sabato 31 marzo 2012

Passion Bookmarks # 9: Distopia Mania (1)


Buona sera, amici lettori! Dopo diverse settimane di assenza, torna la rubrica Passion Bookmars.
Il tema di questa settimana verrà ripreso anche nei prossimi post, quindi, se avete richieste, non esitate a chiedere! Ink accontenta tutti ! ;)
Si tratta di …. Distopia Mania! Visto l'apprezzato tema avrei voluto realizzare più di tre segnalibri, ma per questa settimana è il massimo che ho potuto fare. I preparativi per il tanto temuto compleanno e queste belle giornate di sole mi prosciugano! Un abbraccio a tutti. Buona domenica ^_^




 I segnalibri sono ispirati a:
L'eredità di Jenna, di Mary E. Pearson ( Giunti Y)
Cinder. Cronache lunari, di Marissa Meyer ( Mondadori)
Matched. La scelta, di Ally Condie ( Lain)

venerdì 30 marzo 2012

Recensione: La Sonnambula, di Essie Fox.


Ciao a tutti! Oggi, la recensione di un mistery gotico e ricco di minuziosi dettagli, uscito nelle librerie italiane lo scorso dicembre. Ispirato all'omonimo dipinto del pittore Millais, La Sonnambula è il romanzo di esordio dell'autrice britannica Essie Fox.
Ringrazio immensamente l'ufficio stampa della Castelvecchi per avermi dato la grande opportunità di recensirlo! Nella mia città era praticamente introvabile!
Se siete amanti dei classici e dei romanzi storici, probabilmente lo adorerete.
Se, invece, pensate di trovare, tra le pagine del romanzo, gli elementi di una ghost story vittoriana, pur rimanendo colpiti dalla complessità dell'intreccio, lo troverete un intrattenimento alquanto lento. Buona lettura!
Ps. Non leggete assolutamente la sinossi completa! Inserendola, non è stato un caso l'avere eliminato gli ultimi righi. Il rischio spoiler è altissimo!

Titolo: La sonnambula. Ogni cuore nasconde un segreto
Autrice: Essie Fox
Editore: Castelvecchi
Numero di pagine: 382
Prezzo: € 18,90
Sinossi: Quando, nella Londra di fine Ottocento, la diciassettenne Phoebe Turner aveva accettato la proposta dell'eccentrico Nathaniel Samuels e, dalla capitale inglese, si era trasferita a Dinwood Court, pensava che tutto si sarebbe risolto in una nuova esperienza; lavorare come dama di compagnia per Lydia, la moglie del signor Samuels, una donna fragile e malata di nervi. Ma c'è un passato tenebroso che non vuole essere dimenticato: un'ombra che segue la giovane Phoebe in quell'isolata residenza di campagna per svelarle la vicenda di un'amante dal cuore spezzato, di una giovane attrice costretta ad abbandonare il palcoscenico, di un maggiordomo in preda a desideri inconfessabili e di una povera ragazza, Esther, la figlia di Nathaniel e di Lydia, ritrovata morta assiderata, tanto tempo prima, nei campi che circondano la casa di Dinwood Court. Al centro di questo labirinto di inganni e tradimenti, Phoebe scoprirà di non essere la persona che aveva sempre creduto. E che la sua venuta a Dinwood Court non era certo stata frutto del caso...

Nessuna diciassettenne sa, di preciso, cosa fare della propria vita.
Phoebe Turner, giovane donna della Londra vittoriana, ha già idee molto definite al riguardo. Nonostante il suo futuro sia un'incognita, è fermamente decisa a non seguire le orme della madre, donna ignorante e superstiziosa, la cui mente è imprigionata nelle tenebre di un ansiogeno dogmatismo religioso.
A dare un senso alle giornate della ragazza ci pensano il glamour e l'allegria trascinante della sua amata zia Cissy, stella dei teatri e angelo del focolare.
Durante un'opera lirica - uno spettacolo teatrale di luci e brillantini - l'innocente sguardo di Phoebe, sostituta di una delle comparse, incrocia quello di un uomo affascinante ed enigmatico. Immediatamente percepisce un brivido di tensione sul bel volto della zia. Una lacrima fugace intacca il suo trucco perfetto. Cosa nasconde? Chi è quell'ombra longilinea che proviene direttamente da un passato che non vuole essere cancellato?
Alcune domande, però, sono destinate a non avere mai risposta e la morte improvvisa di Cissy seppellisce sotto una dura lapide i dubbi della protagonista.
Il suo mondo si infrange, un torrente di tristezza sembra investirla. La madre diventa più fretta e distante, le spese di casa più ingenti, il ricordo del tocco di un misterioso sconosciuto ossessione per il suo cuore in subbuglio.
Poi, il destino si svela davanti ai suoi occhi.
Cancelli imponenti. Alberi fitti e secolari. Gargoyle che sogghignano dall'alto di un tetto. Un lavoro come dama di compagnia a Dinwood Court, presso l'eccentrica Lydia Samuels.
Dietro velette, cappelli e abiti alla moda, la signora Samuels tenta di celare il precario rapporto con il marito Nathaniel, il rancore verso il giovane figlio e la morte inspiegabile della figlioletta Esther, la cui tomba è una macchia grigia nel cuore del bosco.
Una vita difficile nella quale Phoebe assume un ruolo rilevante. Circondata da spie e segreti, tra drammi familiari e losche passioni, la giovane protagonista imparerò sulla propria pelle che non si può sfuggire al proprio destino. Ogni cuore nasconde il suo segreto. Ogni vita spezzata reclama giustizia. Ogni nodo sarà sciolto dai denti di un pettine.
La curiosità legata al romanzo d'esordio di Essie Fox era tanta. Già dalle prime anteprime, ero rimasto, infatti, profondamente suggestionato dal contrasto tra i colori sgargianti della copertina, i caratteri gotici del titolo e il contenuto teso della trama.
Uno strano sesto senso mi lasciava presagire una suggestiva commistione tra le atmosfere rarefatte di Zafòn, la poesia dei classici, la complessità di un romanzo di formazione e l'intricato intreccio di un originale poliziesco in costume. Sulla Sonnambula, tuttavia, non è possibile formulare un giudizio netto.
Non mi ritengo affatto un malinconico amante dei classici, ma non nascondo l'efficacia di questo libro, che nasconde, in seno, l'inestinguibile essenza di alcuni tra i titoli più rilevanti del passato. Sfogliando le pagine scritte dalla Fox, non si può fare a meno di essere meravigliati dalla sua indiscutibile maestria: lunghe e minuziose descrizioni, corposi capitoli e un lavoro di accurata introspezione rendono il suo romanzo un esordio brillante e un esaudiente romanzo storico. La sua passione trapela da ogni riga. Il suo amore per la letteratura è impresso nei tratti di ognuno dei personaggi, nei quali sembra riflettersi l'ombra di alcuni dei protagonisti più indimenticabili di un passato sempre vivo.
Leggendo di Phoebe e del suo arrivo a Dinwood Court è impossibile non pensare a Jane Eyre e al mistero di Thornfield Hall. Lydia Samuels – volubile, fragile, malinconica e sensibile – è l'epigona della Miss Havisham di Grandi Speranze. L'affascinante e torvo Nathaniel ha in sé molto del celebre signor Rochester. La tensione e l'inspiegabile odio tra la protagonista e Joseph ricorda il rancore viscerale tra Catherine e Heathcliff.

