Visualizzazione post con etichetta Giunti Y. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Giunti Y. Mostra tutti i post

sabato 4 agosto 2018

I film che leggeremo #1: Young Adult

Tutte le volte che ho scritto ti amo
17 agosto 2018
Un'adolescente coreana per metà, cinque lettere d'addio mai inviate a cinque ragazzi che le hanno spezzato in modi diversi il cuore, l'imprevisto dietro l'angolo. Cosa succederebbe se i tuoi pensieri segreti fossero mandati per errore ai loro reciproci destinatari? Ne avresti abbastanza per farne una popolarissima trilogia Young Adult – avevo recensito il primo capito qui – e, se tutto va per il meglio, un film disponibile ad agosto in streaming su Netflix. Dirige la regista della commedie indie Carrie Pilby, scrive una delle sceneggiatrici della geniale sit-com Man Seeking Woman e, nei panni della protagonista, la bellezza vietnamita Landa Condor – vent'anni e buone chance, dopo la rivelazione Joey King, di farmi rivivere una tardiva cotta adolescenziale.


Dark Hall
1° agosto 2018
Menzionano i produttori di Twilight, riesumano le atmosfere dark degli Urban Fantasy in voga un paio di anni fa e subito, a farti tremare più delle presunte tinte orrorifiche, è la sensazione di già visto; il presagio che questo Dark Hall sarà un fiasco o che, peggio, passerà in sordina al pari degli sfortunati Fallen o La sedicesima luna. Eppure, eppure... Perché scomodare il nome di Rodrigo Cortés, regista dell'ottimo Buried? Perché chiamare all'appello le giovani star AnnaSophia Robb e Isabelle Furhman, con la sempre verde Uma Thurman come direttrice dal polso di ferro? L'autrice del romanzo che prossimamente sarà recensito su questi schermi è niente meno che Lois Duncan: sua la firma dietro il cult anni Novanta So cosa hai fatto. Vent'anni dopo, si replicherà?


Darkest Minds
14 agosto 2018
Provaci ancora 20th Century Fox. Con le saghe Sperling Kupfer da adattare. Con un genere, il distopico, che finora non ha mai saputo bissare il successo di Hunger Games. Con una storia all'apparenza non troppo innovativa, in stile Giffoni, che attira in minima parte con lo zampino dei produttori di Stranger Things Arrival e, nel cast, l'ormai immancabile Amandla Stenberg (un caso, poi, che l'attrice afroamericana fosse la piccola Prim nel film di Gary Ross?). Per fan di superpoteri, amicizie e tentate rivolte. Questa volta, per chi ha ancora l'età.


Crazy & Rich
16 agosto 2018
Negli anni Novanta erano Giovani, carini e disoccupati in una commedia di Ben Stiller. Adesso prima le librerie, poi il cinema, li desiderano Pazzi, ricchi e asiatici nello spirito glamour dell'estate. Tratto dal romanzo di Kevin Kwan, edito in Italia da Mondadori, Crazy & Rich perde l'aggettivo di provenienza, per volontà imperscrutabile dei titolisti italiani, e questo mese trova spazio in sala. Un'altra ragazza dagli occhi a mandorla, dunque, ma questa volta nessun grattacapo romantico: la protagonista, cresciuta negli Stati Uniti, si sposa con uno scapolo d'oro e vola a Est per conoscere la famiglia di lui. Non sapendo si tratti di uno dei maggiori costruttori di una Singapore da favola, né di essere troppo occidentale per una suocera alla Jane Fonda che no, non transige. 



Sei ancora qui – I Still See You
27 settembre 2018
A proposito di nuovi tentativi, a riprovarci è anche l'accoppiata del già mediocre Midnight Sun: il regista Scott Speer e Bella Thorne, teen idol che a onor del vero di tanto in tanto, di ruolo in ruolo, ha il coraggio di reinventarsi un po'. Faranno meglio con Sei ancora qui, intrigante thriller a tinte paranormali in libreria a settembre grazie ai tipi Sperling Kupfer? Una giovane donna perseguitata dagli spettri di un vecchio amore: fin qui, direste, niente di nuovo sotto il sole. E se la Thorne, irriconoscibile con il look dark, si allontanasse da un mondo di languidi sospiri? E se fossimo all'indomani di un misterioso evento catastrofico, in un'apocalittica ucronia che di sci-fi ha in realtà molto poco? Anche se di poco fuori stagione – il genere, infatti, si presterebbe meglio alla leggerezza estiva – si vedrà (e leggerà, e scriverà).


The Hate U Give
19 ottobre 2018 (USA)
Le differenze razziali, il braccio violento della legge, i lati oscuri – ma non troppo lontani dalla speranza del lieto fine – di una America contraddittoria, che non vive solo di sogni e frasi fatte. Il romanzo, edito da Giunti, ha vinto il vincibile: un best-seller, tuttavia, mai diventato mia priorità in whishlist. Ho fatto male, dite? Il produttore esecutivo di quel Mudbound a un passo dagli Oscar e la presenza della prezzemolina Amandla Stenberg lasciano respirare aria di impegno, e di sicuro successo.



The Miseducation of Cameron Post
3 agosto 2018 (USA)
Una Chloe Grace Moretz in stato di grazia viene spedita dalla zia in una clinica di recupero. La sua dipendenza, il suo crimine più inammissibile: ragazze di cui è contro natura innamorarsi. Il tema è lo stesso di Boy Erased, futuro asso pigliatutto ai prossimi Oscar con Nicole Kidman, Russel Crowe e un Lucas Hedges da convertire a forza nel cast. The Miseducation of Cameron Post, tratto da un romanzo semiautobiografico di Emily M. Danforth di cui attendo con ansia l'eventuale edizione italiana, è forse da meno? Le giuste carte in regola, i toni indie e la vittoria a sorpresa allo scorso Sundance – festival venerato da queste parti, inutile ribadirlo – suggeriscono il contrario, e ci regalano a mani basse la trasposizione più interessante di questa rassegna.

mercoledì 27 maggio 2015

Pillole di recensioni: Le anatre di Holden sanno dove andare; Ovunque tu sarai

Da un po' non scrivevo uno di questi miei cappelletti introduttivi. Come state, amici lettori? Io, solita vita. Ultimi giorni di studio, prima di iniziare un ripasso forsennato, e primo esame della estiva all'orizzonte: Letteratura Teatrale Italiana. Oggi, inoltre, ho una certa preoccupazione: al gatto, Ciro, tocca la fatidica operazione... Zac, zac! Pura formalità per i veterinari, immagino, pratica comunissima, però non può mangiare ed è qui, accanto a me, che miagola per avere due croccantini. Resisterò? Prima di mettere Ciro nel trasportino e la mia testa sui libri, dunque, vi lascio un breve - e personale - commento su due romanzi che ho letto in questi giorni, uno di fila all'altro. Nel primo caso, delusione. Nel secondo, una sufficienza per la trama convenzionale e la prosa potenzialmente interessante. Un abbraccio, M.

