lunedì 16 aprile 2012

Recensioni a basso costo: Io sono Heathcliff, di Desy Giuffrè

Titolo: Io sono Heathcliff
Autrice: Desy Giuffrè
Editore: Fazi “Lain”
Numero di pagine: 237
Prezzo: € 9,90
Sinossi: Elena Ray è bella, ricca, viziata. I ragazzi cadono ai suoi piedi, l'unica preoccupazione è lo shopping in compagnia della scatenata amica Stella. Eppure da settimane non riesce più a dormire. I suoi sogni si trasformano in incubi, svegliandola di soprassalto. È forse a causa della tensione per l'imminente viaggio in Inghilterra insieme ai genitori, da cui la dividono incomprensioni e silenzi, oppure è qualcosa di più oscuro, il potere di una voce, di un richiamo che talvolta si impossessa di lei e la fa agire contro la sua volontà? La stessa, inspiegabile sensazione che da un po' di tempo prova Damian, ragazzo cresciuto sulla strada, troppo duramente e troppo in fretta, segnato dall'abbandono del padre e costretto a guardarsi dallo zio malavitoso. Due vite che non hanno niente in comune, se non un incontro casuale e, da quell'istante, l'impossibilità di levarsi dalla mente l'intreccio dei loro sguardi. Ancora non sanno che le proprie esistenze sono già indissolubilmente legate: così vuole l'antica maledizione sprigionatasi dalle ceneri di una passione disperata: quella tra Catherine Earnshaw e Heathcliff, i protagonisti di "Cime tempestose". Un classico senza tempo rivive nel primo sequel fantasy del capolavoro di Emily Bronté, insieme ai suoi indimenticabili personaggi, divenuti spettri senza pace che ora, a distanza di secoli, sono disposti a tutto, anche ad appropriarsi dei destini di due ragazzi fragili e tormentati di oggi, per poter rivivere il loro sfortunato amore.
La vita, per la diciottenne Elena Ray, ha la stessa consistenza di un patinato spot televisivo.
Vive in un appartamento lussuoso, indossa le firme più esclusive, i suoi capelli sono naturalmente biondi e setosi e il suo viso – nonostante passi gran parte del suo tempo ad ammirarsi allo specchio - ha bisogno soltanto di un leggero accenno di trucco per mettere in risalto i suoi profondi occhi d'ambra e i suoi lineamenti raffinati. Dietro le apparenze, però, una vita familiare che corre verso il precipizio. Oltre all'affetto della sua amata governante e all'amicizia con la capricciosa Stella, la protagonista non ha altro. Lussi e ricchezze possono procurarle l'invidia e l'ammirazione delle sue coetanee, ma non risanare la frattura che percorre la sua vita di illusioni.
Quando suo padre decide di ristrutturare una fatiscente villa nella brughiera inglese appartenuta anni prima a dei suoi lontani antenati, l'intera famiglia Ray – nonostante l'iniziale ritrosia della giovane protagonista – decide di seguirlo, sperando che, lontani dal fervore di Roma, possano recuperare un rapporto ormai perduto. Quando gli occhi verdi di Elena incontrano le imponenti mura dell'oscura Wuthering Heights, un'inspiegabile sensazione l'assale. Non è soltanto il fastidio provato da un'adolescente che, da un giorno all'altro, si trova confinata in una campagna sperduta. Non è la noia provocata da una vita noiosa e sedentaria, accentuata , tra l'altro, dall'assenza di negozi, televisori a schermo piatto e di una preziosa connessione wireless. E' lo stesso brivido freddo che agita le sue notti. Lo stesso pallore che rende oscuri i suoi incubi. La stessa letale attrazione che prova per lui, Damian: la sua soave ossessione; il suo demone dagli occhi neri e dal cuore d'oro. Si sono odiati e amati al primo sguardo. Due stelle avverse che si incrociano nel cielo notturno. Due galassie in contrasto. Una principessa viziata e un bullo di strada uniti in una passione che non doveva nascere.
