Katja Millay, e potevo scegliere meglio. E' un romanzo che non sconsiglio, questo, ma che non mi è piaciuto. Sarà che l'ho letto con la fiducia, giuro; come se in materia di new adult – pazzo io? - possano esserci cose per cui davvero vale la pena e che non siano già scritte, gratis, nelle fanfiction di quindicenni drogate di film col marchio Lifetime. Non l'ho letto come un guilty pleasure irrinunciabile, ma come un romanzo serio, maturo. Uno di quelli senza etichette. La trama è la solita: non mi dilungo. Due anime affini con misteri in testa e lividi addosso si incontrano all'ultimo anno di liceo. Si distinguono dalla massa e, nella massa, si riconoscono. Nessuno parla con Josh e Nastya non parla con nessuno. Possibile piacersi, anche amarsi, nonostante le avversità del futuro e le sofferenze del passato? Col Titanic che affonda – fior di metafora – c'è sulla scialuppa un posto per due? Sì. Ma si sapeva già. Non è quello il punto. E' che è un po' un imbroglio darmi un input del genere, pagine incisive e forti, scritte quasi con la prosa cruda di un thriller sugli uomini che odiano le donne, e farmele dimenticare a capitoli alterni in mezzo a mari di chiacchiere in cui l'intensità, insieme alle onde, va scemando a riva. Il tuo meraviglioso silenzio è calma piatta; tutto uguale. Come uno di quei manuali che apri a caso per leggerci dentro la tua sorte, solo al contrario. Sfoglialo e avrai una certezza tutt'altro che positiva. Ovunque ti troverai tu, troverai loro che “parlano” in tre possibili scenari random: (1) il cortile della scuola, un classico; (2) il garage di Josh; (3) attorno al tavolo imbandito dei genitori di Drew, al pranzo della domenica. Parlano – con gli occhi, con la bocca, in silenzio e a voce – e hanno intorno i commenti sul presunto atletismo sessuale di Nastya pronunciati da maturandi per nulla maturi; l'odore del legno e il luccichio della polvere che si solleva; i sermoni perbenisti di due prolifici e benestanti coniugi finto moderni con prole accanto. Mi direte: tutte cose che creano una cornice, comprimari. Invece, sono della scuola di pensiero che ripetere fino alla nausea la stessa tiritera non ha il miracoloso e segreto potere di creare cose che restano impresse. Posso presentarmi tutte le volte che ci incontreremo con il nome di Chris Hemsworth, ma questo non farà di me Chris Hemsworth. Capito? Gli episodi sono pressochè scambiabili, tipo le figurine tra bimbi, e manca quella che nei film si chiama scena madre. Che immagine mi resterà dell'esordio della Millay, oltre ai pasti in compagnia e a io-il-mio-segreto-non-te-lo-dico-ma-forse-sì? 
Josh e Raggiodisole che, per festeggiare un compleanno, gettano monetine interminabili nella fontana di un centro commerciale: divertiti, bagnati, pure bellini. La scrittrice conosce come le sue tasche i personaggi: non c'è vergogna, silenzio che mette in imbarazzo; parlano di tutto, vivono giorno dopo giorno. Loro guidano la storia, non il contrario – e questo sì che è bello. La Millay, però, non è così in gamba da non rendere un peso le loro esistenze che – normalissime a lungo, mutismo autoindotto a parte – scorrono più lente delle nostre. Anche se è bravina. Il suo Josh, uno degli orfanelli indipententi di Nicholas Sparks, forse anche imparentato con la buonanima di Mango (solo così spiegherei quel domino di infarti e malanni), trombamica a parte, è un ragazzo serio, buono e giusto, scontroso ma non troppo. Le uniche seghe che conosce sono quelle con cui maciulla alberi, fabbrica tavolini da tè e librerie – e non perché la nonna, prima di morire in una maniera triste che manco ricordo più, gli aveva detto che, a lungo andare, come racconta la leggenda, facciano diventare cieco. Almeno nelle premesse, più interessante quella Nasya che non si chiama Nastya. La ragazza che visse due volte e che colleziona nomi sul muro. E' arrabbiata, ferita a morte e la