lunedì 27 febbraio 2012

Multiversum , di Leonardo Patrignani : intervista all'autore !

Fra un mese esatto – il 27 Marzo 2012 – la Mondadori rilascerà un avvincente urban fantasy tutto italiano ! Si tratta di Multiversum, un romanzo che mescola brillantemente – in un mix unico e sorprendente - azione, amore e fantasia. Curioso di saperne di più, ho intervistato l'autore, che ringrazio per la sua cordialità e per le sue risposte ampie e sincere. Vi lascio con la scheda del romanzo e con l'intervista a Leonardo Patrignani: non perdetela!

Alex vive a Milano. Jenny vive a Melbourne. Hanno sedici anni. Un filo sottile unisce da sempre le loro vite: un dialogo telepatico che permette loro di scambiarsi poche parole e che si verifica senza preavviso, in uno stato di incoscienza. Durante uno di questi attacchi i due ragazzi riescono a darsi un appuntamento. Alex scappa di casa, arriva a Melbourne, sul molo di Altona Beach, il luogo stabilito. Ma Jenny non c'è. I due ragazzi non riescono a trovarsi perché vivono in dimensioni parallele. Nella dimensione in cui vive Jenny, Alex è un altro ragazzo. Nella dimensione in cui vive Alex, Jenny è morta all'età di sei anni. Il Multiverso minaccia di implodere, scomparire. Ma Jenny e Alex devono incontrarsi, attraversare il labirinto delle infinite possibilità. Solo il loro amore può cambiare un destino che si è già avverato.





A TU PER TU CON LEONARDO
1) Ciao Leonardo! Grazie mille per avere accettato il mio invito. Leggendo la tua biografia, ho visto che, nonostante la tua giovane età, hai grande esperienza in molti ambiti. Presentati tu stesso ai lettori.

Ciao Michele! Ti ringrazio per l’ospitalità. Mi chiamo Leonardo Patrignani e la mia vita è sempre stata un vero e proprio Multiverso. A 18 anni ho fondato una band heavy metal e nel giro di due anni ho firmato il mio primo contratto discografico. Ci chiamavamo Beholder, ero autore e cantante del gruppo. Abbiamo pubblicato 3 dischi e suonato su palchi prestigiosi, poi nel 2004 è arrivato lo split. Successivamente ho studiato recitazione per perfezionare quella che era un’altra mia grande passione: il doppiaggio. Sono diventato speaker e doppiatore, e ho avuto la fortuna di prestare la voce per programmi, spot ma soprattutto videgiochi celebri come Call of Duty e Assassin’s Creed. Da anni inoltre conduco e commento gli eventi offline di FIFA, il videogioco di EA Sports, grazie alla collaborazione con il brand Videogames Party che gli amanti delle fiere di comics&games sicuramente conosceranno (non manchiamo un appuntamento!). In tutto questo panorama di attività, non ho mai smesso di scrivere. Da quella storiella sugli exogini (qualcuno se li ricorda?) che mia mamma mi convinse a buttar giù quando avevo solo 6 anni e che conservo tutt’ora in un raccoglitore di preziosi ricordi.

2) Se, fra qualche anno, gli insegnanti chiedessero alla tua bambina il lavoro del suo papà, cosa risponderebbe? Musicista, doppiatore, voce e volto dei tornei di EA Sports o scrittore? Qual è, fra questi ruoli, apparentemente tanto diversi, quello che più ti rappresenta ?
Non c’è un lavoro che mi rappresenta di più. Non c’è una professione, c’è un approccio generale che si riassume in una sola parola: creare. La mia testa è bombardata di continuo da idee e spunti, e se non potessi tradurli su un foglio bianco o su un pentagramma credo che rischierei di implodere.

3) Cosa significa, per te, scrivere? La scrittura è l’incantevole condanna a dar voce a tutti i sogni e le fantasie, la sublime maledizione che ti fa vedere continuamente scenari, personaggi, che ti fa sentire voci… e che ti spinge a mettere insieme le tessere del mosaico, senza che tu abbia un’alternativa. E’ quella melodia straordinaria che ti viene in mente quando stai guidando, e che ti fa correre a casa a trasformarla in una canzone. 

