I
romanzi per ragazzi e la malattia, dalla commozione post Colpa delle stelle in
avanti, hanno sempre avuto un rapporto stretto. Ispiravano amori
tragici mai passati di moda e riflessioni importanti su
testamenti morali e check-up da concedersi con frequenza regolare. Ci
sono malattie e malattie però: alcune quasi nobilitanti, che
chiamano a sé amici solidali e compagni di battaglia; altre tabù,
sotto silenzio, che al contrario provocano un ingiustificato
imbarazzo. Toccherebbe infatti parlare di sesso non
protetto, droghe, eredità genetiche. È il caso
dell'HIV: cosa da tossicodipendenti o drammi LGBTQ, diremmo con
un'alzata di spalle; un morbo estraneo alle persone perbene. Lo scopre a
proprie spese Emma, ragazza all'ultimo anno di liceo, con un canale
YouTube piuttosto popolare e un fratello maggiore, Nicola, che in
seguito a una polmonite aggressiva scopre di
essere sieropositivo: è troppo tardi. Quel ragazzo dai capelli
lunghi che derideva gli hashtag e amava viaggiare, leggendo fumetti
alternativi o imbarcandosi in quattro e quattr'otto per mete
accattivanti, è morto da due anni. In un letto di ospedale, dietro
una veneziana d'ordinanza, accanto a una sorella disinformata che a
un certo punto aveva perfino paura di tenergli la mano: come se il
virus, mortale se non localizzato in tempo, si diffondesse con un
semplice contatto.
Lo
persi senza lottare. Fu un colpo intenso, ben assestato. Tra il
torace e l'addome, diretto al diaframma. Lì, su due piedi, mi mancò
il respiro. Non per un attimo, non per qualche minuto. Anche quello,
come il cuore, mi scappò via per un tempo immenso. Persi il cuore e
il respiro tutto d'un fiato, tutto d'un colpo.
La
protagonista ha confessato il proprio dolore in rete e in risposta
sono arrivati i leoni da tastiera, i diffamatori di quel Nicola da
lei stessa guardato con il filtro del pregiudizio. Adesso ha un
appuntamento fisso con un loquace terapista – Emma parla poco,
attratta piuttosto dagli origami ipnotici sulla scrivania di lui – e, proprio quando
credeva non ci fosse via di fuga al senso di colpa, ecco giungerle in soccorso la brochure di un
gruppo di supporto colorato e un po' glamour ospitato in
un palazzo del centro. La ragazza sta sulle sue, osserva e presta
ascolto, impara. Noi lettori insieme a lei.
Ci sono Met, passato dal mondo delle passerelle al ruolo delicato di moderatore; Teresa e Camilla, donne di mezza età con figli a carico e una diagnosi da ingannare ricercando forti emozioni con un biglietto aereo; Carlo, volontario attratto dalla ritrosia di Emma e con il sogno alquanto insolito a vent'anni di diventare notaio; Adele, artista di strada fragilissima e autolesionista, tutta risposte secche e tagli profondi per richiesta d'aiuto.
C'è un'asta di beneficenza da organizzare, soprattutto, affinché quel giovane disperato che tanto ricorda Nicola – Leonardo, senza una casa all'indomani dei risultati allarmanti delle analisi – non finisca in mezzo a una strada.
Ci sono Met, passato dal mondo delle passerelle al ruolo delicato di moderatore; Teresa e Camilla, donne di mezza età con figli a carico e una diagnosi da ingannare ricercando forti emozioni con un biglietto aereo; Carlo, volontario attratto dalla ritrosia di Emma e con il sogno alquanto insolito a vent'anni di diventare notaio; Adele, artista di strada fragilissima e autolesionista, tutta risposte secche e tagli profondi per richiesta d'aiuto.
C'è un'asta di beneficenza da organizzare, soprattutto, affinché quel giovane disperato che tanto ricorda Nicola – Leonardo, senza una casa all'indomani dei risultati allarmanti delle analisi – non finisca in mezzo a una strada.
Tutto
è nato da un sentimento che si è trasformato in diagnosi.
Seguimi
con gli occhi, in campagna prima con Bookabook e infine scelto
dai lettori, è un romanzo di (in)formazione dolcissimo e didascalico
solo di rado. Il linguaggio semplice e pertinente di Nadia Galliano –
medico con una specializzazione in psichiatria – è quello di un'addetta ai lavori prestata alla narrativa con buoni
risultati. Perfino la dimensione corale, tanto spiccata da far
perdere a tratti il punto di vista di Emma nella pluralità di storie
e membri della Heart to Haart Foundation, è in linea con lo spirto
di comunità che hanno fatto di anonimato e solidarietà
la loro regola. Per fortuna, ad aggiungere un tocco di letterarietà
in più è l'emozionante capitolo finale alla Sliding
Doors, con l'inedito punto di vista del compianto Nicola. La
malattia ha distrutto contemporaneamente il suo sistema immunitario e
il cuore ancora innocente della sorella.
La
vita non ti viene ad amare, la devi amare tu.
Magra
ai limiti dell'anoressia, Emma scopre il piacere di riprendere a
mangiare in un ristorante al buio uscito dalla migliore sequenza
di Questione di tempo; avanza verso il microfono, si
apre, abbandonando il sottile egoismo che a lungo l'ha fatta
concentrare soltanto sul proprio dolore. Accusando dello sfacelo
familiare una perfetta sconosciuta – la ragazza del fratello, la
cui identità sarà svelata in prossimità del finale con un riuscito colpo di scena –, quando in realtà la colpa spettava soltanto alla mancata
precauzione. Coloro che vengono colpiti, infatti, hanno paura di chiedere aiuto al prossimo, ignorano i segni finché è
possibile. Fino a quando l'avanzare del virus è ormai irrimediabile.
In questo caleidoscopio non senza tocchi di lirismo, non senza tocchi
d'ironia, l'autrice segue da vicino vittime, superstiti e testimoni
invitandoci a fare altrettanto. A seguire con gli occhi la rinascita
di un'adolescente ancora incapace di voltare pagina, i segni e le diagnosi, se prevenire leggendo è meglio che curare.
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale: Martina Attili – Cherofobia
Sembra bello, sull'argomento ne ho letto uno in inglese e inedito a novembre scritto in versi. Questo me lo segno!
RispondiEliminaInteressante. Come si intitola? 🙂
EliminaSkyscraping di Cordelia Jensen.
EliminaTengo a mente, magari confidando nell'edizione italiana!
EliminaSembra bello, e di questo argomento ho letto poco o niente.
RispondiEliminaIo avevo letto anni fa Promettimi che ci sarai, edito da Piemme. Una protagonista davvero memorabile, con il senno di poi.
EliminaConsiderando il mio amore per i "malattia movies", questo potrebbe essere il "malattia book" che fa per me. :)
RispondiEliminaPoi è anche della Bookabook.
EliminaGioco in casa!
sembra carino me lo segno!
RispondiEliminaMolto!
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