sua armatura sono i tacchi a spillo, le gonne corte e le calze a rete – be', poteva scegliersi un'armatura più solida e coprente, uno dice. Ha cicatrici di cui tutti ignorano le origini e flashback che, con forza, irrompono all'inizio dei capitoli raccontati da lei. Quegli inizi sono ipnotici. Ricordano la voce della Emily di Revenge, quando in principio di puntata parla tutta figa della filosofia segreta che si nasconde dietro la vendetta, e i pensieri sulle ossa di quella mano sinistra estanea, a pezzi, irriconoscibile, alla lontana – moltiplicate, però, “alla lontana” per cento – fa venire in mente Un sapore di ruggine e ossa
Nastya, chiusa all'inizio nei suoi silenzi, ha il suo perché. Ambisce ad essere la cazzuta Lisbeth Salander del new adult. Poi inizia a parlare, però, e il rendere il suo animo cupo e la sua psiche fragile con fastidiose parolacce e volgarità gratuite – in unione all'abbigliamento da squillo in saldo – è una scelta strana ed infelice. Non l'ho capita. Colpa dell'autrice, che le fa iniziare una nuova vita in una città a due ore di distanza – a due ore di distanza da qui conoscono pure me, figurati una ragazza tanto tribolata – e le fa ricercare l'anonimato in maniera che non condivido. Intorno a loro, tanti, troppi personaggi che fanno di Il tuo meraviglioso silenzio un new adult popolosissimo. Drew, il migliore amico di Josh, con la sua famiglia da Mulino Bianco e la bellezza da capogiro che, sotto sotto, nasconde un cuore d'oro e tanta generosità. Lui l'ho apprezzato, sinceramente, e poi non c'è il classico compagno di scuola gay... Ah, bugia! C'è anche quello. Con il pallino delle arti figurative, i discorsi a senso unico e un ruolo forzatissimo: un comprimario che – insieme ai bulli sboroni, alle gemelle snob, agli alberi geneaologici di parenti, alle universitarie facili - non ha motivo d'essere, se non fosse per il fatto che, a un certo punto, porta la protagonista in un certo posto. Altra cosa: ma che corsi si inventano i docenti americani? Che la Giannini sia ministro dell'istruzione anche lì? I protagonisti della Millay sono studenti modello, quando si parla di corsi di falegnameria e... Aspettate, lo sapete qual è il colmo per una ragazza muta? Essere iscritta al laboratorio di conversazione e dialettica. Giuro. Sciocchezze a parte, affronta un tema importante, ma senza abbastanza coraggio; ha dialoghi a volte interessanti, raramente sdolcinati, ma è come se fossero pronunciati da attori non adatti alla parte. In generale, meglio quando Josh e Nastya non parlano. Comunicano più così, guardandosi, che con mille parole di troppo. L'intensità delle riflessioni non rispecchia, purtroppo, quella dei discorsi diretti e una dimensione più intimista, assennata, cupa avrebbe giovato. Poteva essere più cattivo o più dolce, ma è una via di mezzo dall'incarnato pallidiccio, con la sua ironia massiccia, il linguaggio colorito e le svolte faciloni dell'epilogo. In generale, non dispiace. Nel dettaglio, è assolutamente dispersivo. Succede tutto nelle ultime sessanta pagine, quando ne aveva altre quattrocento a disposizione: comunque, davvero troppe per una storia così. A Hopeless la palma di new adult più convincente, al momento; alla Millay, nonostante le stelline possano ingannarvi, quella del più monotono, ma non quella del più brutto. La Glines non si batte. Tagli spietati di lunghi capitoli e interi personaggi - dalla regia mi suggeriscono che gli editor a quello servono - avrebbero focalizzato l'attenzione del lettore sui punti giusti. Non mi ha preso sin dall'inizio, ma pensavo non ci fosse semplicemente fretta di arrivare alla meta. Ma la meta poi qual è? La meta c'era? E pensavo che Libraccio mi avesse consegnato il volume sbagliato, nascosto sotto la sovraccoperta corretta. Peccato si trattasse di un'edizione in brossura...
Il mio voto: ★★½
Il mio consiglio musicale: No Doubt – Don't Speak