4) Sul finire degli anni novanta, hai pubblicato il tuo primo romanzo.  Labirinto – questo è il titolo - è descritto, sul tuo sito, come un thriller di chiara matrice kinghiana. Quanto ti hanno influenzato i romanzi del “maestro” nella stesura dei tuoi libri ?
Definirei Labirinto non un esordio (fu una piccola stampa fatta più che altro per gli amici e non finì mai nei negozi) ma un primo esperimento di narrazione completa, o perlomeno il primo riuscito. Ero ancora uno studente universitario quando l’ho scritto. Sono sempre stato un amante di King, la mia adolescenza è stata segnata dai dischi dei Queen e dai romanzi del Maestro. Mi ha dunque contagiato, e come potrebbe essere altrimenti? Labirinto risentiva molto di alcune atmosfere cupe e claustrofobiche di matrice kighiana, dunque l’approccio era quello di un thriller psicologico a tutti gli effetti. Ma il mio vero esordio professionale nel mondo editoriale è senza dubbio Multiversum. Diciamo che Labirinto era un promettente “provino”.

5) Multiversum, il tuo nuovo romanzo, è presentato dai maggiori siti come una storia d'amore travolgente e dai toni surreali. Un avvincente urban fantasy a cavallo tra due città lontane e fra due realtà parallele. Com'è nata l'idea che sta alla base del libro?
Nel 2008 ho perso mio papà, nel giro di due settimane. Considerato che ho sempre vissuto con lui (i miei genitori si sono separati quando avevo sette anni e io ero affidato a mio padre), mi si è sgretolato un intero mondo. Il mondo delle mie sicurezze, il mondo dei pilastri su cui si basava la mia intera vita. Multiversum è nato da questa domanda: esiste una realtà parallela in cui le cose sono andate diversamente? In cui lui c’è ancora? Il resto sono stati spunti narrativi, nati non appena ho buttato giù le prime idee su fogli sparsi che sono stati spesso accartocciati e “tirati a canestro” nella mia stanza. Devo confessare che non avevo idea che venisse fuori un romanzo urban fantasy, visto che ero più orientato verso il thriller, da sempre. Evidentemente si è scritto da solo, i personaggi hanno deciso per conto loro e mi hanno guidato in un mondo nuovo.

6) I protagonisti del romanzo sono due sedicenni: Alex e Jenny. Approfittando della tua disponibilità , ti rivolgo una domanda che mi sorge spontanea ogni qualvolta leggo le trame degli urban fantasy più recenti. Come mai la scelta di far ruotare attorno al mondo adolescenziale questo preciso genere letterario?
Ci credi se ti rispondo che non è stata affatto una scelta premeditata? Non conoscevo neanche più di tanto il genere in cui mi stavo avventurando, e solo in seguito ho notato che la maggior parte di questi romanzi hanno protagonisti adolescenti. Nel mio caso dunque, posso risponderti semplicemente che considero quell’età un momento magico di transizione tra l’infanzia e l’età adulta, in cui ci si emoziona ancora senza la disillusione di un trentenne, e si percorre il sentiero della vita con la sicurezza di un adulto e la fragilità di chi ha ancora molti punti di domanda sparsi nell’animo.

7) Non risulta più difficile descrivere l'umore altalenante di un adolescente, anziché il carattere  monolitico di un adulto?
Ti dirò, conosco tanti ragazzi che già a sedici anni dimostrano un carattere ben delineato e un umore “stabile”, e una valanga di adulti lunatici! Peraltro non mi sono avventurato in una storia di depressione o di disagio giovanile, ma in un viaggio stimolante che sradica Alex e Jenny dalla loro situazione apparentemente normale, per portarli altrove. Inoltre penso che un adulto-adulto (di quelli che non tendono all’infinito, come dico io), trovandosi nella situazione di partenza di Multiversum, con tutta probabilità avrebbe pensato: “ho bisogno di un valido psicanalista”.

