Prendere
ogni affermazione alla lettera, non capire gli stati d'animo altrui, spiazzare i nostri interlocutori con frasi brusche e
rare manifestazioni d'affetto. L'armatura delle felpe col cappuccio,
il pensiero della normalità. Sam, diciotto anni, è
un libro aperto. Non coglie le sfumature.
Candido, non ha segreti. La sua famiglia ci ha fatto il callo:
da bambino, gli è stata diagnosticata una forma di autismo ad alto
funzionamento. Com'è vivere l'adolescenza sentendosi diverso? Cosa
significa dividere la casa con un ragazzo fragile, irritabile,
dolcissimo, che suo malgrado monopolizza le attenzioni? Keir
Gilchrist, già adorato in United States of Tara e
It's a Kind of Funny Story, è un tenero Forrest Gump alle
prese con il pensiero dello scioglimento della calotta polare e del
primo amore: cotto della sua psicoterapeuta, prigioniero del suo
mondo su misura, vuole far pratica con una coetanea che lo sopporta
e supporta. La sorella maggiore, l'irresistibile Brigette
Lundy-Paine, pensa a costruirsi una vita altrove (ha vinto una
borsa di studio, ha un fidanzato) ma, fedele al nido, poi se ne
pente. Nel frattempo, una Jennifer Jason Leight sull'orlo di una crisi di
nervi tradisce papà Rapaport: l'amante, un giovane barista,
non sa di Sam e dello stress che comporta. Chi può giudicarla se,
per una volta, desidera sentirsi una donna e basta? Atypical,
teen comedy in otto puntate sbarcata su Netflix a metà agosto, e non
senza controversie, è la storia di una famiglia ordinaria
alle prese con drammi e traguardi straordinari. Accusata da qualche
testata americana di utilizzare l'autismo come spunto per risate
facili, la compagnia di Atypical in realtà mi è parsa
godibile, veritiera, delicata – lo confermano, in giro, le ottime
medie e un cast vincente, senza un viso o una sottotrama fuori posto.
La cosa davvero bella, accanto a un capomastro estremamente facile da
voler bene, è che chi in cerca di una via di fuga, chi della
felicità, sempre e comunque bene attenti a non pestarsi i piedi a vicenda, i membri della
famiglia di Sam sono uguali noi. Se più atipici, be',
solo sulla carta. (7,5)
Si
erano conosciuti e piaciuti en passant. Quarantenni. L'idea che quella potesse
essere l'ultima possibilità per diventare genitori aveva fatto sì
che, galeotta una gravidanza indesiderata, diventassero una famiglia. L'amore era arrivato solo dopo. E con
quello i figli: nella seconda stagione, ambientata a qualche anno di
distanza dalla prima, ben due. Cos'è di Sharon e Rob adesso? Li
avevamo lasciati in crisi. In un momento di riflessione, brilla,
Sharon aveva fatto qualcosa con qualcuno. Neanche Rob, licenziato
perché accusato ingiustamente di molestie sessuali, era senza
macchia. Con la coscienza un po' sporca e il broncio, nella terza
stagione di quel gioiello di umorismo nero che è Catastrophe ci
si gode il piacere, dopo tanto rumore, di fare all'amore (questa
volta con qualche precauzione). Non mancano i ripensamenti,
le ricadute colpose, le emozioni grandi e piccole. Gli amici stretti
e i parenti serpenti – genitori malaticci, fratelli scapestrati –
danno qualche inevitabile imbarazzo, ma fanno compagnia. Il resto è un copione
grossomodo invariato, e per questo vincente. Catastrophe
non è la solita comedy.
Somiglia tanto a un bagno di realtà. Alle relazioni comuni, ai
disastri che ci combina l'amore, a noi spettatori. Romantici, con il dente avvelenato e il copyright sull'unicità. (7,5)
L'incipit
di The Mick è tutto
un programma. La protagonista, troppo in là con gli anni per giocare
a fare la vandala, si fa bella tra le corsie di un supermercato –
lavandosi e profumandosi con i loro prodotti, gratis – per poi
scappare fuori senza pagare. Usare il prossimo, per Mickey, è
un'arte. Così, un giorno, si presenta a casa della sorella maggiore
– una che si è accasata con un tizio ricchissimo, madre appagata,
organizzatrice di feste esclusive. L'aperitivo a scrocco però si
conclude con un colpo di scena. La polizia arresta i padroni di casa
e Mickey, suo malgrado, si trova a fare da tutrice a tre pesti di età
diverse: una ragazza ribelle, che cambia fidanzati e hobby a giorni
alterni; un adolescente convinto di poter comprare tutto e tutti,
perfino l'amicizia; un bambino adorabile e assurdo, con il pallino
per la piromania, l'omicidio e gli abiti da donna. Scorretta,
volgarotta e nerissima, la comedy con l'ottima Kaitlin Olson diverte
impunemente e ha macchiette – la domestica Alba, lo sfortunato fidanzato Jimmy – che sono tra i suoi punti forti. I
bambini rischiano di diventare mele marce, ma tu ridi. Qualcuno ci
lascia le penne, ma tu ridi. Qualcuno chiamerebbe gli assistenti
sociali, il Telefono Azzurro: io, in poltrona, aspetto già la
seconda stagione. The Mick è
Io e zio Buck in
chiave femminile. Tutti insieme appassionatamente che
scopre il sarcasmo. Le famiglie convenzionali, la buona educazione,
in fondo a chi piacciono? (6,5)
Casta
per scelta, una giovane donna si scopriva in dolce attesa per
l'errore della ginecologa. Quanto poteva durare questa barzelletta su
una moderna immacolata concezione? I risvolti impossibili e la
simpatia di Jane The Virgin conquistavano pubblico e critica
nella prima stagione. Il segreto della comedy surreale che faceva
furore durante la stagione dei premi: indefinibile. Vuoi
l'irrinunciabile voce narrante, vuoi un cast centratissimo di volti
semisconosciuti, vuoi i toni da telenovela venezuelana tra parodia e
guilty pleasure. La seconda stagione, ripetitiva e diluita, non
faceva passi né avanti né indietro: una sufficienza stiracchiata e qualche dubbio. Sul rinnovo, sul proseguire oppure no. Lo
scorso autunno mi ha portato consiglio. Jane Gloriana Villanueva
torna in forma smagliante: mamma, moglie, scrittrice pubblicata. Ha
fatto la sua scelta, anche se i poligoni amorosi sono lontanissimi
dal risolversi, e finalmente si concede una notte di passione dopo
una quarantina di puntate: il principe azzurro ha dovuto aspettare.
