E'
uscito ieri – 28 Gennaio – il secondo capitolo dell'acclamata
Siren Trilogy, di Tricia Rayburn. Dopo Sirene ( la mia
recensione qui),
ho avuto la fortuna di leggere questo secondo volume, inviatomi in
anteprima dalla gentilissima Piemme Freeway. Seppure più tardi del
previsto, ecco la mia recensione.
C'è
solo una forza alla quale una sirena non può opporsi. L'amore.
Titolo:
Il richiamo della sirena
Autrice:
Tricia Rayburn
Editore:
Piemme “ Freeway”
Numero
di pagine: 310
Prezzo:
€ 17,00
Sinossi: Niente
è tornato normale da quando Vanessa Sands ha scoperto che la sorella
maggiore è stata uccisa dalle sirene nelle gelide acque del Maine e
che tutto quello che pensava di conoscere della sua famiglia è solo
un cumulo di bugie. Simon, il suo adorato Simon, sembra essere
l'unica persona di cui potersi fidare. Eppure nella vita di Vanessa
esistono dei segreti che non può confessare neppure a lui. Per
esempio la sua vera natura, o i dubbi a proposito dei suoi sentimenti
dopo aver conosciuto Parker, il ragazzo più desiderato di tutto il
liceo. Vanessa non si è mai sentita più sola, eppure è costretta a
mettere da parte i propri problemi perché le sirene di Winter
Harbour si sono liberate dalla loro prigione di ghiaccio e sono
tornate a cercarla.
Recensione
I
caldi colori dell'autunno hanno cominciato a colorare le foglie della
piccola cittadina di Winter Harbour. Dopo i numerosi omicidi che si
sono susseguiti nel corso di un'estate ormai lontana, colpevoli di
avere gettato la cittadina nel panico e sotto i riflettori delle
principali testate giornalistiche, tutto sembra essere tornato alla
normalità. Solo Vanessa e i suoi amici conoscono la verità, sepolta sotto una spessa lastra di ghiaccio.
Il
male non si è estinto. Bloccato sul fondo di un lago ghiacciato, è
vigile, in attesa.
E
così, tra la scelta del college, il fragile rapporto con Simon –
incrinatosi con la comparsa del bel Parker -, la rivelazione
riguardo alla sua vera identità e il persistente senso di colpa per
la morte della sorella Justine, Vanessa convive con la consapevolezza
che le sirene stanno per risvegliarsi dal loro sonno forzato. Mostri
bellissimi e dall'animo nero pronte a rinchiudere nella fredda morsa
della paura le acque della scogliera di Chione. Mostri assetati di
vendetta. Mostri
come lei. Ricordo
ancora che, nel recensire Sirene, avevo utilizzato un aggettivo
piuttosto improprio per definire un urban fantasy: sorprendente.
Il
primo romanzo della trilogia di Tricia Rayburn, infatti, seppure con
qualche lieve sbavatura, si era rivelato una lettura piacevole e
carica di mistero. Un fantasy che brillava di luce propria in un
mondo di libri oramai tutti simili tra loro. Al di là della mia
lieve irritazione causata da un titolo particolarmente rivelatore, il
libro mi aveva regalato la giusta dose di mistero, sentimenti e
fresche innovazioni. Non più vampiri innamorati e nostalgici,
passionali licantropi e fate dalla natura subdola e malevola; il
romanzo della Rayburn faceva brillantemente tesoro di leggende
dall'indiscusso fascino arcano e colorava di fosche sfumature le
paure di un'adolescente e la sua sincera storia d'amore con il suo
amico di sempre. Chiudendolo,
avevo respirato una ventata di aria fresca. Aria di novità.
L'approccio
con il sequel – Il richiamo della Sirena – è stato immediatamente
positivo. L'autrice, infatti, ha deciso di ambientare questo secondo
capitolo a due mesi di differenza dagli eventi narrati nel romanzo e, già dalle prime pagine, avevo trovato numerose premesse che mi
facevano ben sperare in un avvincente proseguimento della storia.
Stessi personaggi, stesse atmosfere vagamente gotiche, ma una
maggiore maturità nella caratterizzazione psicologica di
protagonisti e comprimari ed una maggiore attenzione ai dettagli. Ancora
una volta, la scrittura della Rayburn è risultata lineare e
scorrevole; personale, ma mai appesantita da un linguaggio lezioso o
da superflui abbellimenti retorici.
La
struttura del romanzo è essenziale, ben congeniata, e affascina
nuovamente per l'inusuale caratterizzazione delle sirene. Non hanno
una coda variopinta e coperta di squame, né un bizzarro reggiseno di
noci di cocco e conchiglie a coprire le loro nudità. Belle e algide, si muovono come spettri tra i capitoli, riempiendo di inquietudine
la protagonista e seminando dubbi nel lettore.

Il mio voto: ★★
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