|
Romanzo rosa, di Stefania Bertola. Einaudi, € 13, pp. 208 |
Tutti
ne abbiamo qualcuno in casa, nascosto strategicamente in seconda
fila. Eredità di mamme o zie che li hanno letti e riletti, ispirate dalle pose plastiche in copertina, dalle ambientazioni esotiche e dai
toni pruriginosi ma non troppo. Ma sì, lo ammetto:
non soltanto in libreria ne tengo ben camuffati un paio anch'io ma,
peggio, nelle frequenti crisi di astinenza pre-blog (che brutta
bestia, i periodi di magra) ne ho perfino letti due o tre in mancanza
di meglio. Si parla di romanzi sentimentali. Quelli con i pediatri
scapoli e le infermiere sexy. Quelli con i vampiri e i lupi che convolano a
nozze, scortati da una solenne parata di fate madrine. Quelli con
protagonisti che non hanno ancora l'età, ma le basse voglie sì.
Quelli storici (i preferiti di mia madre, ai tempi) con rosse
accusate di stregoneria e inquisitori in tentazione. Gli Harmony sono
ribattezzati Melody nel primo romanzo che leggo di Stefania Bertola,
autrice che i più mi consigliano da innumerevoli sessioni d'esame a
questa parte. Olimpia, mite bibliotecaria sui sessanta, decide di
scriverne uno in una settimana, seguendo le indicazioni di un corso
di scrittura creativa a cui, intraprendente per una volta nella vita,
ha preso parte. Non gliene vorranno le nipoti. Non
miagoleranno troppo i suoi coinquilini, due gatti
viziatissimi.
Per
scrivere un romanzo rosa in una settimana ci vogliono otto giorni.
La
protagonista ignora le telefonate, rifornisce il congelatore di
Tupperware e, come un'eroina dalla doppia vita, al mattino pende
dalle labbra dell'acidissima Leonora (la Stephen King degli amori da edicola, insomma) e di sera batte al computer, intabarrata nel conforto del plaid. E la noia della sua routine, del suo guardaroba monocolore,
del suo compassato modo di porsi, la seppelliscono d'un tratto sotto la neve
scozzese i personaggi dello stimolante esperimento letterario. La
zitella di San Mauro Torinese si nutre di liquirizie e fantasia,
infatti, prendendo alle lettera le istruzioni: il sesso deve esserci,
purché reso con fior di metafore; le protagoniste sono
volitive e orgogliose, ma non abbastanza da non cedere al conto in
banca di un uomo più facoltoso; i protagonisti, di solito
perseguitati da un tragico passato, hanno sepolto il cuore ma niente
è perduto. Meglio abbondare, poi, con marche di abbigliamento, auto
sportive, nomi ridicolmente complicati, avverbi di modo e perifrasi
barocche quanto basta.
Per
la prima volta in vita mia mi addormento sul 61, e scendo al
capolinea. Torno indietro a piedi, e mi chiedo se allora non sia
soltanto il sonno a generare i sogni, ma anche i sogni a generare il
sonno.
Romanzo
rosa è una storia nella storia nella storia. Diciamolo meglio.
Si articola su tre livelli: il quieto vivere di Olimpia, con attorno
i flirt e le liti degli altri aspiranti romanzieri; il vademecum dell'affermata Leonora; i garbugli amorosi fra i fittizi Turquoise
(come il colore) e Angus (come la bistecca), lei
inventrice di marmellate e lui imprenditore rampante, in una strampalata Scozia di
frutti succosi e colpi di fulmine. Come Jane The Virgin,
la comedy che da quattro stagioni parodia con intelligenza
le telenovelas argentine senza mai diventarne una,
così Romanzo rosa si fa
apprezzare per la leggerezza studiata e i gustosissimi incastri
metaletterari. Si ride, ma con decoro e
misura. Si ammirano la destrezza e l'autoironia di una scrittrice che interpreta e canzona le tendenze
editoriali, tesse merletti per vecchi canovacci e non
rinnega mai se stessa. Rivelando con umorismo e perizia il peso di
questa musica leggera. Le sfumature nell'uniformità impenetrabile del rosa confetto.
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale: Levant feat. Max Gazzé – Pezzo di me
avendo letto molti romanzi della bertola questo è in lista ma non credo sia uno dei suoi lavori migliori..
RispondiEliminaA parte l'ultimo, Ragione e sentimento, non saprei farti onestamente altri titoli dell'autrice.
EliminaQuesto, conforme alle attese, è leggerissimo e scorrevolissimo, ma con il suo perché. Non penso possa mancarti, se la Bertola l'hai già sperimentata. ;)
Da recuperare, non subitissimo ma da recuperare :)
RispondiEliminaCredo che mi cimenterò prima con qualche altro titolo, prima.
Avrai altri titoli con una priorità più alta, non ne dubito. Però, nei momenti così così... :)
EliminaGli Harmony di solito li trovavo nelle case vacanza in affitto. Non ho però mai avuto la tentazione (o il coraggio) di leggerne uno. Sul serio. :)
RispondiEliminaCon questa storia nella storia nella storia mi sono un po' perso. E il paragone con Jane the Virgin per quanto mi riguarda non aiuta. Quindi mi sa che me la perdo tranqullamente.
Ti tenterò con la prossima recensione. ;)
EliminaBella recensione ma, in tutta onestà, il romanzo non mi attira per niente. Passo.
RispondiEliminaLa tua whishlist, questa volta, ringrazia.
EliminaA presto, Grazia.
Sono contenta che tu lo abbia apprezzato, ma non è il suo romanzo migliore.
RispondiEliminaUn saluto da lea
Quindi ti aspetto fra un anno con un altro titolo. ;-)
EliminaQuale mi consigli, Lea?
EliminaUn abbraccio.
Stefania Bertola mi piace molto, è una delle poche autrici di romanzi leggeri italiane che riesce sempre a farmi ridere e vorrei recuperare tutto quello che ha scritto. Romanzo rosa ancora mi manca, ma prima o poi sicuramente lo prenderò. Se non l'hai ancora letto, mi permetto di consigliarti anche Ne parliamo a cena, che è uno dei miei preferiti.
RispondiEliminaCome dicevo a Saya, qualche commento fa, della Bertola non conosco altro, se non di "vista".
EliminaPrendo nota, grazie!