mercoledì 28 marzo 2012

Tre60: Le novità di Aprile!

Ciao a tutti, amici lettori! Sono veramente felice, questo pomeriggio, di annunciarvi le prossime uscite della Tre60, che, a partire dalla fine di Aprile, è pronta a regalare nuove e grandi emozioni ai lettori italiani. Ancora una volta, a un prezzo bassissimo, questa nuova collana pubblica titoli originali e inediti, curati nel dettaglio e resi ancora più affascinanti dalle suggestive copertine. Ahimè, vi svelo un segreto! La Tre60 è colpevole di avermi fatto infrangere una promessa solenne che durava dai primi di Gennaio. Dopo diversi mesi di astinenza dalle librerie, infatti, la settimana scorsa mi sono fiondato al centro commerciale per acquistare il thriller Lo specchio del male, di David Simon Mazzioli. Che abili tentatori! Quanti, come me, si lasceranno persuadere da tutte queste belle pubblicazioni?

Titolo: La miamorfosi
Autore: Franz Kafka - Coleridge Cook
Editore: Tre60
Numero di pagine: 192
Prezzo: € 9, 90
Sinossi: Ogni mattina, Gregor Samsa si alza alle quattro in punto, si veste in tutta fretta nel buio della sua stanzetta, consuma una colazione frugale e si precipita in stazione per prendere il treno delle cinque. Che ci sia il sole o la nebbia, che piova o nevichi, infatti, l’umile commesso viaggiatore non può permettersi un minuto di ritardo né di perdere un cliente, pena il licenziamento. Un giorno, però, la solita routine viene spezzata da un evento a dir poco curioso. Sono quasi le sette e Gregor si rotola ancora pigramente tra le coperte, più calde e confortevoli che mai. Poi, emergendo dal torpore di un sonno funestato da strani incubi, si rende conto di essere «cambiato»: ha quattro zampe bianche e pelose, artigli ingovernabili, una coda lunga e ribelle, guance coperte di pelo e vibrisse frementi… Insomma, è diventato un tenero micetto. Cos’è successo? Come spiegare quella trasformazione alla famiglia e al suo datore di lavoro? Come fare anche solo ad uscire dalla camera da letto?
Considerato un «romanzo imperdibile» dal Publishers Weekly e un «gioco letterario intelligente e godibilissimo» dall’autorevole Huffington Post, La miaomorfosi è una sorprendente rivisitazione in chiave felina di un classico della letteratura del Novecento, per indagare da una nuova prospettiva i meandri dell’animo umano.

Titolo: L'isola perduta
Autore: Jack Rogan
Editore: Tre60
Numero di pagine: 448
Prezzo: Coste frastagliate e inospitali, fondali insidiosi, relitti di navi sparsi ovunque: è questo lo scenario che si presenta ai membri dell’equipaggio dell’Antoinette, un cargo proveniente da Miami e arrivato in quella remota isola nel mar dei Caraibi per incontrare la Mariposa, un peschereccio che trasporta un carico illegale di armi. Lontana dalle consuete rotte di navigazione e segnata solo sulle antiche mappe dei cacciatori di tesori, quell’isola è infatti il luogo ideale per l’approdo di trafficanti e contrabbandieri. Tuttavia, poche ore prima dell’appuntamento, dalla Mariposa è giunta via radio una comunicazione incomprensibile e allarmante: grida disperate, urla strazianti e, infine, il silenzio. E adesso il peschereccio è alla deriva e l’unico superstite, terrorizzato e moribondo, farfuglia frasi sconnesse, ripetendo ossessivamente una parola inquietante: los diablos
Nel frattempo, al largo dell’isola, un’altra nave è in attesa. Gli uomini a bordo stanno aspettando il segnale dell’agente dell’FBI imbarcato sotto copertura sull’Antoinette per intervenire e sventare lo scambio della merce. Ma tutti coloro che si trovano nelle vicinanze di quel luogo maledetto non possono immaginare che presto dovranno affrontare una minaccia finora sconosciuta all’uomo, i cui echi di morte, però, si perdono nella notte dei tempi…