Titolo: Le anatre di Holden sanno dove andare
Autrice: Emilia Garuti
Editore: Giunti “Y”
Numero di pagine: 144
Prezzo: € 12,00
Il mio voto: ★★
La recensione: Holden rimuginava sulla direzione del volo delle anatre che, d'inverno, abbandonando Central Park, mirano tutte al cielo. Pensieri in comune con Will, la protagonista di un romanzo che è arrivato il mese scorso in libreria, con fascette colorate che promettevano chissà che. Emilia Garuti ha la mia età e trasforma la ricerca dell'università perfetta in un racconto. Ci sono passato anch'io. Però eccolo, il punto. Dalla pubblicazione di una giovanissima, cosa più unica che rara, mi aspetto un'eccezione. In un romanzo che ambisce a dipingere i giovani alla maniera di Salinger e Brizzi non cerco la classica storiella. Inutile mettere le mani avanti, mordersi la lingua, se la quarta di copertina richiama Jack Frusciante e Il giovane Holden. In una manciata di ore ho letto pagine che fanno una buona compagnia, ma che non lasciano niente. Come con In silenzio nel tuo cuore, di un'autrice altrettanto acerba; se lì però la protagonista era leziosa, questa Will è uno spasso. Ma quei toni sardonici che non conoscono quasi sfumature, le critiche ai risvoltini e alla boy band, l'odio gridato alle mode e ai modaioli, gli elenchi sui bizzarri tipi che incontri al liceo o in circolare, vanno bene per le invettive su Facebook, e sono anche nel mio stile: amo lamentarmi. A uno stato della Garuti mi scapperebbe qualche “mi piace”, ma un romanzo tutto così lo comprerei? Un editore ti può notare, ma se hai poco da dire, anche se sai dirlo, che senso ha l'ennesimo young adult? Dove sono gli autori saggi, che non si accontentano di un tema fatto benino? Per metà la storia è credibile – le giornate dell'orientamento, le amicizie che finiscono, le rimpatriate – ma per l'altra, di metà, strizza l'occhio agli americani – per esempio, inserendo il tema del suicidio, qui trattato con aria di sufficienza, che va “fortissimo” altrove; genitori ricchi e distratti; una love story che né nasce, né si evolve. Per metà ho apprezzato l'assenza di una morale facile, ma per metà una storia senza un punto focale – sempre che tu non sia Aidan Chambers – non so che utilità possa avere. Le anatre di Holden sapranno dove andare, ma la Garuti ancora no. E' presto; non è stagione di migrazioni.

Titolo: Ovunque tu sarai
Autrice: Fioly Bocca
Editore: Giunti
Numero di pagine: 160
Prezzo: € 12,00
Il mio voto: ★★½
La recensione: Ci sono quei momenti. Quelli brutti, nerissimi, in cui ti chiedi cosa sarà di te. E in cui, per la prima volta, ti senti solo al mondo. La mamma di Anita si sta spegnendo per colpa del cancro e il suo fidanzato storico, Tancredi, è troppo preso dal lavoro per starle accanto. L'infelicità va condivisa per alleggerirsi il cuore. Così attacca a piangere davanti a uno sconosciuto: un uomo sopravvissuto a un genocidio e a un'infanzia tragica. Per questo, adesso, scrive favole. Arun inventa storie e adesso ascolta quella di Anita: una principessa infelice in una Torino che, con le sue nebbie, sembra una landa d'altri tempi. Riusciranno nonostante gli scherzi della vita – il lutto, gli imprevisti, le seconde opportunità che a volte si negano e a volte no – a tentare la via del lieto fine? Ovunque tu sarai, già a partire dal titolo, è un romanzo che non promette grande originalità. Pagina dopo pagina non si smentisce: è come te lo aspetti. Letto già e già visto – in ogni commedia romantica che si rispetti, dalla notte dei tempi, non mancano i gesti eclatanti e, ovviamente, le notti di pioggia per gridarsi amore eterno. Però repetita iuvant, e il messaggio speranzoso dell'esordiente Fioly Bocca non annoia: ogni tanto, certe cose è gradevole riascoltarle. Romanzo breve, delicatissimo, che ha la forma di una parabola moderna. Al centro, una protagonista contemporanea: una trentenne al tempo della crisi – quella che rende i fidanzati distanti, i capi insoddisfatti, il domani incerto. Ma Ovunque tu sarai è il riassunto della vita di Anita. Misurato, ponderato, studiato per mantenere la giusta proporzione tra amori, dolori, gioie. E non senti lo strazio della perdita – dilaniante nel recente L'amore involontario, ad esempio – né l'immediatezza del dialogo. Elaborati e rielaborati, i discorsi dei protagonisti compongono pagine belle da leggere, poetiche e musicali, ma quel modo di esprimersi – libresco, artificioso – e le chiuse dei capitoli – retoriche apostrofi alla vita e al domani: in rete, altri citavano Grey's Anatomy – mi hanno confuso le idee. Mi piaceva la Fioly narratrice, che descriveva la realtà con toni eterei. Ma con quella in cerca della frase d'effetto, dell'aforisma riuscito – ma saranno aspetti inscindibili della sua personalità, o è solo il caso dell'opera che me l'ha fatta conoscere? – non sono andato d'accordo. Come se quelle parole fatate, fluttuanti, togliessero carnalità al sentimento dei due protagonisti e di loro, alla fine, non mi rimanesse che la mera essenza. Non i corpi, non la verità, e tutto per via di un ricercato lirismo che non va fiutato: quando serve, viene infatti fuori da sé. Altrimenti si scambia il tutto per insincerità. Per i fan delle protagoniste della Rattaro e della assennatezza di un Gramellini, un romanzo puro e lieve, che ha una certa personalità ma che rischia di perdersi, qui e lì, poiché schiava della forma. Comunque sufficiente - un sei politico, ma in fondo meritato - per iniziare.

lunedì 25 agosto 2014

Recensioni a basso costo: The Giver - Il donatore, di Lois Lowry

Buon lunedì, amici. Oggi, la recensione di un romanzo che, velocemente, ho letto nel weekend. In wishlist da un po', ho voluto recuperarlo prima che – a settembre – arrivi al cinema il film, che sarà intitolato The Giver – Il mondo di Jonas. Prima di lamentarvi, sappiate che quello era il titolo originario dell'edizione italiana, al tempo degli Oscar Mondadori! Io so tutto, ebbene sì! Il libro, come tanti prima di me avranno detto, merita, ma il film, che ha sette di media e commenti positivi, mi lascia ben sperare. E' tutto diverso – i protagonisti sono più adulti, si respira un'aria di fantascienza qui assente, ci sono gli effetti speciali e gli intrighi da thriller – ma il cinema ha un altro linguaggio, e riportare scolasticamente quello della Lowry, così semplice e fiabesco, non avrebbe funzionato molto. Pare, tra l'altro, che sia in uscita anche una ristampa del romanzo, con la solita cover del film (qui), anche se le informazioni sono scarse, al momento. 
Tu hai i colori. E il coraggio
Io ti aiuterò dandoti la forza.

