martedì 5 maggio 2020

I congiunti e gli affetti stabili nelle graphic novel: Residenza Arcadia | Basilicò | Freezer

|Residenza Arcadia, di Daniel Cuello. € 20, pp. 167, ★★★★|

Chiusi in casa, spiano le mosse del vicinato. Aguzzano l’udito per origliare. Denunciano. La routine degli abitanti di Residenza Arcadia, satira quanto mai attuale, potrebbe ricordarvi qualcosa. I giorni della nostra quarantena. Terrorizzati dal cambiamento – un po’ come noi davanti alla fase due –, gli anziani protagonisti tutelano le loro proprietà con il pugno di ferro. Benché vengano nominati Don Matteo e Turisti per caso, siamo in una società distopica imprecisata: pare che ci sarà una guerra imminente, che il Partito e la Gendarmeria vadano temuti, e che presto ci sarà una parata per celebrare la Nazione. Gli stessi conflitti si respirano anche nel condominio: colpa dei nuovi inquilini – terroristi – da far sloggiare. Raffigurata come un idillio sin dal nome, la Residenza è un covo di scaramucce, pettegolezzi e voltafaccia mortali. Badate ai disegni, inquietanti come nel miglior Burton, e diffidate da quei protagonisti che sembrano adorabili: la solitaria Mirta con il suo canarino; Emilio e Dirce, con ospite il nipote metallaro; i temutissimi Ester e Dimitri, dai modi affabili ma con un passato insospettabile – quello di lui vi commuoverà. Daniel Cuello, originario di un Paese che ha avuto una lunga e infelice relazione con le dittature, scuote per crudeltà e dolcezza. E condanna il conservatorismo di una certa generazione, sempre in prima linea per apostrofare il lassismo dei tempi correnti. Oasi da proteggere, il condominio diventa un microcosmo in cui legge e morale viaggiano su binari diversi. Perché difendere con le unghie e con i denti una casa destinata comunque alla polvere del tempo? Perché mantenere lo status quo, se è un incubo che ricorda i fascismi?

| Basilicò, di Giulio Macaione. € 16, pp. 153, ★★★½|

Alcune famiglie sono un’associazione a delinquere. A mettere sotto processo la propria è Maria, matriarca sputasentenze con cinque figli  grandi e un marito scappato con la domestica Nancy. Come in American Beauty, la narrazione prende avvio da un luogo particolare: l’oltretomba. La protagonista, nel giorno del suo stesso funerale, racconta il suo albero genealogico e gli eventi che hanno portato alla sua morte. Risposta politicamente scorretta alle saghe familiari tanto in voga, Basilicò sarà apprezzato dai fan di Carnage o I segreti di Osage County. Complessati, sguaiati e inviperiti, i membri della famiglia Morreale credono nei valori tradizionali, nel senso del decoro, nell’omertà. I capitoli, illustrati da una penna che incanta, sono ora in bianco e nero, ora in un nostalgico color seppia. Introdotti dalle ricette della migliori ricette della tradizione – dalla parmigiana al pesto, dal cous cous al ragù – inoltre assumono di volta in volta il punto di vista dei figli: Giovanni, un prof bistrattato; Agata, artista povera in canna; Diego Maria, omosessuale sfortunato in amore; Rosalia, moglie e amante; infine Santo, ultimogenito dall’esistenza girovaga. Riuniti per il compleanno di Maria, si troveranno a celebrarne le esequie. La mamma si è portata nella tomba trucchi e consigli? Se il segreto della sua cucina era il basilico, il segreto del basilico invece qual era? I colpi di scena del finale assicureranno anche qualche tavola horror. La graphic novel di Giulio Macaione è un omaggio a Palermo, alle gioie della tavola, ai dolori delle famiglie infelici a modo loro.

|Freezer, di Veronica “Veci” Carratello. € 18, pp. 137, ★★|

Un’altra famiglia disfunzionali da cui fuggire, un’altra lettura grottesca. Questa volta si parla dei Robinson: sì, proprio come quelli della serie TV. Mina, in attesa dello sviluppo ormonale, sognerebbe per sé il potere dell’invisibilità. Difficile se primogenita in una casa dov’è impossibile non essere immischiati nelle tragicomiche dei parenti . Tocca citarne qualcuno: il padre, attore della pubblicità della carta igienica; lo zio Ernesto, che in una chat trova l’anima gemella; il gatto Kafka, aspirante suicida; una nonnina chiusa nel silenzio impenetrabile della vedovanza. A metà tra Little Miss Sunshine e Metti la nonna in freezer, la graphic novel ha protagonisti già visti altrove e un umorismo che purtroppo non mi ha divertito. Il pregio più grande è l’irresistibile estetica vintage, con un tripudio di colori terrosi, citazioni musicali anni Settanta e un tratto degno della sfrontatezza dei prodotti di Cartoon Network. Peccato che Freezer somigli più a un insieme di strisce comiche che a un racconto, più a un puzzle di sketch che a una storia fatta e finita. I (nuovi) Robinson potrebbero essere i personaggi di una sitcom strampalata e scorretta che ci dispiacerebbe vedere in poltrona. Questo volume, un breve assaggio delle stranezze di cui sono capaci, è  però un episodio pilota nemmeno troppo soddisfacente.

8 commenti:

  1. Lessi Freezer anni fa, e la trovai interessante, anche se niente di eccezionale.
    Eccezionale, per me, è stata Residenza Arcadia, a oggi la mia opera preferita di Cuello e il motivo per cui comprerò sempre a scatola chiusa tutto ciò che lui pubblicherà.
    Basilicó mi manca, ma devo ammettere che - almeno per ora - non sento molto feeling con la storia.

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    1. Residenza Arcadia una folgorazione. Voglio anche il cartaceo, e voglio leggere anche Mercedes!

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  2. Mi spiace che Freezer non ti abbia convinto, io l'ho trovato carinissimo! Poi adoro da morire le illustrazioni della Carratello! Residenza Arcadia mi è piaciuto, più nella seconda metà che nella prima, e alla fine mi ha anche emozionato. Però alcune cose mi hanno lasciato perplessa. Non so dirti nemmeno cosa perché ho rimosso buona parte della storia 🙈
    Basilicò l'avevo apprezzata tantissimo. Ero rimasta parecchio sorpresa dall'introspezione dei personaggi!

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    1. Residenza Arcadia ha una piccola storia, però, soprattutto di questi tempi, l'ho trovata quasi profetica...

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  3. Le prime due sembrano davvero carinissime ☺️☺️☺️

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  4. Ormai sei diventato un fan delle graphic novel. :)

    Tra questi potrebbe interessarmi il secondo, se non altro per il vago riferimento ad American Beauty.

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    1. Basilicò, più di altri titoli, si presterebbe a diventare un film!

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