Titolo: Il seme dell'apocalisse
Autore: Fran Ray
Editore: Tre60
Numero di pagine: 448
Prezzo: € 9,90
Sinossi: In un laboratorio della facoltà di genetica dell’Université Pierre et Marie Curie, viene rinvenuto il cadavere orrendamente mutilato del professor Jérôme Frost. Da subito, i sospetti ricadono sulle organizzazzioni eco-terroristiche, anche perché sulla parete è stato tracciato col sangue un messaggio chiaro: Il nuovo mondo dei ricercatori genetici
Ethan Harris è sconvolto: rientrato da un viaggio di lavoro, ha trovato la moglie Sylvie morta in camera da letto. Una confezione di sonniferi vuota e un biglietto d’addio lasciati sul comodino sono prove inequivocabili di un suicidio, ma Ethan non può accettare il fatto che Sylvie, una donna solare e brillante medico in carriera, abbia deciso all’improvviso di togliersi la vita. E, quando scopre che poche sere prima lei si era incontrata in segreto con il professor Frost, l’uomo si convince che le due morti siano collegate e che i responsabili abbiano disseminato le scene del crimine di falsi indizi per sviare la polizia. Determinato a vendicare la moglie, Ethan si lancia quindi in un’indagine privata che lo porterà sulle tracce di un misterioso progetto su cui Sylvie e Frost avevano lavorato per conto dell’Edenvalley, una multinazionale che produce semi geneticamente modificati: un progetto che potrebbe cambiare per sempre la vita sulla Terra, un progetto che, forse, nessuno ormai può fermare…

martedì 27 marzo 2012

I ♥ Telefilm: C'era una volta. Once upon a time


A cosa servono le favole? I grandi classici, le vecchie fiabe...c'è un motivo per cui le conosciamo tutti!
Le usiamo per affrontare il mondo. Grazie a loro acquisiamo la cosa più importante che si possa avere: la Speranza.”

Le fiabe hanno colorato l'infanzia di tutti noi.
Hanno dato vita a viaggi immaginari e a sogni ad occhi aperti, a idee solide ed immortali e a ricordi inestinguibili. Sono concrete, dotate di colori e perfino di odori. Nutrimento per l'anima, calore per il cuore. Hanno quella sfumatura calda e dorata che solo i bambini si ostinano a vedere -vivida e brillante- su ogni cosa. Odorano di famiglia e passato; di mamme e papà chini sui nostri lettini con un tomo rilegato in grembo e un sorriso dolce sul volto.
Ci danno forza, ci riempiono di ottimismo e ispirazione.
I tempi passano, nuove mode si affermano, ma le favole – come la fantasia- non passano mai di moda.
Basta sollevare gli occhi e guardarsi attorno per vederle lì: sugli scaffali di una libreria, sullo schermo di una TV, tra le pagine di un recente urban fantasy...
Affascinanti e sempre attuali, sono continuamente materiale per il cinema e la letteratura contemporanea. Non so se abbia già acquisito i caratteri di una nuova moda, ma ho il sospetto che i mondi fiabeschi siano riusciti a sconfiggere a colpi di “C'era una volta” l'algida bellezza dei vampiri.
No, non preoccupatevi! Non si tratta dell'ennesimo delirio del vostro Mr. Ink! Ho scritto questa premessa per introdurvi il titolo che tratterò nella nuova puntata della rubrica I love Telefilm: si tratta di Once Upon a Time ( C'era una volta), un'acclamata serie americana debuttata – lo scorso autunno- sulla ABC.
La serie, fresca e fantasiosa, sarà la gioia di tutti i nostalgici. Le favole più amate di sempre rivivono, infatti, in una veste tutta nuova, che mescola atmosfere gotiche e amori proibiti alla potenza della magia. Vi siete mai chiesti cosa succeda dopo il celebre “..e vissero per sempre felici e contenti”? Cosa ne sia stato dei nostri cari protagonisti e dei più crudeli villains?
Gli acclamati creatori di Lost, attraverso episodi fitti e ben costruiti, vi danno le risposte che non avete mai saputo trovare. A causa di un incantesimo oscuro, sono stati tutti confinati nella cittadina di Storybrooke, Maine. Ignari della loro identità e delle avventure che, in un mondo parallelo, hanno vissuto, vivono vite comuni e monotone in un paese in cui non esiste tempo alcuno. I più grandi amori sono stati spezzati, gli eroi più coraggiosi hanno perso le loro virtù, le principesse più belle, invece, hanno visto sfiorire i loro sogni d'amore all'insegna di una noiosa quotidianità. Biancaneve lavora come maestra in una scuola elementare, il principe azzurro giace in coma in un letto d'ospedale, Cappuccetto Rosso fa la cameriera nell'albergo della sua scorbutica nonnina, il subdolo Tremotino sbarca il lunario con il suo negozio di pegni, Geppetto è semplicemente un simpatico vecchietto con un lavoro umile e un marcato accento italiano. Fanno i lavori più disparati, vivono le vite più comuni. Si conoscono, si incrociano, si parlano, ma non riescono a ricordare. Sulle loro menti gravano le nebbie del sortilegio scagliato da Regina, sindaco di Storybrooke e matrigna di Biancaneve, che, invidiosa ed amareggiata, ha voluto privare i nostri eroi di un epilogo felice e li ha condannati al pallore della quotidianità.
Emma Swan vive in una grande città e, lei, alle fiabe non ha mai creduto. Probabilmente, di tanto in tanto, qualche ubriacone le avrà anche dato della “principessa” nel vano tentativo di rimorchiare, ma la sua vita non ha mai avuto i toni dolci di una favola. Una vita insoddisfacente e una dura professione sembrano attenderla, finché alla sua porta non si presenta il piccolo Henry.
Il bambino che non ha mai visto. Il figlio che, una decina di anni prima, aveva deciso di non volere e di dare in affidamento a genitori più degni.

Anteprima: Mi chiamo Chuck. Ho diciassette anni. E, stando a Wikipedia, soffro di un disturbo ossessivo-compulsivo, di Aaron Karo

Ciao a tutti! Ritornando a casa, sono stato veramente felice di trovare nella posta elettronica una mail con questa simpaticissima anteprima. Si tratta del romanzo d'esordio di Aaron Karo, pubblicato in Italia dalla Giunti Y. Tra le belle pubblicazioni di questa collana, queste sono quelle che di gran lunga preferisco! Romanzi ironici, brevi e schietti, capaci di fare riflettere con la leggerezza di un sorriso su un tema delicato e attuale. Già il titolo è tutto un programma! Non lo leggo ancora, ma già sento di adorare il protagonista. Entrambi siamo un tantino paranoici e ansiosi e abbiamo una smodata ossessione per le Converse! Il quattro aprile, giorno di uscita del romanzo, è anche il mio compleanno: insomma, è destino! xD

