Ripenso alla prima lettera che mi hai scritto, quella con
l'inchiostro invisibile, e al fatto che da allora l'affetto ha il
profumo di limone. E, mentre penso a te e ti parlo, riesco a
respirare di nuovo.
Titolo:
Sorella
Autrice:
Rosamund Lupton
Editore:
Beat – Giano
Numero
di pagine: 379
Prezzo:
€ 9,00
Sinossi:
Cinque
anni separano Beatrice Hemming, la primogenita, da Tess, sua sorella.
Cinque anni segnati dalla condivisione di un lutto incancellabile -
la morte di Leo, il fratellino portato via da una malattia genetica -
e da un abisso di forme di vita, personalità e aspetto fisico tra le
due sorelle. Account director in un'agenzia newyorchese, con elegante
appartamento nella Grande Mela, Bea è sempre stata la sorella matura
e importante, la maggiore capace di sgridare la sorellina minore
capricciosa e irresponsabile e di condurla sulla retta via. Tess,
invece, è sempre stata una bellissima, impulsiva, solare creatura.
Una ragazza impaziente di vivere che, in nome dei suoi sentimenti,
non ha esitato un solo istante ad avventurarsi in una relazione
clandestina con uno dei suoi tutor al college d'arte londinese in cui
studia, un professore, per giunta, che ha quindici anni più di lei
ed è sposato da tempo. Quando apprende, perciò, dalla madre che
Tess è irrintracciabile al lavoro e a casa da ben quattro giorni,
Bea prende il primo volo per Londra, ma non si angustia più di
tanto. Certo, sua sorella è incinta e il tutor, il padre del
nascituro, si è chiuso in un ipocrita "riserbo", tuttavia
Bea sa che Tess non è una ragazza cosi avventata da mettere a
repentaglio la sua vita e quella del suo bambino. Qualche giorno dopo
che ha messo piede a Londra, una terribile notizia raggiunge, però,
Bea. La polizia la informa di aver rinvenuto il cadavere di Tess a
Hyde Park...
La recensione
Beatrice
usa il secondo dei suoi due nomi di battesimo, perché ha sempre
pensato le si addicesse di più, e torna a Londra da New York, nella
sua seconda casa, perché Tess è scomparsa da qualche giorno e lei
pensava di conoscerla, sua sorella, più di ogni altra persona al
mondo. A separarle, cinque anni e, in mezzo, un oceano. Ma tra i
ventuno e i ventisei, in fondo, la differenza è meno di quanto
sembri e, se ci si vuole bene come loro, ci sono email e lettere
vecchio stile, telefonate che sfidano i fusi orari e i biglietti last
minute per non fare dell'Atlantico un ostacolo insormontabile. La
prima si è stabilita negli Stati Uniti e, inglese doc, ha fatto suo un pezzetto di sogno americano: il posto fisso, un brillante
all'anulare e, inevitabili anche nei sogni, i compromessi della
lontananza. L'altra, invece, studentessa universitaria e spirito
libero, vorrebbe fare l'artista a tempo pieno e, bella senza
fronzoli e felice senza legami, aspetta un bambino da un uomo che,
già sa, non lo riconoscerà come figlio suo. Un futuro da madre single, però, le fa molta meno paura dei giudizi dei parenti – che
tra lei, scapestrata, e la responsabile Bea hanno sempre fatto
impietosi confronti – e di messaggi inquietanti in segreteria. Per
fortuna c'è quella giovane donna mai troppo irraggiungibile, sangue
del suo sangue, che non le punta il dito contro e mai le dà consigli
che non siano a fin di bene. Per Bea, quella della
sorella maggiore, è una professione per pochi. Quando la chiamata di
un genitore preoccupato le fa andare la cena di traverso e Tess, dal
cellulare spento, non è lì a tranquillizzarla, giunge sul
luogo della sparizione. Che, in fretta, si trasforma in luogo del
delitto: transenne, nastri gialli, fiori imbustati attorno a un bagno
inutilizzato, a Hyde Park. Lì, le assicurano, Tess ha scelto
consapevolmente di morire: si è tagliata le vene sulle mattonelle
scheggiate. Come destreggiarsi tra un funerale che ci prosciuga e giornalisti che ci assediano? Come dimostrare che una
pittrice gaudente e spigliata non
avrebbe mai rinunciato alla propria vita? Romanzo di esordio della
britannica Rosamund Lupton, opera prima bellissima, Sorella torna
in libreria in edizione tascabile, dopo anni di corteggiamenti e
metti-e-togli dai carrelli di Amazon, con la notizia di una
trasposizione cinematografica in programma – circolava il
nome di Emily Blunt – e lettori ritardatari che, cinque
anni dopo, gli si avvicinano coi sesti sensi in allerta. Perché,
ve lo avranno garantito anche recensioni più puntuali
della mia, non è il solito giallo.