Titolo: The Giver – Il donatore
Autrice: Lois Lowry
Editore: Giunti Y
Numero di pagine: 256
Prezzo: € 9,90
Sinossi: Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Nella sua Comunità non esistono più guerre, differenze sociali o sofferenze. Tutto quello che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare sono ferree ma tutti i membri della Comunità si adeguano al modello di controllo governativo che non lascia spazio a scelte o profondità emotive, ma neppure a incertezze o rischi. Ogni unità familiare è formata da un uomo e una donna a cui vengono assegnati un figlio maschio e una femmina. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani nella Cerimonia annuale di dicembre. E per Jonas quel momento sta arrivando...
                                      La recensione
Nel mondo di Jonas non c'è nulla che non vada; niente che sia lasciato al caso. Non esistono disparità sociali, razze differenti, guerre, divorzi: regna l'Uniformità. Non si hanno motivi per cui lottare o ribellarsi. Puri, anestetizzati, sognanti, si vive in un futuristico Eden che l'antico peccato di Adamo ed Eva non ci ha strappato del tutto dalle mani. Le famiglie hanno due figli a testa: un maschio e una femmina, a cui altri assegnano il nome. Non esistono gemelli, non esistono individui con lo stesso nome di battesimo. Si è unici. I neonati, partoriti da donne ai margini e assegnati secondo piani precisissimi, sono concepiti senza fare l'amore. I bambini, divisi per età, aspettano per tutto il tempo il sopraggiungere dei dodici anni: allora, piccoli ma già adulti, conosceranno lo scopo della loro esistenza. Anno per anno, una festosa celebrazione pubblica regala piccole soddisfazioni, e li ringrazia per la loro preziosa infanzia. Man mano che crescono, permette loro di tagliare i capelli, di indossare una divisa coi bottoni sul davanti, di inforcare una bicicletta e giocare, di avere un fratellino o una sorellina con cui crescere. Jonas è il ragazzino perfetto nella famiglia perfetta: non ha segreti. Deve raccontare a tavola le sue emozioni, le sue paure, i suoi sogni... perfino quando, una notte, emozionato, sogna di fare il bagno tutto nudo con l'amica di sempre, Fiona. Il  desiderio lì ha un altro nome: Impulso. Ma niente paura: gli ormoni, i turbamenti, il calore nel petto si curano ingoiando un'innocua pillola giornaliera. Gli effetti collaterali – non detti – sono che ammazza l'amore: e che cos'è l'amore, tanto? Jonas impara quella e altre parole - “neve”, “sole”, “collina”, “gioia”; ma anche “guerra”, “abbandono”, “morte” - nel suo duro apprendistato presso il Donatore: un uomo vecchio e saggio, che gli regala millenni di ricordi passati. Per non dimenticare e non commettere gli stessi, crudeli errori. Il suo destino, da grande, sarà essere un contenitore di memorie: una biblioteca vivente, con libri fragili e impalpabili che nessuno può consultare. Ci sono cose che nessuno, a parte lui, dovrà sapere. Egoista, potrà serbare per lui la sensazione del gelo sulla punta del naso o sui polpastrelli sensibili. In silenzio, solo, potrà essere tormentato da rivelazioni che, com'è successo a una fanciulla di cui nessuno pronuncia più il nome, potrebbero spezzargli il cuore o, peggio, farlo morire dentro. The Giver è un romanzo stampato e ristampato, sotto altri nomi e altre vesti grafiche. Probabilmente, tanti ricollegheranno il titolo a un film di prossima uscita, con un cast in cui spiccano mostri sacri di Hollywood (la mia amata Meryl Streep; Jeff Bridges) e volti giovani e nuovi. Io, pur consapevole degli scandali e dei tagli, delle manomissioni della censura e delle controversie più disparate, mi ci sono avvicinato tardi, complice, al solito, l'uscita della trasposizione cinematografica che, per ragioni pienamente condivisibili, presenterà non poche differenze. Necessario, infatti, rinnovare un romanzo che invecchia indubbiamente bene, ma che porta i segni dell'età.
Mi avrebbe dato fastidio guardare il film senza sapere cosa c'era prima; il resto: l'approccio delicato e lieve di Lois Lowry, il colore degli occhi del Jonas che da vent'anni vive tra le pagine, le fattezze di un mondo distopico, forse, direttamente successivo a quello di Orwell e Bradbury. The Givery c'era prima, semplicemente. Prima che le mode spingessero esordienti di ogni dove a cimentarsi con il genere, e quando alcuni argomenti, esplosivi, non potevano essere trattati. Non in un libro per bambini. Non potrei definirlo diversamente, pur volendo: il primo volume di questa fortunata tetralogia, spacciato per young adult alla moda, per quello che non è, è pensato come un libro per l'infanzia. Una lettura che è un rito d'iniziazione, un'agrodolce perdita dell'innocenza. Una narrazione dai tempi stringati, vicina alla dimensione del racconto per via dei suoi capitoli brevi e delle strutture sintattiche quasi elementari, che – tirandoti per il bavero della giacca – ti porta in basso, alla sua altezza. 
Per duecento pagine, ti ritrovi alto (o basso) come quando avevi dodici anni: alcune cose non le vedevi, certo, ma ne vedevi altre. Il romanzo, tra colpi di scena e brividi, è una riflessione dal sapore etico, incorniciata per bene in una prospettiva originale e vagamente spiazzante. L'unico problema del romanzo, ai nostri giorni, è trovarsi in presenza di un pubblico smaliziato, ormai assuefatto. Niente sembra nuovo, anche se il romanzo è attuale, bello, aperto a tante diverse interpretazioni e tutte giuste; il finale, frettoloso, è una pecca, anche se la sua totale incertezza lascia in pace con se stessi...
L'importanza delle dissonanze, il terrore della perfezione, perfino l'eco del nazismo. Il mio consiglio, quindi, è quello di leggerlo guardando alla linea del tempo; con il senso della prospettiva storica: uscito nel 1993, quando io non ero ancora nato, ha rappresentato il punto di partenza per saghe valide come quella di Matched, Divergent, Delirium. La Lowry, oggi anziana, è un'autrice che ha fatto scuola. Nel modo più velato possibile in cui si possa essere onesti con un bimbo ormai sulla soglia dell'adolescenza, in uno scenario da leggenda che inquieta, lei parla – tra le righe e non – di infanticidio, razzismo, fanatismo, eutanasia. Dove dovresti inziare a vedere il marcio, però, il mondo si riempie inaspettatamente di colore. E che cos'è il colore, chiederebbe un membro qualsiasi della Comunità? Quello che, da bianco e nero, fa diventare quel mondo cupo in Technicolor. Solo allora, alla luce spietata della conoscenza, vedi i pregi e i difetti; prima, a causa di quel basilare contrasto, tutto si limitava ad essere pura ombra. La verità rende liberi e, spesso, è necessario scappare via, per esserlo; quando nessuno ti è amico, i neonati difettosi hanno bisogno di una seconda opportunità, una casa non è una casa.
Il mio voto: ★★★½
Il mio consiglio musicale: OneRepublic – Ordinary Human ("The Giver" Soundtrack) 

domenica 17 novembre 2013

Recensione: Shadows, di Jennifer L. Armentrout

Buona domenica, amici miei! Questi ultimi giorni sono stati piuttosto produttivi. Dopo aver letto e recensito l'ultimo capolavoro della Rowling, in treno ho iniziato Shadows, il breve prequel della saga Lux. Romanzo che è piaciuto a tutti, ma a me nemmeno un po', purtroppo. Sarà per il prossimo appuntamento con la Armentrout, o almeno spero: ma sì, sono fiducioso. Ringraziando la Giunti per avermi dato modo di leggerlo, vi auguro una splendida giornata. Un abbraccio.
Siamo diversi solo in superficie. Ma nell'essenza siamo uguali. Ridiamo delle stesse cose, non abbiamo la più pallida idea di cosa faremo in futuro, non ci piace guardare la tv. E ci piacciono un sacco di dolci. E i nomignoli stupidi. E i nostri cuori battono all'unisono.