Elena ancora non lo sa, ma quel folle sentimento non è soltanto il capriccio di una ragazza che ha voglia dell'ebbrezza di un amore contrastato. Il loro destino è già scritto. Nelle loro vene scorre un sentimento acerbo e sanguinario che la polvere degli anni non ha mai estinto. La stessa passione – narrata nell'intramontabile Cime Tempestose – tra l'algida Catherine e il suo amato Heathcliff. Loro sono lì, tra le stanze buie di Wuthering Heights. La morte non ha rappresentato la fine dei loro inesauribili tormenti, ma l'inizio di un limbo in cui hanno la consistenza di ombre inquiete. Vogliono toccarsi, affogare nei flutti agitati che albergano nei loro cuori. Vogliono provare quell'amore che la vita ha brutalmente sottratto loro. Vogliono esistere, calpestare il terreno di un nuovo millennio. Elena e Damian saranno i templi che accoglieranno le loro anime dannate. Attraverso di loro, la più antica delle profezie si realizzerà.
Solo un amore. Un amore disperato, maledetto dal tempo e dai rimpianti. Un amore. Bello come il giorno e vero come la morte. Cocciuto, orgoglioso. Vendicativo. Lacerato dall'amarezza di una non vita che l'aveva risucchiato fino al midollo.
Sin da quando, nell'estate del 2011, lessi diverse anteprime in merito all'uscita di questo allettante romanzo d'esordio, si spigionò in me un'inestinguibile curiosità.
Non mi bastava soffermarmi sulla delicata copertina e sul mistero di una trama tanto particolare ed intrigante. La suggestione provocata da “Io sono Heathcliff” sembrava non avere fine. C'era in me un delirante miscuglio di aspettative e curiosità, unite a una comprensibile riluttanza iniziale.
La lettura di Cime Tempestose, infatti, non aveva portato quell'appagamento che solitamente la poesia dei classici suscita. Del romanzo avevo respirato la disperazione, la ferocia e la sofferenza di un amore strozzato.
La crudeltà dei protagonisti e i rovi della loro anima mi avevano lasciato arrabbiato, confuso e sanguinante. Sintomi causati da una storia d'amore desolante, dolorosa e tossica.
Immediatamente, basandomi unicamente sulle premesse della trama, ho ammirato il coraggio di Desy Giuffrè, la cui audacia aveva provocato già prima della pubblicazione un vortice di critiche ed elogi e portato le luci dei riflettori ad indugiare a lungo sul lavoro di un'esordiente. C'era chi temeva un infelice rovesciamento del romanzo della Bronte e chi, invece, attendeva ansiosamente che – come una ventata d'aria fresca – anche nella nostra penisola si diffondesse il gusto tipicamente statunitense per i “paranormal remake”.
Io, invece, da dietro le quinte, aspettavo pazientemente. In eguale misura c'erano in me il timore di una cocente delusione e la voglia di novità. Già a partire dall'incipit, la cosa che mi ha immediatamente colpito positivamente è stato lo stile morbido e corposo dell'autrice. Quasi come se Desy avesse operato un'attenta catarsi della forma, tutto risulta avvolgente e venato di lirismo. I colori utilizzati per delineare l'opulenza della vita di Elena e i pericoli di quella di Damian risultano affascinanti in egual misura.
La purezza della sua penna è capace di donare una luce nuova perfino alle brutture dell'infelice vita del protagonista maschile, rendendola sì verisimile, ma anche dotata di un fascino di cui la realtà è purtroppo povera. La stessa luce contribuisce a combattere quel grigiore che ha sempre appestato le nobili facciate di Wuthering Heights e a riempire di umanità i complessi e celebri personaggi “brontiani”. Privi dei tratti arcigni che li hanno sempre caratterizzati, diventano anime romantiche e appassionate dai cui cuori non si è mai estinto il bisogno di un'esistenza pacifica e dominata dal tepore di un sentimento che scalda il cuore e le membra. Malinconici ed evanescenti, ricordano Paolo e Francesca. Puri e ribelli, ma ingannati da un sentimento crudele e multiforme, scontano il fio delle loro colpe in un' inusuale bolgia infernale che ha l'aspetto della sterminata brughiera inglese.