Titolo : Mi chiamo Chuck
Sottotitolo: Ho diciassette anni. E, stando a Wikipedia, soffro di un disturbo ossessivo-compulsivo.
Autore: Aaron Karo
Editore: Giunti Y
Numero di pagine: 288
Prezzo: € 12, 00
Data d'uscita: 4 Aprile 2012
Sinossi: Chuck Taylor ha diciassette anni e mille paranoie. Si lava le mani continuamente, controlla ossessivamente le manopole dei fornelli e il terrore dei germi condiziona le sue relazioni sociali, di fatto quasi inesistenti se si esclude Steve, goffo amico del cuore bersaglio delle angherie dei bulli della scuola. Chuck ha anche una sorella, Beth, che lo ignora al punto da negargli persino l’amicizia su Facebook. La sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di sé. E poi ci sono le Converse All Star: ne possiede decine di paia di ogni colore che ha abbinato ai vari stati d’animo. Converse rosse = arrabbiato, gialle = nervoso e così di seguito. I genitori, però, sono sempre più preoccupati e, nonostante le rimostranze di Chuck, decidono di spedirlo dalla strizzacervelli. Ma è l’arrivo di una nuova compagna di classe a cambiare radicalmente la vita di Chuck e ad aggiungere un nuovo colore alla sua collezione di Converse.
Impossibile non ridere con questo esilarante racconto in prima persona di Chuck, uno dei più divertenti e struggenti personaggi della narrativa contemporanea.

DAL LIBRO
La mia definizione di sporco e la vostra definizione di sporco probabilmente sono molto diverse. Voi vi lavate le mani dopo aver mangiato il pollo o dopo aver fatto la cacca. Io devo lavarmele dopo aver toccato un animale, un bambino, una cassetta delle lettere, un pulsante dell’ascensore, i soldi – le monete soprattutto –, le mani degli altri, qualsiasi cibo – sale, pepe e condimenti compresi – e qualsiasi cosa io consideri «della natura» – erba, terra, legno e così via.
Mi lavo le mani un botto di volte.
Spesso è l’unica cosa a cui riesco a pensare.

L'AUTORE
Aaron Karo è un giovane autore di libri di fiction umoristica, bestseller nelle classifiche americane e apprezzati per la vena graffiante e sfacciata. Dal 1997 Karo è anche editorialista di una rubrica seguitissima, che ha avuto così tanto successo da diventare un social network. Questo è il suo primo romanzo per YA.

lunedì 26 marzo 2012

Anteprima: Lo specchio delle fate, di Jenna Black


 Titolo: Lo specchio delle fate
Autrice: Jenna Black
Editore: Newton & Compton
Numero di pagine: 288
Prezzo: € 9, 90
Data d'uscita: 13/03/2012

Avalon, dove il mondo umano e quello incantato magicamente si incontrano
Dana Hathaway non lo sa ancora, ma sta per cacciarsi davvero nei guai. Quando sua madre si presenta al saggio di fine anno ubriaca, la ragazza capisce di averne abbastanza: è giunto il momento di prendere un volo che dagli Stati Uniti la porterà fino alla lontana Inghilterra. È diretta verso la mitica città di Avalon, l’unico posto sulla terra in cui il mondo umano e quello delle fate entrano in contatto e dove vive il suo misterioso padre. Ad Avalon però, il viaggio comincia ad andare storto e Dana si trova invischiata in un gioco molto pericoloso: qualcuno sta cercando senza dubbio di farle del male. Ma soprattutto, sembra che tutti vogliano qualcosa da lei: sua zia Grace, Ethan, un affascinante ragazzo dotato di straordinari poteri, e Kimber, sua sorella. Ma cosa, esattamente? Persino suo padre pare intenzionato a tenerla all’oscuro di tutto quello che le sta accadendo… Intrappolata tra due mondi, coinvolta in oscure trame di potere, la ragazza non sa più di chi può fidarsi, ma ha capito bene che la sua vita non potrà più tornare quella di una volta.
Qui, in anteprima, le prime pagine: qui

  Un successo internazionale. Sarà tradotto in Francia, Germania, Russia, Brasile, Ungheria, Turchia.

«Il viaggio ammaliante di Jenna Black nella terra di Avalon è una combinazione di esseri misteriosi, buoni amici, pericoli mortali; un libro magico da cui non puoi staccarti fino all’ultima pagina.» Carrie Jones, autrice di Need. L’amore che vorrei

«Jenna Black gestisce con destrezza una miscela di generi e culture, dando a Dana una credibilità che invita i lettori a fare il tifo per lei…
Lo specchio delle fate è un inizio molto promettente.»Booklist
«Jenna Black mischia sapientemente elementi del fantasy e dell’urban fantasy, e la forza e la determinazione di Dana la rendono un’eroina di prim’ordine. Una scelta sicura per gli appassionati delle fiabe contemporanee.»
Publishers Weekly
 
Dopo una lunga battaglia promossa dalla simpaticissima Glinda ( Atelier dei Libri), la Newton ha deciso di mantenere l'affascinante copertina originale di questo nuovo fantasy: mitici! Che ne dite? Sarà il solito urban fantasy o una ventata d'aria fresca in un panorama ormai annebbiato dai soliti luoghi comuni?


sabato 24 marzo 2012

Recensione : Un uso qualunque di te, di Sara Rattaro

Oggi, cari lettori, la recensione di un romanzo che si è fatto leggere in meno di 24 ore.
Una storia di quotidianità, drammi e amori, con la quale c'è stato un approccio quasi casuale. La voglia di staccare un po' dai soliti generi, mi ha fatto rifugiare tra le pagine di questo intenso spaccato di vita. Non avrei mai immaginato che fosse tanto frenetico da non concedere nessuna tregua. Un enorme grazie alla Giunti, senza la quale , probabilmente, non avrei mai intrapreso questa ripida scalata nell'animo di Viola, la protagonista del romanzo. Buona lettura!
Titolo : Un uso qualunque di te
Autrice: Sara Rattaro
Editore : Giunti “ A”
Numero di pagine : 208
Prezzo : € 12,00
Sinossi: Una famiglia borghese apparentemente serena è quella formata da Viola, Carlo e dalla diciassettenne Luce: grandi occhi spalancati verso il futuro. Distratta madre e moglie, Viola coltiva mille dubbi sul suo presente e troppi rimpianti camuffati da consuetudini. Carlo, invece, è un marito presente e innamorato e la solidità del legame famigliare sembra dipendere soprattutto da lui. È quasi l'alba di una notte di fine primavera quando Viola riceve un messaggio da suo marito che le dice di correre in ospedale. Stava dormendo fuori casa e si deve rivestire in fretta, non c'è tempo per fare congetture, il cellulare ora è scarico e nel messaggio non si dice a quale ospedale debba andare né cosa sia successo. Una corsa disperata contro il tempo, i sensi di colpa e le inquietudini che da anni le vivono dentro. Fino al drammatico faccia a faccia con il chirurgo le cui parole porteranno a galla un segreto seppellito per anni e daranno una sterzata definitiva al corso della sua esistenza. 
 