Titolo: Shadows
Autrice: Jennifer L. Armentrout
Editore: Giunti Y
Numero di pagine: 176
Prezzo: € 12,00
Sinossi: L'ultima cosa che Dawson Black si sarebbe aspettato era Bethany Williams. Come forma di vita aliena sulla Terra, Dawson e il suo gemello Daemon trovano che le ragazze umane siano... un passatempo divertente. Ma innamorarsi di una di loro sarebbe folle. Pericoloso. Allettante. Irrinunciabile. Bethany viene dal Nevada, e l'ultima cosa che cerca nel West Virginia è l'amore. Ma ogni volta che i suoi occhi incontrano quelli di Dawson si scatena un'attrazione innegabile. E anche se i ragazzi sono una complicazione di cui farebbe volentieri a meno, non riesce davvero a stare lontana da lui. Attratta. Desiderata. Amata. Dawson però nasconde un segreto inconfessabile che non solo può cambiare l'esistenza di Bethany, ma rischia di mettere in pericolo la sua vita. Si può rischiare tutto per una ragazza umana? Si può sfidare un destino inesorabile come l'amore?
                                                    La recensione
Di Obsidian non ho ricordi fortissimi, vividi, ma ricordi positivi. Ricordi felici, tutto sommato. Mi piace pensare a Jennifer L. Armentrout, infatti, come all'autrice che diede realmente il via alla mia estate 2013. Era il pomeriggio del primo luglio. Sfinito e felice, ero tornato a casa dopo gli orali della maturità e, prima di salire a casa, avevo trovato questo pacchetto nella mia buca delle lettere. Un libro sottile, leggero, spensierato. Come me da quel momento in poi. L'avevo letto nel mio primo pomeriggio in spiaggia da studente e uomo libero. Il sole batteva, il mare era una fresca tavola da surf e il resto era venuto da sé, così, semplicemente. In un baleno l'avevo finito: un urban fantasy su creature che viaggiavano alla velocità della luce, letto alla velocità della luce, per rimanere sempre in tema. E con un disteso sorriso a mille watt, alimentato dalla leggerezza senza peso di un cervello senza più pensieri e dall'ironica guerra tra sessi combattuta – ad armi impari – da un lui e una lei che facevano scintille. Uno stile freschissimo e una passionale e simpatica love story avevano reso quel particolare romanzo non indimenticabile, ma piacevole e spontaneo: cosa non da poco, in un vortice di storie troppo simili in cui, spesso e volentieri, Obsidian aveva corso il rischio di essere risucchiato. Il successo editoriale era garantito. Prezzo accessibile, protagonisti popolari e belli e tutto decisamente in linea con le mode e le tendenze odierne – tra incursioni su Facebook, Twitter e, soprattutto, Blogger. Il secondo e il terzo capitolo, di cui la Giunti Y si è velocemente accaparrata i diritti negli scorsi mesi, sono già chiacchierati e non tarderanno ad arrivare e, nell'attesa, arriva in libreria questo Shadows, un prequel della storia originale, incentrato su due personaggi minori di cui, indirettamente, i lettori avevano già sentito parlare: Dawson Black e la sua ragazza, Bethany. Daemon e Kathy, la passionale coppia che li aveva preceduti, avevano una spiccata personalità e un'alchimia scoppiettante che li rendeva convincenti protagonisti di un intreccio forse troppo, troppo semplice. Loro erano il cuore, il perché della saga: l'unico, credo. Sprovvisto dell'irriverente, pazza e adorabile narratrice di sempre, Shadows perde tantissimo e, a fine lettura, ho avuto l'impressione fastidiosa che Dawson e la sua lei non meritassero un romanzo – o una novella, perché 170 pagine sono un po' poche – tutta per loro. Sono perfettini, buonisti e scialbi, nel senso culinario del termine, proprio: senza sale, senza pepe, senza un gusto deciso. Sono pesanti, melodrammatici e seriosi, se confrontati con i divertenti, autoironici e sexy protagonisti di Obsidian
Non sono capaci di dissimulare e mettono a nudo una struttura di base fragilissima, effimera, che – senza l'arma a doppio taglio di un umorismo brioso e sornione – è praticamente attaccabile, inerme, sprovvista delle difese necessarie per tenere a bada il cattivo e brutto recensore di turno. Le somiglianze con il più noto Twilight sono insostenibili, troppe, ostentate nemmeno tanto intelligentemente da un'autrice che, insieme ad altre colleghe arricchitesi d'un tratto, sembra non ricordare il significato di una parolina che fa più o meno rima con miraggio, coraggio... formaggio?! Dio mio, non ho idea da dove mi sia uscita, che squallore... Chiedo perdono: mi riferivo a plagio, ovvio. Lei cade, rischia di scivolare sul ghiaccio e lui la salva: ok, cose che capitano. Ma lei ha anche gli occhi nocciola, i capelli castani e lui è – ovviamente – bellissimo, tenebrosissimo e dalla segreta natura luccicante: vi ricorda qualcosa, questo? Si conoscono tra una lezione e l'altra, si dilettano con il trekking (ma perché non ci sono più gli hobby di una volta? E le mezze stagioni?), incontrano le loro reciproche famigliole allargate e, dopo un paio d'appuntamenti, è già vero amore. Un amore proibito: specificarlo è superfluo. Proibito innamorarsi, secondo i fratelli di lui; proibito sbaciucchiarsi, secondo la mamma di lei – un'ex Teen Mom rimasta incinta di Bethany prima del provvidenziale avvento di MTV. Il gemello ribelle, Daemon, compare spesso e, qui, non appare antipatico ma con stile. Appare antipatico e basta. Per fortuna c'è Dee, colei che – tra i tre fratelli Black – ha impiegato più tempo ad uscire dal ventre accogliente e presumibilmente viscido di mamma alieno: la cocca di casa. 
Spontanea, pimpante e acuta come sempre, soprattutto quando – insieme a me – rimane scioccata dalla descrizioen di come l'umana Bethany abbia scoperto il loro segreto di famiglia. A metà del racconto, i preliminari tra Dawson e Bethany vanno a finire maluccio, infatti: non vi intrattengo con quella cameratesca storia delle “basi” che non comprendo e che non ho mai compreso, ma sappiate questo: la cosa più imbarazzante che possa capitare a un sedicenne alieno non è l'eiaculazione precoce. Dawson Black, in quei delicati momenti, si accende... Boom. Come un lampione... Bang. Come un faro-umano-abusivo costruito in camera da letto. Edward, in una foresta nebbiosa, aveva rivelato a Bella, dopo un lungo e vagamente inquietante sproloquio su leoni e pecore, di essere un vampiro: leggendolo prima di aver visto Pattinson in azione, avevo pensato all'affascinante Lestat e all'eterno Dracula. Quando Dawson rivela a Bethany, con lo stesso tono sussurrato e cospiratorio, di essere un alieno, io ho pensato a Stitch. Uno Stitch con il ciuffo biondo, i pantaloni color cachi e le camicie a quadrettoni del James Van Der Beek di Dawson's Creek. Che immagine! Sarà il subconscio che gioca brutti scherzi (ogni tanto) o sarà una mini-trama che, scricchiolando rumorosamente (sempre), lascia disperdere nell'aria qualsiasi eventuale magia. Il primo, ammiccante, conosceva le regole della risata facile. Il prequel, invece, fa ridere quando e dove non dovrebbe – stanco, frettoloso, scritto tanto per... - e non rischia di venire a noia soltanto per l'esiguo numero di capitoli complessivi e per uno stile che, anche se scarno e impersonale rispetto ai fuochi d'artificio dell'altro volume, scorre; almeno quello. Sembra scritto da un'altra persona. Da una fan tutta occhi dolci, cuori, sospiri e zoom ossessivi sugli occhi belli dell'aspirante modello D&G di turno. Il lato positivo del romanzo, dal mio punto di vista, è senz'altro il finale: triste il giusto, vagamente inaspettato, sbrigativo come il resto. Un finale che, grazie ad alcuni dialoghi tra Kathy e Daemon in Obsidian, avrei già dovuto conoscere bene, ma che – per fortuna o per sfortuna, dipende dai punti di vista – non ricordavo. Voi lo sapete: le cose tragiche mi fanno un certo effetto e, quasi quasi, avrei dimenticato gli errori che costellavano tutto il resto. Ma proprio quasi, quasi, quasi. Shadows, ahimè, ha la pecca di essere eccessivamente elementare. Carino, e chi lo nega?, ma di dubbia utilità. La Meyer – onnipresente nel romanzo, onnipresente nei miei riferimenti di oggi – aveva il suo superfluo La breve seconda vita di Bree Tanner. La Armentrout ha avuto questo trascurabile Shadows, alias Il primo breve amore di Dawson Black. A ognuno il suo. La curiosità di leggere Onyx, per fortuna, non è evaporata del tutto. Ma se avessi cominciato con questo prequel, temo che il rapporto tra me e l'autrice sarebbe finito qui: inconcludente, rapido ed indolore.
Il mio voto: ★★ 

giovedì 5 settembre 2013

Recensione a basso costo: Luna, di Julie Anne Peters

Ciao a tutti, amici lettori. Oggi, la recensione di un gioiello di young adult che desideravo
leggere da un bel po'. Arrivato nel 2010 in Italia, ormai si trova nelle librerie a soli € 9,90. Questa volta, devo ringraziare la mia amica Stefania, del blog I miei sogni tra le pagine, per avermelo regalato tempo fa. Un abbraccio a tutti voi e buona lettura, M.
Eravamo pianeti ai lati opposti dell'Universo, in orbita intorno a un sole morente.