40 commenti:

  1. Pensa che ne ho sempre sentito parlare bene e volevo comprarlo a tutti i costi! Ora, leggendo la tua recensione - e scoprendo un nuovo punto di vista - mi devo fermare un attimo e pensare se veramente voglio spendere soldini per un romanzo che non so se mi piacerà!
    Ho deciso, lo prenderò in prestito in biblioteca e, se mi piacerà, me lo comprerò!
    A volte fa bene leggere opinioni contrastanti, in modo di farsi un'idea più veritiera sul romanzo!

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    1. Fai così, e se ti piace, magari, procedi all'acquisto :)

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  2. io l'avevo puntato e messo in WL da comprare con i regali di natale, adesso mi hai dissuaso perchè ho capito che forse la storia parte con buone premesse ma non centra il punto, forse doveva essere più estremo e non lo è! adoro la cover e forse solo per quello mi riservo il diritto di comprarlo e leggerlo lo stesso! Buon anno Michele!!!

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  3. Le tue recensioni negative sono sempre divertenti da leggere. Ti dirò: io l'avevo già letto mesi fa e mi era piaciuto, ma non al punto da dire "mamma mia, è bellissimo, non lo scorderò mai". Mi erano piaciute le pagine finali, come hai sottolineato anche tu, ma sicuramente non avevo gradito alcuni aspetti dei protagonisti, e una monotonia di fondo che affossa tutto il libro.
    A presto

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    1. Io purtroppo mi aspettavo davvero un libro che mi facesse cambiare parere sul genere, ma niente. Mi è piaciuta completamente solo la Hoover.

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  4. Ho letto con piacere la recensione perché già sai che io il libro l'ho letto in passato e l'ho amato, così come si fa per quelle cose che inspiegabilmente ti rimangono sulla pelle.
    Veniamo al dunque non so perché ma quando leggo un libro in lingua ho tutt'altra dimensione in cui posiziono i libri: The sea of tranquillity l'ho trovato forte, all'epoca nuovo in un genere che poco si conosceva, e mi ha colpito al cuore fin dalle prime pagine. Ci saranno stati punti negativi così come elenchi ma a volte si è ciechi quando qualcosa ti piace e coplisce più a fondo.
    L'unico punto su cui difendo l'autrice è in fatto degli editori. Purtroppo in Amerixa si usa conservare il libro nel suo stato integrale quando passa da self a edito, quindi non ci si può lamenrare di una mancanza di attenzioni editoriali.
    Ultimo punto: ma è stara la Mondadori z posizionare il libro cone New Adult?

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    1. Ah, non sapevo questa mossa degli editori americani: be', allora non lamentiamoci dei nostri. Non hanno capito che nessun libro nasce perfetto? Questo perfetto non poteva essere, diciamolo, ma qualche taglio avrebbe molto molto giovato: situazioni e personaggi inseriti davvero per occupare spazio. Poteva benissimo avere duecento pagine in meno, mica poche :)
      Mah, penso di sì. Anche nelle anteprime, parlavano di new adult. O meglio, di un new adult "rivelazione". Io, sinceramente, ancora non capisco... Se i protagonisti sono tanto sfigati, ma ancora liceali, è new adult lo stesso?

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    2. Io l'ho sempre considerato uno YA. Odio che qui per venderti qualcosa facciano di tutto.
      Quando uscirà leggi Forse un giorno della Hoover quello sì che è un NA coi fiocchi!