                                        La recensione
Un inno d'amore a cuore aperto.
Una storia di inizi ed epiloghi. Un racconto di quotidianità e vita.
Pagine di diari trapelanti emozione, rabbia e sentimenti. Pagine che profumano di mattine umide di alba e caffè, di colori ad olio e verità mai dette, di stanze asettiche e corridoi sterili, di ospedali e amori eterni. L'amore... la più feroce delle dipendenze, il più bruciante dei bisogni; nutrimento segreto dell'egoismo, figlio illegittimo della bugia.
Viola, quarant'anni, ne è malata. E' quel bisogno che la spinge a cercare le attenzioni degli altri, lo sguardo lascivo degli uomini radunati in un'unica stanza, le attenzione che il suo affettuoso marito non è più in grado di darle. Logorata da questa esigenza impellente, vive una doppia vita. Una maschera di cera, con un sorriso falso dipinto sotto i suoi occhi inespressivi, cela quelle verità che non riesce nemmeno ad mettere a sé stessa. Mente e basta. Lo fa perché è egoista, lo fa perché vuole che l'illusione di una famiglia continui a farla star bene. In un giorno come gli altri, il suo mondo crolla. La tragedia mette a nudo la sua fragilità, che, come quando un giocattolo cade in mille pezzi, è mostrata nella complessità dei suoi ingranaggi e nei chiaro-scuri delle sue sfumature. E' a questo punto che la tormentata Viola svela ai lettori le corde segrete della sua anima. La nudità non la spaventa, per lei non è tabù. E' la prima volta, tuttavia, che a cadere al suolo non sono il suo vestito da sera e le sue calze ricamate; questa volta cade la sua corazza invisibile, quel tappo di fiato che ha nascosto la sua voce nuda al mondo circostante. Lei parla, e passato e presente si mescolano. Ricordi felici e ricordi tristi acquisiscono un retrogusto dolce-amaro e nuove consapevolezze li arricchiscono. Il primo incontro con il marito Carlo, il rapporto conflittuale con l'asfissiante suocera, le risate con la sua migliore amica, lo stimolante lavoro nella galleria d'arte, il ricordo di un amore giovanile mai estintosi, l'evanescente rapporto con la figlia e ancora bugie, bugie e bugie.
Non si protegge dietro inutili perifrasi ed enigmatiche frasi da interpretare. Con voce rotta e fiera, si rivolge a un “tu” generico; al marito, alla figlia. A me e a te. Non cerca giustificazioni, non fornisce risposte che non è in grado di dare. Parla, e la sua voce diventa una morsa d'acciaio serrata attorno al nostro cuore. Giunge forte e chiara, poetica e diretta. Man, mano che si ci avvicina al finale l'ansia cresce. Il dolore diventa parte di noi, fisico. Poi arriva ... Una detonazione nella quiete della notte, un estremo atto di coraggio, un grido che lascia echi stridenti e unghia nella carne, l'immediata espiazione di colpe tanto grandi. Un po' come aveva fatto Margaret Mazzantini con Non ti muovere, Sara Rattaro firma un soliloquio intenso e spiazzante, stavolta, però, tutto al femminile. Una storia tutta italiana che - voi siate donne o uomini - vincerà qualsiasi ritrosia iniziale.
Un uso qualunque di te è una confessione gridata al mondo, una lettera straziante per un genitore del futuro. La storia di una cattiva madre e di una moglie negligente, la cui sincerità vince qualsiasi obiezione. Contro i pregiudizi. Contro le convinzioni.
Il mio voto: ★★★★ +
Il consiglio musicale : Sono solo parole – Noemi 

giovedì 22 marzo 2012

Recensione : Il canto delle ombre, di Camilla Morgan - Davis

{ There's a thunder in our hearts, baby }  
 
Titolo: Il canto delle ombre
Autrice: Camilla Morgan- Davis
Numero di pagine: 216
Editore: Zero91
Prezzo € 15,00
Sinossi: Ad Amadriade, Maila, la ragazza con sangue di lupo, affida alla Luna il suo desiderio più intimo. Ritrovare Ren, il suo amore, il suo Othar. Solo una nuova visione, un nuovo sogno, potrebbe indicarle il luogo in cui lui è tenuto prigioniero o dove il suo corpo è stato abbandonato. I sogni di Maila sono però minacciati da alcuni Demoni, i Velatori, che vogliono impadronirsi della sua mente per accedere al regno della Luce e perdere la loro essenza di Ombre. Intanto, i Disincarnati, gli antichi nemici dei licantropi, hanno allestito una cellula segreta a Ochate. In questo paese del nord della Spagna, tengono prigionieri gli uomini lupo cercando l'Arma Celeste, un pericoloso veleno custodito da secoli in un luogo misterioso - in grado di sterminare ogni lincantropo. Maila sarà chiamata ancora una volta a onorare il suo ruolo di Prescelta. Lascerà Amadriade per mettersi in viaggio verso la città spagnola di Ochate. Affronterà la minaccia dei Velatori e la furia dei Disincarnati che incombe sul destino del suo popolo. Forse la Luna veglierà sul suo amore per Ren. 
 