Titolo: Luna
Autrice: Julie Anne Peters
Editore: Giunti Y
Numero di pagine: 383
Prezzo: € 9,90
Sinossi: Regan, fin da piccola, ha sempre saputo che suo fratello Liam era diverso dagli altri. Liam ha sedici anni. È alto, bello, muscoloso e corteggiatissimo ma la verità è che si sente una ragazza intrappolata dentro un corpo da ragazzo. Regan è l'unica condividere questo segreto con Liam - o Luna come preferisce farsi chiamare - che ogni notte in camera della sorella si trasforma con trucchi e vestiti da ragazza nel suo alterego femminile. All'insaputa dei genitori, una madre troppo occupata nella sua professione di wedding planner e un padre frustrato da un lavoro rutinario, Regan si trova da sola a dover aiutare e sostenere il fratello (quasi una sorella) nel difficile percorso verso la trasformazione. Ma anche per Regan è il momento del cambiamento e quando, durante una lezione di chimica, un ragazzo appena trasferito nella sua scuola, si accorge di lei, insieme ai primi turbamenti del cuore arrivano anche le complicazioni che l'avere un fratello trans comporta...
                                                    La recensione
Si trattava di mio fratello. Lui era il buco nero del mio universo. Mi stava succhiando la vita. Era come se una forza mi spingesse verso di lui e io non potessi farci niente. Liam era laggiù, in fondo al buco. Eravamo insieme là in fondo. Sin dall'infanzia, Regan custodisce un segreto che, croce sul cuore, ha promesso non rivelerà mai a nessuno. Camera sua, di notte, è messa a soqquadro da una misteriosa visitatrice che nessun altro membro della famiglia O'Neill sarebbe lieto di conoscere. Un'eccentrica e colorata tromba d'aria che stravolge la sua stanza e la sua vita allo scoccare della mezzanotte, quando cala il buio, gli occhi di tutti si chiudono, le persiane e le barriere si abbassano, il sole cede il posto alla sua argentea metà e ai suoi eserciti luminosi di stelle. Regan viene svegliata ora da pianti, ora da risate giulive, e, messi i piedi giù dal letto, lei che non si trucca per pigrizia e che detesta con tutto il cuore i pigiama party tra adolescenti, assiste alla nascita di Luna: una ragazza che, come la Odette di Il lago dei cigni, può essere sé stessa solo di notte; una ragazza che non esiste. Una persona che, come la luna da cui ha preso il nome, risplende di vera luce, nei cieli della vita, solo quando tutti sprofondano sui loro cuscini e nei loro sogni. Il resto del giorno muore dentro. Perché fingere equivale a stare male. La pazza, volitiva, vanitosa e solare Luna è la migliore amica che Regan abbia. L'unica che possa sperare di avere, in una vita in cui lei, i suoi trucchi, i suoi vestiti dorati di paillettes e il suo indicibile segreto prosciugano il suo tempo libero, smantellano i suoi rapporti, pesano sulla sua coscienza come macigni. Ma lei le vuole bene ugualmente, anche se si sveglia tutte le mattine con le borse sotto gli occhi e anche se, per tutti quegli snervanti vai e vieni notturni, la sua camera è diventata un porto di mare e la parola privacy ha perso qualsiasi significato, al pari del tanto sopravvalutato termine normalità. Luna è suo fratello. L'anima femminile intrappolata in un guscio vuoto che i suoi genitori, sedici anni prima, hanno scelto di chiamare Liam. Un ragazzo bello, affabile, geniale, dal sorriso caldo e dai modi gentili, che tutte le ragazze del suo liceo vorrebbero accanto, come incarnazione del fidanzato perfetto da sfoggiare tra le loro invidiose coetanee; un ragazzo che non esiste e non è mai esistito. Sospeso tra due sessi, con un'essenza seppellita viva sotto capelli corti e pomo d'Adamo, Liam vive la sua transizione mentre nessuno guarda e il resto del mondo lo ignora platealmente. Regan – che combina solo disastri su disastri, che prende brutti voti in chimica, che vive attraverso gli altri – ha il potere di vederlo realmente. Potere che non fa di lei una perfetta maga incantata, ma una perfetta sorella assonnata. Una sorella perfetta: l'aggettivo basta.Una creatura bellissima e fragile che dispiega le ali e vola via. Ma nel caso di Liam, la farfalla era costretta a richiudere le ali e a rinfilarsi nel suo bozzolo ogni giorno. Ogni singolo giorno, era costretto a diventare il guscio di sé stesso.
I loro ricordi scritti in corsivo e le loro emozionanti storie fanno del romanzo di Julie Anne Peters uno young adult che è un trionfo. Luna è tutto ciò che un libro per ragazzi dovrebbe essere; dà tutto ciò che un romanzo per adolescenti dovrebbe dare: meta vincente a cui questo genere letterario per grandi e piccoli avrebbe dovuto puntare, con orgoglio e umiltà, da parecchi anni a questa parte. Persi tra triangoli amorosi, ragazzi bellissimi e viziati, creature soprannaturali e frivoli capricci, si è finiti per perdere di vista i tanti elementi essenziali ed importanti di cui, fortunatamente, Julie Anne Peters mi ha fatto riscoprire la bellezza e la profondità perdute, con una vicenda che intrattiene facendo pensare e che fa pensare intrattenendo. E magnificamente, aggiungerei. Una lettura piacevole non dev'essere per forza slegata da un tema attuale, le esigenze del cuore possono essere conciliate con quelle della mente e, soprattutto, gli adolescenti hanno il sacrosanto diritto di essere trattati con lo stesso rispetto degli adulti. La saggezza esiste anche a sedici anni, e qualcuno, ogni tanto, può insegnartela. Poi toccherà a te diffonderla, insegnarla, insieme al rispetto e alla comprensione, a chi dice che non esiste ormai più. La forza delle parole di quest'autrice dicono al lettore esattamente questo, chiaro e tondo. Io le ho sentite in ogni pagine, forti e chiare. Il suo è un romanzo originalissimo, ma che barcolla su un campo minato, lungo un percorso di cui si ha paura, spesso, ad indovinare i passi che verranno. Impacciato ed elegante al tempo stesso, su tacchi troppo alti per piedi troppo grandi, schiva luoghi comuni, banalità, buonismi, kleenex umidi che – quando si parla di vita vera e non di finzione – è meglio lasciare allo Sparks di turno. 
E' una realistica, cinica, irriverente e coraggiosa commedia borghese, inscenata sullo sfondo dell'umanità tutta. Pirandelliana, quasi, nel suo continuo e necessario indossare e togliere maschere. Tematiche simili, riflessioni sulla diversità, sull'identità, sulla sessualità e il cambiamento le avevo trovate, prima d'ora, solo nei formidabili e sorprendenti romanzi di David Levithan. Tuttavia, in Ogni giorno, e ancora di più nello spassoso Will ti presento Will, avevo avuto l'impressione che l'autore vivesse in un mondo molto distante dal nostro. Un mondo certamente più bello e colorato, ma in cui la diversità, non essendo percepita come tale, ma come un altro aspetto della normalità in sè, era affrontata con una dolcezza che, in una realtà grigio fumo e piena di ottusità come quella che conosciamo in tanti, era più propria di una splendida e auspicabile utopia. La penna di Julie Anne Peters è feroce e pungente come poche, aspra e sincera. Ci sono fiere e fiere di sentimenti, non spicci sentimentalismi. Dà a Regan acume, lingua lunga, ironia, una voce narrante piena di fascino inesplorato. Lo sguardo attento di chi inciampa nei suoi stessi piedi e capitombola a gambe all'aria durante il primo appuntamento, ma che ha occhi per guardare ciò che è vero e il carattere per mettere alla berlina ciò che non va. Mentre sua madre s'imbottiva di pillole della felicità e pensava al benessere di tante famiglie ad esclusione della sua, mentre il padre si chiudeva nel silenzio forzato di chi, dentro, è buono, ma un po' ignorante, Regan mette insieme i pezzi di una famiglia disastrata e di un fratello a pezzi, che odia e ama a giorni alterni. Non è facile stare dietro alla vita segreta di Liam. Lui sa essere egoista in maniera snervante, detestabile, folle nella sua ricerca della libertà. La sua Luna ha le ciglia lunghissime, ha i fianchi più stretti di quelli di Regan, la femminilità – paradossalmente – che quell'adolescente piccola e insicura che va inciampando ovunque non avrà mai. S'invidiano a vicenda. E Regan odia quando Luna si procura le occhiate storte dei passanti, quando le scopre nuovi lividi sulla schiena colpita dai bulli, quando decide di condividere la sua verità con gli altri durante la colazione, quando tutti ridono di lei. No, non è per vergogna: Regan ha solo paura che quel suo fratello nato nel corpo sbagliato soffra. Anche se è più piccola di lui, quello che ha sempre voluto è proteggere la sua reale natura dall'incomprensione altrui. Proteggere Liam da sé stesso. E' questo che commuove: leggere dell'amore incondizionato, ubriaco, odioso, viscerale, invidiabile e autentico che Regan sente per quella persona che ha i suoi stessi geni. Un amore che, al contrario di quello che possono provare una mamma e un padre, ama comunque vadano le cose, senza aspettative: fedelmente, come quello tra i personaggi delle opere liriche che la giovane protagonista adora da sempre. Eroico, arrogante, fiducioso e costruttivo il finale. Liberatorio, con i due fratelli – ormai due sorelle – che liberano a vicenda le loro ali, troppo a lungo immobili sotto il tetto delle loro taciute debolezze. Luna è un romanzo da leggere, almeno una volta nella vita. Per capire che non c'è nulla da capire. Gli americani, per descriverlo, userebbero probabilmente il termine "moving" - "che emoziona", "che smuove qualcosa". 
Avevo capito. Finalmente avevo capito. Dovevo lasciare che cambiasse anche me. Era necessario perché riuscissi ad accettare Luna davvero, a sostenerla, a vedere in lei una persona reale.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Katy Perry – Firework