8) Di urban fantasy, negli ultimi tempi , ne sono stati pubblicati diversi. Qual è la caratteristica peculiare che, per te, potrebbe rendere Multiversum una piacevole novità ?
A osservare con attenzione gli scaffali delle librerie nella “zona” di cui stiamo parlando, risponderei che Alex e Jenny non hanno niente a che fare con elfi, draghi, vampiri e streghe! Credo che i lettori abbiano il desiderio di entrare in un mondo nuovo, di farsi delle domande sulla percezione della realtà in cui vivono, sulla possibilità che esistano altre versioni della nostra vita… mi piace pensare che la storia di Alex e Jenny possa essere la storia di qualsiasi ragazzo o ragazza di questo pianeta. E se la teoria del Multiverso è vera come credo fermamente (luminari della scienza sembrano avvalorare questa tesi), la storia che sto narrando potrebbe sconfinare dal fantastico e sfociare nel reale!

9) Consigliaci la colonna sonora ideale per il tuo romanzo!
Grazie della domanda, hai agganciato il mio alter ego musicista! Credo che un romanzo come Multiversum, trasposto al cinema, avrebbe bisogno di un compositore che sappia seguire le sensazioni e le suggestioni tipiche di un sogno, dando un’enfasi particolare al viaggio sia fisico che mentale di Alex e Jenny. Chi meglio di Hans Zimmer dunque? Ha dimostrato di saper raccontare con la sua vena compositiva sia l’avventura (Pirati dei Caraibi) che il sogno (Inception).

10) Se Multiversum diventasse un film, a quale regista ne affideresti la regia e quali attori potrebbero dare il volto ai tuoi personaggi?
Riprendo dalla precedente risposta e ti dico: Christopher Nolan. Una sua recente intervista mi ha fatto capire che la sua visione della realtà è molto simile alla mia. La maniera in cui ha raccontato una situazione apparentemente complessa come quella del sogno-nel-sogno di Inception rappresenta esattamente l’approccio che vorrei da un regista alle prese con la sceneggiatura di Multiversum. Sugli attori, beh… Jenny mi piacerebbe che venisse interpretata da Abigail Breslin (l’ho adorata in Little miss Sunshine e ora ha esattamente l’età della mia protagonista ed è un’attrice straordinaria), mentre per Alex farei volentieri un provino a Josh Hutcherson, protagonista di Un ponte per Terabithia. Solo che dovrebbe farsi biondo col taglio di Leonardo di Caprio ai tempi di Titanic!

11) Raccontaci com'è cominciata la collaborazione con la Mondadori. Cosa hai provato sapendo che il tuo secondo romanzo sarebbe stato pubblicato da una casa editrice tanto celebre?
Un’emozione pari a quella che ho provato quando ho ricevuto la proposta di contratto per il mio primo disco da Enrico Paoli di Dragonheart Records, nel 1999. In quel momento capisci che tutti i tuoi sforzi sono stati premiati, e per uno come me che lavora con un approccio sempre serio e metodico è una grande soddisfazione. Sono arrivato a Mondadori dopo aver ricevuto un’altra proposta editoriale (non citerò la casa editrice per correttezza), e dopo aver chiesto all’agente letterario Piergiorgio Nicolazzini se potevo affidarmi a lui per la gestione dei contratti e dei rapporti lavorativi. Sono sempre stato abituato a gestire le situazioni con molta professionalità e ritengo la figura dell’agente preziosissima. In questo caso poi, la grande sensibilità di Piergiorgio nei confronti delle tematiche fantasy/fantascientifiche (è un vero e proprio luminare!) e il suo apprezzamento nei confronti della mia opera sono state preziose alleate di Multiversum. E’ stato lui a gestire dunque la trattativa, e quando Francesco Gungui (che poi è diventato il mio editor) ha ricevuto il manoscritto in redazione a Segrate e ha contattato l’agente per discutere l’offerta da parte di Mondadori, Piergiorgio mi ha avvisato con una naturalezza straordinaria e ha cambiato la mia vita professionale di scrittore.