Sono passati solo pochi mesi dagli avvenimenti narrati ne Il canto della notte, ma tante cose sono cambiate nella vita della Prescelta. Ora che il suo amato Ren è scomparso, nuovi pericoli minacciano la sua incolumità.
Pericoli reali nascosti tra le tenebre di una cittadina spagnola , sfigurata- in passato - dal tremendo flagello dell'inquisizione; pericoli concreti che si annidano nell'animo nero della crudele Beatrice, sanguinaria leader dei Disincarnati.
Ma non c'è soltanto la minaccia della leggendaria Arma Celeste a rendere agitato il sonno della giovane Maila. Appena sotto le sue palpebre serrate, sulla soglia della Porta di Avorio, un'entità antica come il mondo brama di privare gli uomini della dolcezza dei loro sogni. Inganni e menzogne sono le armi di Satariel, regina di ombre e incubi disturbanti. Avere tra le mani il secondo volume di una trilogia è sempre un'esperienza entusiasmante e incerta al tempo stesso. Come ho spesso scritto, si ha la sensazione di ritrovare tra le pagine il volto di un amico mai dimenticato e la stessa emozione che – in un momento non lontano del passato – il precedente capitolo ci aveva regalato.
Decidere di proseguire con una serie è, tuttavia, anche una sfida per noi stessi, combattuti tra la curiosità di saperne ancora e la paura di trovarsi a leggere un tomo privo della sua originaria essenza.
L'incipit di Il canto delle ombre è stato immediatamente brutale e prepotente. Perfetto.
In questo secondo romanzo della trilogia, ritornano l'inconfondibile stile dell'autrice e l'intensa protagonista nata dalla sua dirompente immaginazione.
La calorosa accoglienza fatta al suo romanzo d'esordio non ha cambiato lo spirito dell'autrice. Ancora una volta , autentica e trascinante, firma una storia forte e romantica, le cui parole sono cicatrici roventi sulla pelle e nel cuore.
Con l'eleganza che le è propria, rovescia fiabe e storie popolari, trasformando il placido mondo dei sogni in una prigione gelida ed inviolabile. Il motivetto di una celebre canzone Disney cantava: “ I sogni son desideri di felicità ..”; la Morgan- Davis riesce a carpire il loro fascino oscuro e misterioso, mettendo in evidenza le tragiche sfumature che acquisiscono con lo scoccare della mezzanotte. Tutto viene deformato, stravolto. Filtrato dallo sguardo vermiglio del demone Satariel, il cui personaggio porta con sé quel fascino intramontabile che è tipico degli antagonisti delle leggende più celebri: subdola e multiforme, si muove negli abissi dell'incubo come una sanguinaria sirenetta animata dall'ebrezza della crudeltà.
Tra sogno e realtà, verità e delirio, Il canto delle ombre spicca per l'eccellente caratterizzazione dei personaggi femminili. Rabbiosa e passionale, Maila è la Lisbeth Salander del panorama fantasy. Angelo e demone, guerriera e amante, lupo e gazzella, gelida lama e fiore delicato, è una protagonista unica e complessa. Guidata dalla Luna e provata dagli inganni delle Ombre, mantiene inalterata la sua spiccata personalità, confermandosi un'eroina d'altri tempi nel vasto panorama dell'urban fantasy. In lei si scontrano l'innocenza di Giulietta, l'impeto dell'Angelica di Ariosto e l'anima sanguinaria dell'Elettra di Sofocle.
Accanto a lei, Beatrice, il cui nome è in netta antitesi con i pensieri che bruciano la sua folle psiche. Il suo personaggio scarno, delineato in maniera essenziale e semplice, riesce a risultare grandioso nella sua malvagità. Si ha la stessa impressione di quando, durante la visione di un film, il breve cammeo di un grande interprete scatena in platea uno scroscio di chiassosi applausi. Ecco, Beatrice ha la stessa forza espressiva di una Helen Mirren – Meryl Streep: anche poche battute sono in grado di fare la differenza e di lasciare tracce evidenti del suo passaggio tra i singoli capitoli.
In filigrana, un'accurata e originale ricostruzione storica.
Tra incursioni ,torture e frenetici combattimenti, emerge un nuovo lato di questa nostra talentuosa conterranea. Gli elementi propri del manga e delle arcane storie nipponiche incontrano il ritmo degli action movie hollywoodiani “Resident Evil” e “Underworld”.
Il rock dei Led Zepelin incontra Luce, di Elisa.
Pur mantenendo inalterate le sue caratteristiche peculiari, il secondo romanzo di questa innovativa trilogia perde un po' di quell'aura nebbiosa e misticheggiante che pervadeva Il canto della notte. Si dissipano le nebbie e le ambientazioni boschive perdono un po' della loro primordiale essenzialità. Devastante l'epilogo. Bruciante l'attesa del sequel.
Il mio voto: ★★★★
Il consiglio musicale: Smells Like Teen Spirit (Nirvana) – David Garret 

mercoledì 21 marzo 2012

Mr. Ink e i suoi deliri : Quando la paura fa … 18 !