sabato 6 luglio 2013

Recensione: Obsidian, di Jennifer L. Armentrout

E se l'amore viaggiasse alla velocità della luce?

Titolo: Obsidian
Autrice: Jennifer L. Armentrout
Editore: Giunti Y
Numero di pagine: 334
Prezzo: € 12,00
Sinossi: Kathy è una blogger diciassettenne con un grande sense of humour, si è appena trasferita in un paesino soporifero del West Virginia, rassegnandosi a una noiosa vita di provincia, noiosa finché non incrocia gli occhi verdissimi e il fisico da urlo del suo giovane vicino di casa. Daemon Black è la quintessenza della perfezione. Poi quell'incredibile visione apre bocca: arrogante, insopportabile, testardo e antipatico. Fra i due è odio a prima vista. Ma mentre subiscono un'inspiegabile aggressione, Daemon difende Kathy bloccando il tempo con un flusso sprigionato dalle sue mani. Sì, il ragazzo della porta accanto è un alieno. Un alieno bellissimo invischiato in una faida galattica, e ora anche Kathy, senza volerlo, c'è dentro fino al collo. Salvandola, l'ha marchiata con un'aura di energia riconoscibile dai nemici che li hanno aggrediti per rubare i poteri di Daemon. L'unico modo per attenuare questo pericoloso marchio è che Kathy stia più vicina possibile a Daemon. Sempre che lei non lo uccida prima...
                                                  La recensione
Scatta una sensazione incredibilmente familiare nel leggere le prime pagine di Obsidian, esordio italiano della prolifica autrice Jennifer L. Armentrout. Un senso di riconoscimento, quasi. I motivi sono due, ed entrambi si colgono a colpo d'occhio, passando in un attimo dall'esame veloce di una copertina indubbiamente carina, ma che sa di già visto, a un incipit che, leggero e fresco, si legge in un battibaleno. Primo: Obsidian non è la novità del secolo, quindi, sebbene senza mai arrivare ad infastidire o ad annoiare il lettore, soprattutto all'inizio, un lieve ed inevitabile senso di déjà vu pervade questa ridente storia di alieni, attrazione e pericolose avventure. Secondo: Katy, la giovane protagonista, ha un hobby che fa immediatamente aguzzare la orecchie a molti “librofili” come noi. E' una book blogger. L'angolino che si è conquistata nell'infinità del web ha dato un senso alla sua vita. La stesura di appassionate recensioni, a volte, le ruba anche interi pomeriggi e sa cosa significa sentirsi colpevole nel dare una sola stellina a un romanzo ed entusiasta nell'inviare domande al suo autore preferito o nell'aspettare continuamente un nuovo pacco di libri in arrivo.
Un singolo commento di un follower sotto un suo post è tutta la sua felicità, mentre la tristezza la attanaglia quando sente di non aver suscitato l'interesse di nessun amico virtuale o di non aver centrato il bersaglio con una recensione inefficace. Lei, che ha il pallino per il giardinaggio e i paranormal romance, ha letto di vampiri, lupi, zombi perdutamente marci e perdutamente innamorati, angeli e demoni, fatine e fatini e, nel corso di una sola estate, si troverà a vivere le stesse sensazioni delle eroine letterarie che spesso ha amato, spesso odiato, spesso segretamente invidiato. In mezzo a una storia da urban fantasy. Una famiglia dimezzata a causa di un cancro crudele, una pila di libri a farle compagnia nella solitudine, una nuova, sonnolenta città, con una nuova casa e con un nuovo vicinato. A salvarla dalla noia è la conoscenza dei gemelli Black, Daemon e Dee, suoi dirimpettai. Stessi magnetici occhi verdi, stessi lineamenti nobili, stessa bellezza disarmante. Era davvero una follia... la più grande che avessi mai fatto. Peggio che dare una sola stellina a un libro, più spaventoso che chiedere un incontro al mio autore preferito, più stupido che baciare Daemon. Dee è una forza della natura: simpaticissima, affascinante, con una passione naturale per lo shopping e per le serate passate a guardare maratone di film dell'orrore. Un'amica perfetta. Daemon, invece, non a caso ha un nome in assonanza con quello dell'altrettanto bello ed impossibile Damon Salvatore e solo una totale assenza di T-Shirt nel suo guardaroba giustificherebbe il perché delle sue continue incursioni a petto nudo, con addominali e pettorali scolpiti in bella vista. Il solito personaggio, il solito figo della situazione. Peccato che, di solito, sia bello, tenebroso e ami parlare per enigmi o sfornando a ogni sorriso e sventolata di ciglia frasi da Baci Perugina. A essere bello è bello. A essere tenebroso è tenebroso. Ma non dice frasi romantiche e parla pochissimo, soltanto per sferrare coltellate di cinismo, stronzaggine e veleno. Nemmeno la protagonista, a dire la verità, è la timida Bella Swan di turno.
Buffa, piccola e formosa, Katie è una bambolina dalla bellezza vagamente mediterranea che farebbe a pezzi una stupida barbie in carne e ossa con le sue risposte sardoniche e i suoi gesti eleganti. La protagonista standard di uno YA, in media, sospira e si perde in passionali ti amo tra le tre e le quattr... ok, nella maggior parte dei casi. Katie non sospira, ma alza angelicamente il dito medio. Non dice ti amo, ma lancia simpatiche occhiate intimidatorie e borbotta poco convinti ti odio. Lei Daemon non lo capisce proprio. Viene da un altro pianeta. E nel senso stretto del termine, non perché gli uomini vengano da Marte e le donne da Venere, come recitano i libri sulla terapia di coppia! 
Lui e sua sorella sono alieni, ma non pensate ad ET: niente pelle molliccia, occhi enormi, testa bitorzoluta, mani palmate e alfabeti incomprensibili. Daemon decisamente non gli assomiglia. E' insopportabile. Chi mai vorrebbe prendere a sberle il tenero ET? E' di una bellezza inumana, sovraumana. Chi mai farebbe pensieri sconci sul tenero Et? Armati di stiletti d'ossidiana per combattere un oscuro nemico e di reciproco disprezzo per fare a pezzi Cupido e le sue frecce, sta nei protagonisti il segreto del successo di questa frizzante ed ironica serie per giovani adulti. Katie e Daemon si fissano intensamente. Come se stessero progettando di uccidersi a vicenda e meditassero su dove nascondere il cadavere del malcapitato perdente. O sarà passione, quella? Una cosa è certa: insieme fanno scintille. Quando sono vicini – ma proprio vicini, vicini, vicini – i loro ormoni vanno in corto circuito e con loro computer, TV, caldaie e forni a micronde. Che meravigliosa catastrofe!
Lo stile è semplice, le descrizioni sono poche e sempre accompagnate da ottimi e pepati dialoghi, la narratrice è semplicemente un mito. Malata gravemente di leggite cronica, possiede un'invidiabile autoironia e, per proteggersi da una cotta nociva per la sua sanità mentale e i lettori dal temibile “pericolo Twilight”, sforna insulti come fossero biscotti e le sue labbra, impegnate una o due volte in alcuni di quei lunghi baci per cui l'autrice sembra essere così famosa e amata, sono la sua risorsa in una guerra tra sessi che ammette saltuari sbalzi d'umore... e d'amore. L'elemento fantascientifico, sono certo, porterà magia e misteri a palate nei prossimi capitoli e, insieme ad esso, spero venga approfondito un punto che, se maggiormente ampliato, potrebbe rendere ancora più intrigante la lettura: il mondo di Blogger. In questo romanzo introduttivo, avendo diversi personaggi da introdurre e piccoli misteri da svelare, l'autrice ha fatto sì che il blog di Katie e i suoi libri fossero accennati solo di sfuggita. Immagino i sorrisi che avrei fatto, se la protagonista si fosse prodigata in esilaranti paragoni tra Daemon e gli ultraterreni gentlemen di cui spesso – con una telecamera davanti – parla, estasiata, alle sue lettrici. Obsidian, dunque, ha decisamente il suo piacevole perché e certamente proseguirò con la lettura dei romanzi che seguiranno. Con questa adorabile protagonista e con le risate che mi regala, sarò a lungo in ottima compagnia. 
La risata di Daemon m'interruppe. “Non credo sia una buona idea. Divertente sì, ma poco ragionevole. Gli umani sono creature deboli.” “E se adesso col mio debole piedino ti dessi un bel calcio in culo?” sbottai, furiosa.
Il mio voto: ★★★ +
Il mio consiglio musicale: A-ha – Take On Me 

