Tutti abbiamo diritto a una seconda
occasione. Bob e io ci siamo presi la nostra.
Titolo:
A spasso con Bob
Autore:
James Bowen
Editore:
Sperling & Kupfer
Numero
di pagine: 238
Prezzo:
€ 17,90
Sinossi:
Quando
James Bowen trova davanti alla porta del suo alloggio popolare un
gatto rosso, rannicchiato in un angolo, impaurito e malato, non
immagina quanto la sua vita stia per cambiare. James, ventisette
anni, un passato di alcol e droga, non ha un lavoro né una famiglia
su cui contare. Vive alla giornata per le vie di Londra, e raccoglie
qualche spicciolo suonando la chitarra davanti a Covent Garden e
nelle stazioni della metropolitana. L'ultima cosa di cui ha bisogno è
un animale domestico. Eppure non resiste a quella palla di pelo, che
subito battezza Bob. Pian piano James riesce a farlo guarire, e a
quel punto lascia il gatto libero di andare per la sua strada,
convinto di non rivederlo più. Ma Bob è di tutt'altro avviso: per
nulla al mondo intende separarsi dal suo nuovo amico e lo segue
ovunque. Instancabile. Finché a James non rimane che arrendersi. È
l'inizio di una meravigliosa amicizia e di una serie di singolari,
divertenti e a volte pericolose avventure che trasformeranno la vita
di entrambi, rimarginando lentamente le vecchie ferite, anche quelle
più profonde.
La recensione
Se
me l'aveste chiesto qualche anno fa, diciamo due, mi sarei definito
più un tipo da cane che da gatto. La scusa, sempre quella: il
migliore amico dell'uomo, la fedeltà incondizionata, una compagnia
fissa. Poi, in una sera di novembre, mio fratello è tornato a casa
con un trovatello miagolante, infagottato nella sua giacca a vento.
Da allora, mi sono convertito. A tal punto da domandarmi come
impiegassi le giornate senza la presenza di Ciro, che perseguito e
tormento ma in nome del bene più grande al mondo. Lo sveglio con i
flash della macchina fotografica quando, dormendo, ha assunto una
posa particolarmente adorabile; lo bacio e accarezzo tra gli occhi,
rovinando quei riti di pulizia in cui è scrupolosissimo; gli
impedisco le sue avventurose passeggiate sul cornicione, da quando ha
fatto un volo dal secondo piano e, per un pelo, ha rischiato di non
essere più con noi. Gliela faccio pagare per quelle notti in cui mi
devo mettere in posizioni assurde, rinunciando alle lenzuola, pur di
non disturbarlo se ha scelto il mio letto come appoggio. Capisci che
è troppo tardi, semplicemente, quando si è addormentato sulla tua
sedia, a tavola, e trascini quella con le rotelle dalla cameretta
alla cucina per non guastargli il sonno. Se per strada vedo un gatto,
adesso, fermo il traffico dell'ora di punta pur di fargli una
carezza. Se in libreria incrocio una copertina con un paio di occhi
gialli, io che eppure amo gli animali ma non i libri sugli animali,
ci faccio un pensierino. Magari non lo compro, il romanzo, ma lo
rigiro tra le mani e leggo nelle alette riassunti che parlano di
cuccioli miracolosi, vite stravolte in meglio, sinergie
imprevedibili. Alla fine ho fatto un'eccezione richiedendo la
ristampa di A spasso con Bob, complice
un film in uscita che si preannuncia emozionante. La storia parla
dell'imprinting tra un randagio misterioso e un cantante di
strada. Non si conosce il passato del simpatico gatto rosso, comparso
sullo zerbino del suo futuro padrone in condizioni critiche:
servivano urgentemente le cure di un veterinario, i soldi
scarseggiavano, ma l'amore faceva stringere la cinghia a cuor
leggero. Il passato del protagonista, al contrario, è avvolto dalla
vergogna e anestetizzato dal metadone: australiano a Londra, James
cade nell'abisso della dipendenza e, d'un tratto, si trova costretto
a sorpravvivere con furtarelli e impieghi di fortuna. Vive sotto i
ponti, prima che gli assegnino un appartamento nelle palazzine
popolari. Come si passa dall'avere tutta la vita davanti alla totale
perdita di sé? James strimpella i Nirvana in pizza, ma da Cobain ha
preso solo le tendenze autodistruttive.
Se ne accorge in questo romanzo, a metà tra l'autobiografia e la favola, in cui passa dalle accuse di accattonaggio al vendere giornali agli angoli della metropolitana; in cui c'è Bob che, per fortuna, rivoluziona ogni cosa. Il gatto non lo molla: gli sta alle costole in ricchezza e in povertà, nelle crisi di astinenza e negli impieghi malpagati. Temono entrambi la solitudine, non si allontanano neanche quando tocca rimboccarsi le maniche. E Bob, che fa i suoi bisogni nel gabinetto come il gatto di Ti presento i miei e torna sempre a casa, con le sue sciarpe in miniatura e l'espressione pacifica, è un'irresistibile attrazione per turisti e pendolari. Si fermano per uno scatto, un video, e nel frattempo permettono che anche James sbarchi il lunario. Lo rendono una stella di YouTube; poi protagonista di una serie di best-seller per grandi e piccini; infine, attore a quattro zampe che sul Red Carpet si fa coccolare da Kate Middleton in persona. In questa storia di riscatto e seconde chance, il gatto che ha il nome di un personaggio di Twin Peaks è raccontato da un narratore, però, non all'altezza.