Partiamo dalla struttura,
particolarissima: voce narrante è una Bea provata e stanca, ma che
ha visto trionfare la giustizia, all'indomani dell'arresto di un
colpevole che, fino alla fine, noi non conosciamo. Si
racconta a un avvocato gentile e comprensivo, che la vizia con i tè
nei bicchieri di polistirolo e il calorifero acceso, in preparazione
al processo. Parlerà di Tess in vita e in morte, di come ha smascherato il suo assassino giocando a fare la detective, e nel
frattempo parlerà a lei. Sorella,
infatti, fa tesoro di un espediente struggente e originale. Le sue
quasi quattrocento pagine altro non sono che una lunga e privata
lettera alla sorella, presunta suicida. Come scusarsi per il ritardo,
farsi perdonare – e perdonarsi, soprattutto – se si è vivi e
vegeti, mentre l'altra dorme su un letto di terra? Come dirlo agli
inquirenti, ai reporter, che le donne della famiglia Hamming hanno
conosciuto una volta il dolore e che non avrebbero voluto dispensarne altro, evitando di scoperchiare vasi di
Pandora? Emerge così, con un'emotività disarmante e un brutto
mistero da svelare, un ritratto di solidarietà femminile e
sorellanza, che esula dai sentieri del thriller tradizionale e sfocia
nei territori di una narrativa straniera che, tanto accurata e
personale, può essere soltanto Neri Pozza e dintorni. Tra Bea e
Tess, infatti, si stagliano l'ombra di un fratellino morto di
fibbrosi cistica – male ereditario ma forse curabile, che
pietrificherebbe qualsiasi donna in attesa – e tutta una
serie di personaggi, ora affabili e ora sospetti, che la supersiste eredita dall'estinta.
Un collega di studi infatuato ai limiti dell'ossessione; un tutor attempato, seducente e traditore; un padrone di casa burbero ma generoso; una ragazza dall'inglese stentato e dalle intenzioni pure, Kasia, che coi suoi modi spicci e la femminilità che le esplode da dentro è, per la donna in cerca di risposte, un memento vivere. Come ha fatto la protagonista a smentire le voci di una psicosi post-partum? Quali prove le hanno fornito i vestitini che Tess non avrebbe potuto permettersi, una finestra spaccata e quadri che esprimevano il disagio? Diamo per certo, infatti, che il caso – ormai archiviato – sia ormai un capitolo chiuso. Sotto quello e altri fronti potrebbero esserci colpi di scena, pensati da una narratrice nostalgica e in lutto, che ha studiato Letteratura Inglese al college e, a giusta ragione, può riempire di piccolezze la sua lettera a cuore aperto. Bea imparerà a lasciarsi andare a ciò che viene; a scoprire – nelle sfumature di giallo – il brivido dell'avventura. A conoscere meglio la sua metà scomparsa, e se stessa. A piantare le giunchiglie, ché servono il terriccio caldo e una dose abbondante di pazienza, e a godersi il miracolo della primavera. A decriptare i LOL – non lot of love, bensì laugh out loud – nel piacere della corrispondenza. Londra è gelida e Sorella, a tratti, come d'altronde suggerisce la copertina, è un medical thriller sotto la neve; neve che copre le orme dei cattivi. Ma, molto più che a tratti, è una lettura emotivamente carica, accorata e coinvolgente, che mi ha ricordato una variazione sul tema dell'autobiografico (e prolisso, nonostante le lacrime ballerine) I miei piccoli dispiaceri. E gli si perdona, dunque, un colpevole smascherato in anticipo, ma non il fatto di averci chiuso in una morsa - quando, quanto e come gli pareva - il cuore.
Un collega di studi infatuato ai limiti dell'ossessione; un tutor attempato, seducente e traditore; un padrone di casa burbero ma generoso; una ragazza dall'inglese stentato e dalle intenzioni pure, Kasia, che coi suoi modi spicci e la femminilità che le esplode da dentro è, per la donna in cerca di risposte, un memento vivere. Come ha fatto la protagonista a smentire le voci di una psicosi post-partum? Quali prove le hanno fornito i vestitini che Tess non avrebbe potuto permettersi, una finestra spaccata e quadri che esprimevano il disagio? Diamo per certo, infatti, che il caso – ormai archiviato – sia ormai un capitolo chiuso. Sotto quello e altri fronti potrebbero esserci colpi di scena, pensati da una narratrice nostalgica e in lutto, che ha studiato Letteratura Inglese al college e, a giusta ragione, può riempire di piccolezze la sua lettera a cuore aperto. Bea imparerà a lasciarsi andare a ciò che viene; a scoprire – nelle sfumature di giallo – il brivido dell'avventura. A conoscere meglio la sua metà scomparsa, e se stessa. A piantare le giunchiglie, ché servono il terriccio caldo e una dose abbondante di pazienza, e a godersi il miracolo della primavera. A decriptare i LOL – non lot of love, bensì laugh out loud – nel piacere della corrispondenza. Londra è gelida e Sorella, a tratti, come d'altronde suggerisce la copertina, è un medical thriller sotto la neve; neve che copre le orme dei cattivi. Ma, molto più che a tratti, è una lettura emotivamente carica, accorata e coinvolgente, che mi ha ricordato una variazione sul tema dell'autobiografico (e prolisso, nonostante le lacrime ballerine) I miei piccoli dispiaceri. E gli si perdona, dunque, un colpevole smascherato in anticipo, ma non il fatto di averci chiuso in una morsa - quando, quanto e come gli pareva - il cuore.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Skunk Anansie – You'll follow me down