giovedì 30 maggio 2013

Le uscite di Maggio/Giugno 2013 #2

Rieccoci con la seconda carrellata di uscite previste per i prossimi mesi. Questa volta ancora più della prima, non saprei davvero fare una cernita. Li vorrei tutti, tutti, tutti. E voi? Alcuni tra questi titoli erano tanto attesi: con Goddess,infatti, si chiude la nota saga di Josephine Angelini; E l'eco rispose è il nuovo, annunciato successo di quello sfornatore di capolavori indimenticabili che è Khaled Hosseini; Shades of Life è il romanzo d'esordio della carissima “mamma” di Atelier dei libri – Glinda – di cui, nel corso dell'anno, abbiamo seguito sui vari Social Network le svolte e gli sviluppi. Un delicato ed evocativo paranormal romance che, finalmente, vede la pubblicazione. Gli altri romanzi di questo post, invece, mi sono piombati addosso dal nulla, tutti intriganti e particolari: La mosca dorata e Un'amicizia pericolosa sono due gialli carichi di mistero, seduzione e del fumoso fascino degli anni '30 – '40: dopo aver letto Il grande Gatsby ho il desiderio matto di tornarmi a immergere in queste atmosfere favolose. Shelter, invece, è il primo volume di una serie per adolescenti firmata dal bravissimo Harlan Coben, uno degli scrittori americani più apprezzati al mondo. Come se la caverà con un genere completamente nuovo? Scoprite tutte le news e cimentatevi con un originale concorso visitanto il sito, qui e divertendovi con un simpatico gioco qui: il volto del protagonista potrebbe essere il tuo! L'ultimo, ma solo di ordine, si può già trovare nelle librerie e, purtroppo, sembra essere quasi passato del tutto inosservato sui blog: pochissimi anteprime, scarsa pubblicità. Eppure Wonder – per Goodreads uno degli YA più belli del 2012 insieme a Colpa delle stelle – ha una copertina che trasmette gioia, una trama che ti piega in due e uno stile che promette sorrisi e riflessioni. Merito anche dell'ottimo prezzo, sarà mio. Cosa ne pensate? Difficile, eh? ;)

Titolo: Shelter
Autore: Harlan Coben
Editore: L'ippocampo
Numero di pagine: 320
Data di pubblicazione: 12 Giugno 2013
Prezzo: € 12,00
Sinossi: L’anno che sta vivendo il quindicenne Mickey Bolitar non potrebbe andare peggio. Dopo aver assistito alla morte di suo padre e al ricovero di sua madre in un centro di disintossicazione, è costretto a vivere con lo zio Myron e a cambiare scuola.
Con il nuovo college arrivano anche nuovi amici e nuovi nemici. Per fortuna di Mickey, arriva anche una nuova, grandiosa fidanzata, Ashley. Per un po’ sembra che quel disastro senza fine che è la sua vita stia finalmente migliorando – finché Ashley scompare senza lasciare traccia. Deciso a non perdere un’altra volta una persona importante, Mickey si mette alla sua ricerca e viene così in contatto con un mondo squallido in cui capisce che la sua ragazza, dall'apparenza così dolce e timida, non è affatto quello che dice di essere. E nemmeno lo è il padre di Mickey di cui non si capisce poi se sia davvero morto. Ben presto il ragazzo viene a conoscenza di una cospirazione così spaventosa da far sembrare i problemi della scuola uno scherzo – e lo porta a porsi molte domande sulla sua vita, che fino ad allora credeva di conoscere.

Titolo: Wonder
Autore: R.J Palacio
Editore: Giunti
Numero di pagine: 288
Prezzo: € 10,00
Sinossi: È la storia di Auggie, nato con una tremenda deformazione facciale, che, dopo anni passati protetto dalla sua famiglia per la prima volta affronta il mondo della scuola. Come sarà accettato dai compagni? Dagli insegnanti? Chi si siederà di fianco a lui nella mensa? Chi lo guarderà dritto negli occhi? E chi lo scruterà di nascosto facendo battute? Chi farà di tutto per non essere seduto vicino a lui? Chi sarà suo amico? Un protagonista sfortunato ma tenace, una famiglia meravigliosa, degli amici veri aiuteranno Augustus durante l'anno scolastico che finirà in modo trionfante per lui. Il racconto di un bambino che trova il suo ruolo nel mondo. Il libro è diviso in otto parti, ciascuna raccontata da un personaggio e introdotta da una canzone (o da una citazione) che gli fa da sfondo e da colonna sonora, creando una polifonia di suoni, sentimenti ed emozioni. Età di lettura: da 13 anni