Non ho provato gran simpatia per James Bowen, io che eppure sono un fan delle rinascite. Mi è sembrato che avesse una storia, ma non gli strumenti per raccontarla. Che, in fondo, senza arte né parte, si sia arricchito per via del gatto giusto nel momento giusto. Non discuto la natura del loro affetto, ma in A spasso con Bob ho trovato un'insincerità di fondo. Colpa di uno stile asciutto, impersonale, che rende la lettura piacevole ma trascurabile. Colpa di una musicalità che nelle parole dell'ex musicista, stranamente, latita. Non c'è verve; soprattutto, non c'è la ruvidità della strada. Le parolacce sono censurate, le difficoltà semplificate e così edulcorata, così ripulita, la felice parabola di James Bowen – da sventurato mendicante a scrittore – mi è parsa artificiosa. Ho tirato un sospiro di sollievo nel sapere Bob in perfetta salute: a scatola chiusa, così, ho subito scongiurato il pericolo di disperarmi come all'indomani di Io e Marley e Hachiko. Si sorride; si rimandano al mittente l'amarezza e le lacrime; e, nel mentre, si finisce anche per sminuire il dramma di un ragazzo finito in un brutto giro. Per fortuna, dicevo, c'è Bob che rivoluziona ogni cosa. Compresa una vita, e una biografia, nata sotto una cattiva stella. Mi ha infastidito all'inizio la furbizia del narratore e mi hanno rabbonito, in seguito, le fusa del suo amico dal pelo fulvo.
L'inguaribile gattaro ringrazia, il lettore dice “ma”.
Se ne accorge in questo romanzo, a metà tra l'autobiografia e la favola, in cui passa dalle accuse di accattonaggio al vendere giornali agli angoli della metropolitana; in cui c'è Bob che, per fortuna, rivoluziona ogni cosa. Il gatto non lo molla: gli sta alle costole in ricchezza e in povertà, nelle crisi di astinenza e negli impieghi malpagati. Temono entrambi la solitudine, non si allontanano neanche quando tocca rimboccarsi le maniche. E Bob, che fa i suoi bisogni nel gabinetto come il gatto di Ti presento i miei e torna sempre a casa, con le sue sciarpe in miniatura e l'espressione pacifica, è un'irresistibile attrazione per turisti e pendolari. Si fermano per uno scatto, un video, e nel frattempo permettono che anche James sbarchi il lunario. Lo rendono una stella di YouTube; poi protagonista di una serie di best-seller per grandi e piccini; infine, attore a quattro zampe che sul Red Carpet si fa coccolare da Kate Middleton in persona. In questa storia di riscatto e seconde chance, il gatto che ha il nome di un personaggio di Twin Peaks è raccontato da un narratore, però, non all'altezza.
Non ho provato gran simpatia per James Bowen, io che eppure sono un fan delle rinascite. Mi è sembrato che avesse una storia, ma non gli strumenti per raccontarla. Che, in fondo, senza arte né parte, si sia arricchito per via del gatto giusto nel momento giusto. Non discuto la natura del loro affetto, ma in A spasso con Bob ho trovato un'insincerità di fondo. Colpa di uno stile asciutto, impersonale, che rende la lettura piacevole ma trascurabile. Colpa di una musicalità che nelle parole dell'ex musicista, stranamente, latita. Non c'è verve; soprattutto, non c'è la ruvidità della strada. Le parolacce sono censurate, le difficoltà semplificate e così edulcorata, così ripulita, la felice parabola di James Bowen – da sventurato mendicante a scrittore – mi è parsa artificiosa. Ho tirato un sospiro di sollievo nel sapere Bob in perfetta salute: a scatola chiusa, così, ho subito scongiurato il pericolo di disperarmi come all'indomani di Io e Marley e Hachiko. Si sorride; si rimandano al mittente l'amarezza e le lacrime; e, nel mentre, si finisce anche per sminuire il dramma di un ragazzo finito in un brutto giro. Per fortuna, dicevo, c'è Bob che rivoluziona ogni cosa. Compresa una vita, e una biografia, nata sotto una cattiva stella. Mi ha infastidito all'inizio la furbizia del narratore e mi hanno rabbonito, in seguito, le fusa del suo amico dal pelo fulvo.
L'inguaribile gattaro ringrazia, il lettore dice “ma”.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Charlie Fink, Luke Treadway – Satellite Moments (Light Up
The Sky)
Preferisco i cani, ma ho un debole per i gatti rossi, mi intriga il film, mentre non avevo considerato il libro, credo che dopo la tua recensione lo lascerò perdere. E se mi giuri che il gatto arriva alla fine sano e salvo..mi accontenterò della versione cinematografica!