E' da un po' che sono preda del più strano dei malesseri. Mi rifugio più intensamente tra le pagine di un libro. Mi chiudo sempre più a lungo nei miei silenzi inspiegabili. Sempre più spesso sento il peso gravoso di un masso premermi sul petto e mozzarmi il fiato. Quando è cominciato tutto ?Credo di sapervelo dire con certezza matematica. E' stato in una domenica di qualche settimana fa : il 26 Febbraio. Quella mattina esattamente uguale alle altre, mi sono alzato con il suono delle campane. Sono loro, ogni domenica, a svegliarmi con il familiare clangore che – alle 9:30 spaccate – chiama in chiesa i fedeli maggiormente praticanti. Doccia, colazione, spazzolino e dentifricio, compiti. E un cerchio invisibile a confondermi le idee e rodermi il cervello. La bocca secca e impastata.
Sì, avete supposto bene . Quella domenica , mentre tentavo invano di concentrarmi sulla versione di greco da correggere in classe il giorno successivo, dovevo fare i conti con i postumi causati da qualche bicchiere di troppo …  da qualche bottiglia di troppo ( Dettagli xD ) ! Una serata passata con gli amici di sempre. Un veglione di Capodanno giunto tremendamente in ritardo. La festa di un compleanno di diciott'anni e il divertimento che trascina dietro di sé : festoni colorati e coriandoli sparsi.
Niente di straordinario . La terza in ordine cronologico dall'inizio di questo 2012. La terza nell'ambito della mia classe , la seconda liceo di un Liceo Classico statale.
A fine serata, mentre i flash delle macchine fotografiche si confondevano con gli auguri e le risate, le ragazze della mia classe mi si sono avvicinate con un sorriso a trentadue denti e , con la voce colma di euforia, mi hanno gridato – per coprire la musica sparata ad alto volume dalle casse – una frase innocua, ma che ha acquisito per me il suono raggelante di una battuta da film dell'orrore :“ Sei il prossimo !”.
Già, proprio così . Il prossimo maggiorenne sono io. Riprendendo il titolo di un recente romanzo , io sono il numero quattro ! Emozioni ? Sensazioni ? Autori di YA , fatevelo dire : non ci capite un BIIIIIP !
Da bambino aveva tanta fretta di crescere. Avevo voglia di libertà e autonomia : voglia di mangiare il pollo con le mani e di abbuffarmi con enormi cucchiaiate di Nutella ; voglia di stare sveglio fino a tardi e di fare solo la minima parte dei compiti assegnatomi.
Adesso , invece, vivo con lo stesso stato d'animo di un carcerato condannato alla sedia elettrica. Sono strano , forse, ma ,fra tutte le emozioni che provo , la felicità non fa nemmeno timidamente capolino. Me ne sono accordo questo Natale, quando , aiutando i miei genitori a decorare il solito albero spennacchiato e portatore di numerosi ricordi e sensazioni, mi sono detto : “ E' l'ultimo Natale che passerò da minorenne … poi ? Chi sa !”. Bho, come se all'alba del quattro Aprile perdessi il vecchio me stesso ; le mie vecchie abitudini.
Probabilmente non cambierà esattamente niente, lo so . Non mi comparirà improvvisamente la tipica pancetta da pensionato , non mi cresceranno un paio di severi baffoni e non sentirò il noto di una scomoda cravatta stringersi attorno al mio collo. Però – se così si può definire- ho paura. Una paura matta e insensata .
La stessa paura che si trovavano a vivere i secentisti , sentendo le notizie della rivoluzione scientifica diffondersi e le loro fragili convinzioni crollare. La stessa paura vissuta dai pulcini che , abbandonando il calore del loro nido, devono osare e spiccare il volo. Un attimo, e tutto cambia. BOOOM ! Un Big Bang chiassoso e colorato che ha il ritmo di Ai se eu te pego, Danza Kuduro e Happy Birthday to you. Un boato che esplode trascinando dietro di sé malinconia e ricordi ingialliti. Un boato che porta con sé una promessa che non sono in grado di mantenere.
Poi eccola … la vita in una canzone …. 
To be continued ( ?!?!?) .
by  "PiccoloLeopardi-in-erba / Mr. Ink "


martedì 20 marzo 2012

E' tempo di TimeCrime ... e Marzo si tinge di giallo !


Ciao a tutti, amici lettori !
Oggi , una notizia che sarà una grande gioia per tutti gli amanti del thriller. La TimeCrime, nuovo marchio della Fanucci specializzato nella pubblicazione di gialli e polizieschi dal sapore internazionale , ha svelato i titoli di due delle sue prossime uscite che, dalla fine del mese, non mancheranno – con il loro mistero e la suspense che trapela dalle loro inquietanti sinossi - di regalare ore da brivido ai lettori più impavidi.
Vi ricordo che, seppure a un prezzo stracciato, i romanzi di questo marchio sono dotati di copertina rigida e sovracopertina e spiccano nel panorama letterario per qualità e completezza. Come ho detto parlando della Newton & Compton, anche con la TimeCrime è il caso di dirlo : leggo bene, spendo poco !

Perfettamente inserito nella migliore tradizione dei grandi thriller storici, I sonnambuli ritrae, con impressionante vividezza, una Berlino alle soglie della catastrofe: una civiltà assediata da una profonda crisi sociale e morale, che si sta aprendo all’avvento del nazismo e di quel mostruoso sonno della ragione che tale avvento porterà con sé.

Titolo: I sonnambuli
Autore: Paul Grossman
Editore: TimeCrime
Prezzo: € 7,70
Data di pubblicazione: 29 Marzo 2012
Numero di pagine: 380
Sinossi: Berlino, 1932. Durante i mesi durante i quali si consuma l’agonia della Repubblica di Weimar, il corpo di una giovane donna affiora dalle acque del fiume Havel, nei pressi di Spandau.  Ritrovare un cadavere nel caos di una Germania postbellica che la sconfitta e la Grande Depressione hanno messo in ginocchio non è certo una novità: ma qui c’è qualcosa di diverso, d’inspiegabile. I capelli della ragazza sono tagliati troppo corti; le gambe, percorse da un intrico di cicatrici, hanno assunto una postura bizzarra, come se qualcuno avesse cambiato verso ai peroni. Gli agenti di polizia hanno scelto per lei un nomignolo agghiacciante: ‘la Sirena’. Sarà solo la prima di una lunga serie di vittime, tutte donne, giovani, straniere, menomate da atroci interventi chirurgici. Ma chi ha fatto una cosa del genere? E perché?
Starà all’ebreo Willi Kraus, il più celebre detective di una Kriminal Polizei, risolvere il mistero, inoltrandosi in un mondo di orrori che prefigura il consumarsi, di lì a poco, di ben altri orrori: il Terzo Reich.

Un  thriller solido,  ambientato in un periodo storico, gli anni ’30,  tra i più affascinanti, e nelle viscere di una città e di un mondo sulle soglie della follia.” Kirkus Reviews

Dopo Costretta al silenzio, il grande ritorno di Linda Castillo con il secondo volume della serie bestseller che l’ha imposta come una delle voci più autorevoli del crime internazionale.