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    3. La Hoover mi è piaciuta una volta, ma non con quell'altro libro col punto di vista del protagonista maschile. L'ho trovato inutile.
      Vedremo se mi concincerà con questo nuovo, se ci sarà modo ;)

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    4. Mi intrometto perché concordo pienamente con Susi! Questo libro è stato amore dalle prime pagine, mi ha toccata come non mai ma non si può parlare davvero di NA. YA su tutti i fronti.
      E un NA con i fiocchi è proprio Forse un giorno! La Hoover non sbaglia mai :)

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    5. Io invece mi sono annoiato sin dalle prime pagine, ma mi avevano assicurato fosse un diesel. Invece è tipo un tre ruote :P

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    6. Devo dire che concordo sulla distinzione tra new adult e young adult... in teoria questo dovrebbe essere uno young - perché i protagonisti sono adolescenti - invece nei new adult dovrebbero per l'appunto essere giovani adulti °-° quindi sulla ventina U.U

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    7. Ma anche Oltre i limiti, non so l'autrice, ma è della DeAgostini, ha protagonisti liceali, eppure tutti i blog - e parlo di blog più esperti di me a dir poco, con il romance - hanno parlato di new adult. Mistero...

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  5. copertina da harmony... ahahaha
    mi hai letto nel pensiero, anche se non sono un passante occasionale ma ormai un lettore fisso del blog è esattamente ciò che mi sono chiesto anch'io :)

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  6. Io ce l'ho in libreria da 1 pò ma nn mi sn ancora decisa a leggerlo. Sn sommersa da arretrati sia in cartaceo ke in pdf. Ti dirò xo ke fin ora sn incappata sl in new adult ke mi sn piaciuti. PS: buon anno.

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  7. Oddio, prima recensione negativa che leggo! Non avevo intenzione di comprarlo, temevo proprio ciò che hai scritto:/ Questa cosa degli editori americani, non la sapevo.
    Il primo NA che leggerò sarà "Forse un giorno" della Hoover.
    Buon anno nuovo

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    1. Me lo nominate così tanto che va a finire che lo leggo, se quando sarà saprà incuriosirmi. Buon anno!

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    2. Oddio Mik, anche io lo comprerò perché ne ho sentito parlare tanto, non ho mai ceduto a questo genere, ma questo libro mi attira!xD

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    3. Ho letto la trama...
      Almeno non sono previsti licei e lezioni di falegnameria (?) ;P

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  8. Io l'ho amato. Tra l'altro di solito sono abbastanza lenta nella lettura, invece in questo caso ho divorato quasi 500 pagine in due giorni.
    Però su una cosa concordo con te: nemmeno io sono riuscita a capire Nastya fino in fondo, non ho davvero capito il suo modo di porsi al mondo e non sono riuscita ad immedesimarmi in lei. Però a parte questo, è stata una delle migliori letture dell'anno. Ma non l'ho considerato completamente un New Adult.. più una via di mezzo tra YA e NA. Ancora non ho capito quali sono (se ci sono) i confini netti tra questi due sottogeneri.
    Hopeless non mi era piaciuto, ma hai ragione, la Glines in quanto a orrore non si batte!

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    1. Io pensavo che l'età dei protagonisti distinguisse i due generi, ma in realtà mi trovo libri etichettati come NA con ragazzi liceali. Quindi non so.
      Hopeless io l'ho trovato, nel suo piccolo, preciso e perfetto: non una parola di troppo, non un capitolo superfluo. C'era un piano, è quello che voglio dire io, e qui manca del tutto: l'autrice non sa dove andare!