RispondiEliminaIl gatto attore è il gatto Bob, quindi è vivissimo, coccolato e più facoltoso di me e te. :)
EliminaIl film non vedo l'ora di vederlo, il libro è trascurabile.
Se non leggo romanzi con animali protagonisti, c'è un perché.
Nonostante sia gattara, non credo leggerò mai il libro. Però il film mi ispira tantissimo, quel miciotto è troppo bello *__* Piccolo dettaglio: da me non è uscito quindi sooca :(
RispondiEliminaIl libro non era tra le mie priorità, ma me l'hanno proposto e in un viaggio in treno l'ho finito. Non indispensabile, ma di compagnia. La storia c'è, ed è molto toccante, ma Bowen è troppo schematico, troppo asciutto. Bob quant'è bello, vero? Ciro non ci caga proprio, ma lo amiamo per quello. :-P
EliminaPs. Figurati che da me danno Inferno (ancora) e un cartone animato sulle cicogne...
Niente trasforma in gattari come la presenza di un gatto: noi abbiamo la mezza siamese stinfia che ci ha messo quasi dieci anni ad ammorbidirsi. Per fortuna il figlio è un coccolone e ci da qualche soddisfazione XD
RispondiElimina(ci sono persone convinte che abbiamo un gatto solo perchè lei non si fa vedere da nessuno tranne noi)
Il libro mi attirava, ma tra che avevo paura che il gatto morisse, tra che in questi casi c'è sempre l'incognita autore che magari ha una storia ma non la tecnica (e a quanto pare è questo il caso), non l'ho mai preso.
Il film però lo vedrò sicuramente... devo solo decidere tra cinema e divano XD
Io direi divano. Magari con il gatto accanto? :)
EliminaIntanto ascolto la colonna sonora, curata tra gli altri dall'attore protagonista, che è assolutamente nelle mie corde.
Essendo un'amante dei gatti posso lasciarmi sfuggire Bob? Comunque mi hai fatto morire siamo tutti uguali noi gattari, la mattina mi asso con tutte le ossa scomposte solo perchè...non volevo spostare il gatto dalla sua comoda posizione in più ora sono diventati due, uno mi dorme a destra e uno a sinistra e io...sembra di stare dentro la bara! Peccato che l'autore del libro non sembra avere lo stesso amore...sicuramente però darò una possibilità al libro ;-)
RispondiEliminaIn realtà, penso che l'amore di James verso Bob sia cristallino - insomma, non lo paragonerei a quei mendicanti che hanno cani e gatti anestetizzati al loro fianco, solo per impietosire i passanti -, però ho trovato che ci fosse poca credibilità, poca durezza, per parlare di una storia di tossicodipendenza. :)
EliminaSono gattaro abbastanza da vedermi il film, ma forse non al punto di leggermi pure il romanzo. :)
RispondiEliminaAnche se i riferimenti a Nirvana e Twin Peaks mi ispirano non poco...
Magari ci sono anche nel film, che come dicevo sopra ha davvero una bella colonna sonora.
EliminaIo mi sono visto anche quello con Kevin Spacey intrappolato nel gatto, figuriamoci se rinuncio a Bob. :)
Da gattara senza più un gatto da coccolare, purtroppo, mi rifarò sicuramente con il film.
RispondiEliminaIl libro? Vista anche la tua mezza delusione non lo considero, ho già dato con Io e Dewey, regalatomi ovviamente per il micio rosso in copertina: scritto con molto cuore, ma anche con troppo buonismo e ingenuità. Leggero leggero, mi ha lasciata ovviamente in una valle di lacrime nel finale.
I gatti conquisteranno il mondo, noi siamo già loro schiavi.
Ahahahah, proprio così!
EliminaQui, invece, il cuore manca. La storia, ambientata in una Londra molto periferica, con personaggi ai margini, invece di per sé non è molto buonista, sebbene a lieto fine. :)
Altra gattara all'appello! Ho iniziato la mia carriera con una trovatella che ci si è infilata in casa e ho raggiunto la punta di ben sei mici per casa. Poi purtroppo si sono di nuovo ridotti a due. Sono anche convinta che i gatti abbiano un'influenza benefica su di noi, quindi potrei lasciarmi sfuggire Bob? Solo il film, però 😉
RispondiEliminaPer ora sono a quota uno, ma mai dire mai... :-P
EliminaPerò tieni presente che solo io ho trovato difetti al libro, eh! Altrove piace molto e c'è anche la versione tascabile.
E' identico al mio micio,però resto ancora un po' titubante all'idea di leggerlo.. Non so, i difetti che hai trovato nel libro un po' me li aspettavo. Magari guardo il film e tanti saluti :D
RispondiEliminaMi dirai... :)
EliminaCiao👋 da me il film è uscito abbondantemente in ritardo ma lo recupererò presto. Sono una Gattara doc!😽 E dopo leggerò il libro!😊
RispondiEliminaPensa che, invece, da me non è arrivato proprio :-P
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