12) Alcune delle cose che maggiormente mi colpiscono di un romanzo sono la copertina e la “tag-line” che segue il titolo. Nel caso di Multiversum, mi sembra inutile spendere parole sul meraviglioso lavoro dell'illustratore Roberto Oletto, a cui vanno i miei più vivi complimenti. Vorrei, però, dar voce  ancora una volta alla mia curiosità di lettore. La scelta della copertina e la veste grafica ricade anche sull'autore o è esclusivamente lo staff dei grafici a prendere  tale decisione?
E’ un lavoro di squadra. L’art director di Mondadori è colui che gestisce l’intero processo, ma è una persona aperta a consigli e ascolta spunti provenienti sia da me che dall’editor (Gungui). Quando ha scovato l’illustrazione di Roberto Oleotto (complimenti in coro a lui, davvero una sorpresa!), ha chiesto il mio parere e quello dell’editor. Non potevamo che essere entusiasti per la scelta. Da lì alla cover finale, si è trattato giusto di adattare l’immagine e modificare alcuni piccoli elementi per renderli più vicini all’idea di fondo del romanzo. Ma era un lavoro che sembrava fatto apposta per Multiversum! Come se, in una realtà parallela, Roberto fosse un mio intimo amico!

13) Un consiglio a tutti i sognatori che, un giorno, sperano di veder pubblicato il loro lavoro?
Come ho sempre detto anche in ambito musicale, il consiglio è il seguente: lavorare con grandissima serietà. Lavorare tanto. Mettersi continuamente in discussione e trattare con grande rispetto la “professione”. Conosco decine di persone che hanno un’idea per un brano musicale, la buttano giù con un arrangiamento scolastico, prevedibile, la registrano (male) e la mandano ai discografici. E’ la maniera migliore per dar vita quello che io definisco “il lancio del disco”. Ma non il lancio nel mercato. Il lancio dalla finestra. La maniera migliore per bruciarsi. Mi diceva il mio discografico, Enrico Paoli: “quando mi arriva un demo registrato male, dura venti secondi nel mio stereo, poi vola nel cestino”. Questo ci fa capire che la registrazione, l’arrangiamento, le prove, e allo stesso modo dunque l’editing, la rilettura, la revisione continua della propria opera, sono passaggi fondamentali per arrivare a un prodotto che possa interessare una grande casa editrice. Non basta una bella idea (che rimane comunque la base vitale da cui partire). Consiglio anche di far leggere da amici “spietati” il vostro lavoro e di raccogliere ogni singolo parere, dando un’importanza estrema a quello che è il giudizio di chi poi dovrà tirar fuori diversi bigliettoni per portarsi a casa il vostro romanzo: il pubblico. Selezionate per bene il vostro focus group, però. Non c’è peggior nemico di una recensione positiva fatta solo per farvi contenti!

14) Quali sono i tuoi prossimi progetti lavorativi ?
Al momento, dato che Multiversum è stato pensato come trilogia, sono impegnato nella stesura del secondo capitolo della saga. Per il resto continuo a doppiare, e gli amanti dei videogiochi potranno incontrarmi alle prossime fiere di comics&games. Infine, e lo dico con orgoglio, sono alle prese con il lavoro più bello che un uomo possa fare: crescere la propria figlia.

15) Leonardo, è stato un grande piacere averti avuto con noi. Ti auguro il successo che meriti e spero di leggere al più presto il tuo romanzo: lo attendo con ansia. In bocca al lupo per tutto!
Crepi il lupo, grazie a te per questa intervista, un saluto ai tuoi lettori e buon viaggio a tutti nelle infinite realtà parallele della nostra esistenza!

3 commenti:

  1. Grazie dei complimenti!

    Roberto

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Bellissima intervista, Mik ormai vai alla grande! Sono ancora + curiosa di leggere questo libro!

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