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  9. ahahah bellissima recensione!
    Anch'io ne ho sentito parlare benissimo ma, dato che non vado molto d'accordo con gli ya, non sono molto convinta. E poi ogni volta che tutti lodano un libro ho come l'impressione che sarò la pecora nera della situazione xD

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  10. Ah però! Io non l'ho letto perchè non ne posso più di storie di adolescenti malati... da Braccialetti rossi, passando per colpa delle stelle fino ad arrivare al tuo meraviglioso silenzio! Nel 2015 solo storie di giovani casinari che scoppiano di salute ;) Recensione troppo divertente! ciao Maria

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    1. No, qui nessuno ha malattie gravi, fortunatamente ;)
      Sono tristi a modo loro!

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  11. Dopo aver letto uno splendido disastro ho capito che il il NA no fa per me.Quello era una boiata pazzesca questo mi intrigava perché sono una pianista ma appena ho letto narrativa rosa sono scappata.Non ho più l'età.Ma aggiungo che gli Harmony non mi piacevano neanche a vent'anni.

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  12. Michele intanto... Buon 2015. Vedi? Tu hai concluso l'anno con questo libro ed io, con questo libro, mi sono decisa a cominciarlo. Oh mio Dio, è come se tu avessi preso ben bene la mira e mi avessi piantato un paletto nello stomaco, sei stato crudele ma anche folle. Ok, passino le seghe che non accecano e le armature che lasciano i corpi nudi anzichè proteggerli ma così hai smontato tutte le aspettative che riservavo per questo romanzo. Dato che sono ancora alle prime pagine non mi faccio scoraggiare ma dato che l'ultimo libro che ho letto è stato Unbreakable e la mia sensazione è stata davvero simile alla tua, spero proprio che il parere che avrò su questo romanzo non sia in sintonia con il tuo ;)
    Ah, come sempre, recensione meravigliosa! Un baciottolo!

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    1. Ciao Claudia! Ma allora spero proprio che ti piaccia.
      Purtroppo, come dico alla fine, ho avuto la sensazione che mi fosse stato consegnato il titolo sbagliato. Non era come me lo aspettavo - e la cosa si è rivelata però negativa. A presto ;)

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  13. Mi spiace che non ti sia piaciuto, io nonostante abbia qualche difettuccio - ed è innegabile - l'ho proprio adorato :3
    Avevo dimenticato che le situazioni ripetitive non ti fanno impazzire :P io invece non ho nulla in contrario... anzi a volte mi aiutano a sentire la storia più vera perché trovo che comunque le vite delle persone comuni siano tutte abbastanza ripetitive...
    Giusto nella parte dopo la metà e prima della fine diventa un po' prolisso... io diciamo che mi aspettavo qualcosa di più dal finale proprio per l'approccio che aveva Nastya inizialmente al pensiero del ragazzo che l'aveva aggredita... invece è stato tutto molto soft! Ma alla fine col senno di poi l'ho accettato :P

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    1. Capisco quello che intendi con soft, e concordo in pieno! :)

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  14. Ero (resto, a dire il vero) piuttosto tentata. Non so dirti precisamente il perché. Sento le voci, forse.
    p.s.
    nelle leggende c'è sempre un fondo di verità U_U

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    1. Ma io porto gli occhaili dalla quarta elementare...

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  15. Povero libro, l'hai ucciso x°°°D
    Pensa che a me non aveva colpito da subito, mi sembrava la solita minestra, poi non ti dico che non lo sia, ma non è nemmeno sciocco, stupido e manipolatore come certi romance. La fine poi. Tanto bella.

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    1. La protagonista era tutta: TI VOGLIO UCCIDERE. HO SETE DI VENDETTA.
      Poi *guarda, c'è una farfalla: viva la pace nel mondo!*
      :-D

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    2. x°°°°D *cattivissimo tu* Ma in fondo sei cresciuto coi film in cui le protagoniste giovani carine e bionde morivano sempre...

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    3. Ma questa era pallidiccia, traumatizzata e vestita da zombie squillo (cit. di uno dei personaggi). Che mi dovevo aspettare? :P

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