Titolo: Un'amicizia pericolosa
Autrice: Suzanne Rindell
Editore: Nord
Numero di pagine: 364
Data di pubblicazione: 6 Giugno 2013
Prezzo: € 17,60
Sinossi: Odalie… Quella mattina del 1924, quando si è seduta alla scrivania accanto alla mia, avrei dovuto capire che avrebbe sconvolto la mia vita. Già da due anni lavoravo come dattilografa alla centrale di polizia di Manhattan e conducevo una vita tranquilla, ordinaria. Ero una ragazza all’antica: sebbene intorno a me il mondo stesse cambiando, non avevo mai nemmeno pensato di tagliarmi i capelli o d’iniziare a fumare. Poi è arrivata Odalie. Il suo caschetto nero, i suoi vestiti eleganti, la disinvoltura con cui teneva la sigaretta… Odalie era così spregiudicata, così sicura, così moderna. In quei giorni, mi sono resa conto che volevo essere come lei e che avrei fatto qualsiasi cosa per riuscirci. Per questo ho accettato di trasferirmi nel suo lussuoso appartamento e l’ho accompagnata alle feste dove si beveva champagne e si ballava fino all’alba al ritmo della musica jazz. E per questo non ho detto nulla quando mi sono accorta che aveva falsificato alcuni rapporti di polizia. Volevo proteggerla. Non potevo immaginare che mi stesse semplicemente usando. Che mi stesse mentendo. Come avrei potuto? Odalie era più di un’amica per me. Era il mio ideale di donna. E invece lei stava architettando la mia rovina…

Titolo: Goddess
Autrice: Josephine Angelini
Editore: Giunti Y
Numero di pagine: 448
Data di pubblicazione: 5 Giugno 2013
Prezzo: € 16,50
Sinossi: Dopo aver accidentalmente liberato l'intero pantheon della mitologia greca dall'esilio sull'Olimpo, Helen deve riuscire a imprigionare di nuovo tutti gli dei senza scatenare una guerra che avrebbe esiti catastrofici. Ma l'ira divina è violenta e travolgente, ed Helen si trova a combattere con un nemico incredibilmente pericoloso. Ora è forte, conscia della sua vera natura e dei suoi doni particolari. I suoi poteri sono aumentati ma si è accresciuta anche la distanza fra lei e i suoi amici di sempre. Da quando un oracolo ha rivelato che nella sua cerchia di conoscenze si nasconde un traditore, tutti i sospetti ricadono sul bellissimo Orion. Helen, combattuta fra l'amore per Orion e quello per Lucas, dovrà fare delle scelte cruciali per evitare lo scontro finale fra dei e mortali. Il destino di Helen si sta per compiere. Solo una dea potrà sorgere per salvare il mondo. È scritto nelle stelle. 
 
Titolo: Shades of life
Autrice: Glinda Izabel
Editore: Fazi “Lain”
Numero di pagine: 250 circa
Prezzo: € 1,99 (ebook)
Data di pubblicazione: 31 Maggio 2013
Sinossi: Juniper Lee potrebbe concedersi ogni lusso. Potrebbe viaggiare senza preoccuparsi di avere una destinazione, abbandonarsi a ogni sorta di eccesso senza temere ripercussioni. Ma non c’è nessun bene materiale che possa distrarla dalla solitudine che la divora, perché Juniper è un spettro intrappolato in una dimensione dai contorni indefiniti. Il suo cuore non batte realmente, e tutto di lei - i suoi respiri, i suoi sorrisi, le lacrime che spesso le solcano le guance, sono solo l’eco di una vita ormai lontana. Juniper è sola e non possiede alcun ricordo. L’unica memoria che sollecita la sua mente, sin da quando si è risvegliata nella sua nuova forma spettrale, è quella di un nome. Il suo. Unica eredità della ragazza che doveva essere stata un tempo. Eppure, nonostante sembri non esserci nulla a legarla al mondo dei vivi, Juniper non riesce a seguire il raggio di luce che potrebbe aprirle le porte dell’aldilà. Quando alla sua porta si presenta Logan, attraente ragazzo dallo sguardo scintillante, tutto per lei si tinge di nuovi e abbaglianti colori. Logan è diverso dagli altri spettri, è come se in sé nascondesse qualcosa di unico, che l’attrae in modo irresistibile. Qualcosa di inspiegabile avviene quando i due si toccano, come l’esplosione di una forza celestiale. E un ingranaggio si smuove nei recessi della mente di lei, facendole provare sensazioni mai conosciute prima. Sensazioni che profumano di ricordi sopiti e verità dimenticate. Sensazioni che potrebbero rispondere alla domanda che l’ha assillata sin dal giorno del suo risveglio: chi è davvero Juniper Lee?
 
Titolo: E l'eco rispose
Autore: Khaled Hosseini
Editore: Piemme
Numero di pagine: 476
Data di pubblicazione: 21 Giugno 2013
Prezzo: € 19,00
Sinossi: Il romanzo si apre nell’Afghanistan del 1950, dove un padre racconta a suo figlio un’antica leggenda. Questa leggenda appartenente alla tradizione afgana rappresenta il detonatore di una potente e tragica storia che dividerà una famiglia intera. Seguendo i percorsi intrapresi dai diversi personaggi che popolano le pagine del romanzo, Hosseini conduce il lettore in un viaggio attorno al mondo, partendo da Kabul e arrivando a Parigi, a San Francisco e alle splendide isole della Grecia. Pagina dopo pagina, la storia prende sempre più forza, i fatti si accavallano l’uno con l’altro e le implicazioni sentimentali ed emotive divengono sempre più centrali. Es l’eco rispose, di Khaled Hosseini, è un romanzo indimenticabile che racconta di come sia possibile ritrovare se stessi attraverso l’amore e il sacrificio.

Titolo: La mosca dorata
Autore: Edmund Crispin
Editore: Giano
Numero di pagine: 240
Data di pubblicazione: Giugno/Luglio 2013
Prezzo: € 12,90
Sinossi: Inghilterra, 1940. Alcuni attori e attrici della scena teatrale londinese vengono convocati a Oxford per mettere in scena una pièce importante che punta al grande successo. Le prove però si rivelano presto difficili perché ad animare il gruppo non è solo l’amore per la recitazione ma anche una certa rivalità interna e un variegato intreccio di relazioni sentimentali, presenti e passate, con relative ruggini e melasse. In particolare, Yseut Haskell, procace attricetta dal talento assai modesto, sembra possedere il gusto perverso del seminar zizzania, cosa che la rende invisa agli altri in modo pressoché uniforme. Così tanto che, quando il secondo giorno si scopre che si è suicidata, nessuno riesce a nascondere il proprio intimo sollievo. Ma a ben guardare, che bizzarro suicidio! Quasi «impossibile». A formulare dubbi è il mentalmente ipercinetico Gervase Fen, quarantenne professore di letteratura inglese del St. Christofer College, eccentrico e franco spesso al limite della maleducazione. Appassionato di trame poliziesche, il suo sogno era giusto quello di avere a che fare, un giorno, con un bel delitto vero da risolvere. Come perdere dunque un’occasione simile? Così, facendo dispetto al suo caro amico Sir Richard Freeman, capo della polizia di Oxford con un debole per la letteratura, orientato a chiudere il caso come suicidio e tornare presto a immergersi tra i suoi amati classici, Gervase a sua volta abbandona di buon grado i libri e, ficcando il naso qui e là, mette insieme i primi dettagli di un quadro delittuoso che si annuncia tanto certo quanto vario e sibillino. Come trovare chi ha sparato quando chiunque ammette che avrebbe volentieri premuto il grilletto? Muovendosi tra l’ambiente del teatro e quello universitario come in un faceto rimbalzo tra messinscena e realtà provata, l’indagine procede tanto per il nostro improvvisato e brillante segugio quanto per il lettore stesso che si ritrova, man mano, con elementi chiari ed altrettanti depistamenti. Fino allo svelamento finale, degno della migliore tradizione del romanzo giallo.