Titolo: Una lunga notte
Autore: Linda Castillo
Editore: TimeCrime
Prezzo: € 7,70
Data di pubblicazione: 29 Marzo 2012
Numero di pagine: 400
Sinossi: Ecco a voi i Plank, una delle famiglie della comunità Amish di Painters Mill, Ohio. Ecco a voi madre, padre, cinque figli: loro la vita è una litania di giorni tutti uguali, il lavoro nei campi, i riti che ne sostanziano la fede, le tradizioni della confraternita cui appartengono da sempre. Poi, nel corso di una notte, il loro piccolo paradiso va in frantumi. Qualcuno penetra all’interno della fattoria ed è un massacro, uccisi i genitori, lungamente torturate e uccise le ragazze, Mary e Annie, uccisi i bambini. Solo il  buio chiude  il sipario sui passi silenziosi dell’assassino: alle sue spalle,  un lago di sangue.
Kate Burkholder, capo della polizia della contea,  viene chiamata a dirigere le indagini. Ma non ci sono indiziati, nessuna traccia, nessun movente che indichi una pista: il colpevole sembra venuto dal nulla, come un artiglio invisibile e crudele. Kate in passato è stata una Amish, sa che non possono esserci ombre nella vita delle vittime: eppure, nella vita di Mary Plank qualcosa di oscuro inizia ad emergere, il peso di un segreto che a poco a poco si tinge di orrore…

"Pochi autori sono in grado di descrivere la violenza con altrettanta verosimiglianza.”  Publishers Weekly

lunedì 19 marzo 2012

Recensione in anteprima: Multiversum, di Leonardo Patrignani


Leggere la trama di questo romanzo, soffermarmi sui colori caldi e avvolgenti della copertina, fantasticare ad occhi aperti sull'esistenza di mondi paralleli al nostro e sulla fragilità dell'amore impossibile tra i due giovani protagonisti, ha suscitato – sin dalla prima volta in cui lessi l'originale sinossi di Multiversum - brividi intensi e forti emozioni nel mio cuore di lettore.
In tanti anni, non mi è veramente mai capitato di essere a tal punto suggestionato dalla trama di un romanzo da passare interi pomeriggi e ore di lezioni a fantasticare ad occhi aperti sul suo sviluppo e sulle caratteristiche dei suoi personaggi!
Già un mese prima di riceverlo in anteprima dal gentile ufficio stampa della Mondadori, il fluire impazzito di aspettative e sensazioni aveva scritto nella mia testa le pagine di una storia che non conoscevo, ma che, per qualche misterioso motivo, sentivo vicina al mio essere e al mio cuore pulsante.
Quasi come se, in una realtà parallela, avessi carpito anch'io i misteri del Multiverso e fatto mia l'originale avventura a cui , da qualche mese a quella parte, la trascinante fantasia di Leonardo Patrignani avrebbe dato voce e concretezza.
L'ho cominciato a leggere con la sensazione che, tra quelle pagine, avrei trovato nero su bianco le ipotesi che, nelle settimane precedenti, avevano riacceso i colori della mia immaginazione da troppo tempo sopita. L'ho cominciato a leggere come se mi fosse stato recapitato per errore e come se, averlo tra le mani con così ampio anticipo, fosse il regalo più bello per il sopraggiungere imminente dei miei diciotto anni e la generosa ricompensa per averlo atteso con così tanta trepidazione.
L'inizio un po' frettoloso del libro, accompagnato da capitoli troppo brevi e da una scrittura troppo semplice e lineare, mi aveva riempito le orecchie e il petto di un suono sordo e tristemente familiare. Il suono assordante e amaro di aspettative che si infrangono.
Non che il libro fosse banale o noioso, ma, dopo lunghi giorni di attesa con la sola compagnia della mia fantasia galoppante, avevo l'impressioni di non riconoscervi tra le righe il sentimento e la passione che mi ero augurato.
Scorreva tutto troppo velocemente, come un fiume in piena che – spedito – corre senza ostacoli e intralci verso un epilogo già prestabilito. Non riuscivo a sviluppare empatia con i personaggi, non trovavo il benché minimo appiglio a cui agganciarmi. Le mie dita scorrevano instancabili tra le pagine; i miei occhi divoravano i capitoli e il mio cuore rimaneva arido dinanzi al nascere del dolce sentimento tra Alex e Jenny. Volevo labirinti di poesia in cui rimanere intrappolato, vibranti aforismi su cui soffermarmi, una scrittura più incisiva e una forma di fantasia più dilagante in cui svanire. Volevo fortemente che quel “Buon viaggio...” appuntato dall'autore sulla copertina assieme al suo autografo fosse una promessa per il futuro. Volevo perdermi nella voce dei protagonisti. Volevo spiccare un balzo e perdermi tra le righe di un'avventura al cardiopalma. Volevo che il mio viaggio nel mondo di Multiversum cominciasse.
Non so quando e come sia accaduto esattamente, ma, se sono qui a scrivere questa ampia premessa, sappiate che la risposta è sì: anch'io ho trovato la mia Chiave; la mia Cintura di Orione; il mio personale portale d'accesso; la mia finestra spalancata su quello che è il ricco mondo interiore di Leonardo Patrignani.
Con il procedere della narrazione, i capitoli si fanno più fitti; il tono si eleva. I sentimenti diventano più intensi e la voglia di rimanere stupidi davanti al colpo di scena finale più forte. La realtà, come in un caleidoscopio, si frammenta in schegge aguzze e irregolari; nuove tonalità la colorano e il calore dell'amore si scontra con nubi grige di tempesta e con la violenza di un destino ineluttabile che, spietato, squarcia il cielo e getta ombre di morte su strade un tempo familiari.
La scrittura diventa più compatta e ispirata, lasciando finalmente emergere l'entusiasmo di una fantasia senza freni. Mentre il destino dei protagonisti viene stravolto e disarmanti riferimenti all'attualità si mescolano a un futuro distopico e visionario nello stile di Orwell, Multiversum raggiunge l'obbiettivo verso il quale avevo nutrito le mie più rosee aspettative. Diventa un videogioco dal ritmo frenetico, un survival horror dai toni apocalittici, un dramma intimista e convincente, un'epopea romantica divisa tra la tenerezza di un bacio, il calore di un abbraccio e l'ansia angosciante di una condanna che - silenziosa e fatale – cade dal cielo stellato.
Patrignani sorprende, shocca, solleva il malinconico velo dei ricordi e tocca il cuore, riuscendo a dare ad una storia già bella di suo il sapore epico di una moderna Odissea.
Se Omero avesse letto Marsden e King, giocato a Silent Hill e conosciuto le meraviglie della moderna tecnologia, il poema che tutti noi conosciamo avrebbe oggi il ritmo trascinante e sostenuto di questa invidiabile opera prima.
Il mio voto: ★★★★
Il consiglio musicale : 30 Seconds to Mars – Kings & Queens