Autoironico, pulito e un po' malizioso, Jane The Virgin
intrattiene con triangoli, paradossi e intrighi consueti. Si
decideranno mai i genitori della ragazza del miracolo a dirsi di sì? Nonna Alba imparerà a lasciarsi andare? Quanti omicidi, quante doppie
identità, al Marbella? In venti puntate pienissime e
spassosissime, a sorpresa qualche brivido inaspettato. Una perdita
improvvisa, una tragedia ingiusta, una Gina Rodriguez più brava che
mai. Quarta stagione in arrivo, un posto vuoto a tavola, bizzarie e
tragedie di una vergine incinta che anche non più vergine, anche non
più incinta, regala gioie. (7)
Nonostante
un amore nato solo a metà della prima stagione, le follie e i
ritornelli di Crazy ex-girlfriend erano
stati tra le sorprese più clamorose del piccolo
schermo, lo scorso anno. Dov'era saltata fuori Rachel Bloom?
Rinnovato a sorpresa, Crazy ex-girlfriend è
tornato alla carica. Rebecca, dolce stalker, ha abbandonato New
York per la provincia. Nel finale di stagione, il famoso Josh la
ricambiava. Dopo una notte di passione, però, affiorava il dubbio:
grande amore o lavaggio del cervello? In mesi in cui il musical è
tornato sulla bocca di tutti, Crazy ex-girlfriend ritorna
e prendo poco a poco. Josh, messo con le spalle al muro, tentenna. Il
suo rivale in amore va via, mentre in ufficio se ne affaccia un
altro, turbato e affascinato dalle scollature della procace Rebecca. Paula,
migliore amica ad honorem, si iscrive all'università, scopre il
tradimento del marito, si allontana. E, a sorpresa, si formano nuove
squadre al femminile, con la protagonista e la temibile Valencia
costrette a collaborare per un bene comune. Dopo un momento di
titubanza iniziale, i motivetti e i balli della Bloom – imperdibili
le parodie osè di Thinking out loud e
Diamonds are a girl best friends
– conquistano, cambiando il giusto le carte in tavola. In un
finale, soprattutto, in cui tutto è in forse e i progetti per una
terza stagione ancora più assurda, ancora più folle, si palesano
all'ombra di fiori d'arancio. (6,5)
Atypical te la sei divorata, io tentenno, temo il buonismo, temo scivolate. Meglio i recuperi, anche perchè Catastrophe a parte che è sempre meno comedy, il resto non lo conoscevo/non lo seguivo/l'ho abbandonato. E mi spiace per Rachel Bloom di cui nonostante le risate e le canzoni geniali, non ho mai finito la prima stagione. Prima o poi potrei rimediare!
RispondiEliminaAh, rimedia. Altrimenti la Bloom ti bracca!
EliminaCon Atypical, secondo me, non c'è rischio. E' una comedy tutt'altro che atipica, appunto, e quello è il bello. Poi otto puntate, trenta minute ciascuna: perdi poco tempo. ;)
Atypical sicuramente me lo guarderò, appena tornerò dalle vacanze e potrò scaricare a manetta di nuovo. :)
RispondiEliminaSpero però non sia troppo dalle parti dell'insopportabile Forrest Gump...
Con Catastrophe avevo avuto un impatto piuttosto catastrofico con il primo episodio, che non mi era piaciuto per niente, e poi non l'ho più seguito. A quanto pare ho fatto male, però pazienza.
Jane the Virgin idem.
Di The Mick ho visto qualche episodio. Decente, ma non mi ha folgorato e pure questo l'ho abbandonato.
Crazy Ex-Girlfriend invece continuo a non farne a meno. Sempre divertente, a tratti geniale, e lei sempre più idola. Speriamo bene per la stagione 3...
Ah, no, con Forrest Gump ha poco in comune. Lo avrei paragonato all'altrettanto noto Sheldon, se non fosse che io odio Sheldon, mentre questo Sam è tanto adorabile.
EliminaSapevo di Jane The Virgin, ma secondo me hai espresso un giudizio troppo affrettato su Catastrophe. Riprova, è una signora comedy, come Fleabag (quanto ritorna?).
Crazy Ex-Girlfriend mi ha preso meno della prima stagione, è forse venuto meno l'effetto sorpresa, ma lei la adoro con poco. O si vendica.
Ho visto Atypical anzi l'ho divorata in un pomeriggio. Devo dire che a me è parsa ben costruita e decisamente realistica... Molto realistica.
RispondiEliminaviste di seguito sei puntate di Atypical e mi sta piacendo moltissimo, non ricordavo se tu ne avessi parlato o meno e sono venuta a spulciare! :D
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