Accanto a loro, però, ci sono personaggi nati completamente dall'immaginazione dell'autrice brindisina; chi ben caratterizzato, chi meno. Se il perfido Alex Ludeschi, pur essendo lievemente stereotipato, riesce ad avere il cinismo del Primario - odioso antagonista del film Cemento Armato - , i personaggi di Stella, Matteo e Laura risultano poco incisivi. Sopratutto quest'ultima, a mio avviso, provocando magari un po' di disappunto nelle lettrici del gentil sesso, avrebbe potuto ricoprire un ruolo più rilevante e farsi maggiormente foriera di quell'ambiguità mista a charme che mi hanno ricordato le interpretazioni di Sharon Stone in “Basic Instinct” e “Casino”.
Adorabile, invece, il personaggio di Viriginia, domestica di casa Ray e affettuosa confidente di Elena, i cui modi gentili e amichevoli ( Non chiedetemi assolutamente perchè!) mi hanno ricordato l'indole dell'indimenticabile Mrs Bric di La bella e la bestia. Entrambi ben tratteggiati i protagonisti: volubili come tutti i ragazzi di oggi, ma con un cuore nobile aperto all'amore e alle istanze del paranormale. Originale la cornice in cui sono inseriti, un po' meno le modalità con cui i loro destini si incrociano. Il tema dell'amore impossibilitato dalla differenza di estrazione sociale sarà pure trito e ritrito, ma, diciamo la verità, ha sempre il suo fascino! Non pensate all'amore infantile tra Baby e Step, ma a quello trascinante e vivo tra Rose e Jack Dawson. Le basi sono le stesse, ma è lo spirito che si adotta nell'affrontare un tema tanto sfruttato che segna una differenza sostanziale.
A dire la verità, in “Io sono Heathcliff” non c'è affatto il senso del tragico presente in Titanic, tuttavia comparare la raffinatezza dell'autrice all'indiscussa maestria di Cameron mi sembra un paragone più felice rispetto a quello che molti fanno prendendo a modello i romanzi di Moccia. Al di là di qualche trascurabile refuso, Io sono Heathcliff è indubbiamente una lettura piacevole e veloce. Ben strutturato e con capitoli densi e corposi, potrà essere un perfetto compagno di giornate su una sdraio in riva al mare o dinanzi a un caminetto scoppiettante. Pur non riuscendo nell'erculea impresa di sfiorare gli alti picchi di Cime Tempestose, si chiude con un sorriso, il cuore in pace e la voglia - magari contagiati dalla forte passione della Giuffrè - di intraprendere nuovamente la lettura di quel tomo vivo e dall'animo di sogni e titanio per cui il tempo sembra non passare mai. 
Il tempo non conosce letti di sabbia, né la cenere in cui si disfa il mondo.
Il tempo ha solo quell'alito perpetuo di vita, che soffia sulle speranze degli innamorati. In eterno.  
Il mio voto: ★★★

4 commenti:

  1. Anch'io ho letto questo libro da poco (finito sabato), ma l'ho apprezzato molto meno, non ho neanche capito bene il finale... ;)
    Mi è piaciuto Cime tempestose fin dalla prima pagina. Bello il paragone con Jack e Rose, ma io lo affiancherei a Cathy e Heathcliff del romanzo di emily. ;)

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  2. Dopo aver letto la tua recensione sono corsa in camera, ho preso il libro e ho iniziato subito a leggerlo XD
    Splendida recensione come al solito Mik, ogni volta rimango stupita dall'uso delle parole e dalla proprietà del linguaggio!
    Bravissimo

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  3. ciao! i miei complimenti! non c'ho pensato due volte a divenir lettrice fissa del tuo blog!

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  4. Grazie mille!! :D Benvenuta, Hermes ;)

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